Torna l’appuntamento con titolo Springsteeniano, con le
ultime serie viste di recente, non perdiamo altro tempo, via via via via
viaaaaa!
Hollywood
unica (miniserie di sette episodi)
Netflix
smettono mai di lavorare. Ancora non ho avuto il tempo di commentare l’ultima
stagione di American Horror Story e loro sfornano questa miniserie in sette
puntate intitolata “Hollywood”, dedicata all’età dell’oro della Mecca del cinema
Americano, almeno ad una prima occhiata.
Marveliano “What If…?” che risponde alla domanda: come sarebbe stata
Hollywood se la sensibilità odierna nei confronti delle minoranze fosse sempre
esistita?
sbarca nella Hollywood del dopoguerra per diventare un grande attore, ma
finisce a far il “prostituto” per signore, in una finta pompa di benzina gestita
da Ernie West (Dylan McDermott). Qui ci starebbe una citazione ad una certa
canzone di Elio e le storie tese, ma sorvolo per raccontarvi che trovando la
cliente giusta (la moglie del più potente produttore di Hollywood) Jack finisce
a fare l’attore per davvero. E Harvey Weinstein… MUTO!
![]() |
“Ho appena trovato un ruolo perfetto per te, sarai Gigolò Joe” |
Ma non prima di aver conosciuto una serie di personaggio
che normalmente Hollywood mette ai margini oggi, nel 2020, figuriamoci nel
dopoguerra. Come lo sceneggiatore nero e omosessuale Archie Coleman (Jeremy
Pope), oppure il regista di origini orientali Raymond Ainsley (Darren Criss) e
la sua fidanzata, Camille Washington (Laura Harrier), bravissima attrice ma
relegata a ruoli da cameriera in quanto di colore. Qualcuno ha detto “Via col vento”? Ah no, mi era sembrato, scusate.
chiaro ma ardito: scrivere, dirigere, interpretare e farsi produttore un film
sulla storia di una ragazza morta suicida, dopo un volo proprio dalla scritta
“Hollywood”. Una pellicola in grado di dare voce a tutte le minoranze etniche che
il cinema ignora.
affiancano agli immaginari protagonisti, anche qualche nome che ha fatto per
davvero la storia di Hollywood, infatti la parte più interessante di questa
miniserie è di sicuro l’ascesa del ragazzone destinato a diventare ultra famoso, ma con il nome di Rock Hudson (interpretato da Jake Picking) e del suo agente
pronto a tutto pur di renderlo una star, Henry Willson qui interpretato da Jim
Parsons, finalmente libero dall’ombra lunga di Sheldon Cooper, ma di certo non
meno odioso.
![]() |
Ho come l’impressione che non stia preparando la nuova puntata di “fun with flags”. |
“Hollywood” è nobile negli intenti, curato nella messa in
scena e nella ricostruzione del periodo e per di più, impreziosito dalla
presenza di Samara Weaving (che è sempre un bel vedere), ma in generale resta
un bel test per il vostro cinismo. Per il sottoscritto vedere il finale è stato
un tripudio di: «Seee vabbè! Lallerò!».
![]() |
Un’immagine di Samara Weaving, perché sì, ci sta sempre bene. |
Posso capire che sia molto bello sfidare le autorità
bigotte che comandano Hollywood e gli Stati Uniti (ogni riferimento a fatti,
cose, persone e Mr. Arancione alla Casa Bianca è puramente voluto). Trovo che sia bello ma anche giusto, ma il problema di “Hollywood” è che lo fa forzando la mano.
Molte delle svolte, anche quelle importanti, arrivano quasi di colpo, in sette
episodi è difficile descrivere per bene il cambio di mentalità di certi
personaggio che passano da retrogradi a progressisti in davvero troppi pochi
minuti, con il risultato finale che la bella favola etica di Ryan Murphy e Ian
Brennan, resta un bel sogno reso molto poco credibile dalla sua realizzazione.
Nobile quanto volete, interessante da seguire, ma forse sono troppo cinico per
credere ad una Hollywood come un posto da sogno, continuo a sperare che Murphy si attenga a fatti reali, vi ricordate che bellezza era Feud?
Amazon Prime
intanto posso dirvi che l’ultima fatica di Greg Daniels si intitola “Upload” ed
è anche piuttosto riuscita.
fanno da corriere ma soprattutto, possiamo caricare la nostra coscienza e i
nostri ricordi, in una sorta di aldilà digitale che può essere anche un
paradiso, se il vostro conto corrente può garantirvi tutti i lussi extra che
seguono l’upload dentro il sistema.
![]() |
Se ve lo state chiedendo no, non è l’episodio Crossover con Mr. Peanutbutter. |
Per Nathan (il tonno visto in Code 8, Robbie Amell, che
però qui con la sua faccia da tontolone è molto azzeccato) il suo paradiso si
chiama Lake View, un costosissimo resort digitale pagato dalla sua fidanzata,
la bionda Ingrid (Allegra Edwards), una sorta di Chiara Ferragni che non è ben
chiaro se sia una stronza patentata, oppure davvero innamorata del suo
dipartito maritino, morto giovane e in circostanze misteriose, ma costretto a
vivere a Lake Viwe nella speranza che la tecnologia ancora sperimentare di
“Download” (ovvero ricaricare la coscienza di qualcuno in un nuovo corpo umano)
diventi una realtà.
