Quando meno te lo aspetti, questa rubrica avvolta nel suo
nero mantello torna a colpire come… Nanananananana…Batman!
Per motivi puramente anagrafici, faccio parte delle
generazione che è stata colpita in mezzo agli occhi da serie animata sull’Uomo
Pipistrello. “Batman: The Animated Series”, in amicizia anche nota come “Batman
TAS” è stata creata per il piccolo schermo da Bruce Timm e Eric Radomski, sull’onda
dell’enorme successo del primo Batman di Tim Burton.
episodi in totale, ancora oggi viene considerata il miglior adattamento dell’Uomo
Pipistrello al di fuori della pagine dei suoi fumetti. Un capolavoro che riusciva
ad unire toni da Noir ad una visione anche moderna del personaggio, in
particolare dei suoi avversari, un esempio? Ora vanno tutti pazzi per Harley
Quinn, specialmente da quando è fatta a forma di Margot Robbie, ma il personaggio è stato creato da Paul Dini e
Bruce Timm proprio nella serie animata, talmente riuscito da venire integrato
tra le pagine dei fumetti nel 1994 con la miniserie “Batman: Amore folle”, che è
stata la prima storia di tizi in calzamaglia a vincere sia un Eisner che un
Harvey Award (storia vera).
Animated Series”, venne immediatamente commissionato un episodio lungo, che in
teoria avrebbe dovuto uscite per il mercato dell’home video, ma vista la
qualità finale venne distribuito in sala il 25 dicembre del 1993, diventando il
primo film d’animazione ufficiale dedicato all’Uomo Pipistrello.
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Tanto lo so che vi state canticchiando questa in testa! (anche se questa era meglio) |
La storia è ambientata prima del primo episodio di “Batman
TAS” ovvero “On leather wings” (1×01 – L’uomo pipistrello), e pur avendo visto
e rivisto negli anni tutti gli episodio del cartone animato, questo film ancora
mi mancava, sono molto contento di averlo recuperato per questa rubrica, perché
rappresenta davvero il meglio della serie animata, anzi, da molti è giustamente
considerato uno dei migliori film di Batman mai realizzati.
per i flashback e un ulteriore revisione da parte di Michael Reaves e
Paul Dini, “Batman la maschera del fantasma” strizza l’occhio alla miniserie
del 1987 “Batman: Anno due” di Mike W. Barr e introduce un personaggio creato
apposta per il film, ovvero Andrea Beaumont, la donna che porta un’inaspettate
speranza di nuova vita per Bruce Wayne.
“Chuckie” Sol (doppiato dal compianto Dick Miller) vengono uccisi da una misteriosa figura incappucciata
che agisce proprio come Batman, se non fosse per il numero di cadaveri che si
lascia alle spalle. Il rampante consigliere pubblico Arthur Reeves inizia una grossa
caccia all’Uomo (Pipistrello) ottima per fare carriera se mai andasse a buon
fine, mentre sul lato personale, Reeves è impegnato con una relazione con la
bella Andrea Beaumont, figlia del ricco industriale Carl Beaumont (in originale
doppiato da Stacy Keach), ma
soprattutto ex fiamma di Bruce Wayne.
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Tempo da lupi e da uomini pipistrello. |
Il ritorno della ragazza in città, provoca allo scapolo d’oro
di Gotham City più di un viaggio indietro sul viale dei ricordi, ma al nostro
Bruce non conviene avere la mente troppo distratta dal suo tormentato passato
amoroso, perché il Fantasma, oltre che a rovinargli l’immagine pubblica,
continua a seminare mafiosi morti, e secondo voi, il Joker può starsene zitto e
buono mentre tutto questo succede? Proprio no!
colpo di scena sull’identità del Fantasma la parte migliore di “Batman: Mask of
the Phantasm”, anche perché se siete della mia generazione, forse ricorderete
il fatale errore fatto dalla Kenner – l’azienda che produceva la linea di
giocattoli ispirati a “Batman TAS” – che ebbe le brillante idea di sfornare
figure
cosa fosse uno “Spoiler” e forse campavamo anche meglio, ma oggi una mossa del
genere farebbe perdere qualche battito a più di un cuoricino nerd, statene pur
certi.
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Nessuno sapeva cosa fosse uno “Spoiler” e tutti andava benissimo a Gotham City. |
“Batman la maschera del fantasma” si avvale di tecnici,
disegnatori, doppiatori (lasciatemi l’icona aperta su questo punto, più avanti ci
torniamo) provenienti dalla serie animata, quindi il design dei personaggi è sempre
quello mitico del grande Bruce Timm. Batman ha la solita mascella quadrata d’acciaio
e il toracione tipo “Peccato è tutto petto!” (cit.) di sempre. Alla regia
troviamo proprio Timm insieme ad Eric Radomski, l’unica vera novità sono i titoli
di testa in 3D, che ci fanno svolazzare un po’ tra i palazzi di Gotham City,
per poi tornare quasi subito alla cara e vecchia animazione 2D, se vogliamo
anche migliore di quella di “Batman TAS”, perché i movimenti dei personaggi
sono ancora più fluidi. Considerando che “Batman: The Animated Series” è
invecchiata benissimo e per certi aspetti ancora all’avanguardia, non è difficile
capire perché la Warner Bros. abbia giustamente deciso di far uscire questo
film in sala.
il cappuccio, la maschera teschiata e l’arma che ricorda volutamente una falce
lo rende del tutto simile a La morte di Il senso della vita, al fantasma del natale
futuro di “Canto di Natale” di Charles Dickens, opera che viene apertamente citata
dal Joker, e che in maniera più sottile aleggia su tutta la storia.
