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Ash vs. Evil Dead: Episodio 1×10 – The Dark One: il ritorno dello Jefe

Il tempo… Siamo sempre in corsa contro il tempo! A volte
il tempo dura 22 anni, tanto è durata l’attesa per il ritorno di Ash dall’ultima
volta che abbiamo tifato per lui. Altre volte il tempo è poco, circa 25
minuti ad episodio, per dieci settimane di divertimento, inflessibili, nemmeno
per l’ultimo episodio ci hanno regalato il puntatone da un’ora…

Gli ultimi episodi di “Cenere contro Morte Malvagia”
hanno fatto un po’ storia a sè, potremmo quasi vederli come un mini-film in tre
parti, dove Ash e compagni sfidano nuovamente il maledetto Chalet. Lo dico
subito senza girarci troppo attorno: l’episodio ha due difetti. Il primo è
quello di cui parlavo prima, dura 25 pienissimi minuti e fateveli bastare… L’altro
è che si conclude con un finale aperto che farà storcere più di un naso, ma su
questo lasciatemi l’icona aperta che tra un po’ ripasso.
Come vi dicevo parlando del pilot, attendevo moltissimo
questa serie Tv, il cambio di formato (dal grande al piccolo schermo) per una
volta poteva essere un’opportunità anzichè un limite, infatti Sam Raimi e i
ragazzi di Starz hanno cavato (letteralmente) il sangue dalle rape, portando in
scena un ritorno grandioso pieno di effetti sanguinolenti realizzati alla
vecchia maniera. In questo finale di stagione ne troviamo di davvero bellissimi,
dalla bordata di sangue che fa volare via Kelly (riempiendo gli stivali di Dana
DeLorenzo), passando per la (GULP!) scena del parto di ehm… Pablo, sottolineata
dalla battutaccia (tanto per cambiare) di Ash.
Ma la cosa che ho davvero apprezzato di questa stagione,
oltre al palese entusiasmo di tutti coloro che ne hanno preso parte, è il modo
in cui gli autori abbiano saputo utilizzare al meglio l’iconografia di Evil Dead. Lo ammetto sono un po’ ossessionato dall’iconografia, anche ispirandosi
ad altre storie, chi crea dovrebbe sempre aggiungere qualcosa di personale,
specialmente quando si ha a che fare con una saga, come quella di Evil Dead,
che ha il suo peso specifico nella storia del Cinema… Chi pensa il contrario
vuol dire che non ha davvero capito l’importanza dei film di Sam Raimi.
Evidenti segni di continuità…
Attraverso il personaggio di Ruby (un’ottima Lucia
Senzalegge, quando parlo di entusiasmo penso anche alla sua prova) gli autori
hanno dimostrato la volontà di portare Ash in altri lidi, cercando di fare
qualcosa di nuovo (la battuta sul film “Il Padrino” è fantastica!), certo, in
qualche momento hanno strizzato l’occhio ai fan della serie (il combattimento con l’Ash-malvagio giusto per fare un esempio, oppure la frase “I’ll swallow your soul!”), ma di base sono davvero
riusciti ad aggiungere qualcosa di nuovo all’iconografia de La Casa.
Il tutto senza cadere mai nella botola dello Chalet,
senza mai farsi prendere dall’ansia di non accontentare gli appassionati. Gli autori hanno preso GIEI-GIEI Abrams per il collo e gli hanno detto: “Adesso
ti facciamo vedere noi come si fa occhialetti”.
Il risultato è stato eccezionale,
mi sono divertito come un matto per dieci episodi e non si poteva chiedere
nulla di meglio da questo finale di stagione, che non solo riesce a non essere
succube dei desideri dei fans (pericolo Episodio VII scampato… Olè!), ma
somiglia molto di più all’altro grande ritorno a cui abbiamo assistito di recente,
ovvero quello di Mad Max.
