Quanti anni era che non leggevo più Skorpio? Circa una
vita e mezza più o meno, ma quando Alberto mi ha parlato di una storia a
fumetti di “Die Hard” sulle pagine della storica rivista, mi sono precipitato in
edicola.
Edito negli Stati Uniti da Insight Comics, “A million ways
to Die Hard” è stato pubblicato in uno strambo Paese a forma di scarpa nei
numeri dal 2294 al 2297 di “Skorpio”, su testi di Frank Tieri e disegni del
mitico Mark Texeira, disegnatore che ha lavorato per tutte le maggiori case
editrici americane e che ricordo per il suo ciclo di storie di Pantera Nera, a
metà degli anni ’90.
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John, Red Sonja e tutto il resto della banda. |
Frank Tieri (fa da scacciapensieri…) è un’altra vecchia
lenza delle storie semi-cazzute della Marvel, il suo ciclo sulle pagine di
Wolverine e Arma X si lasciava leggere, ma era più riuscito negli intenti che
nei fatti. Al vecchio Frank piacciono le trame giuste, i protagonisti che
imprecano e i momenti d’azione, anche se poi quando deve gestirli non tutto
risulta pesce e crema. Non mi sono stupito di ritrovarlo a firmare una nuova
avventura a fumetti di John McClane, anche se il risultato finale, beh è in
linea con tutti gli altri fumetti di Tieri che mi è capitato di leggere.
La storia comincia con le celebrazioni per i trent’anni
dell’attacco alla Nakatomi Plaza, tra gli invitati Hideki Takagi (figlio
dell’ex direttorr dell’azienda), la sorella di Hans Gruber, presente per prendere le
distanze dalle azioni del fratello e naturalmente Holly, in quanto… ex ostaggio?
Ex moglie di McClane? Non è chiaro. Forse il suo ruolo è quello di ricordare a
tutti che tanto, John non si presenterà.
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Prima della fine della lettura, avrete voglia di Moscow Mule anche voi. |
Infatti il nostro è al bar, impegnato con la sua nuova
attività preferita: svuotare i boccali in rame di Moscow Mule. Perché evidentemente
con la perdita totale dei capelli (che localizza questo fumetto dopo il quinto film), John ha sviluppato una
passione per questo cocktail, oppure è solo il preferito di Frank Tieri, ma sta
di fatto che il tranquillo sbevazzare viene interrotto dall’apparizione a reti
unificate di Giuseppe Conte con un nuovo DPCM Moviefoe, un criminale
mascherato che uccide portando in scena film famosi.
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Le origini di Moviefoe mi ricordano quelle di un altro personaggio. |
Come fa Moviefoe a controllare le tv? Non si sa, credo che
lo faccia con lo stesso (super)potere che gli ha permesso di non essere mai
catturato per tutti questi anni. Ma poi io dico, un avversario che si chiama
“Nemico dei film”? Sul serio Frank non sei riuscito ad inventarti niente di
meglio? Vabbè andiamo avanti.
La trama procede con “Nemico dei film” che prima richiedere
l’attenzione di McClane, lo costringe a scontrarsi con alcune api dell’atrio
del palazzo della Nakatomi, in omaggio al film “Swarm – lo sciame che uccide”
(1978), ma qui è Mark Texeira a fare un errore piuttosto grossolano.
Ad esclusione di una vignetta nel terzo numero, dove John
viene ferito al braccio destro ed è costretto a cambiare mano, Texeira disegna McClane
perennemente con la pistola nella mano destra, errore da principianti visto che
il personaggio (come l’attore che lo interpreta) è mancino.
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McClane non mancino? Madornale errore (la faccio anche io una cit.) |
La trama introduce anche l’agente dell’Interpol Eleanor
Sharpe, un personaggio ferma posto che da anni insegue Moviefoe per motivi
personali (un lutto generico che Tieri non perde tempo a spiegarci), perché è
molto più interessato a dedicare tutto il secondo numero al primo incontro tra
McClane e Moviefoe, colpevole di aver ucciso il primo anziano compagno di squadra di John.
Quindi la domanda è semplice: sia Sharpe che McClane hanno un conto in sospeso
con Moviefoe, ma solo la prima ha dedicato la sua vita a catturarlo, il secondo
l’ha semplicemente dimenticato, troppi Moscow Mule?
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Riconoscete dove è ambientato il flashback (si capisce dai capelli sulla testa di John)? Da McDowell! |
Tieri non riesce a gestire al meglio nemmeno le dinamiche
tra “Buddy cop movie” tra McClane e Sharpe perché i due interagiscono ben poco, la trama sembra più interessata a tirare in ballo il figlio di Al Powell
(piuttosto inutile) e citazioni casuali a tutti i film più conosciuti, di “Die Hard” ma non solo, come ad
esempio Lo Squalo.
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Questa è facile da indovinare dai. |
Non sapendo di quanti numeri fosse composta questa storia,
avevo ipotizzato quattro o sei numeri di Skorpio, perché di solito il formato
americano comodo da ristampare in volume, prevede questo numero di episodi,
quindi una volta arrivato al quarto numero di una storia abbastanza abbozzata,
ero convinto che per altre due settimane sarei andato a caccia di un’edicola
con il nuovo Skorpio, invece Frank Tieri mi ha risparmiato il lavoro, la
storia termina secondo il principio di “Boris”, così de botto (cit.), con un
finale davvero anti climatico e un McClane ben poco incisivo per una trama che
conferma tutto quello che ho sempre pensato di Frank Tieri: ottimi gusti, ma non
si applica.
Insomma è stato divertente tornare a leggere Skorpio per
qualche settimana, ed è sempre uno spasso ritrovare John McClane, ma Frank
Tieri ed io non diventeremo mai grandi amici, quello che posso fare invece è ricordarvi lo speciale dedicato a Die Hard della Bara!