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Batman – Anno uno di Frank Miller: Absolute beginners

La scusa è quella di una rubrica su Batman, ma ogni occasione è buona per rileggersi un po’ di bei fumetti.


Il successo mondiale di Il ritorno del Cavaliere Oscuro, rilancia alla grande l’Uomo Pipistrello ma
anche il suo autore, Frank Miller che nel 1987 fa una scelta estrema, quindi
perfettamente in linea con il suo carattere. Se The Dark Knight Returns era stata l’ultima storia di un vecchio Batman
alla fine della sua carriera, “Anno uno” fin dal titolo fa l’esatto opposto,
raccontare nuovamente le origini del personaggio, con due storie, Miller ha letteralmente
tratteggiato l’Alfa e l’Omega dell’Uomo Pipistrello, si perché dopo il rilancio
di tutte le serie dell’era post-Crisis, la Distinta Concorrenza non ha avuto il
minimo dubbio che l’unico uomo che doveva reinventare le origini del
personaggio non poteva che essere Frank Miller.

Bat-Pugno e Bat-Calcio in azione!

Pubblicato per la prima volta negli stati uniti tra il
febbraio e il maggio del 1987, sui numeri dal 404 al 407 della serie “Batman” (in
uno strambo paese a forma di scarpa invece, sulle pagine di “Corto Maltese” nel
1990), questa storia si avvale di una vecchia conoscenza di Miller, il grande David
Mazzucchelli, lo stesso con cui Frank aveva lavorato per sfornare un’altra opera
fondamentale, per la Marvel però, quel capolavoro di “Daredevil: Born Again”
(1986). Ora, ditemi cosa volete, ma le matite di Mazzucchelli a me fanno
impazzire, ve lo dico subito così vi mettete l’anima in pace, ma tanto più
avanti ci torniamo, tenetemi l’icona aperta.

La storia inizia con due personaggi che raggiungono la città
di Gotham, lo fanno lo stesso giorno ma con una metafora (sottiliiiiiiissima)
di Miller, utilizzano due mezzi di trasporto diversi: Il poliziotto James
Gordon arriva su un proletario treno, insieme alla moglie Barbara, trasferito
da un’altra città per problemi con i vecchi colleghi. Bruce Wayne invece arriva
sul suo aereo, decisamente più capitalista, manca da Gotham da dodici anni,
tutti passati ad allenarsi per la sua missione di vita.

Vite parallele applicate a similitudini velatiiiiiiiiissime.

Ancora non lo sanno, nemmeno si conoscono, ma diventeranno due
delle personalità più importanti della città, alleati nella lotta contro la corruzione
e la criminalità, ma soprattutto protagonisti di “Batman – Anno uno”. Opposti
ma identici, capaci di ispirare e portare speranza, come fanno all’altro
personaggio chiave della storia, Selina Kyle.

Si perché Bruce tornato in città, sfrutta quello che ha
imparato nei suoi viaggi, per camuffarsi da reduce di guerra e portare un po’
di giustizia nelle luride strade di Gotham, per farlo sceglie un quartiere a
caso, e trattandosi di quello a luci rosse, questo garantisce che buona parte
dei personaggi femminili nella storia, di mestiere facciano, beh il mestiere.
Grazie Frank Miller! Non ti smentisci davvero mai.

Roxanne Selina, you don’t have to put on the red light.

Selina Kyle questo fa, anzi è specializzata in clienti con
il pallino per il sadomaso, una trovata che poi la Distinta Concorrenza ha
provato a stemperare in altre storie a fumetti, ma che qui non può non far pensare
ad alcuni dei personaggi di “Sin City”, e che permette a Miller di scrivere i
suoi soliti epitaffi spacciati per dialoghi per la futura gattina di Gotham: «Sai
perché odio gli uomini? Non ne ho mai incontrato uno vero» DRIIIIN! Chi è? Sono
il femminismo secondo Miller? Sono in ritardo di ottantadue anni.

In “Batman – Anno uno” le vite dei personaggi scorrono
parallele, Gordon deve affrontare la corruzione del Commissario Loeb – ammanicato
con le famiglie mafiose della città – oppure di alcuni suoi colleghi, tipo il
simpaticissimo Flass, uno che si meriterebbe di essere picchiato due volte nei
giorni pari e tre in quelli dispari. Mentre Batman, ferito e sanguinante dopo
la sua prima disastrosa uscita, ha la visione di un enorme pipistrello,
ispirazione per la paura che vorrà imprimere nel cuore dei criminali, in una
delle scene più efficaci di tutta la storia.

Bruce Wayne e i pipistrelli, l’inizio di una lunga storia d’amore e mantelli neri.

Per Frank Miller, nessuno dei due personaggi è uno stinco di
santo, Gordon crede nelle legge ma ha delle fragilità tutte umane, tipo la sua
storia d’amore segreta con la collega di lavoro Essen. Mentre l’uomo
pipistrello di “Year one” è un esordiente totale, per dirla alla David Bowie, durante
la sua prima sortita in costume, rischia quasi di uccidere un criminale involontariamente
e ne esce senza il cranio spaccato per pura fortuna. Ho sempre ammirato il modo
in cui, in alcune didascalie – vere sostitute dei “baloon” del pensiero nello
stile di Miller – il Batman di Miller si auto criticasse per le sue prestazioni
non eccelse, ricordando a se stesso che è solo grazie alla fortuna che anche
questa volta non è stato ucciso, lo faceva il vecchio Batman in Il ritorno del Cavaliere Oscuro, ma Miller
ci fa capire che questa abitudine è iniziata fin da giovane per il personaggio.
Segni di continuità!

