Oggi vi beccate la doppietta, le ultime due stagioni delle serie Horror di Ryan Murphy e Brad Falchuk, tanto il prezzo resta lo stesso che vi frega!
Stagione: 2
Dove la trovate: Disney+
La seconda stagione della storie autoconclusive, gli spiccioli rimasti in tasca a Ryan Murphy, che già non mi aveva fatto urlare (non di paura, ma nemmeno al miracolo) con la prima stagione torna, con una nuova infilata di racconti.
Si passa da una particolare fabbrica di bambole perfetta per chi cerca lavoro (come bambola), per arrivare ad episodi come “Aura”, una sorta di Alexa che ti mette in comunicazione con il mondo dei morti, idea più brillante nello spunto che nello svolgimento. Oppure “Guida”, episodio che inizia benissimo e poi finisce la benzina delle buone idee, diventando una sorta di racconto dell’uncino, però molto meno riuscito.
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Non sei un po’ grande per giocare con le bambole? |
Per non parlare di “Lifting facciale” che pare la brutta copia di La morte ti fa bella, senza il brio e l’umorismo nero. Insomma, altro giro, altri scampoli di idee anche se a Murphy sembra un po’ scesa la catena, anzi a questo proposito…
Stagione: 11
Dove la trovate: Disney+
New York, anno 1981. Ryan Murphy ha visto Cruising di William Friedkin e ha detto: «anche io così, anche io! Anche io!»
Problema: per quanto si sforzi non ha per le mani Al Pacino, ma quel mito di Russell Allons-y Alonso! Tovey, detective della polizia e il suo fidanzato, il giornalista Gino Barelli (Joe Mantello, a mani basse il migliore attore della serie), qualcuno sta uccidendo omosessuali in città, pescandoli nel giro dei locali gay e per quanto il film di Friedkin abbia influenzato tantissimo cinema horror, qui a parte i cadaveri, manca proprio l’orrore. Di fatto sembra più una storia “crime”, anche quando entra in scena il sadico riccone Zachary Quinto e si procede a colpi di personaggi stereotipati.
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Allons-y Alonso! |
Mantello sarà anche il migliore a recitare, ma il suo personaggi fa scrivere sul suo giornale chiunque gli capiti in ufficio, basta presentarsi alla scrivania per essere arruolati come giornalisti. Per non parlare del METAFORONE telefonatissimo, appena la vecchia inquietante in metro sussurra «Qualcosa sta arrivando» diventa chiara la direzione che Murphy vuole dare alla serie. Con il mostro di turno (un altro tizio in tuta di pelle nera) nel ruolo dell’intolleranza verso gli omosessuali e ancora di più, nell’AIDS. Quando partono con l’esperimento segreto del governo e i momenti onirici ho capito che Murphy aveva finito oltre che le idee, anche il tabacco da metterci dentro.
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Il migliore in campo a mani basse. |
Peccato perché gli ultimi, direi sei minuti visto che il pezzo originale dura così, della puntata finale “Requeim”, tutti muti, sulle note di Radioactivity dei Kraftwerk, tutti sulle spalle di Joe Mantello, mettono in chiaro che per Murphy sarebbe anche una stagione molto sentita, visto il tema trattato, purtroppo a quel punto della storia, lui e i suoi personaggi stereotipo, mi avevano già emotivamente perso.
Radioactivity, Is in the air for you and me.