Non sono solo i buoni a fare la storia del cinema, molto
spesso i cattivi sono altrettanto iconici, e questa rubrica è tutta per loro,
quei fantastici bastardi che amiamo odiare, cattivi fino al midollo:
B-b-b-b-b-b-b-bad, bad to the bone!
spesso i cattivi sono altrettanto iconici, e questa rubrica è tutta per loro,
quei fantastici bastardi che amiamo odiare, cattivi fino al midollo:
B-b-b-b-b-b-b-bad, bad to the bone!
Nome: Simon
Ha “fatto brutto” in: Die Hard – Duri a morire (1995)
Amiamo odiarlo perché:
Non capisco perché in questa generale mania dei prequel a tutti i costi, nessuno abbia mai pensato ad un “The Gruber’s family”, tutto incentrato sulla signora Gruber e la sua severissima educazione dei figli, sarebbe lo “Psycho” (1960) dei film d’azione.
Ma non c’è davvero nulla di politico dietro alle azioni del terrorista che si fa chiamare “Simon” come in un vecchio giochino (Simon ordina), in realtà è una bella vendetta come esplicitato dal titolo originale del film che, qui da noi, in uno strambo Paese a forma di scarpa, diventa il ridondante “Die Hard – Duri a morire”, è il terzo film della saga, ma il primo ad uscire con il titolo di “Die Hard”, un trucco per confondere le idee degno di Simon, bravi, no no, bravi sul serio.
Nei panni di Simon, il fratello maggiore di Hans Gruber, ucciso da McClane nel primo film, troviamo un magnifico Jeremy Irons, con una capigliatura che alcuni critici all’epoca arrivarono a definire “da crisi di mezz’età”. Geremia Ferroso entra in scena per la prima volta soltanto al minuto 46 del film (“Amo, filo e piombo”) e malgrado ai tempi fosse nato due anni dopo Alan Rickman manda a segno un’altra grande prova, che non fa certo rimpiangere il primo candidato che McTiernan avrebbe voluto nei panni di Simon, Sean Connery che, però, declinò l’offerta perché non voleva interpretare un personaggio tanto diabolico. M’immagino la gioia di McTiernan: “Oh, io ti ho seguito nella giungla mentre giocavi al dottore e tu mi molli ora che ti voglio portare a New York?”.
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“Sono il fratello cattivo. No, non Beverly. No nemmeno Elliot”. |
[…]
L’apice assoluto è il finale che sembra quasi auto celebrativo, McClane come in Trappola di Cristallo, resta di nuovo con solo due pallottole che dovrà usare per stendere un Gruber, il doppiaggio italiano traduce letteralmente il mitico “Yippe ki-Yay motherfucker” in “Yippy ya-ye figlio di puttana”, non si offenda la Signora Gruber, ma con due figli del genere è normale che McClane abbia qualche sasso nella scarpa da togliersi.
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Gruber diverso, ma stessa esaltante dedica finale. |
Menzione speciale di oggi: Katya
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Una che si sarebbe meritata uno spin-off tutto per lei! |
Vi ricordo lo speciale dedicato a Die Hard della Bara!