Impossibile provare ad apporsi allo scontro di due forze, una inarrestabile l’altra inamovibile, la prima è rappresentata dall’eco di Maccio Capatonda che il titolo di oggi inevitabilmente si porta dietro, l’altra, è la saga di John Wick, anche perché l’aggettivo inamovibile trovo che si adatti alla perfezione a Keanu Reeves, quindi mi lascerò trascinare da queste forze, sigla con Mariottide e poi tutti a ballare!
Chi si oppone alla forza inamovibile della saga di John Wick non ne ha capito la portata, ma mi sono già largamente espresso, inutile ripetersi, davanti al meritato successo di una saga che in una decina d’anni si è marchiata a fuoco nell’immaginario popolare, i tentativi di allargare il marchio erano inevitabili, il primo, la serie tv The Continental ci ha provato ma non ha avuto il benestare ufficiale di papà Chad Stahelsk (anzi…) è quasi da considerarsi fuori canone o per lo meno, il primo “Spin-off” ufficiale della saga è questo “Ballerina” che batte la concorrenza sul tempo, parafrasando un noto film di Monicelli: cos’è il genio? É fantasia intuizione colpo d’occhio e velocità di scippare Ana de Armas alla saga di 007 (in evidente affanno produttivo) per darle un ruolo da assassina qui.
Un’altra prova che la saga di John Wick ormai è una solida realtà, se non proprio un’industria che pedala alla grande? Il fatto che cambiando il regista, non solo i tratti distintivi del prodotto John Wick sono rimasti intatti (luci al neon, grandi coreografie e scene d’azione con una spruzzatina di trama) ma chi viene chiamato a dirigere l’orchestra, brilla anche lui di luce al neon riflessa, sì, dobbiamo parlare di Len Wiseman.
Bravo ma non si applica, amatissimo dal pubblico per motivi che continuo a non comprendere pienamente, è lo stesso che ha diretto il titolo di Die Hard che mi genera più tormenti emotivi. Era preoccupato più per lui alla regia di questa costola di Wick (non a casa ne è uscita fuori un’assassina donna, come sono Biblico oggi!), il risultato finale potrebbe essere uno dei suoi film migliori, anche se è chiaro che gli abbiano fatto indossare il completo nero ufficiale Wickiano, lo abbiano messo davanti ad un’orchestra già preparata e affiatata e gli abbiano detto di dar loro il via. Certo non è facile comunque subentrare e portare avanti una macchina già rodata, rischi di essere l’organo rigettato, ma le scene aggiuntive, pare dirette tutte dal regista ombra, ovvero Chad Stahelski, hanno contribuito a dare continuità visiva e stilistica, e anche a far fare bella figura a Len Wiseman, che saggiamente si mette in scia a qualcosa che funziona senza stravolgerlo, non è sempre stato così, questa è la prova che Stahelski sa ancora dare potenti carocchie dietro le orecchie se necessario.
“Ballerina” è scritto da Shay Hatten ma a noi non interessa, a ben guardare nemmeno a Shay Hatten, visto che non si impegna minimamente a caratterizzare i personaggi o a creare un contesto, la sceneggiatura mette in fila elementi canonici ben noti e lascia che sia la visione e il lavoro della 87eleven di zio Chad a rendere quegli spunti un film, che si sviluppa come dovrebbe sempre essere, attraverso l’azione.
Eve Macarro è la ballerina del titolo, che ha visto suo padre morire davanti ai suoi occhi in un prologo che è già un’irruzione di uomini armati, un crescendo che serve a portare in scena il “primo sangue” di Eve, che in modo quasi circolare, verrà ripreso più avanti nel corso di un film che è riassumibile così: Hola. Mi nombre es Eve Macarro detta Ballerina. Tu hai ucciso mi padre, preparate a morir! Fine della trama.
Tutto questo è un problema? No, è un archetipo narrativo identico a tu hai ucciso il mio cane (metafora della perdita della moglie) preparati a morir, che ha dato il via a tutto questo, uno spunto identico ai vari Kung-Fu movie della storia che inziavano con Maestri uccisi, infatti il lavoro della 87eleven si fa trama, perché quando Eve entra a far parte della Ruska Roma, la stessa che ha già addestrato John Wick, lo fa come Ana de Armas, forte solo della sua esperienza sparacchiante Bondiana, che sulle note di una pezzo che è un manifesto programmatico (ma sono riusciti ad infilarci anche Sir Elton, filologicamente corretto) che recuperare addirittura i redivivi Evanescence.
In un tripudio di neon blu e rossi, tutto è a tema, anche i colori dei kimoni delle nuove leve, arruolata da Ian McShane e sotto gli occhi di Anjelica Huston (entrambi qui per dare continuità e fare da snodi narrativi bipedi) quello che vediamo è quello che Ana de Armas ha dovuto fare in palestra con la 87eleven, ovvero diventare l’assassina Ballerina, perché ormai è chiaro che pochi possono essere marzialisti veri, ma tutti possano e vogliano essere eroi d’azione, perché è così, abbiamo vinto noi amanti dei film d’azione… STACCE!
