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Avengers – Age of Ultron: Fili avevo ed or non più…

Quando la
Marvel ha annunciato il titolo di questo sequel, mi è sembrato logico, perché Ultron è storicamente uno dei maggiori avversari dei Vendicatori
(scusate, per me saranno sempre i Vendicatori), ma solo guardando il film ho
capito che la letale AI, in realtà è tutto un grande Metaforone…

Era un’impresa degna di un Super Eroe quella di fare meglio
del primo “Avengers”, un film a mio avviso storico, forse il primo caso (fuori
dai fumetti) in cui protagonisti di film differenti si uniscono, per prendere a
calci nel sedere Tom Hiddleston. Il risultato è un sequel che risulta
totalmente soddisfacente, se nel 2012 avessimo visto in sala questo film,
saremmo usciti totalmente esaltati, esattamente come capitato per il primo
capitolo, il vero nemico di questa pellicola secondo me non è Ultron, ma è
qualcosa di molto più pericoloso: L’Assuefazione.
“Avengers” ha imposto lo standard con cui abbiamo
valutato tutti i film tratti da fumetti visti in questi anni, “Age of Ultron”
fa tutto quello che deve fare, ovvero: riproporre lo stesso identico formato
solo più grosso, più spettacolare e con ancora più personaggi, ci
starebbe quasi una citazione al titolo del film di South Park…
I Vendicatori
(che nel doppiaggio italiano continuano ad ostinarsi a chiamare Avengers), sono
il team All-Star che chiami quando i casini si fanno enormi, impegnati a dare
il colpo di grazia all’HYDRA, i nostri eroi sono i “mejo fighi der bigonzo”, va
tutto così bene, possono anche permettersi di fare bisboccia…



Break it down! Stop, BISBOCCIA time!
Ma Tony Stark
è ancora convinto che gli alieni del primo film siano una minaccia, con uno dei
tanti colpi di genio nei dialoghi, afferma che vorrebbe “Un’armatura per proteggere
il mondo intero” ed insieme all’altro cervellone del gruppo, Bruce Banner, crea
l’intelligenza artificiale definitiva chiamata Ultron, che ha un’interpretazione tutta sua del concetto di “Pace per il nostro tempo”, la
chiamerei più “Pace eterna”.
Ricordate la
scena della battaglia di New York del primo film?
Io la ricordo bene,
perché per la prima volta, ho visto gli eroi dei miei fumetti preferiti
combattere fianco a fianco, senza nemmeno più la “fatica” di dover voltare le
pagine: in un grande (ed esaltante!) piano sequenza Whedon ha portato sullo
schermo i fumetti, liberandoli letteralmente dalla prigionia delle vignette
(Grazie Joss!).
“Age of
Ultron” inizia allo stesso modo, un altro grosso piano sequenza d’azione
(aiutato dalla CG), che in un unico take ci mostra di nuovo i nostri eroi,
Whedon ricicla la formula, al grido di squadra che vince non si cambia.

Uno, due, tre… STELLA!

L’azione c’è
ed è anche molto abbondante, in compenso, possiamo tranquillamente dire che
l’ufficio reclami della Marvel funziona alla grande, perché se nel primo film,
alcuni personaggi erano ai margini della trama (ogni riferimento a Occhio di
Falco è puramente voluto), qui risultano funzionali, grazie al minutaggio extra
che gli viene concesso. Se i “Big Three” della squadra (Cap, Thor e Iron Man)
hanno già avuto spazio nei loro film “solisti” Whedon con la sua sceneggiatura
si coccola i personaggi più vicini alla sue corde, gli umani che si muovono tra
Dei e giganti, come Clint Burton (Jeremy Renner qui sfoggia tutto il
campionario, action, dramma e commedia), ma anche e soprattutto i teneri mostri
che lui è così bravo a caratterizzare, infatti le parti più interessanti a
livello di scrittura sono quelle dedicate alla Vedova Nera e ad Hulk.

“Dammi il cinque verdolone”.

Il loro rapporto è intimo senza mai esserlo davvero e
non fate battutacce del tipo “Once you go GREEN you’ll never come back” (ci
sono già io a farle per voi), Whedon è così bravo da riuscire anche a darci la
sua versione de la Bella e la Bestia (o forse dovrei dire la Bestia e la
Bestia) all’interno di un film milionario, fatto su commissione in cui gli
viene fondamentalmente chiesto di far ridere e spaccare tutto in parti uguali.

