Siamo di nuovo in quel periodo dell’anno in cui la Marvel annuncia l’inizio di una delle sue nuove fasi, per chi si fosse perso, siamo alla quinta, il primo film chiamato ad inaugurare una fase dove a differenza della quarta, dovrebbe succedere effettivamente qualcosa è proprio questo [Cassidy inspira forte] Ant-Man and the Wasp – Quantumania [Cassidy espira forte], sempre con Peyton Reed alla regia.
Fino a questo momento i film dell’uomo-formica Scott Lang (Paul Rudd) erano una piccola (ah-ah) area di sosta nella ricerca dell’epica e delle orge di personaggi dell’MCU, titoli a volte fieramente comici per il gusto di esserlo, che dopo aver combattuto lotte intestine (fuori Wright, dentro Reed) si erano attestati sul tono di commedia per famiglie con super poteri. Badate bene, una roba che ha larghissimo mercato nel 2023, infatti anche questo [Cassidy inspira forte] Ant-Man and the Wasp – Quantumania [Cassidy espira forte] è andato oltre i cento milioni di fogli verdi con sopra facce di ex presidenti defunti incassati in un Amen, anche se pare aver scontentato tutta la critica, raccogliendo recensioni ben poco lusinghiere, anche per un personaggio come Ant-Man, che di fatto è Spider-Man senza però che a nessuno freghi qualcosa di lui, quindi libero da aspettative di ogni genere.
Togliamoci subito il sasso dalla scarpa e parliamo della formica gigante al centro della stanza: il film si chiama “Quantumania” perché quando arrivi con fatica alla fine pensi «Ma QUANTI spiegoni ci sono in questo film!?»
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«Ma quelli sono…», «Tranquilla, ora con un altro spiegone ci diranno tutto» |
Cassie vorrebbe usare i poteri di Ant-Man ereditati per cambiare il mondo, papà Scott vorrebbe solo vivere tranquillo, visto che ora la sua fidanzata Hope van Dyne (Evangeline Lilly con il capello corto tipo mora dei ricchi e poveri Jamie Lee sua controparte cartacea) ci viene descritta come filantropa, capo d’azienda, imprenditrice, super donna, anche se poi nel film non fa una stramazza di niente, due sviolinate frettolose al concetto di “femminismo”, il protagonista maschile che ad ogni piè sospinto ci dice che grande donna è Hope, anche se nel film Evangeline Lilly si mescola con il brodo di CGI dello sfondo e una paletta cromatica molto scura, che pare avanzata alla fotografia dei film della Distinta Concorrenza. Quindi la mia domanda è: che senso ha sbattersi a mettere il nome della protagonista femminile nel titolo del film, se poi questa non fa effettivamente nulla di significativo ai fini della trama?
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«Sei fortissima», «Lo so», «Sei indipendente», «Lo so», «Hai il nome in cartellone», «Lo so», «Non farai una mazza di niente in questo film», «Lo so» |
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La mia reazione quando mi dicono che Loki è una serie bellissima. |
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Una roba tipo i Fantastici Quattro, però meno del fumetto e meglio del film (anche se ci vuole poco) |
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Ciao Bill, ormai più ti vedo e meno ti sopporto. |
Avete presente quelli che si sono inferociti perché Shane Black ha reso il Mandarino un personaggio ben più interessante nel film, di quanto non lo fosse mai stato nei fumetti? Bene credo che la loro testa esploderà (ah-ah) davanti al destino di Corey Stoll, chiamato ad interpretare un brutto filtro di snapchat, dalle motivazioni labili (perché dovrebbe essere “l’arma definitiva” che si vanta di essere? Non si sa) che è allo stesso tempo una spalla comica ben poco riuscita.
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«Ho la testa grossa e le braccia corte, sono imbattibile e tirchio!» |
“Quantumania” si riduce tutto all’esordio sul grande schermo di Kang il Conquistatore, il personaggio che ricoprirà il ruolo di Thanos 2.0 nelle prossime Marvel-Fasi, lo dico fuori dai denti, la prova di Jonathan Majors non solo è forse l’unica parte davvero riuscita del film, ma risulta anche più interessante del personaggio stesso, almeno per ora. Il suo Kang ha la rassegnazione di chi ha già visto (e combattuto) tutti gli scenari possibili, ma anche la fierezza di chi si è guadagnato sul campo il titolo di Conquistatore. Majors è talmente bravo da riuscire a risultare rassegnato e incazzato a seconda del momento, dimostrando di aver davvero capito un personaggio che ha più incarnazioni (la prima delle due scene dopo i titoli di coda è uno “spiegone” su questo concetto, la seconda invece è una scemenza che serva solo a ricordarci che presto ci sarà una seconda stagione di Loki), forse davvero l’unico elemento che lo sceneggiatore Jeff Loveness, che arriva da Rick & Morty, si è portato dietro da quella serie.
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Lo scazzo di chi ha già visto tutte le realtà possibile ed in ognuna di queste è sempre lunedì mattina. |
Anzi, su questo ho ancora un appunto da fare: la prova di Jonathan Majors è la parte più riuscita del film, però secondo me non è una grande idea mostrare come questo imbattibile Kang, finisca a prendere un sacco di botte dai due eroi più microscopici della Marvel. Sicuramente avranno un piano per renderlo minaccioso sfruttando le sue varie incarnazione nel multiverso (quelle che strizzano l’occhio a Immortus e forse anche ad Iron Lad, roba da lettori di fumetti Marvel, potete ignorarla, tranquilli) però il Conquistatore imbattibile che ha già ucciso mille mila Avengers in tutte le realtà del multiverso, qui viene preso a pugni e battuto come un tappeto. Il che da un certo punto di vista quasi mi scalda il cuore, in questo brodo di CGI che pialla tutto, lo scontro finale avviene tra il buono e il cattivo, in una stanza, che sporchi di sangue e con i vestiti strappati come nell’ultima delle risse da bar, si menano quasi come si faceva nei film ai vecchi tempi. Però se un “cristone” (cit.) come Jonathan Majors, le prende da Paul Rudd, uno che ha l’aria del paparino sexy che fa voltare le teste alla mamme quando va a prendere la figlia a scuola con la sua auto elettrica, beh, bene ma non benissimo per il futuro cattivone di Casa Marvel.
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Sapete quando i bambini dicono «Il mio papà può picchiare il tuo»? Ecco, stessa cosa. |
Un modo tutto basato sull’attesa (il dannatissimo “hype”, odio persino scriverlo questo anglicismo) che il più delle volte è pilotato, perché la Marvel fa trapelare le notizie prima, sfruttando il tam-tam dei Social-Così come pubblicità gratuita. Quindi si va a vedere “Quantumania” perché introdurrà Kang, poi si andrà a vedere “The Marvels” perché introdurrà chi? Photon? Mi sembra che al momento, ci sia più attenzione nel creare l’attesa, che a rendere davvero memorabile il momento in cui uno il film lo guarda per davvero. Ma non vi preoccupate! Nel prossimo marvel-commento sulla Bara, verrò affiancato dal nuovo Cassidy 2.0, più giovane, più motivato, più… Bionda? Boh lo scopriremo, comunque pronta a sostituirmi per le prossime Fasi dell’MCU. La telenovela deve continuare, anzi, la Fase 5 è appena iniziata, quindi palla lunga e pedalare!