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57 canali e niente da vedere: Loki 2, The Crown 6 (parte 1), The Continental, Gen V e Good Omens 2

Da quanto mancava da queste Bare l’appuntamento con titolo Springsteeniano con le ultime serie viste di recente? Tantissimo, infatti sono pieno di titoli accumulati, forza, iniziamo!

Loki Stagione: 2 Dove la trovate: Disney+

Mai amato “Loki”, lo sapete perché mi sono dilungato su questa serie dedicata ad uno dei migliori cattivi dell’MCU che si impegnava per trasformarlo in un bamboccione, perché nel 2023 i cattivi nell’immaginario sono vietati, devono essere tutti aspiranti buoni.

Una stagione intera, inferiore alla prima che già non avevo amato, passata a fare, disfare, menare il can per l’aia girando narrativamente a vuoto con soluzioni di trama spesso discutibili (Loki, un Dio, che per tutto il tempo fa la figura del peracottaro e poi di colpo, recupera pieni poteri, così de botto!) per arrivare alla seconda metà dell’episodio conclusivo, dove non solo almeno una parte del disgraziato arco narrativo del titolare di serie trova un senso, ma addirittura emoziona, poco, ma molto di più rispetto agli ultimi prodotti MCU senza procioni.

Siamo noi quelli che hanno viaggiato nel tempo e lo hanno visto crescere.

Tutta la seconda stagione di “Loki” ruota attorno al personaggio di Ouroboros detto “O.B.” (il nuovo, vecchio eroe dei Nerd Ke Huy Quan) unica vera novità o ammettiamolo, trovata per questa seconda stagione, che si fa perdonare, non tutto ma parecchio con quel finale, che non solo riprende i “Gloriosi propositi” del Loki di Richard E. Grant (il suo resta il miglior episodio di tutta l’operazione, a mani basse), ma regala a Tom Hiddleston una conclusione da recitare con un buon livello di coinvolgimento. L’MCU è generalmente odiato e demonizzato ma è innegabile che abbia creato momenti iconografici, ricordi condivisi che molti si porteranno nel cuore a lungo, “Loki 2” contiene uno di questi momenti, se pensate possa bastare, sapete che fare.

L’MCU sbatte le corna contro la sua capacità di creare iconografia, ancora si ricorda come si fa.

Commento in breve: cinque episodi e mezzo di palloso “bla bla bla” per un glorioso proposito finale.
Chi ne ha scritto meglio di me: qualcuno ne ha scritto? Ditemi la vostra e nel caso, segnalatemelo nei commenti!

The Crown Stagione: 6 (Parte 1) Dove la trovate: Netflix

Lo sapete, odio quando Netflix fa lo spezzatino delle stagioni delle sue serie di massimo interesse, mi fanno scendere la catena (per non dire altro, in maniera molto regale) perché interrompono il ritmo della narrazione, ma per una volta con la stagione finale di The Crown potrebbero aver fatto la scelta giusta. Quattro episodi, che iniziano con l’incidente automobilistico del Pont de l’Alma, raccontato dal punto di vista di un passante, per poi passare a quello di Diana Spencer (Elizabeth Debicki in prova di mimetismo) e Dodi Al-Fayed (Khalid Abdalla), della loro storia, del loro rapporto più complicato della media e delle scappatelle della principessa che piacevano tanto documentare da beh, i media.

Forse ci risparmieranno la stagione dedicata al libro “scandalo” del rosso secondo genito.

Solito sontuoso lavoro di ricostruzione e cura anche per i dettagli, dai costumi ai set, per una gara di attori in gran spolvero, con tutto che ho sempre avuto problemi con le trame Diana-centriche (Tipo “Spencer”) il crescendo è quello giusto, e per una volta anche l’idea di fermarsi prima del solito funziona. Questa sesta stagione (parte 1) diventa una miniserie nella serie dedicata alla fine della principessa triste, quasi una scelta logica in omaggio ad un personaggio diventato un’icona.

Commento in breve: bene, ed ora sotto con la parte due in arrivo il 14 dicembre!
Chi ne ha scritto meglio di me: in questi casi, quando avete un dubbio sui reali inglesi, Lisa, ed andate sul sicuro.

The Continental Stagione: miniserie (completa) Dove la trovate: Prime Video

Direttamente dal mondo di John Wick arriva la prima serie nata da una costola della saga spacca botteghini, le origini dell’Hotel, la piccola Svizzera in un mondo dove sono tutti assassini chiamato The Continental, per una miniserie che ci porta negli anni ’70, per altro con una selezione musicali piena di classici uno meglio dell’altro.