Il talento cristallino nei dialoghi di Whedon è tutto lì
da vedere, gli basta una riga di dialogo, una soltanto, per caratterizzare Occhio
di Falco (e la Signora Occhio di Falco), dando al personaggio tutto un altro
spessore.
Il film fa davvero tutto quello che ti aspetti da una
pellicola del genere, ci sono i momenti dedicati ai siparietti comici (la scena
del martello di Thor, che renderà felice anche Miley Cyrus) e le strizzatine
d’occhio agli appassionati del fumetto, Nerd o Marvel Zombie che siano. Possiamo
trovare le citazioni al Wakanda, o le origini di Ulysses Klaw, storico cattivo
di Pantera Nera (che avrà un suo film nella famigerata Fase tre della Marvel… Non
vedo l’ora!) e per rendere chiaro a tutti gli spettatori che lo spietato
mercante d’armi, non è un personaggio qualunque, hanno deciso di farlo
interpretare ad Andy Serkis, che si sicuro non è uno qualunque (stima, tanta
stima per quell’uomo…).

“Giuro che si mi fai indossare dei sensori per la MOCAP ti faccio saltare la testa”.
Nei momenti in cui vediamo Capitan America (non caPTain…)
e Iron Man non essere d’accordo su qualcosa, i nerd in sala sussurrano Civil
War, che nel silenzio della sala suona tipo “ssssssiiiiiviiiiiil wooooor”. C’è
anche l’entrata ed effetto di Samuel L. Jackson, il cameo di Stan “The Man” Lee
(‘Mbriago come una scimmia) e trovano spazio anche i vari War Machine e
Falcon, ma anche Heimdall (Idris Elba) e Hayley Atwell nei panni dell’Agente
Carter, direttamente dall’omonima serie tv.
Ovviamente, puntuale come la morte e le tasse, troviamo
anche la scena post-credit, esaltante sì, ma ormai paragonabile al famoso
segreto di pulcinella. Dopo due film e mezzo passati a parlare di “Gemme
dell’infinito” era normale spendere qualche fotogramma mostrando quel
determinato oggetto… Vedete? Anche io faccio le strizzate d’occhio ai miei
colleghi lettori.
Insomma, è tutto giusto, gli omaggi e l’umorismo sono
presenti, ma risultano un qualcosa in più che non prende mai troppo il
sopravvento su un film che bilancia bene tutti i suoi elementi.
A mio avviso poi, Joss Whedon padroneggia le scene action,
meglio dei Fratelli Russo (che raccoglieranno il testimone alla regia del
prossimo Avengers), anche questo film esce sotto l’egida del maledettissimo
PG-13, però le scene d’azione non risultano castrare come quelle dell’ultimo
film solista su Cap.

“Mi spiace Cap, non posso proprio dirigerti nel tuo prossimo film, devi stare con i Russo, non è colpa tua, sono io che non sono fatto per una relazione stabile…”.
Si (intra)vede addirittura qualche sgherro dell’Hydra
colpito a morte e soprattutto Whedon nella sua enorme intelligenza, trova il
modo di fare ironia sul visto della censura che permette un solo “Fuck” (non
utilizzato come verbo) nel corso del film. Lui il suo se lo gioca
nei minuti iniziali e poi ci costruisce su una gag (“Linguaggio…”) che gli
permette di usare qualche parolaccia senza farsi tagliare le gambe dalla
censura. Tutto questo è un grosso compromesso, persino il titolo del film
è un compromesso, “Age of Ultron” è una maxi-saga pubblicata recentemente dalla
Marvel. Eppure, questo è quello che fa un professionista quando
gli viene chiesto di fare un lavoro su commissione, massimo risultato con il
minimo livello di sputtanamento. Tim Burton, prego, prendere appunti…
Inoltre, Whedon non si è del tutto snaturato, perché (NO
SPOILER tranquilli…) anche questa volta riesce a fare una cosa che di solito
gli riesce molto bene, ovvero: uccidere uno dei personaggi principali.
Sì, perché si parla sempre di che razza di assassino sia
George R. R. Martin, o di quanti personaggi abbia ammazzato nei suoi fumetti
Brian Michael Bendis, però il sorridente Joss, non è davvero secondo a nessuno
in questa specialità!

“Ho messo su il cappello delle grandi occasioni, quello che uso solo quando ammazzo qualche personaggio”.