La vestizione, degna di un Torero, di Ash è sempre stato
un momento chiave anche nei film della serie, in questo episodio finale il
nostro commesso del reparto ferramenta completa la sua vestizione (proprio come fa Max in Furiostrada) quando l’inquietante
ragazzino gli strappa la manica sinistra della camicia, di fronte a noi abbiamo
di nuovo Ashley J. Williams al suo meglio, poco importa se
ora è previsto che Ash si passi il lucido sul tintone per nascondere i capelli
bianchi, mille volte meglio l’ironia con cui Bruce Campbell non fa finta di non
essere invecchiato, dei 16Kg che Carrie Fisher ha dovuto perdere per non
traumatizzare troppo i fans.
La faccia di gomma di Bruce è sempre uno spettacolo!
Padre tempo ha reclamato il suo tributo anche per Ash, che
infatti si fa tentare dalla proposta di riavere indietro gli anni persi, può
sembrare anticlimatico che dopo aver ucciso Deaties per 10 episodi (e alcuni
degli ammazzamenti migliori sono proprio in questo finale) Ash accetti l’offerta
di Ruby e se ne vada sorridente sulle note di “No More Mr. Nice Guy” di Alice
Cooper (ennesimo pezzo fighissimo scelto alla grande per sottolineare un
passaggio della storia).
Volete davvero dirmi che vi stupite che Ash sul più bello
cerchi la via più facile e veloce per togliersi dai casini? Non possiamo certo
dire che sia mai stato un fulgido esempio di eroe, dai…
A mio avviso il finale funziona, anche se come detto, è
il prezzo da pagare per lasciare la porta aperta su una seconda stagione, ma
sapete cosa vi dico? Preferisco un finale di questo tipo e altri dieci
episodi, piuttosto che dover dire di nuovo addio ad uno dei miei personaggi
preferiti di sempre. Lo so che è un po’ come accettare la cartolina di
Jacksonville, ma che ci volete fare, mi sarò immedesimato troppo con Ash.
Quando ho saputo che la seconda stagione è stata confermata ho fatto la stessa faccia…
Quindi il tempo di questa stagione è finito, ma il tempo
dell’episodio è stato utilizzato alla grande, regalandoci tante gioie, come
Pablo, che da spalla comica dell’eroe, è già diventato più eroico di quando sia
mai stato (e mai sarà) Ash.
L’episodio riesce a ritagliarsi anche il tempo necessario
per ricordarci cosa succede a chi affronta lo chalet senza essere abbastanza
pronto, l’arco narrativo della bionda aspirante igienista dentale (o come la
chiama Ash “the other girl”, perché non ha tempo per ricordare il suo nome) si
conclude con una bella mattanza, tra divani che si muovono da soli e chiodi che
spuntano, sembra davvero di essere tornati… A casa.
Menzione speciale per Kelly, che si ritrova a dover affrontare
da sola lo Chalet. Dana DeLorenzo è perfetta quando deve fare la faccia
incazzata, un po’ meno quando deve girare le scene in cui prende a calci la
porta del capanno, l’avete vista? Quando corre sembra la vostra compagna delle
medie alla moda durante l’ora di ginnastica. Ma l’imbranataggine fisica con cui
affronta il capanno non fa che rendere più spontanea la sua interpretazione. D’altra
parte, lo stesso Bruce Campbell al suo primo scontro con la casa malvagia non
era tanto più dinoccolato.
We don’t need no water, let the motherfucker burn! Burn, motherfucker, burn!
Quando i minuti finiscono e il tempo è definitivamente
scaduto, sappiamo che Ash è tornato, in dieci episodi si è ripreso tutti i
simboli che lo caratterizzano e, come sempre, ha fatto l’ennesima cazzata (le
voragini che si aprono in tutto il mondo), con cui dovrà fare i conti nella
prossima stagione, perché sì, avremo una seconda stagione! E dopo aver
aspettato Ash per 22 anni, adesso sembra quasi uno scherzo doverlo attendere
solo qualche mese, Pff! Che vuoi che sia…
Sui titoli di coda, un omaggio musicale all’emisfero dove
sono stati girati molti degli episodi della stagione, ma anche l’ennesima
canzone azzeccata di questa serie, come cantano gli AC/DC, “Back in Black”: Ash
è tornato , è tornato alla grande e tornerà anche nella prossima stagione, io
mi prenoto già un posto… Hail to the King baby!
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