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Al nuovo gusto di ciliegia (2021): Hollywood, vendetta, Body Horror e… Gattini!

Netflix dopo aver mandato a segno la trilogia horror per
ragazzi (e neofiti) Fear Street,
utilizza la sua rete a strascico per pescare una nuova miniserie, che alza decisamente
la posta in gioco, una storia di vendetta, Body Horror e… Gattini!

Curata da Nick Antosca (quello di “Channel Zero”) e dalla
showrunner Lenore Zion, “Brand new cherry flavor” in otto episodi ci porta
nella Los Angeles degli anni ’90, qui facciamo la conoscenza di Lisa Nova (gli
occhi giganti di Rosa Salazar) aspirante
regista che sogna di trovare il modo di trasformare il suo apprezzato
cortometraggio in un film. Proprio per questo Lou Burke (Eric Lange) comincerà
ad interessarsi a lei, trattandola fin troppo bene per quello che le storie su
Hollywood lascerebbero intendere, ma il piano di Lou di aprire le porte del
mondo del cinema alla ragazza è solo il primo passo per fregarle il film,
estromettendola dalla produzione e lasciandola, incazzata nera e con un palmo
di naso. Benvenuta ad Hollywood!

Eyes Wide Shut

Per riavere il suo film Lisa è pronta a tutto, anche a
rivolgersi ad una strega di nome Boro (una Catherine Keener in gran forma) per
mettere in scena la sua terribile vendetta, costi quel che costi, anche
sacrificando il corpo pur di ottenere soddisfazione, ed è qui che “Al nuovo
gusto di ciliegia” porta il livello di follia a undici, come l’amplificatore
degli Spinal Tap.

Abbracciando trovate smaccatamente Body Horror, Lisa prima
desidera la vendetta e poi cerca in tutti i modi di liberarsi delle disgustose
conseguenze della sua scelta, che prevedono gattini, tanti gattini di cui non
sarò io a raccontarvi il ruolo, dovreste vedervi la miniserie per scoprire a
che livello di follia hanno saputo spingersi Nick Antosca e Lenore Zion.

“Cosa hai intenzione di fare con quello?”, “Credimi, non vuoi saperlo”

In questo viaggio a tratti ben più che lisergico, nella
Los Angeles degli anni ’90, gli autori strizzano l’occhio a parecchi classici,
impossibile non notare i rimandi a “Strade Perdute” (1997) di David Lynch e ad
un certo gusto per la satira, piuttosto spiccato e ben sottolineato attraverso
l’uso di citazioni colte, ad esempio, l’amica di Lisa, in fissa con la chirurgia
estetica e perennemente avvolta nelle bende come una mummia, mi ha fatto
pensare al classico “Occhi senza volto” (1960), ma è inevitabile che la mente
corra anche a titoli simili e più recenti, per certi versi “Al nuovo gusto di
ciliegia” è una sorta di The Neon Demon
ambientato nel mondo del cinema e non in quello della moda, anche perché di
sicuro il film di Refn è tra le ispirazioni di questa folle e grottesca storia
di vendetta.

Non mancano anche elementi horror “normali”, se così
possiamo chiamarli, perché in “Al nuovo gusto di ciliegia” si alternano
rituali, infermiere che sembrano uscite da Silent Hill e anche parecchi zombie,
che fanno sempre colore e non mancano mai. Ma il succo (alla ciliegia) della
storia porta su Netflix, e di conseguenza ad un pubblico parecchio ampio, quel
tipo di follia che fino ad ora avevamo intravisto solo in “Channel Zero”, ma alzando
ancora di più la posta in gioco.

Dopo questa serie tutti inizieranno a preferire i cagnolini, sicuro!

Non tutto funziona alla perfezione devo essere sincero, a
tratti otto episodi sembrano francamente troppi per la storia da raccontare,
infatti il brodo viene allungato da parecchi flashback dedicati ai singoli
personaggi, eppure per tutto il tempo la sensazione è la stessa: «ma che
cacchio sto guardando!?», un tipo di stranezza che però attrae, pur provandole
tutte per disgustare lo spettatore con trovate grottesche e tutte matte.

Quello che funziona in “Brand new cherry flavor” è
l’andamento della trama, una storia di corruzione e di perdita della purezza
meno banale di quello che potrebbe sembrare (malgrado le lungaggini e le false
piste seminate), per buona parte di questa miniserie è istintivo pensare che i
“cattivi”, permettetemi di definirli così per semplificare, siano gli autori
del furto ai danni di Lisa, ma nel corso degli episodi, “Al nuovo gusto di
ciliegia” inclina il pavimento sotto i nostri piedi, facendoci sorgere il
sospetto: e se stessimo facendo il tifo per la cattiva?

Pare che lo facesse anche Cleopatra e non parlo di Liz Taylor.

Un modo spigliato di sparigliare le carte, per una
miniserie che in cinque ore, oltre a risultare visibilmente molto accattivante, piacerà
sicuramente a chi vuole mettere alla prova il proprio pelo sullo stomaco, le
stranezze non mancano anche se in generale non saprei bene a chi consigliarla per davvero.

Ai fanatici delle luci al neon? A chi vuole qualcosa di
decisamente grottesco e folle? Di sicuro non la consiglierei agli amanti dei
gatti, potrebbero restare fin troppo impressionati. In ogni caso se vi avanzano
cinque ore e volete farvi un viaggio più economico (e sicuro) del peyote,
questa serie potrebbe fare al caso vostro, non so se vi lascerà un retrogusto
in bocca al gusto di ciliegia, ma un’occhiata questa follia potrebbe fare al caso vostro.

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