Batman per i suoi metodi diventa il più ricercato dalla
polizia di Gotham, ma anche da Carmine Falcone, detto “il Romano”, il
boss mafioso più temuto e potente di Gotham City, incazzato nero con l’Uomo
Pipistrello dopo che questo gli ha fatto fare la figura del cioccolataio,
facendo scagazzare sotto di paura lui e i suoi ospiti durante la cena tra le famiglie mafiose.

Il dessert verrà servito in prigione, lo spavento invece è un regalo di Batman.

La caccia all’Uomo (pipistrello) sfocia in una delle scena
più memorabili di “Batman – Anno uno”, quella dei pipistrelli direte voi? Ma va
quella del gatto! Si perché prima Batman non solo si libera dalle manette
spezzandole come se avesse la super forza di Hulk (eh!?), ma poi inseguito da
uno dei poliziotti corrotti, lo prende e gli fa attraversare la parete (di
testa), perché lo sbirro poco prima ha maltrattato un gattino. Questo ci fa
capire che uno tra Bruce Wayne e Frank Miller è decisamente un gattofilo
convinto.

Si vede che è un giovane Batman, insegue un gatto invece che Catwoman.

No scherzi a parte, per sfuggire dall’assedio della polizia,
Batman utilizza un congegno sonico che attira uno stormo di pipistrelli, in
quella che è davvero la scena più memorabile di “Batman – Year one”, anche
grazie ai disegni di David Mazzucchelli, dai chiudiamo quell’icona lasciata
aperta sul vecchio David!

Ahhhh pipistrelli! Si attaccano ai capelli!

Possiamo dire che spesso Mazzucchelli non si impegna troppo
con i primi piani, e non perde molto tempo a disegnare alcune espressioni dei
personaggi? Credo che non si offenderà nessuno, ma il suo tratto è minimale e
deciso allo stesso tempo. Il suo Batman non è (ancora) nerboruto come lo
disegnava Miller (e Janson) in The Dark Knight Returns, è un allenato esordiente, ma i disegni di Mazzucchelli non
fanno mai sembrare il costume di Batman una carnevalata, in una storia che si
basa su dialoghi, dinamiche e situazioni prese di peso dalla letteratura noir.

L’edizione assoluta di “Batman – Anno uno” edita dalla Planeta,
contiene una nutrita sezione dedicata a materiale speciale extra, con disegni e
parte della sceneggiatura originale di Miller, ma attraverso un breve fumetto
di poche pagine, Mazzucchelli si interroga sul realismo nelle storie di super eroi,
tre vignette che riassumono questo delicato concetto molto bene.

Una gran lezione, da parte di un gran disegnatore.

I disegni di David Mazzucchelli sono così efficaci nella
loro diretta essenzialità, da uscire a testa alta in questa impresa, grazie alle
su matite, “Batman – Anno uno” è così noir da farti chiudere un occhio, se non
proprio entrambi, su alcuni passaggi davvero forzati. No sul serio, volete dirmi
che Gordon non si accorge, che il motociclista nero vestito, che guarda caso
passa vicino a casa sua, proprio mentre lo sgherro mandato dalla mafia sta
per rapire sua figlia, non può essere altri che Batman? Eddai su!

No dai è impossibile, però non cambia il fatto che la scena
del rapimento della piccola Gordon, non solo è incredibilmente appassionate, ma
è anche il momento in cui il rapporto tra i due personaggi si cementa per
sempre.
“Batman – Anno uno” non è una storia perfetta, è una
racconto in cui Frank Miller non raggiunge i toni volutamente estremi usati in Il ritorno del Cavaliere Oscuro, dico
anche giustamente perché la trama ha altri intenti. Eppure resta una storia
fondamentale e molto riuscita nel delineare i personaggi principali, a scapito
di quelli secondari, come Alfred ad esempio, che è da sempre un’icona della
mitologia di Batman, che qui purtroppo resta sullo sfondo, fosse stato un maggiordomo robot sarebbe stata la stessa cosa.

Un’entrata in scena così è buona, ma magari la prossima volta sarebbe meglio calcolare gli spazi.

“Batman – Year One” è una bella storia di volontà. Volontà
di modificare il mondo attorno a se, utilizzando solo la fede e la preparazione,
per Gordon è fiducia nella legge, e per Batman nella giustizia. In questo senso
anche la scena del gatto ha una logica, l’Uomo Pipistrello al primo anno è sempre
il ragazzino che ha perso i genitori in quel vicolo maledetto, e che vuole instaurare
la paura nel cuore dei malvagi, tutti i malvagi in tutte le forme, anche quelli
che se la prendono con un gatto, un idealista ancora puro, come solo uno che è
al suo esordio può essere.

Questa storia è stata adattata in un cartone animato –
abbastanza moscio –  nel 2011, che
comunque è la prova che Miller e Mazzucchelli sono riusciti a dare carattere ai
personaggi ma anche una spallata alla mitologia dell’Uomo
Pipistrello così riuscita che Nolan ha pescato a piene mani da queste pagine,
ma a dirla tutta, anche la serie tv “Gotham”.

Vi ricorda il finale di un film di Nolan? Tranquilli, tutto sotto controllo.

“Batman – Anno uno” non è la mia storia dell’Uomo
Pipistrello preferita, ogni volta che la rileggo, i difetti sono sempre li ad
aspettarmi, eppure ogni volta la trovo più riuscita, coinvolgente e chiara nei
suoi intenti, proprio come un esordiente molto motivato. E malgrado quello che
dice Batman nelle didascalia, non è fortuna, ci vuole un discreto talento per
gettare basi così solide.

vi ricordo la rubrica sull’Uomo Pipistrello della Bara Volante!

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