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Aliens vs Predator 2 (2007): Alieni e Predatori vs. Barbie e Ken

Sono certo di aver visto questo film quando uscì nel 2007, ma allora perché non mi ricordo quasi nulla della trama? Proprio per questo ho deciso di rivedermelo, anche solo per completare l’ultimo capitolo di questa rubrica!

Davvero, devo fare uno sforzo di memoria per cavare fuori dalle mie sinapsi polverose una manciata di ricordi di questo film nemmeno avessi 97 anni e avessi visto il film due Ere geologiche fa, così su due piedi, ricordo solo una scena iniziale con dei cacciatori e poi buio, ma non nel senso che non mi ricordo nulla, nel senso che questo secondo scontro tra Alien e Predator è proprio tutto buio!

Per questo mi sono rivisto il film, per altro nella sua versione migliore, l’edizione “Unrated” (per la “Combat Edition” trovate tutto QUI) proprio per non avere più scuse, risultato? Ho capito perché avevo rimosso quasi del tutto dalla memoria questo film.

«Non hai detto che lo portavi tu l’ombrello?»

Il seguito di Alien vs. Predator era in cantiere da un pezzo, ma evidentemente nessuno alla Fox ci credeva davvero, malgrado la distribuzione in sala, il budget e l’indubbia qualità degli effetti speciali, il risultato sembra un DTV lo stesso, curioso il fatto che il destino della “S” aggiuntiva sia sempre dietro l’angolo, anche qui gli Alien del titolo diventano Aliens ed in uno strambo Paese a forma di scarpa, il sottotitolo “Requiem” viene messo in panchina a favore di un ben più anonimo numero 2, ma il bizzarro utilizzo dei titoli è l’ultimo dei problemi del film.

Alla regia troviamo i Fratelli Strause, coppia di compositori resa celebre per aver inventato il celebre ballo di coppia noto come valzer di Strause, no aspettate, mi sa che sto facendo un po’ di confusione! Gli Strause, Greg e Strause, sono due fratelli canadesi specializzati in effetti speciali, la loro esperienza in questo reparto è sconfinata, si sono occupati di un milione di film, da Terminator 3 ad “Avatar” giusto per fare due titoli e questo AVP 2 è il loro esordio dietro alla macchina da presa, se per caso vi sembra brutto, è soltanto perché per vostra fortuna non avete visto il loro secondo film, quella porcata di “Skyline” (2010).

«Guarda dietro di te uno Xenomorfo a tre teste!»

Gli Strause hanno, però, delle intuizioni azzeccate, tipo far uscire il film con un visto censura vietato ai minori di 18 anni, perché sanno bene che i fan della saga vogliono vedere le due letali razze aliene spargere sangue a litri, non importa che sia rosso, verde oppure acido, il problema del film è un altro ed è anche molto chiaro, ovvero la sceneggiatura.

Questo secondo capitolo inizia pochi minuti dopo la fine del precedente scontro, l’ibrido di Predalien, che ciccia fuori e salutarci prima dei titoli di coda del film di Paul W. S. Anderson, in pochi minuti è già grande e grosso, nemmeno sentisse la pressione di una zia che prendendolo a pizziconi sulla guancia gli dica “Ma sei sciupato! Mangia che devi crescere!!”, sai che male la zia Predator se ti afferra una guanciotta con quegli artigli? Boh, insomma, l’astronave non fa in tempo ad arrivare fuori dall’orbita terreste che è già pronta a precipitare sul nostro pianeta.

 
I fratelli Strause, impegnati a telecomandare la nave dei Predator.

Quindi, se il primo film era ambientato nel 2004, questo… anche! Però ci sono voluti tre anni prima di vederlo uscire nelle sale, detto questo, la scena dei cacciatori che ricordavo c’è, seguendo la tradizione Yankee, per cui sei un vero uomo solo se spari ad un erbivoro indifeso e possibilmente terrorizzato, papà porta a caccia il figlio, sfiga, l’astronave precipita e gli Xenomorfi che ne fuoriescono, non sono amanti dell’attività venatoria o, per dirla meglio, sono abituati ad essere LORO i cacciatori.