![]() |
“Speriamo che muoia, altrimenti come farò a diventare famosa?” |
Come si vive dentro un lussuoso disco di backup? Finché
Ingrid paga tutti i costosi extra di questa vacanza (eterna!) abbastanza bene.
Ma Nathan fino a poco fa era vivo, ora invece sembra diventato il tecnologico tamagotchi
di Ingrid, prontissima a sfruttare la popolarità che solo un marito che vive in
un aldilà digitale ti può offrire, ma anche a tagliare i fondi a Nathan
spedendolo tra i 2 Giga, i poveracci che possono permettersi di essere
archiviati (i miei colleghi di lavoro, campioni mondiali di “Itanglese” sono
sicuro che direbbero qualche oscenità tipo “storati” brrrrr!) solo in uno
spazio di memoria più piccolo di una chiavetta USB.
ci pensa Nora (Andy Allo), angelo del supporto remoto, alla
disperata ricerca di voti positive (le famigerate cinque stelle del giudizio)
per garantire un futuro dignitoso a Lake View al padre. Tra Nathan e Nora
comincerà una storia tipo “Ghost 2.0” che riesce a risultare non (troppo)
caramellosa nemmeno ad un fanatico di storie con le esplosioni come me.
![]() |
Di solito chi lavora al supporto remoto, non ha uffici proprio come questo. |
“Upload” si guarda velocemente, molto più in fretta di
certi download che avete eseguito in vita vostra, grazie ad un ritmo decente
che rallenta un po’ solo nel pre-finale di stagione, ma la sua caratteristica è
quella di saper portare in scena un mondo molto credibile, fatto di tecnologia
che potremmo avere anche noi disponibile magari tra pochi anni, una sorta di Black Mirror ammorbidito e “sbaciucchione” che non so per quante
stagioni possa durare, ma è comunque migliore delle ultime stagioni di Black Mirror.
guardare questa serie da omino del reparto IT non è la stessa cosa, però si
lascia guardare.
meglio di me: Lisa che è più
esperta di me del lavoro di Greg Daniels ma anche Bobby che è andato dritto al punto.
stagioni (conclusa)
Amazon Prime
paginone di Amazon Prime, la storia di Josh Futturman (Josh Hutcherson) abilissimo (video)giocatore ad uno sparattutto chiamato “Biotic Wars”, che però
nella vita è tutto tranne che eroico: sfigato e senza una donna, spazza il
pavimento nei laboratori del dottor Kronish (il mitico Keith David), fino al
giorno in cui riesce finalmente a completare l’ultimo, difficilissimo livello
di “Biotic Wars”.
![]() |
Se incontri Keith David, come minimo ci vuole una foto ricordo. |
Proprio in quel momento, due protagonisti del videogioco
piombano nella sua stanza cogliendolo sul fatto (non chiedetemi di cosa, non
volete sapere), si tratta della tosta Tiger (Eliza Coupe con i capelli viola,
direttamente da quella stagione di Scrubs
di cui nessuno vuole sentire parlare) e del roccioso Wolf (Derek Wilson). “Biotic Wars” era un videogioco mandato indietro nel tempo, per trovare il
salvatore, il Messia in grado di guidare la resistenza umana contro i terribili Biotic
nel futuro da cui arrivano Tiger e Wolf, guerrieri tornati indietro proprio per Josh.
![]() |
Hanno telefonato Peter Fonda e Sailor Moon, rivogliono indietro la giacca e i capelli. |
“Future Man” è una cosetta con James Cameron nel cuore e
Seth Rogen nel cervello. Le scritte in sovrimpressione hanno lo stesso
carattere di quelle di Terminator,
anzi a ben guardare tutto i casini spazio temporali di ribelli e guerra contro
le macchine, arrivano proprio dal capolavoro di Cameron, citato apertamente,
perché la macchina del tempo di Tiger e Wolf è alimentata con una sostanza
chiamata Cameronium e in un episodio (1×07 Pandora’s Mailbox), i protagonisti
visitano la casa di Jimmy Cameron, un museo al (super) ego del regista
Canadese, che ha come guida turistica un’intelligenza artificiale con voce
femminile di nome Sigourney… episodio geniale ammettiamolo!