Quindi dopo tante eroine John Wicke della settimana più o meno farlocche, abbiamo l’eroina John Wicka della settimana ufficiale, quella con il bollino di qualità 87eleven, e il film è bello che fatto, perché a quel punto basta farla tornare al Continental, per un’altra apparizione postuma del mitico Lance Reddick, che mi auguro di vedere ancora e ancora e ancora per illudermi che sia ancora qui tra noi, e il film, come l’orchestra di cui sopra, suona da solo.
Al massimo possiamo affidare alla protagonista una missione secondaria che prevede l’apparizione di un famoso molto amato come Norman Reedus (che vi farà rivalutare anche Reeves in termini di legnosità, infatti lui spara e basta) e dare al tutto un generico cattivo a cui basta essere Gabriel Byrne per farci dire: quello è il cattivo! Come se fossimo tutti il ragazzino di Last action hero, cosa che in effetti, un po’ siamo. Per altro, bentornato Gabriel, era un sacco che non ti si vedeva più in giro.
“Ballerina” non è bello ma spaccia spara, è una formula applicata alla perfezione che fa tutto in maniera così azzeccata, da avermi divertito pur essendo palesemente la reiterazione della formula: se qualcosa funziona non provare ad aggiustarlo. Non è un caso che proprio per dare ufficialità e continuità, ci siano anche due Apparizioni, entrambe molto sensate e non forzate, di Baba Yaga in persona, la prima come sorta di monito, la seconda un ultimo appello nel percorso di formazione di Ballerina, che ovviamente non può che essere trattato alla moda di un “Team up” della Marvel, quelli basati sulla regola non scritta, due eroi (o un eroe e un’eroina come in questo caso) al loro primo incontro devono lottare prima di allearsi. Tutto canonico, tutti frutto di una formula, tutto talmente azzeccato che non riesco a criticargli proprio nulla, se non essere esattamente quello che prometteva, che non mi sentirò mai nella vita di definirlo un vero difetto.
Len Wiseman quindi si mimetizza bene tra le luci al neon di un sistema già rodato che funziona benissimo, dove tutto è talmente banale e giusto in parti uguali, come infilare nella trama di un film che si chiama “Ballerina”, dei balletti di sangue (andavano citati per perculare i recensori stipendiati che si giocheranno solo questa espressione) sulle note de “Il lago dei cigni”, eppure quando l’azione si manifesta è tanta, abbondante e spassosissima.
La lotta in discoteca con il martello, ma ancora meglio per me, l’uso creativo delle granate della nostra Ballerina, che con una cintura di bombe a mano, sfrutta l’ambiente circostante fatto di spesse porte in ferro battuto da chiude al volo dopo averci lanciato dentro una bombetta, che una volta riaperte possono essere usate come scudo per le pallottole, ma non svelano cadaveri, perché le granate di Ballerina polverizzano gli avversari in un fumo rosso di sangue. Ho amato l’improbabile mossa della cintura usata per strangolare, mista al tavolo ribaltato, che anche lui di solito metallo, basta a farci assistere ad uno di questi “Svaporamenti” in diretta, se danza deve essere, allora balliamo tra pallottole e bombe a mano!
Le trovate sono quelle tipiche wickiane, nulla in questo mondo è realistico, nemmeno l’arabo chiamato “The Eye” che sta sulla torre, come da nome, con mille cannocchiali e tiene d’occhio tutti, a guardia di un paesello austriaco immerso nella neve (come la ballerina nella boccia di vetro, perché qui deve essere tutti didascalico e drittissimo e va bene che sia così), che una volta capovolto a testa in giù, si ricopre di neve e di abitanti che sono TUTTI assassini.
Cosa può esserci meglio di 125 minuti di Ana de Arma bellissima come sempre e grintosa come l’abbiamo vista nell’assaggio bondiano? Ve lo dico io… LANCIAFIAMME, la parola magica che rende tutto più figo, specialmente se vengono usati come una volta si faceva con le colt nei duelli western a centro strada.
Insomma, “Ballerina” è esattamente quello che sognavate di vedere quando vi avete sentito parlare di Ana de Armas battezzata come eroina John Wicka della settimana, ma ufficiale, come il merchandising ufficiale, come le magliette del tour del gruppo Rock di cui hai appena finito di ascoltare il concerto, puoi comprarti la maglietta pezzotto oppure quella con il marchio 87eleven ufficiale, questa libertà di scelta è l’ennesima prova che la saga di John Wick ha vinto e con essa il cinema d’azione curato da professionisti che sanno quello che fanno. Datemi altri sei spin-off così e nessuno si farà male.
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