Ormai il mondo del “cavaliere oscuro” di Frank Miller si
è espanso, almeno fino ad una nuova generazione di eroi, ecco perché poche
settimane fa è uscito anche da noi in uno strambo Paese a forma di scarpa
(edito da Panini Comics) un nuovo capitolo intitolato “Il bambino d’oro” ma vi
avviso, niente Eddie Murphy,
mettetemi l’anima in pace.
Ambientato tre anni dopo gli eventi di Razza suprema, questa nuova storia è
scritta da Frank Miller e disegnata dal talentuoso Rafael Grampá. Un albo molto
breve, solo 48 pagine, in cui ci viene raccontato l’ennesimo tentativo di parte di
Darkseid di conquistare il pianeta Terra, questa volta utilizzando lo
stratagemma della politica americana e un piccolo (minuscolo) aiuto da parte
del Joker.
volta ci saranno le nuove leve, una nuova generazione di eroi: i figli di
Superman e Wonder Woman ovvero Lara e Jonathan Kent (il “bambino d’oro” del
titolo) e soprattutto Carrie Kelley, che nel corso del tempo è stata prima Robin, poi Catgirl, successivamente Batwoman (dai colori acidi) ed ora è la titolare del bat-mantello.
Alla sua quarta uscita (a fumetti) finalmente Carrie ha un costume davvero figo. |
Lasciatemi cominciare dalla parte migliore della storia,
ovvero gli spettacolari disegni di Rafael Grampá. Finalmente Carrie ha un
costume da Batwoman tutto suo degno di questo nome, lineare del design ma
efficacissimo, con la maschera che sembra un elmo da battaglia e il logo sul
petto, perfettamente integrato con le pieghe del costume, insomma una figata
totale!
famiglia) sul petto, ma va in giro con la vecchia giacca di pelle della mamma,
un modo semplice di far capire che dopo due capitoli passati tra tormenti
adolescenziali (e di famiglia), la ragazza ha finalmente fatto pace con il suo
retaggio. Per quanto riguarda l’aspetto del piccolo Jonathan, si poteva fare un
po’ meglio della cerata gialla di Georgie Denbrough di IT, ma è giusto che anche lui faccia un po’ di gavetta
nell’abbigliamento, come hanno fatto Lara e Carrie.
Non cercate di ruotare la pagina, oltre alla Bare oggi volano anche i figli di Superman e Wonder Woman. |
I disegni di Rafael Grampá comunicano molto più delle
verbose didascalie di Miller, che ormai nello stile sembra parlarsi addosso
come un anziano davanti ad un cantiere. Ci sono popolate “Splash page” in cui
viene voglia di rileggere l’albo una seconda volta, solo per soffermarsi a
godere di ogni piccolo dettaglio inserito dal disegnatore nella tavola, era dai
tempi del Geof Darrow di “Hardboiled”, che Miller non collaborava con un
disegnatore così prodigo di dettagli, solo che in questo caso a tenere su la
baracca è quasi esclusivamente Grampá, a cui Miller dovrebbe offrire più di una
birra.
stanco e parodia di quello che lo ha reso celebre, il quantitativo di testo è
fin troppo eccessivo affiancato a disegni già così dettagliati, che però
comunicato più delle tante (troppe!) parole usate da Miller. La presenza
invasiva della televisione che era una delle caratteristiche della narrazione
di Il ritorno del cavaliere oscuro, qui è stata sostituita da Internet e le sue
“bufale”, che ormai sono parte delle nostre giornate e non più solo della
distopia pensata da Miller nel 1986, su questo ci aveva visto lungo il vecchio
Frank.
Visto che è cominciata la campagna elettorale, anche Miller si schiera. |
Ma a risultare banale e didascalica è proprio la critica,
se già in DKII e Razza suprema, alcune vignette erano state utilizzate per irridere
in parti uguali Obama, Trump e la Clinton, qui Miller punta tutto su Mr.