«Vi propongo un’idea, al tre spariamo ai detrattori di Baba Yaga, sarebbe un grosso vantaggio per tutti»

Che (mini)serie bizzarra questa “The Continental”, sembra seguire un andamento tutto suo, con diversi minuti dedicati a trame e personaggi che sembrano non avere troppa cittadinanza, solo per poi trovarla più avanti nel corso della storia, una continua finta di corpo anche quando il primo dei tre episodi termina citando le armi, tante armi di Matrix (occhiolino-occhiolino), che però poi non arrivano, almeno non fino all’episodio finale. Eppure, la serie poi va in crescendo, mi aspettavo meno azione e più chiacchiere rispetto alla saga che ha generato questo “spin-off”, infatti così è stato, però l’azione non manca, specialmente nell’ultimo episodio che alla fine, mi sono rivisto con piacere due volte perché tre puntate erano davvero troppo poche per questa miniserie (storia vera).

I personaggi folli, da fumetto sono quelli che mi aspettavo, ma il più matto di tutti ovviamente è Mel Gibson, sugli scudi nella parte del gestore dell’albergo, un monologo da super cattivo sempre pronto ad avvenire perché tanto ormai anche il vecchio Mad Mel lo sa che il suo piano di rientro Hollywoodiano questo gli concede, ruoli da matto con il botto che gli vengono fin troppo facili, si meriterebbe di poter recitare anche altro ma così è, qui funziona, cosi come questa miniserie, avercene di roba matta così!

«Sapete che ora è? L’ora di fare i matti. E io lo nacqui!»

Commento in breve: un colpo sparato nella direzione giusta, avanti così!
Chi ne ha scritto meglio di me: sotto con la sezione commenti! 

Gen V Stagione: 1 Dove la trovate: Prime Video Per molti “Gen V” è stato un ottimo modo per riempire l’attesa della prossima stagione di The Boys, per me la conferma, l’ennesima, che questa serie del fumetto di Garth Ennis originale ha travisato tutto. 

Sono convinto che il pubblico generico ancora creda che i Boys siano i tizi in calzamaglia, ormai per tutti “The Boys” è una serie dove i Super scopano e ammazzano, se è arrivato questo al pubblico, vuol dire che la serie ha sbagliato del tutto mira nell’adattamento, ma al pubblico pare andare bene così, quindi sotto con “Gen V”. 

Il figlio di Arnold trasformato nella Torcia Umana.

La storia di alcuni Super all’università per Super, che tra gare di popolarità, Social e quant’altro, come da tradizione impegnati in scene di sesso bizzarro acchiappa-pubblico, morti ammazzati e apparizioni lampo a turno dei personaggi della serie principale, messi lì per far esaltare il pubblico. 
Tra scene di sesso con donne in miniatura e la versione locale di personaggi che nel fumetto erano ben più provocatori, tanto la formula è chiara no? Amazon come la Vought America sa che al pubblico piace “The Boys” quindi perché non farne una versione ambientata al liceo, piena di personaggi da algoritmo non binari e un ruolo in vista per Patrick Schwarzenegger? Anche se posso dirlo? Questa serie spin-off vale solo per i completisti di Clancy Brown. 

Patriota nei panni del parere di Cassidy su questa serie.

Commento in breve: sono completista di Clancy Brown, quindi eccomi. Chi ne ha scritto meglio di me: sono stato fuori dal mondo in questo periodo, se ne avete scritto segnalate!
Good Omens Stagione: 2 Dove la trovate: Prime Video 
La prima stagione della serie era ispirata al romanzo del 1990 scritto a quattro mani tra Neil Gaiman e il compianto Terry Pratchett, da noi noto come “Buona Apocalisse a tutti!”, ma se chiedete a me preferisco di gran lunga l’originale, il Wertmulleriano: “Good Omens: The Nice and Accurate Prophecies of Agnes Nutter, Witch”.
Visto che la serie è andata forte, una seconda stagione era quasi doverosa, questa volta però si nota molto di più che a scrivere la trama sia stato il solo Neil Gaiman, ci sono tutti i suoi temi, le coppie Queer, gli dèi tra di noi, insomma puro Gaiman e posso dirlo? Il ritmo della serie ne guadagna. 

Quando devo rispondere ai commenti su “Infernet” devo sempre scegliere chi di loro due invocare.

Al resto ci pensa la chimica tra quella coppia di fatto rappresentata dall’angelico Michael Sheen e dal diabolico David “Più grande attore del mondo” Tennant che si alleano, indagano, battibeccano come Sandra e Raimondo e vorresti vederli tornare in un’altra stagione, alla luce del finale non lo escludo. 
Commento in breve: bene, bravi, tris! Chi ne ha scritto meglio di me: visto che vi siete puppati tutte le mie diaboliche elucubrazioni, vi meritate l’angelico parere di Lisa

Sepolto in precedenza martedì 5 dicembre 2023

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