![]() |
James Cameron a casa sua ha un… Abyss (mi sembra logico no?) |
La prima stagione di “Future Man” scorre via come ridere,
anzi proprio ridendo perché la serie di Howard Overman, Kyle Hunter e Ariel
Shaffir ad ogni episodio porta i protagonisti in viaggio nel tempo (come Scott
Bakula) seguendo la struttura di Ritorno al futuro, anzi, di Ritorno al futuro Parte II visto che ogni viaggio coincide con un casino spazio-temporale e
una realtà parallela alternativa generata, ancora più pasticciata della
precedente. Tenente solo a mente che tra i produttori esecutivi della serie,
compare anche il nome di Seth Rogen (che nella terza stagione interpreta il
personaggio di ehm… Susan), quindi preparate la mente a battutacce e situazioni
beh, in pieno stile Seth Rogen, quindi non propriamente Oxford, io vi avviso.
purtroppo. Se la prima e la terza si giocano costanti cambi di location (e citazioni
esplicite a L’implacabile), la
seconda stagna, ambientata tutta nello stesso futuro generato dalle azioni dei
protagonisti, con un notevole calo di ritmo ed interesse, anche se bisogna
dirlo è nella seconda stagione che Wolf emerge come il vero protagonista, vederlo andare in fissa dura per gli anni ’80 (rifacendo anche la partita di
Beach Volley di Top Gun) fa rotolare
dal ridere!
![]() |
And I’m hungry like the wolf (Cit.) |
Insomma se volete una serie che parte da un’idea di un
canadese come James Cameron, ma sembra sviluppata da un altro canadese come
Seth Rogen, accomodatemi pure, sappiate che la terza stagione torna ad avere un
brio vicino a quello della prima, oltre ad un sacco di paradossi temporali che
mi piacciono sempre tanto. Inoltre non è male vedere una serie che per una
volta si conclude con un finale logico (e che scherza sui suoi buchi
di trama) e non troncata prematuramente prima del tempo.
![]() |
Sul set con Seth! |
Commento in breve:
vieni con me se vuoi ridere (in cui il verbo “vieni” è da intendere come
farebbe Seth Rogen)
meglio di me: Ehm, qualcuno ha visto questa serie? Esiste oppure sono io
che arrivo da una linea temporale alternativa?
Jeff Goldblum
Disney+
feticcio di Robert Altman e Lawrence Kasdan. Ha recitato piccoli ruolo in film meravigliosi oppure di totale culto, si è fatto “teletrasformare”
da David Cronenberg in un capolavoro ed è diventato l’idolo di tutti (il mio di
sicuro) facendo la parte di un matematico… un matematico vi rendete conto!?
![]() |
Questo pianeta appartiene a Jeff Goldblum, noi siamo tutti suoi ospiti. |
Insomma Jeff Goldblum è un cult bipede, un trampoliere
tutto gomiti e manone (che agita lentissimamente) che ha visto la sua fama
esplodere, forse nel periodo in cui ha recitato di meno. Un paio di generazioni
si sono rese conto (grazie ai meme) che Jeff era l’attore che compariva in tutti i
film giusti. Inoltre è un dandy, con quel suo corpo alto e lungo è diventato il
preferito degli stilisti, che fanno ancora oggi a gara per vestirlo.
Con quell’aria da metrosexual e la fama di notevole
straccia mutande, specialmente tra le colleghe di lavoro (tra le sue conquiste
più famose Laura Dern e Geena Davis… chiamatelo scemo!) Goldblum è già di suo
un’attrazione. Basta guardarlo in titoli come Ragnarok, per capire che Jeff
Goldblum vive in quello spazio grigio che si trova tra il recitare
costantemente e il dubbio legittimo, che invece non stia recitando davvero mai,
che lui sia davvero così, ecco perché Disney gli ha affidato un intero
programma in cui letteralmente Jeff fa cose e vede gente (cit.)
![]() |
Jeff mentre usa le sue manone per accaparrarsi quanti più capi firmati possibili. |
“Il mondo secondo Jeff Goldblum” è diventato il mio
appuntamento spegni cervello fisso del venerdì, come l’alcool ma costa meno,
visto che ho già pagato l’abbonamento a Disney+. Di fatto il programma in sé
non è differente da nessuno di quelli che vedete su canali tipo Real Time
oppure DMAX, una sorta di “Come è fatto?” ma con Jeff libero di spaziale,
agitare (a rallentatore) le mani, fare riflessioni sul tema della puntata,
scroccare vestiti firmati e soprattutto, cantare. Jeff Goldblum canta sempre,
canzoni senza sosta TUTTE cantante allo stesso modo, non proprio magnifico
bisogna dirlo, ma tanto è impossibile fermarlo.
biciclette, giochi ma anche scarpe da ginnastica, ad esempio ho scoperto che Goldblum
è anche bravino a basket, l’altezza non gli manca anche se si muove a
rallentatore, ma i fondamentali ci sono e a guardarlo sembra uscito dai filmati
di repertorio sulle vecchie partite di pallacanestro.
![]() |
Basketball |
Insomma, “Il mondo secondo Jeff Goldblum” è un programma
di Real Time con i soldi del più grosso colosso dell’intrattenimento mondiale. Ogni tanto ti insegna qualcosa ma per lo più intrattiene e basta, perché può
permettersi Jeff Goldblum e davvero, non serve altro.
tutti quanti, tutti quanti, tutti quanti voglio fare il Jeff! (quasi-cit.)
meglio di me: Madame Verdurin vi offre un goldblum-muffin.