Arancione, additato come una barzelletta vivente, anche dai manifestati tra le
strade di Gotham City, scesi in piazza per criticarlo. Sembra impossibile, ma
Trump è riuscito nell’impresa di farsi odiare dagli elettori Democratici (Eddie
Vedder, cantante dei Pearl Jam, nella canzone “Seven O’Clock” lo ha
ribattezzato “Sitting bullshit”), ma anche da un ultra conservatore come Frank
Miller… un trionfo insomma! Ma tranquilli, a novembre sarà ancora al suo posto,
sono tristemente rassegnato all’idea ormai.
pagliaccio con l’auto abbronzante, burattino nelle mani di Darkseid e del
Joker, che non si sa perché, decidono di collaborare insieme. Perché il
pagliaccio del crimine dovrebbe aiutare un titano spaziale a conquistare il
mondo? Non si sa. Se solo Miller avesse avuto voglia di sbattersi un
minimo, il Joker sarebbe stato un candidato alla presidenza più Trumpiano di
Trump, ma soprattutto sarebbe stato un modo molto più arguto di criticare il
presidente in carica, utilizzando l’arte dei fumetti e non quella della becera
retorica.
Un pagliaccio che ne manovra un altro. |
La minaccia di Darkseid poi, viene spazzata via da Lara e
Jonathan nel giro letteralmente di mezza pagina, un po’ come quando in “Dragon
Ball”, Akira Toriyama faceva tornare in scena un vecchio avversario, abbattuto in precedenza con enorme fatica e immani perdite, solo per farlo fuori nel giro
di un paio di paginette, per confermare quanto Goku, Vegeta e compagni fossero
diventati guerrieri ancora più potenti di prima. Considerando che Lara e
Jonathan, restano sospesi in aria proprio come i personaggi disegnati da Toriyama,
voglio sperare che questa sia l’ennesima strizzata d’occhio di un autore come
Miller, che ha sempre guardato al fumetto giapponese con sincera ammirazione,
perché l’alternativa sarebbe la peggiore forma di pigrizia applicata alla
narrazione.
Sospesi a mezz’aria, come in una tavola di Akira Toriyama. |
Ormai l’ho messo in preventivo da tempo, ogni volta che
inizio a leggere un nuovo fumetto di Miller, so che arriverà il momento in
stile Kirk, in cui maledico il suo nome come il capitano dell’Enterprise faceva
con quello dell’odiato Khan. Qui è arrivato proprio nel finale, quando Carrie
si mette alla guida di un gruppo di manifestati, tra i quali spunta in bella
vista, una ragazzina con le trecce del tutto identica a Greta Thunberg.
abominevoli contro i giovani contestatori di Occupy Wall Street adesso sei a
favore di Greta Thunberg!? Sul serio, diventare vecchi e potersi
lamentare di tutto deve essere una grande gioia, non vedo l’ora di diventare
anche io un vecchio trombone!
Oh mammasaura! Frank Miller si è messo in testa di essere Supergiovane! |
Quando gli adolescenti sono descritti dagli adulti, sono
sempre senza senso, perché gli adulti più invecchiano e meno li capiscono i
ragazzi. Ecco perché “Il bambino d’oro” è l’equivalente a fumetti di un vecchio
“indignato” che si lamenta sul Faccialibro del governo, dei migranti e delle
antenne del 5G, perché è vecchio, perché può farlo ed è convinto di avere
ragione. Convinto lui.
oscuro Milleriano, è quello di andare avanti con una nuova generazione di eroi,
sarebbe molto bello, però per favore, affidiamo le trame a qualcuno che viva in
questo mondo. Frank Miller (classe 1957) da tempo ha dimostrato di esserne
ormai fuori, può permetterselo perché è una leggenda vivente, però questa volta
a salvargli le chiappe è stato Rafael Grampá (classe 1978), il vero super eroe
di questo fumetto.Visto che oggi è il Batman-Day, ecco gli altri blog che lo festeggiano con noi:
Omniverso – Il manicomio del Joker
Volante!