Quando, poi, il film passa all’azione più pura e sfrenata,
funziona tutto alla grande, le mosse “combo” tra Thor e Cap sono uno spasso, eppure se dovessi consigliare una sola scena di “Avengers: Age of Ultron”, sarebbe una
difficile scelta, ma penso che opterei per Hulk vs. Iron Man, con la città Africana
utilizzata come ring per il loro combattimento. Ok, l’armatura “Hulkbuster” di
Stark è presa di peso dai fumetto, però che spettacolo! Lo dico senza vergogna,
ma la mossa finale del palazzo in costruzione, mi ha fatto scattare in un’esultanza liberatoria!

“Quando vedete il Flash dite CHEEEEEEEESE!”.
Proprio il gigante di Giada tra tutti i Vendicatori,
oltre ad essere il mio preferito (da sempre, anche fumettisticamente parlando)
è quello che più di tutti meriterebbe un suo film solista fatto come Stan Lee
comanda. Voglio un film dove Banner diventa verde al minuto uno, e torna umano
140 minuti dopo, passati interamente a devastare… TUTTO! Lo voglio! Anche
perché il personaggio ha un potenziale grosso come i suoi bicipiti.
Se, invece, di una scena, dovessi consigliare un singolo
fotogramma di questo film, non ho dubbi: io scelgo l’inquadratura dove Whedon
ci mostra Hulk seduto di spalle, ad affrontare la sua maledizione. La
solitudine del mostro… Devo organizzare un Crowdfunding per vedere un film
così!?!

“Hulk odia Crowdfunding!”.
Ovviamente, non è tutto pesche e crema, in un film che
risulta uno spassoso e coinvolgente spettacolo con fuochi d’artificio, i
puristi storceranno il naso per alcuni passaggi di trama non proprio
cartesiani. È evidente che tanto girato, è rimasto purtroppo sul pavimento
della sala di montaggio, quello che ne fa le spese più di tutti a mio avviso è
Thor. Tutta la parte del suo “Bagnetto cosmico” non è ben introdotta e risulta
un po’tirata per i capelli, lo stesso S.H.I.E.L.D. viene rifondato nel giro di
mezzo dialogo, una roba del tipo: “Ciao, siamo tornati”. Ah! A proposito, ma
niente Clark Gregg in questo film? Tutto quel bordello per riportarlo in vita,
ed ora lo tengono in quel gulag che è la serie tv “Agent of S.H.I.E.L.D.”?
Visto che ho aperto il vaso di Pandora delle parti più
deboli del film, mi sembra giusto parlarne.
I Gemelli Maximoff tanto sponsorizzati nella scena
post-Credit di “The Winter Soldier”, qui fanno la figura di quelli che arrivano
in squadra per fare panchina. Capisco che sia difficilissimo dover dividere i
142 minuti di trama, dando un numero di primi piani uguali a tutto il nutrito
cast, con gli agenti dei rispettivi attori che ti fanno sentire il fiato sul
collo. Ma i due Mutan…. No Cassidy! Non
si può dire! La Fox ti fa causa!
A scusate, intendevo dire i due figli di Magn… NOOO! La Fox! Oh cacchio! Almeno che
Quicksilver è lo stesso personaggio di “X-Men Giorni di un Futuro” passato lo
posso dire? NO!! Non lo puoi nemmeno
chiamre Quicksilver! Non puoi nemmeno pensarlo senza smollare un pacco di soldi
alla Fox!
Ok, fiuuu, sta diventando difficile questo commento…
Aaron Taylor-Johnson, nei panni di Pietro Maximoff, ha un
minutaggio ridotto, forse giustificato dal fatto che il suo personaggio corre
super veloce, quindi gli hanno dimezzato il tempo sullo schermo.
Il buon Aronne contribuisce al film esattamente come ha
fatto in “Godzilla”, ovvero poco e malamente, confermando il suo trend negativo
come presenza inutile del cast. E’ ridotto alla strega di un Tony Jaa
qualunque in Fast and Furious 7.

“Ci hanno chiesto di vestirci bene e tu vieni conciato come Crudelia Demon dopo una svendita da Decathlon?”.

Certo, non è tutta colpa sua, il suo personaggio è
oggettivamente il Super eroe PEGGIO vestito della storia dei cinecomics. Dai, ma
l’avete visto? Ha un mocho Vileda in testa e se questo non bastasse, il suo
“costume” non è altro che un modo per accontentare gli sponsor, in pratica è un
product placement vivente che corre a velocità luce. Tra i suoi abiti e la
scena in cui Hulk si fa la barba, quando valutate il lavoro di Whedon,
ricordatevi che ha dovuto mettere in conto anche questi dettagli e poi ditemi
se non è un professionista uscito magnificamente da un triplo salto carpiato
fatto in equilibrio su una corda tesa sopra un burrone.

