Non sono solo i buoni a fare la storia del cinema, molto
spesso i cattivi sono altrettanto iconici, e questa rubrica è tutta per loro,
quei fantastici bastardi che amiamo odiare, cattivi fino al midollo: B-b-b-b-b-b-b-bad,
bad to the bone!
Amiamo odiarlo perché:
Ogni volta che vedo il suo faccione mi ricordo come dovrebbe essere fatto un cattivo, e poi mi viene da parlare con l’accento russo come Viktor Rosta (storia vera).
Aggiungo solo un estratto preso dal post su The Hidden.
Per altro, tra i polizotti del distretto fioccano i volti noti, anzi lasciatemi l’icona aperta, perché “The Hidden” un paio di chicche da questo punto di vista le regala. Ad esempio, tra i colleghi troviamo il faccione impossibile del mitico Ed O’Ross, ma se guardate bene in un ruolo minore anche la poliziotta Lin Shaye.
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Fa sempre piacere rivedere il mitico Viktor Rosta Ed O’Ross in un film. |
Ma ci aggiungo anche un altro estratto, preso dal post su Danko.
Molto prima delle
promesse dell’Est di David Cronenberg, Walter Hill ci porta tutti in una sauna Russa popolata in parti uguali da energumeni muscolosi mezzi nudi e donne prosperose vestite uguali, quando entra in scena Schwarzenegger a culo nudo, l’impressione è che si sia appena teletrasportato dal futuro e stia cercando qualcuno a cui rubare i vestiti, come da sua
vecchia abitudine. Invece, siccome l’acciaio si tempra con il caldo prima e con il freddo dopo, si finisce subito tra le nevi russe a chiedere gentilmente ad alcuni gentiluomini dove si trova Viktor “Rosta” Rostavili (Ed O’Ross), qualche pugno in faccia di solito aiuta la memoria. Ormai erano un po’ di anni che non rivedevo il film, ma mi sono ritrovato a ripetere le frasi (in russo) a memoria, ovviamente non capisco una parola, ma ho imparato il suono come se fosse una canzone per quante volte ho visto questo film (storia vera).
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Ancora oggi quando vedo Ed O’Ross in un film, continuo a chiamarlo Viktor Rosta (storia vera). |
Viktor Rosta ha portato la piaga della droga in Unione Sovietica, in uno scambio tra Danko e il suo collega poliziotto (ma forse dovrei dire “Compagno” trattandosi di russi) è chiaro che le cose stanno cambiando anche dall’altra parte del muro di Berlino, ma Hill non ci lascia tanto tempo per la sociologia perché Rosta uccide il “Tovarish” di Danko e fugge negli Stati Uniti, in una scena diretta, come al solito, alla grande da Hill.
Perché vogliamo dimenticarci di Ancora 48 Ore?
In fondo, già
Danko era un modo per provare a modificare qualcosa dello schema di
48 Ore, qui il tentativo di depistaggio continua, la presenza nel cast di Ed O’Ross è un tentativo per far sospettare il pubblico dei personaggi, anche perché, parliamoci chiaro, il vecchio Viktor Rosta con quel suo faccino tenero, è uno che sembra messo apposta per far dire al pubblico: «È lui Ice Man!».
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Tutto qui? Bastava arrivare e dire lui è il cattivo!? |