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Bad to the bone: Bobby Peru (Cuore selvaggio)

Non sono solo i buoni a fare la storia del cinema, molto
spesso i cattivi sono altrettanto iconici, e questa rubrica è tutta per loro,
quei fantastici bastardi che amiamo odiare, cattivi fino al midollo:
B-b-b-b-b-b-b-bad, bad to the bone!
Nome: Bobby Peru 
Ha “fatto brutto” in: Cuore selvaggio
Amiamo odiarlo perché:
Tra i tanti personaggi folli firmati da David Lynch, Bobby
Peru è uno dei più viscidi e perfidi, anche per la media di uno specialista in
tipacci come Willem Dafoe.
 
 
Aggiungo solo un estratto dal mio commento al film dedicato
proprio a questo pezzo:

Ma se parliamo di personaggi folli, signore, signori, fate spazio, perché un paragrafo tutto suo lo merita il Bobby Peru di Willem Dafoe. Il personaggio entra in scena dopo una fugace apparizione di prosperose signorone nude che sembrano uscite da un film di Fellini (giusto per ribadire che tutto attorno ai personaggi è un mondo cinematografico volutamente posticcio), ma non passa inosservato, con quei denti storti e disgustosi e il baffo sottile, che ricorda molto lo stile di John Waters, perché nulla mi toglie dalla testa che il padrino del Trash (e questa secondo me è l’unica occasione in cui si può utilizzare questa parola abusata), sia il modello di riferimento di questo film, alla pari di Elvis e il mago di Oz.

“Cattivo come adesso non lo sono stato mai…”

Willem Dafoe ha dimostrato in carriera di saperli interpretare i cattivi anche in film pieni di Rock ‘n’ Roll, ma il suo Bobby Peru gioca in una categoria a parte, non è solo malvagio e manipolatore, fa proprio schifo per quanto è viscido, il suo approccio a Lula è l’equivalente di uno stupro, non si arriva alla violenza, non quella fisica per lo meno, ma la volontà di umiliare la ragazza è sordida allo stesso modo. Bobby Peru è il serpente tentatore nell’Eden che Lula e Sailor si sono creati da soli, come mi sia venuta fuori questa frase non lo so, però suona bene, quasi quasi la lascio.

Un vero gentiluomo, uno d’altri tempi quasi (sì il medio evo!)

Il lungo chiacchierare (anche attorno al nulla), i personaggi eccentrici e le esplosioni di violenza come nel finale, hanno fatto scuola. Basta dire che in molti Paesi la decapitazione a colpi di fucile di Bobby è stata censurata, ma la mattanza finale grottesca (con tanto di cane che fugge con una mano mozzata, chiaro omaggio a La sfida del Samurai di Kurosawa) ha aperto la via a tutto il cinema degli anni ’90, per quello che mi riguarda “Cuore selvaggio”, piazzato proprio all’inizio del decennio, è stato il film che ha tenuto a battesimo tutto il cinema che avremmo visto fino al 2000. Quando si parla di cinema americano degli anni ’90 uno dei primi nomi a cui si pensa è sicuramente Quentin Tarantino, ma a ben guardare è stato Lynch a fare del cinema “Tarantiniano”, quello che ancora oggi tanti tentano invano di replicare, ironico visto che lui il suo aggettivo lo aveva già, “Lynchiano”.

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