Per altro una curiosità la vorrei dire: Evan Peters e
Aaron Taylor-Johnson hanno interpretato entrambi il velocista di casa Marvel, ma
i due si erano già incontrati, proprio in un film dove sognavano di diventare
super eroi, ovvero “Kick-Ass”.

“Dopo tutti i fumetti che abbiamo letto, proprio lo stesso personaggio dovevamo sceglierci?”.
La Marvel per uscire dalle grane di gestione del
personaggio che ha in ballo con la Fox, ha preferito puntare di più sull’altra
Gemella Maximoff, ovvero Wanda/Scarlet (Elizabeth Olsen che fa il suo dovere…
anche se io non ho ancora capito in che rapporti di parentela è con altre
Gemelle, le Olsen). Quello che non ho apprezzato del personaggio è che sul
grande schermo, non ci è stato spiegato propriamente come si deve. Da Marvel
fan di vecchissima data, ho il numero di letture sufficienti per capire i poteri
della rossa, ma di fatto nel film lo script non fornisce molte spiegazioni. Provando a guardare il personaggio con gli occhi dello spettatore medio, mi è
sembrato che Scarlet potesse fare praticamente ogni cosa. Vola, spara raggi,
crea campi di forza, legge la mente e influenza il comportamento altrui,
insomma, considerato anche il look, mi sembrava di guardare la Jean Grey degli
X-Men.

“Non badate a quello sfigato di mio fratello, io sono quella della famiglia che almeno sa vestirsi”.
Flashforward: Tre Mesi Dopo
Cass? Ti è arrivata
una lettera dalla Fox, ti devi presentare in tribunale tra un mese…
Le musiche del maestro Danny Elfman sono
una figata, ma io personalmente ho preferito il tema musicale del primo film,
composto da Alan Silvestri, anche perché la prima pellicola ha potuto giocarsi i Soundgarden sui titoli di coda e questa non è affatto una cosa da
poco.
Trovo che sia un’occasione persa il lavoro fatto sui due
gemelli, perché Whedon è bravissimo a rendere credibili gli emarginati, infatti
con i due personaggi più “Freak” di tutto il film fa un lavoro splendido.
Iniziamo con la Visione. Tutti i fan dei Vendicatori
adorano questo personaggio che è letteralmente nato dall’unione dei vari
componenti del gruppo e ne rappresenta il cuore (questo Whedon è stato bravo a
mostrarlo anche nel film). Però resta un personaggio complesso, le caratteristiche di
tutti i suoi colleghi, possono essere riassunte con poche parole (Hulk: Si
arrabbia, diventa verde, spacca. Iron Man: Miliardario, armatura, stiloso), le sue sono piuttosto complesse e questo lo ha relegato ad essere un personaggio
“For Fans only”. Il Buon Joss non solo lo ha reso molto bene sullo schermo, ma
ha saputo compensare i buchi logici dei fumetti originali. Se nel primo film ha
dato finalmente una spiegazione al nome Vendicatori / Avengers, qui riesce a
spiegare come mai un robot dovrebbe indossare un mantellino e soprattutto a
spiegare il suo nome, che è sempre stato un imbarazzante citazione ad uno
spassoso pezzo di Elio e le Storie Tese, prima che Whedon lo nobilitasse
(Grazie Joss, secondo estratto!).

La Visione della Marvel da vicino.
Sono felicissimo per Paul Bettany, come dicevo di
lui parlando del pessimo Mortdecai, il marito di Jennifer Connelly è un
professionista che sa far molto bene anche nelle piccole parti che gli
concedono, uno che purtroppo non ha mai centrato il ruolo definitivo, che
associa il suo nome alla sua faccia presso il grande pubblico. Presto lo
vedremo riprodotto nelle Action figure (ai miei tempi li chiamavo pupazzetti…)
di Visione, il suo ruolo nei film della Marvel è andato di pari passo con
quello del suo personaggio: prima solo vocale (J.A.R.V.I.S. l’assistente di
Iron Man e mi stupisce che non sia ancora uscito uno Smartphone con un assistente
vocale con questo nome), ora si è guadagnato letteralmente anche un corpo. Sul
serio, dopo anni passati a leggere fumetti Marvel non mi sembra vero di aver
finalmente visto la Visione sul grande schermo, credetemi è un esperienza quasi
commovente…
Ma se Bettany/Visione è un personaggio riuscito, a fare
il vuoto ci pensa Ultron. Il personaggio è talmente grosso che giustamente, si
siede accanto ai protagonisti, anche nel titolo del film.
Con buona pace di tutte le fan girl di Loki, Ultron
risulta ben più carismatico e minaccioso, devo dire che il modo in cui muove le
“Labbra” mi ha convinto poco, non nei primi piani, ma nelle inquadrature
distanziate, la sua bocca risulta un po’troppo “gommosa”. Ma è davvero l’unico
difetto che riesco a trovargli…

