Terzo episodio della serie TV “Agent Carter”, nata da una
costola del film Marvel “Capitan America”…scusate, sono vecchia maniera, per me
resterà sempre CAPITAN America, non cedo alla pronuncia Yankee, Captain. Altrimenti
dovrei dire che è nato da una RIBS di Capitan America…no solo per questioni di
coerenza.
costola del film Marvel “Capitan America”…scusate, sono vecchia maniera, per me
resterà sempre CAPITAN America, non cedo alla pronuncia Yankee, Captain. Altrimenti
dovrei dire che è nato da una RIBS di Capitan America…no solo per questioni di
coerenza.
I primi due episodi della serie (Potete trovarli QUI)
avevano più azione di questo terzo episodio, forse è un bene vista la messa in
scena delle scene action, in ogni caso, questo “Time and Tide” da più spazio ai
personaggi di contorno, specialmente il Maggiordomo Jarvis, sempre più spalla
della protagonista, e non solo spalla comica, anche perché James D’Arcy
funziona nella parte.
avevano più azione di questo terzo episodio, forse è un bene vista la messa in
scena delle scene action, in ogni caso, questo “Time and Tide” da più spazio ai
personaggi di contorno, specialmente il Maggiordomo Jarvis, sempre più spalla
della protagonista, e non solo spalla comica, anche perché James D’Arcy
funziona nella parte.
Il mistero ruota ancora intorno alla tecnologia rubata di
Howard Stark, papà di Tony, non di Ned, non confondiamo le serie tv. Di fatto è
un episodio girato quasi interamente da due attori, infatti la parte centrale e
sul noiosetto andante, l’azione è tutta nel finale di episodio, un po’ migliorata,
ma il senso di djà vù è sempre lo stesso, sembra di guardare una serie tv degli
anni 90.
Howard Stark, papà di Tony, non di Ned, non confondiamo le serie tv. Di fatto è
un episodio girato quasi interamente da due attori, infatti la parte centrale e
sul noiosetto andante, l’azione è tutta nel finale di episodio, un po’ migliorata,
ma il senso di djà vù è sempre lo stesso, sembra di guardare una serie tv degli
anni 90.
Quello che funziona è sicuramente il personaggio di Peggy
Carter, stanno riuscendo a rappresentare bene la difficoltà di una donna, a
lavorare in un ambiente totalmente maschile, è difficile nel 2015, figuriamoci
nel 1947. La serie riesce a rappresentare decentemente l’ambientazione retrò,
anche se come detto, nel confronto con altre serie tv, va sotto e nemmeno poco…
Carter, stanno riuscendo a rappresentare bene la difficoltà di una donna, a
lavorare in un ambiente totalmente maschile, è difficile nel 2015, figuriamoci
nel 1947. La serie riesce a rappresentare decentemente l’ambientazione retrò,
anche se come detto, nel confronto con altre serie tv, va sotto e nemmeno poco…
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Andateci piano gente, non siamo mica la HBO |
Hayley Hatwell invece è una roccia, bravissima a rendere le
sfumature del suo personaggio, forse non sarà una campionessa mondiale di
espressività, ma è convincente e credibile. Ha la presenza fisica giusta sia
per risultare convincente quando fa la seSSi, sia quando deve tirare un
cazzotto in faccia a qualcuno, come detto, spero che gli facciano tenere un
simposio su come interpretare un personaggio Marvel all’80% del cast di Agent
of P.I.R.L.A.
Insomma, non è certo un capolavoro questa “Agent Carter” ma
è una serie che sta su sulle sue gambe, godiamoci la prima eroina della Marvel
(Televisiva) prima che arrivi Netflix, a gamba tesa, a polverizzare tutti, con
Jessica Jones si, ma anche con serie di alta qualità, dita incrociate, ci spero
sul serio…
è una serie che sta su sulle sue gambe, godiamoci la prima eroina della Marvel
(Televisiva) prima che arrivi Netflix, a gamba tesa, a polverizzare tutti, con
Jessica Jones si, ma anche con serie di alta qualità, dita incrociate, ci spero
sul serio…