«Non esistono i mostri» , «See see lo diceva anche la mamma di Newt!» 

Oltre ai cacciatori nel boschetto della loro fantasia, purtroppo c’è anche la classica cittadina americana dove lo sceriffo conosce tutti e cena nell’unico ristorante locale, in pratica Twin Peaks, senza la segheria, le musiche di Badalamenti e i nani che parlano al contrario.

Il vero problema del film non è la cittadina, ma i ridicoli abitanti che la popolano ed è qui che lo sceneggiatore dà il peggio di se stesso, grattando il fondo della scatola in cui avevo chiuso i peggiori cliché possibili. Il fratello maggiore appena uscito di galera sì, ma con i vestiti fighetti, la pettinatura all’ultima moda e, tutto sommato, in buoni rapporti con lo sceriffo locale.

«Salve sono il duro del film, si capisce dalla giacca di pelle»

Il fratello dell’ex galeotto che, invece di vivere di prepotenze della (bruttta?) fama del fratello, le prepotenze le subisce da tutti, consegna le pizze per vivere, il suo capo lo tratta peggio delle scatole della pizza usate e, per fare il brillante con la bella biondina di turno, prende una randa di botte dal più canonico dei bulli cinematografici, ovviamente biondo. Ma perché i bulli al cinema sono sempre biondi? Ci avete fatto caso? Un velato riferimento ariano? Woody Allen avrebbe delle cose da dire su questo argomento, a ben pensarci, Fred Dekker in Dimensione Terrore, aveva smontato anche questo cliché.

Per dirvi di quanto è sfaccettata la sceneggiatura del film, preferisco sorvolare sui due fratelli che vanno a visitare le fogne cittadine (probabilmente alla ricerca della Tartarughe Ninja) per poi un minuto e un cambio di maglietta dopo, tornare a consegnare le pizze, senza nemmeno lavarsi le mani (storia vera!) e preferisco parlarvi della bellissima scena della piscina, un vero capolavoro!

Fare sfoggio di un impressionante capacità di recitazione.

La bionda di cui sopra, si porta lo sfigato che consegna pizze nella locale piscina, il tempo d’improvvisare un mezzo spogliarello castissimo, perché il film è vietato ai minori di 18 anni, ma mostrare una tetta guai! Avete già capito come finisce: arrivano i biondo-bulli e il volo nell’acqua della piscina è puntuale come le bollette da pagare. In acqua il lato macho dei protagonisti viene fuori, pugni? Gomitate? Tentativi di affogamento? Ma vaaa! Di fatto si lanciano spruzzi d’acqua addosso in quella che è a tutti gli effetti la peggior rissa mia vista al cinema. Per fortuna arriva uno Xenomorfo, che come sappiamo da Alien3, nuota meglio di Lassie quando deve salvare il piccolo Timmy caduto in acqua.

Di fatto, “Aliens vs Predator 2” è questo: trama e personaggi usciti di peso dal più banale orroricchio adolescenziale che avete avuto la sfortuna di vedere nella vostra vita, ma con Xenomorfi e Yautja al posto di che so, un assassino con un grosso machete. Di per sè non sarebbe nemmeno male, se non fosse che i Fratelli Strause non hanno idea di come si dirigano gli attori e che gli umani siano tutti anonimi, non viene affatto voglia di tifare per loro o sperare che si salvino, in pratica sono la totale negazioni di Ripley oppure di Dutch.

Questa in un horror vero non campa più di dieci minuti.

Voi direte: “Gli umani del film sono inutili, però Alieni e Predatori sono i veri protagonisti”. In parte è così, se solo riuscissimo a vederli! Dire che la fotografia del film è oscura, sarebbe riduttivo, mostrare poco i mostri e sfruttare il buio per nascondere le magagne legati ad effetti speciali di scarsa qualità è un trucco che paga spesso i suoi dividendi, ma non è questo il caso, perché l’esperienza dei Fratelli Strause come tecnici degli effetti speciali si vede tutta, le creature del film sono realizzate alla grande, ma allora dico io perché tutto quel buio? Per guardarlo viene voglia di avere a portata di mano uno dei caschi dei Predator, mi serve la visione notturna per guardarlo!