“Ad Hollywood si fanno tutti il botox alle labbra, e l’unico che riesci a criticare sono io?”.
Ultron non è il solito Robot-Uccide-Mondo ed era chiaro
dal fatto che è stato scelto James Spader per doppiarlo e non la voce standard di
un qualunque navigatore Tom Tom (“Alla prossima rotonda, sterminare
l’umanità”), dovrò per forza rivedere il film in lingua originale solo per
sentire cosa ha saputo sfornare Spader. Ultron è teatrale, la sua passione per
Pinocchio è ironica, ma anche sadica quando ne canticchia la canzoncina. Sembra
quasi un cattivo Shakespeariano con il corpo di Vibranio e la connessione ad Internet ultra veloce, ma mosso da sentimenti molto umani. Per tutto il tempo
si infiamma quando viene paragonato a Stark e letteralmente non si capacita
di come mai i piccoli umani non capiscano la sua volontà di fare del bene (secondo
lui) all’umanità. Questa versione di Ultron risulta imbattibile proprio come
nel fumetto, ma incarna anche la recitazione drammatica tipica dei super
cattivi della Marvel. Inoltre, ho la sensazione che sia tutto un grosso
Metaforone…
Ultron è il personaggio che ha la capacità di auto
ripararsi, di installarsi upgrade sempre più letali e di riprodurre se stesso
all’infinito, praticamente quello che da anni sta facendo la Marvel, ovvero:
riprodurre il suo universo di carta sul grande schermo.

I due biondi non hanno capito il mio concetto… (Chiedo scusa ai biondi che stanno leggendo questo Blog).
Come Tony Stark con la sua invenzione, il mio rapporto
con i fumetti mi è letteralmente scappato di mano. Per me leggere fumetti
(Marvel e non) è sempre stata la costante di una vita, ad un certo punto i film
hanno fatto scoprire questi personaggi ad un pubblico di non lettori, il
risultato è che noi piccoli Nerds, abituati ai nostri comodini coperti da pile
di fumetti, ci siamo ritrovati in prima fila, forse addirittura… Trendy
(Gulp!). All’inizio il sens of wonder ha colpito tutti, la novità del
cinefumetto strabiliava, proprio come nei film, quando il popolo si accorge che
il mostro non è poi così cattivo come pensavamo.
Subito dopo è arrivata la proliferazione, il successo di
pubblico e critica e filmoni come “Avengers”. Ovvero: gli abitati del villaggio
che vivono in pace con la creatura e tutti quanti sono felici e contenti. Temo, però,
la saturazione del mercato, l’eccessiva abbondanza di cine-comics alla lunga
annoierà il pubblico e allora inevitabilmente arriverà l’ultima parte della
storia. Per colpa di un fraintendimento (tipo un Ghost Rider 3 o un Lanterna
Verde 2) verranno a prenderci con torce e forconi, per ricacciarci per sempre
dentro le nostre fumetterie… Ho appena avuto l’idea per un horror, fanatici di
fumetti barricati in fumetteria, titolo provvisorio “Nerds of the Dead”
qualcuno faccia una telefonata a George A. Romero!

Joss Whedon spiega al cast come raggiungere un ottima Kebabberia vicino al set.
Non vorrei essermi immedesimato troppo nelle visioni
apocalittiche di Tony Stark, anche perché una R8 non me la posso permettere, ma
i cinefumetti sono a rischio assuefazione. 
Arriverà il momento in cui non basterà nemmeno più fare un bel film come
“Avengers: Age of Ultron” per accontentare il pubblico. Non so nemmeno per
quanto tempo, potremmo contare su alleati potenti come Joss Whedon.

Finché dura godiamoci bei film come questo, ma noi Nerds
dovremmo essere consapevoli di essere proprio come Ultron e la sua filastrocca:
Fili avevo ed or non più… Eppur non cado giù.
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