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American Horror Story 12 – Delicate & American Horror Stories 3 (2024): doppia razione di AHS

A casa Cassidy ormai, American Horror Story è una tradizione, non importa la qualità effettiva di ogni singola stagione, si segue, si segue per affezione, o per vecchia passione per la serie più spavalda, a tratti arrogante del piccolo schermo, giunta alla sua dodicesima stagione tra tradizione e facce nuove, sempre più pescate dalla cultura popolare.

Ad esempio per “Delicate” torna una bandiera di questa serie, mi riferisco ad Emma Roberts nel ruolo della protagonista, un’attrice pronta a tutto pur di arrivare alla vetta, posso dirlo? Per metà stagione, i cinque episodi attualmente disponibili su Disney+ (sezione STAR) sono stati un discreto spasso, anche grazie alla figura ricorrente del procione morto, infilato tutto stincato e secco nella culla, che in teoria dovrebbe essere una scena orribile, ma vista la somiglianza con uno dei nostri cani quando si rifiuta di fare il bagno, diciamo che a casa Cassidy il procione è già leggenda (storia vera).

«Ci siamo noi due e Cassidy parla del procione», «É scemo, un caso irrecuperabile»

La serie di ideata da Ryan Murphy assieme a Brad Falchuk mette in chiaro il modello, nella seconda tornata di episodi (quelli che invece ancora non trovate su Disney+ nel momento in cui scrivo), anzi nello specifico nell’episodio 12×07, troviamo Glaby Slpae nei panni di Mia Farrow e Tom O’Keefe in quelli di Frank Sinatra, ad una serata di gala durante le riprese di “Rosemary’s Baby” (1968), quindi Murphy gioca a carte scoperte, più di così sarebbe stato francamente impossibile.

Che la gravidanza di Emma Roberts sia il tema è chiaro fin dalla locandina, così come la ricerca della fama, anzi la parte migliore di “Delicate” è la mossa di Judo mediatica con cui la protagonista rigira una pessima figura diventata virale in una cavalcata verso i premi, aiutata più o meno a distanza dallo zampino sovrannaturale di una Kardashian, non mi chiedete quale, credo Kim.

«Mi sono fidanzata anche con un giocatore della NBA per farmi riconoscere da Cassidy», «Il problema è che poi lo hanno fatto anche le tue sorelle»

Sta di fatto che vederla apparire in varie forme, che in teoria dovrebbero essere spaventose apparizioni, con quei capelli piastratissimi vabbè, mettiamola così, spaventa il giusto, ma non è nemmeno Kim il problema, purtroppo il dramma di “AHS: Delicate” si consuma tutto nella seconda parte… Forse per quello Disney+ temporeggia a metterla a disposizione sulla piattaforma?

A parziale discolpa della serie va detto che è stata pesantemente falcidiata dallo sciopero degli sceneggiatori, ma il problema di “Delicate” resta il suo tirare su un arzigogolo carico di barocchismi a livello di trama, per poi concludere tutto frettolosamente e va detto, anche a tirar via, non vorrei parlare di elefante che partorisce il topolino, visto il tema della stagione però beh dai, ci siamo capiti, il finale resta qualcosa di abbacinante banalità, per non dire proprio scemo. Ma tanto già lo so che quando annunceranno la tredicesima stagione, sarò pronto guardarla, la Wing-woman, io e la prociona stincata di casa che ci ritroviamo come cane.

American Horror Stories – Stagione 3

Mentre Hulu (quindi Disney+ qui da noi) ha deciso di spezzettarmi in due parti la stagione dodici della serie principale, la succursale, quella dove Murphy e compagno si giocano le briciole di idee ovvero American Horror Stories, continua la sua corsa, con quattro episodi autoconclusivi a metà tra Blackmirror e il body Horror.

In “La migliore amica” (3×01), la protagonista sbeffeggiata a scuola, trova rifugio nel canale sul TuTubo di una Dragqueen che sembra la versione LGBT+ di Elvira la strega, nel senso, ancora più LGBT+ anche se zia Cassandra resta imbattibile.

Bene, ma con tutto il rispetto zia Cassandra Peterson resta la migliore.

Nella chat conosce “Besty” una ragazza orribilmente sfigurata che non esce mai di casa e che le farà affrontare paure ed inibizioni usandola un po’ come “Avatar” nel mondo reale, anche qui, se fossi un recensore alla moda che utilizza parola in voga, parlerei di relazione tossica nata in rete, peccato che il finale sia telefonatissimo, poco male, “Besty” tutto sommato prende e si lascia guardare come il successivo “Daphne” (3×02), la versione potenziata di Alexa che capisce per davvero i comandi del suo creatore senza impallarsi e lo aiuta a fare soldi, in altro rapporto anche qui, molto tossico.

La mia reazione quando sento qualcuno che utilizza l’espressione “tossico”.

Si cambia registro con “Verme solitario” (3×03), con una modella che le prova tutte per dimagrire, in una puntata che mette alla berlina il consumo sconsiderato di medicinali nati per il diabete e si gioca una svolta Body Horror, anche qui, poco creativa ma abbastanza sanguigna, come l’ultimo episodio “Un nuovo organo” (3×04) dove un misogino si ritrova catapultato nel testo di un pezzo di Elio e le storie tese, mio cuGGGino.

Quindi: creatività poca, capacità di incollare allo schermo molto più alta rispetto alle precedenti stagioni, ho trovato più “Blackmirror” qui che nella vera “Blackmirror” e questo ci dice un po’ del livello medio di entrambe le serie.

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