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Bad to the bone: Hans Gruber

Non sono solo i buoni a fare la storia del cinema, molto
spesso i cattivi sono altrettanto iconici, e questa rubrica è tutta per loro,
quei fantastici bastardi che amiamo odiare, cattivi fino al midollo: B-b-b-b-b-b-b-bad,
bad to the bone!



Nome: Hans Gruber

Ha “fatto brutto” in:
Trappola di cristallo (1988)
Amiamo odiarlo perché:
Quando penso ad un grande cattivo cinematografico, io penso ad Hans Gruber, basta come spiegazione?
Allora vi riposto una parte del mio commento al film, tutti dedicata al vecchio
Hans: 

Ma per ogni eroe deve esserci un cattivo di pari livello e
Hans Gruber ha alzato l’asticella della cattiveria cinematografica a livelli
olimpionici!
Bad to the bone (ta naa na na na)
A pensarci bene, McClane e Gruber sono molto simili, sono
due che “Muoiono duro”, traducendo alla mia maniera il titolo del film, due
duri da uccidere che vendono cara la pelle, ma sono opposti nei metodi, tanto è
rozzo, zozzo e scalzo il primo, quanto è ben vestito e amante dei completi da
uomo (costosi) il secondo, uno parla di Roy Rogers e Stevie Wonder e tocca le
poppe alle foto delle playmate appese al muro, l’altro cita a memoria
Alessandro Magno (“…i vantaggi di un ‘struzione classica” cit.) e fa analisi
sulla decadenza della società occidentale paragonandola alla spacconeria dei
suoi personaggi cinematografici (“Voi americani siete tutti uguali, ma stavolta
John Wayne non cavalcherà verso il tramonto con Grace Kelly”, “Era Gary Cooper
coglione!” frase che ripeto SEMPRE in coro a Bruce Willis ad ogni visione del
film).
“Cassidy fa troppo il furbo, lo voglio morto”
Inoltre, Hans Gruber è incredibilmente pronto, non solo
nello smantellare tutte le procedure della polizia (e dell’FBI), restando
sempre un passo avanti a tutti, ma è capace d’improvvisare proprio come
McClane. La scena sul tetto, quando faccia a faccia con il poliziotto,
s’inventa un’identità fittizia pur di salvarsi (“Clay. Bill Clay”) resta ancora
oggi, a distanza di quasi trent’anni, una delle più clamorose astuzie da parte
di un cattivo cinematografico, resa possibile solo dalla cura dei dettagli
della sceneggiatura, ma anche dall’ennesima intuizione di McTiernan che ha
inserito la scena in corsa, per dare maggiore spazio ad un Alan Rickman in
stato di grazia (storia vera!).
Rickman qui recita per la leggenda, in molti film si fa
vagamente il tifo per il cattivo, specialmente se carismatico, qui, invece, è
fisicamente impossibile patteggiare per lui. Lo avevo già raccontato, ad ogni
visione esulto per la sua (spettacolare) morte, eppure di attori completi e
magnetici come Alan Rickman non ne fanno davvero più, la parte del cattivissimo
Sceriffo di Nottingham, in “Robin Hood principe dei ladri” si metteva in scia
alla sua magnifica prova qui in “Die Hard”, ma quale Professor Piton, quando
penso ad un cattivo io ho in mente il ghigno di Hans Gruber mentre dice:
“Lieto di fare la sua conoscenza signora McClane”.

Non è Natale, finchè non vedo Hans volare giù dal palazzo della Nakatomi.

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