Mike Mignola è
uno dei più straordinari talenti del fumetto americano, partendo da Hellboy, ha saputo creare un universo
narrativo coerente, nelle tematiche e nel look, la stessa cosa vale per “Baltimore”
che non avrà legami diretti con il diavolone rosso, oppure con la squadra del B.P.R.D, ma resta un’opera Mignolesca al 100%, si dice Mignolesca? Mignolosa?
Mignoliana? Boh, insomma, avete capito.
apparizione del personaggio, però, non è tra le pagine dei fumetti, ma tra quelle
di un romanzo “Baltimore, Il Tenace Soldatino di Stagno e il Vampiro”, tradotto
in Italia da Mondadori. Scritto insieme a Christopher Golden, il romanzo narra
di Lord Baltimore, soldato inglese della Prima Guerra Mondiale, sopravvissuto
per miracolo ad un attacco di vampiri e trasformato per vendetta nel più letale
cacciatore di succhia sangue della storia. Se il capitano Achab era
ossessionato dalla cattura della balena bianca, Baltimore come un mastino segue
le tracce di Haigus, sfregiato vampiro responsabile della morte della sua
famiglia e della gamba di legno che, comunque, non impedisce al nostro di
mietere vittime tra i succhia sangue.
stato un buon successo in patria (ovviamente, qui da noi? Ciccia), tanto da
giustificare un seguito a fumetti della avventure di Lord Baltimore, sempre
scritta da Mike Mignola in compagnia del romanziere Christopher Golden e le
matite di Ben Stenbeck.
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Più letale per i vampiri di aglio, sole e paletti messi insieme. |
Come da
tradizione, prima di Hellboy e poi di B.P.R.D. anche per Baltimore arriva un
volume intero composto da racconti brevi, arte in cui Mignola eccelle e porta
avanti caparbiamente, sempre sulle tracce di Haigus, Baltimore s’imbatte in
altri orrori che richiedono i suoi speciali talenti, sì, perché l’umanità oltre
a dover affrontare l’epidemia che ha posto fine in maniera anticipata al primo
conflitto mondiale, deve pure fare i conti con vampiri e mostri vari.
racconto doppio, intitolato “La vedova e il carro armato”, Baltimore incontra
proprio la vedova di un soldato che forse sarebbe stato meglio rimanesse
defunto sul campo di battaglia ed è proprio in un campo che il nostro
cacciatore fa la conoscenza di un vampiro che di giorno di nasconde in un
carro tedesco abbandonato e di notte… Cerca di sopravvivere ad un orrore anche
peggiore!
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Una vedova allegra ma non troppo. |
Mignola e Golden
giocano con gli stereotipi dell’Horror, mescolandoli richiamano Edgar Allan Poe,
Bram Stoker e i film della Hammer, cercando sempre un punto di vista innovativo
e comunque divertente per il lettore.
racconto, ad esempio, Baltimore finisce nella Verona del 1919 devastata dall’epidemia,
dove la più improbabile compagnia teatrale manda in scena lo spettacolo “La
maschera della morte rossa”, a cui assiste anche il suo autore, Edgard Allan
Poe, la cui capoccia, in stile “Futurama” viene conservata in una teca immersa
in acqua. Vi avevo detto o no che bisogna aspettarsi di tutto da questo
fumetto?
della Croazia, invece, il più figo ammazzavampiri ad Ovest di Jack Crow s’imbatte in un villaggio di pescatori,
tenuti in scacco da un “Mad Doctor” che per tentare di estirpare la piaga del
vampirisco ha evocato un’alternativa altrettanto malvagia.
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Ma i Graboidi non uscivano solamente da sotto la sabbia? |
Il disegnatore
Ben Stenbeck fa un ottimo lavoro, il suo stile è molto appropriato all’atmosfera
delle storie e sfoggia anche una discreta capacità di disegnare mostri e
creature dal look interessante, poi apprezzo molto la forma del racconto breve
che si presta a qualche sperimentazione.
volta, immergendomi nel “Mignolaverse” porto a casa un’ottima lettura, il
volume precedente, il numero due (“Le campane della maledizione”) fino a questo
momento è il più bello di quelli con Lord Baltimore come protagonista, ma anche
in versione racconto breve, questo incazzatissimo cacciatore regala delle
gioie, a meno che voi non abbiate lunghi canini e la propensione a dormire di
giorno ovvio.