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Bad to the bone: Simon Phoenix (Demolition Man)

Non sono solo i buoni a fare la storia del cinema, molto
spesso i cattivi sono altrettanto iconici, e questa rubrica è tutta per loro,
quei fantastici bastardi che amiamo odiare, cattivi fino al midollo:
B-b-b-b-b-b-b-bad, bad to the bone!

Nome: Simon Phoenix
Ha “fatto brutto” in: Demolition Man (1993)
Amiamo odiarlo perché: 
Ci vuole un pazzo per beccare un pazzo e più toccati di Simon Phoenix ne abbiamo visti pochi, un cattivo orgoglioso di esserlo, in gradi di vivere di prepotenze, nel senso letterale del termine. 
 
Aggiungo solo un estratto dal mio commento al film dedicato
proprio a questo pezzo:
“Demolition Man” diventa la risposta Stalloniana a Last Action Hero, quindi come spalla Sly vorrebbe un nome di richiamo pronto a “perdere” contro di lui sul grande schermo, uno tipo… Jackie Chan, che alla proposta di Stallone risponde: «Amico mio, ci torni tu poi in Cina a spiegare ai miei paesani che ho fatto il cattivo in un film? Ciao Sly, ciao ciao mitico, ciao!». Incassato il clamoroso due di picche, l’altro nome sulla breve lista di Stallone è quello di Wesley Snipes, che accetta di buon grado, forse anche per provare a battere il suo stesso record: non era vestito così male in un film, dai tempi di Chi non salta bianco è. Ma per Snipes, questo film e la pallacanestro, ci vediamo a fine post.

“Cassidy, a volte il sole batte anche sul culo di un cane” (quasi-cit.)

“Demolition Man” completa la trilogia dei poliziotti Stalloniani accusati ingiustamente e chiusi in carcere, insieme a Tango & Cash e al successivo Dredd, infatti nulla mi toglie dalla testa che questo secondo titolo in particolare, ha risentito parecchio dell’influenza del film diretto dall’Italiano Marco Brambilla, basta dire che in entrambi compare Rob Schneider e che la voce femminile del computer della stazione di polizia, in entrambe le pellicole è quella di Adrienne Barbeau.
[…]
Lo sconto tra i due scongelati Spartan e Phoenix è un lungo duello condito da “Frasi maschie” («Se uno come Phoenix ti punta una pistola alla testa, in dieci secondi sei morto già da nove secondi e mezzo») tutte pacchiane, esagerate e sopra le righe, come il tono da cartone animato violento di questo film richiede. Se il montaggio finale non avesse avuto l’ansia di accontentare così tanta parte di pubblico pagante, probabilmente avremmo visto anche lo scontro (tagliato in sala di montaggio) tra Sly e Jesse “The Body” Ventura, che si intravede velocissimamente tra gli sgherri Cocteau, un super cattivo con un piano così cretino, che infatti Phoenix lo fa fuori in mezzo secondo, permettendo a Wesley Snipes di divorarsi buona parte del film, anzi pare che Stallone si sia pentito vi averlo voluto nel ruolo, perché Snipes è davvero esperto di arti marziali e in un paio di scene di lotta, Stallone si è beccato dei gran calcioni da Wesley, fin troppo calato nella parte (storia vera).

Non vedevo qualcuno di tanto pericoloso in salopette dai tempi di Chucky.

Per certi versi “Demolition Man” è il film che ha anticipato il futuro del cinema, perché è un grande B-Movie, che esalta la violenza – l’unica accettabile, quella fittizia dei film -, intrattenendoti alla grande, tanto da farti dimenticare di essere stato prodotto con tutti i soldi che il cinema di serie A può permettersi. Ma sono proprio le trovate nel film ad aver aperto una finestra sul nostro presente, sempre più in affanno nel suo cercare di essere politicamente corretto sempre, in ogni sua forma.
[…]
Il cattivo di Simon Phoenix poi, risponde perfettamente alle caratteristiche richieste dal ruolo perché è la faccia opposta della stessa medaglia di Spartan, solo che non ha nessuna cura della vita umana, alla fine sono due “Demolition Man” opposti uno contro l’altro e negli intenti, ma identici come caratterizzazione sopra le righe, ma visto che vi ero debitore di un punto aperto legato a Snipes e la pallacanestro, la chiudiamo qui nel finale, visto che si tratta dalle più grossa predizione azzeccata da questo film.
Dopo una lunga militanza nei “Bad Boys” Pistons, Dennis Rodman è passato attraverso un periodo piuttosto difficile della sua vita, vi risparmio i dettagli perché non è questa la sede, ma dalla depressione Dennis è uscito a suo modo, all’inizio stagione con la sua nuova squadra, i San Antonio Spurs, Rodman dagli spalti continuava a sentirsi urlare: «Ehi! Demolition Man!». Stando alla sua autobiografia del 1996 (la notevole “Bad as i wanna be”) Dennis ha capito di che cavolo stessero parlando i tifosi, solo dopo essere andato al cinema, anche se ha giurato e spergiurato che l’idea dei capelli ossigenati gli è venuta da solo.

STORIA VERA!

Peccato, perché “Demolition Man” sarebbe stato un bel soprannome, anche se non è riuscito a scalzare il suo ufficiale, ovvero “Il verme” (per il modo in cui si divincolava appeso ai Flipper), in ogni caso il film, oltre ad essere ancora uno spasso, ha saputo anticipare anche la zazzera di Dennis, io spero solo non azzecchi anche la profezia dei jingle pubblicitari al posto della vera musica!

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