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Bad to the bone: Ramón Rojo

Non sono solo i buoni a fare la storia del
cinema, molto spesso i cattivi sono altrettanto iconici, e questa rubrica è
tutta per loro, quei fantastici bastardi che amiamo odiare, cattivi fino al
midollo: B-b-b-b-b-b-b-bad, bad to the bone!

Nome: Ramón Rojo
Ha
“fatto brutto” in: 
Per un pugno di dollari (1964)
Amiamo
odiarlo perché:
Oltre ad essere stato il primo grande cattivo della filmografia di Sergio Leone ci ha insegnato che quando un uomo con la pistola incontra un uomo con il fucile, quello con la pistola è un uomo morto. Almeno finché l’uomo con la pistola non è Clint Eastwood.
Aggiungo solo un estratto dal mio commento al film dedicato
proprio a questo pezzo:
Raccontarvi il film sarebbe inutile, ogni suo dettaglio è leggendario, di fatto, Leone ricalca tale e quale la trama di La sfida del Samurai, declinando tutto in salsa Texmex e portando elementi italiani alla storia. L’energumeno che pesta l’uomo senza nome qui è interpretato dalle mani pesanti (che possono essere fero, ma anche piuma) di Mario Brega e se Sanjuro doveva vedersela con un avversario armato meglio, qui accade lo stesso, la pistola di Clint Eastwood contro il fucile di Gian Maria Volonté.

Ladies and gentlemen, the Ramones Ramón (quasi-cit.)

Quello che rende davvero italiano questo Western (il re di tutti i generi cinematografici, quello più americano di tutti) è proprio la parlata, i dialoghi, il chiacchiericcio italico che ci contraddistingue, più voi che me, io fuori da questo blog sono monosillabico alla Eastwood. Dove Kurosawa creava il mito usando il cinema, Leone arriva allo stesso livello di leggenda usando le parole e i dialoghi che sono tanti e tutti mitici, un’abitudine che il regista romano però avrebbe affinato a meraviglia nei film successivi.

I personaggi qui hanno lo spirito burbero e satirico dello stesso Leone («Il governo messicano da una parte, il governo americano dall’altra e io in mezzo. Troppo pericoloso») altri, invece, sono quasi dei tormentoni e sicuramente lo sono diventati con il tempo, lo sappiamo tutti cosa succede quando un uomo con la pistola, incontra un uomo con il fucile. Ma se proprio dovesse citare il mio dialogo preferito, quello che è diventato una delle mie “citazioni involontarie” nella parlata di tutti i giorni, quando qualcuno ti fa un torto ancora sbraito «Al cuore Ramón, se vuoi uccidere un uomo devi colpirlo al cuore!».

“Mi piace come lo dici Cassidy, continua a ripeterlo, però mettiti più verso il centro, bravo. Sta fermo così” 

Quello che interessa a Sergio Leone sul serio è lo stile, ormai è normale nell’era del cinefilo su Internet, descrivere il talento di un attore in base al numero di facce e faccette che quello sa fare (ecco perché Johnny Depp piace a così tanti), la famosa e famigerata “espressività”. Sarà… Ma io che sono cresciuto a pane e Sergio Leone ho sempre trovato più valore in un primo piano potente, dove la faccia si valuta se ha il cappello oppure se è senza, ma comunica, cavolo se comunica!

Vi ricordo lo speciale di questa Bara dedicato a Sergio Leone!

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