Un fotogramma a caso del film, tanto è tutto più o meno così.

Un vero peccato perché, come detto, le creature sono ben realizzate, ad esempio, mi sono ritrovato a pensare che il Predator protagonista, di fatto sembra l’Harvey Keitel di “Pulp Fiction” è un Mr. Wolf mandato a ripulire i casini, per prima copre le tracce dell’astronave aliena precipitata, facendo la gioia di tutti i teorici del complotto in circolazione. Poi utilizzando un simpatico liquido blu tutto fare, scioglie i cadaveri rimasti a terra, ma che roba è quella? Idraulico Liquido?

«Salve mi chiamo Wolf, risolvo problemi» (Cit.)

Mi ha fatto piacere scoprire che il Predator interpretato da Ian Whyte, sul set è stato soprannominato proprio “Wolf Predator”, in riferimento al personaggio di Keitel (storia vera), evidentemente quando vogliono i due Strause, un abbozzo d’idea riescono anche a comunicarla allo spettatore.

Quello che è impossibile da capire è che l’ibrido di “Predalien”, sul set è stato battezzato Chet, come il nome del fratello stronzo, del protagonista del film “La donna esplosiva” (Weird Science, 1985) che era interpretato da Bill Paxton, attore che non è riuscito a prendere parte a questo film, per via di precedenti impegni, avrebbe dovuto interpretare la parte del cuoco (storia vera!) e venire ucciso un’altra volta come da tradizione.

«Ciao amici alieni, questa volta non mi fregate!»

Il film, poi, è costellato di citazioni ai precedenti capitoli della saga che, purtroppo, più che risultare simpatiche, sembrano cacciate dentro a forza, con il risultato di essere così patetiche da far cadere le braccia, sentire l’anonimo biondo protagonista gridare ai suoi compagni Get to the chopper!, invece di esaltarmi, mi fa venire voglia di far saltare del mais in padella, solo per avere dei pop-corn da gettare contro lo schermo.

Ecco bravo, diglielo tu che mi scappa da ridere.

Un film che vale davvero poco, che va preso per quello che è (poca cosa), le uniche cose che ho apprezzato sono lo scontro finale tra il Predalien interpretato da Tom Woodruff jr e il già citato Predator di Ian Whyte, visti i rispettivi curriculum, due esperti ad interpretare creature aliene e, forse, anche l’unica scena guardabile del film.

A ben pensarci potevano intitolarlo: “Predalien vs. Predator”.

Ma quello che è davvero l’unico contributo all’iconografia degli alieni Fox, è l’ultima scena, Françoise Yip interpreta la signora Yutani, l’altra metà della Weyland-Yutani, la famigerata compagna di Alien, il cui nome è un omaggio di Ridley Scott ai suoi vicini di casa rompicoglioni (ah come ti capisco Ridley!), quindi nel giro di due film, abbiamo conosciuto prima il Sig. Weyland di Lance Henriksen ed ora la signora Yutani.

«Era la Mega Direttrice Galattica in persona, colei che nessun impiegato al mondo era mai riuscito soltanto a vedere…» (Quasi-Cit.)

Insomma, il film è tutto qui e insieme a lui termina anche questa mia rubrichella dedicata agli alieni più letali della storia del cinema, conto un giorno, spero non troppo lontano, di aggiungere nuovi capitoli, in fondo non manca poi molto al prossimo “Alien: Covenant” diretto da Ridley Scott, soprattutto al molto più atteso (da me) Predator di Shane Black, nello spazio nessuno può sentirti urlare, ma spero vivamente di poter urlare di gioia, per almeno uno di questi film, nel buio della sala cinematografica.

Se volete curiosità, memorabilia, articoli, informazioni e valanghe di passione su Predator e gli alieni della Fox, tutti i giorni trovate il blog curato da Lucius Etruscus, 30 anni di Aliens (Viaggi nel mondo degli alieni Fox), imperdibile per gli appassionati di questa saga!

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