Avete presente quei film che nella vita si finisce per vedere un numero esagerato di volte? I miei sono sempre stati i più disparati, spesso improbabili, quasi sempre inconciliabili tra loro, uno di quelli quest’anno spegne le sue prime trenta candeline, ed è tutta colpa di una vecchia VHS che molto probabilmente, conservo ancora da qualche parte.
Non ho visto questo film al cinema, ma faccio parte di quella generazione che poteva compensare alla perfezione con tv e videoregistratore, cosa che ho fatto quando ai tempi mi regalarono la VHS di “Ace Ventura”, inutile dire che l’ho letteralmente consumata, ancora oggi posso citarvi a memoria intere porzioni dei dialoghi (doppiati) perché ho davvero tanto esagerato con il numero di visioni, sul serio, ho fatto schifo gente.
A distanza di trent’anni devo auto assolvermi, difficile darmi torto, Jim Carrey arrivava da un paio di film con Clint Eastwood e un culto dove impersonava uno dei tre alieni ipertricotici in cerca di terrestri femmina facili, ma è stato nel 1994 che il comico Canadese è esploso, uno dei vertici del triangolo comico che è stato il metro di paragone con tutte le altre prove di Carrey, anche quelle più drammatiche.
inutile girarci attorno, questo film potrei recitarlo tutto, dalla consegna “fragile” del finto corriere UPS Ventura, passando per le padrone di barboncini molto cordiali, e poi giù fino alle vasche piene di «Non è fiocco di neve!», insomma, non so se ho reso l’idea, ma potrei affogarvi solo pescando dalle citazioni di questo film, molte delle quali per me, sono parte integrante del mio vocabolario, quelle che io chiamo citazioni involontarie.
Non è mai esistita una porta a vetri che non abbia dovuto passare indenne la mia imitazione dell’urlo di Ventura, con conseguente «Peeeerdenti, perdenti!», cosa devo dirvi? Questo film è una cornucopia di trovate sceme e di culto anche se di base, il film diretto da Tom Shadyac altro non è che la riuscita parodia di un film Noir, talmente riuscita che per trent’anni se ne sono accorti in pochi. Commedia scema, film di Jim Carrey, titolo di culto, tutte etichette perfette per “Ace Ventura – L’acchiappanimali”, non so quanti vi abbiano fatto notare che sia anche una parodia.
Abbiamo il Detective? Abbiamo il caso da risolvere? Ovviamente abbiamo anche la femme fatale impersonato dal tenente Lois Einhorn (quella pazzarella di Sean Young in un ruolo dove si prende in giro, anche sulla sua testa matta), poi se volete proprio fare i puntigliosi, le bellezze qui sono due visto che con quella Courteney Cox pre-Scream (e pre-Chirurgia), abbiamo ben poco da lamentarci, altro che Wee heeheehee weeoh aweem away!
Il bello di “Ace Ventura: Pet Detective” è anche il suo essere ambientato nel mondo del Football professionistico, e ditemi cosa volete, ma questo sottotetto da mezza parodia de L’ultimo Boy Scout non poteva che conquistarmi, così come l’infinità di battutacce che lo costellano, alcune davvero raffinate come la mentina per l’alito richiesta dall’educatissimo ma impresentabile beh, culo.
Va detto che a distanza di trent’anni “Ace Ventura” come tante commedie è stata sorpassata a destra dalla direzione presa dalla pancia del pubblico, oggi verrebbe considerato scorretto per più di una ragione, ai tempi invece venne solo considerato sboccato, idiota e fondamentalmente un titolo scemo, ma perfetto per far scatenare quella faccia di gomma di Jim Carrey, che con capelli assurdi e camice della stessa tipologia (chi ha detto Magnum P. I.?) s’inventa un personaggio fondamentalmente geniale, ma eccentrico, un Detective specializzato in animali da salvare che non perde nemmeno un solo secondo per non fare una battuta, anche fuori luogo, in tal senso credo di averlo visto davvero troppe volte questo film.
Come sempre i post sulle commedie si espongono al problema di diventare lunghi elenchi riassuntivi di gag da mandare a memoria, potrebbe succedere lo stesso con “Ace Venuta”, che però si prende bellamente gioco della struttura tipica del film Noir utilizzando un delfino (e non una focena… Perdenti), al posto dell’oggetto al centro dell’indagine, così come la risoluzione del mistero e l’identità del colpevole, che spesso nei Noir prevede una sorpresa, qui il colpo di scena sembra pensato per protrarre il più a lungo possibile una gag che oggi, trent’anni dopo sarebbe considerata super scorretta.
Ma questo non cambia il fatto che “Ace Ventura – L’acchiappanimali” con la sua durata irrisoria di 86 minuti, ha una percentuale altissima di trovate da cartone animato, non a caso impersonate da uno con una mimica facciale della stessa tipologia, normale che il vero cartone nato sulla scia del successo del film fosse ben poca cosa se paragonato al film, giusto la prima scena del secondo capitolo tiene ancora botta, ma di quello ne parleremo a questo punto l’anno prossimo per il suo di compleanno, mi prendo l’impegno anche se amo molto di più il capostipite.
Tra un « Ventura!», «Si Satana?» e l’altro il film ha lanciato Jim Carrey mettendolo sulla mappa geografica mondiale, niente male per un filmetto scemo come l’acqua fresca in cui nuota Fiocco di neve, ed ora circolate, non so che altro vogliate da me, sono un Vulcaniano non un Visciriano!
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