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Bad to the bone: L’esercito delle 12 scimmie

Non sono solo i buoni a fare la storia del cinema, molto
spesso i cattivi sono altrettanto iconici, e questa rubrica è tutta per loro,
quei fantastici bastardi che amiamo odiare, cattivi fino al midollo: B-b-b-b-b-b-b-bad,
bad to the bone!

Nome: lo chiamano solo virus, ma di sicuro «We did it»
Ha “fatto brutto” in: L’esercito delle 12 scimmie (1995)
Amiamo odiarla perché:
In questi giorni, uscire rispettando i protocolli e le distanze di sicurezza, per accaparrarsi i beni di prima necessità, ci ha portati tutti in un paesaggio spettrale che fino a questo momento, solo il genio visionario (lui per davvero) di Gilliam ci aveva raccontato.

Ma sono sicuro che anche voi non avete paura, perché il cinema ci ha permesso di consumare sul grande schermo drammi, tragedie, sparatorie, e in questo caso pandemie. Quindi ne usciremo anche questa volta, basterà stringere i denti, e restare il più possibile in casa a vedere che so, qualche film di Terry Gilliam? Prendetela seriamente, ma con ironia, insomma seguiamo tutti l’esempio di quell’adorabile matto di Terry.

Aggiungo solo un estratto dal mio commento al film dedicato
proprio a questo film:


Un virus ha sterminato il 99% della popolazione, costringendo i sopravvissuti a rifugiarsi in bunker sotterranei dove non arriva mai il sole («Il virus è mutato! Ora viviamo sottoterra»), la natura si è ripresa la superfice del pianeta, ma ora l’umanità dispone di una tecnologia capace di far viaggiare le persone nel tempo, talmente efficace che per indagare su come l’infezione si sia propagata gli scienziati che governano questa nuova società nata sulle macerie della precedente, pensano di mandare indietro un “Volontario” il povero James Cole (Bruce Willis, olè!), prigioniero in attesa di giudizio senza più niente da perdere, ma con un’ottima memoria.
La sua missione è quella di raccogliere campioni e informazioni, specialmente su questo sedicente gruppo terrorista noto come “L’esercito della 12 scimmie”, i responsabili della diffusione del virus che si firmano con un graffito e una scritta: “We did it!”.

Bruce pratica sesso sicuro, in pieno stile “Una pallottola spuntata”.

Ma qualcosa va storto e Cole finisce nel 1990, sei anni prima della diffusione del virus («Il 1996 è il futuro» , «Il 1996 è il passato»), se Cole nel suo tempo era un disadattato, il tipico eroe contro voglia di Gilliam, nel 1990 è un oggetto impossibile da codificare, per comodità e impossibilità di comprenderlo malgrado gli sforzi della bella psicologa Kathryn Railly  (Madeleine Stowe), viene etichettato come pazzo e gettato in un decadente manicomio, dove fa la conoscenza di quello volato sulla parte più alta nel nido del Cuculo, Jeffrey Goines (Brad Pitt imbruttito per la parte e mai così bravo) figlio di un ricco e potente scienziato (interpretato da Christopher Plummer) e in qualche modo implicato con questo famigerato “Esercito delle 12 scimmie”.

“Questi quasi mi fanno rimpiangere Hans Gruber”.

“12 Monkeys” è un film potentissimo, ti colpisce in faccia come una tonnellata di mattoni, il suo soggetto è, ammettiamolo, geniale ed intrigante in parti uguali, è impossibile non aver voglia di sapere come continua una storia che inizia con queste premesse, inoltre, Gilliam fa un lavoro assolutamente incredibile.

Vi ricordo lo speciale dedicato a Terry Gilliam, pescate da qui i film che vedrete in questi giorni a casa!

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