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Da bambino avevo disegnato un super eroe per un mio fumetto, buttato via tutto dopo aver realizzato che era quasi identico al Fantasma (storia vera) |
Si perché “Batman la maschera del fantasma” funziona in
maniera magistrale su due pieni temporali, il passato dove Bruce Wayne muove i
primi passi come giustiziere solitario, e il presente in cui deve vedersela con
il Fantasma. Il passaggio tra passato e presente viene gestito in maniera
impeccabile, i flashabck si mescolano semplicemente con la narrazione innescati
magari da un dettaglio, un piccolo ricordo di Bruce che fa correre la sua mente
lungo il viale dei ricordi. La mancanza di uno stacco netto nei passaggi tra
passato e presente, crea un riuscito gioco di specchi, una serie di parallelismi
che in qualche modo ricorda un po’ l’uso dei flashback in “Quarto potere”
(1941) di Orson Welles, scusate se è poco.
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Momenti alla “Rosabella” come se non ci fosse un domani. |
Andrea Beaumont sarà anche un personaggio nuovo inventato
solo per questa storia, ma di nuovo non ha poi davvero molto, eppure diventa
credibile perché prende il meglio di tutti gli amori passati di Bruce, risultando
totalmente funzionale al racconto. In tutto questo il personaggio del Joker non
è solo una sorridente faccia nota, che serva a dare al pubblico un cattivo
carismatico, il criminale con la “ridarola” di solito tende a mangiarsi ogni film in cui compare (proprio tutti), qui invece è un ingranaggio all’interno
della storia, potremmo definirlo quasi di supporto, anche se è una veste quasi
del tutto inedita per un personaggio con il suo carisma, che qui è doppiato ancora
dal grande Mark Hamill. Il vecchio Luke Skywalker
ha dato l’interpretazione vocale definitiva del personaggio, se non lo
avesse solamente doppiato, probabilmente sarebbe universalmente riconosciuto
come il miglior Joker di sempre, ne sono certo.
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Ed è anche quello con la risata più spaventosa di sempre. |
Le scene d’azione sono ottime, la migliore resta la fuga disperata
di Batman dalla polizia di Gotham, che state tranquilli, si mette in tasca le scene equivalenti dirette da Nolan,
vedere per credere. Ma come detto a rendere “Batman: Mask of the Phantasm” un
vero gioiellino è proprio la caratterizzazione di Bruce Wayne.
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Nolan levati, ma levati proprio! |
Ci siamo ritrovati ad affermarlo anche nel corso di questa Bat-rubrica, molto spesso sono stati gli
avversari di Batman a definirlo come personaggio, e qualche volta, anche a rubare
la scena. Ma in “Batman la maschera del fantasma” il fuoco è tutto sul protagonista,
perché il peggior nemico dell’Uomo Pipistrello non è Harvey Dent oppure Mr. Freeze,
ma è il suo passato che non lo ha mai abbandonato.
il suo mondo andare a pezzi in un vicolo fuori da un cinema, quello che dopo la
morte dei suoi genitori, ha giurato che avrebbe fatto giustizia. Tra gli eventi
del vicolo e Batman Anno Uno, abbiamo
sempre pensato ci fossero stati solo allenamenti inflessibili e motivazioni d’acciaio,
mentre “La maschera del fantasma” porta una dimensione tutta nuova alla
caratterizzazione del personaggio creato da Bill Finger e Bob Kane.
scorre, da spettatori sappiamo che l’arco narrativo di Bruce Wayne può
terminare solo con lui avvolto in un nero mantello, ma la trama è così
avvincente da farti sperare che per il personaggio possa esserci un’altra
strada.
presenza dell’Uomo Pipistrello aleggia davvero come se fosse il fantasma del
Natale futuro: durante la loro visita al parco di divertimenti “World of future”,
Bruce si sofferma ad ammirare un’automobile avveniristica che ricorda in tutto e
per tutto la futura Batmobile, oppure il giorno in cui Bruce decide di fare la
dichiarazione d’amore alla sua bella, è anche quello in cui scopre una certa
caverna piena di pipistrelli situata sotto villa Wayne.
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“Nera si può avere?” (Cit.) |
Non è un caso se nel futuro, il parco di divertimenti
simbolo dell’amore dei due, sia diventato la sede delle operazioni del vero lato
oscuro di Batman, ovvero il Joker, in quella che è un po’ più di una semplice
strizzata d’occhio al parco Luna Park in rovina di The Killing Joke. Per altro qui il passato del letale clown,
ricorda un po’ quello visto nel Batman di Tim Burton, ma prendendone comunque le distanze con un agile mossa.
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Batman e il Joker giganti, in una miniatura di Gotham City? Un omaggio a Dick Sprang (storia vera) |
Il giuramento di Bruce Wayne, fatto alla tenera età di otto
anni, si ritrova ad affrontare qualcosa che un bambino di quella età può
immaginare perché che di fatto ancora non conosce: La vita, e quello che lei
decide di metterti davanti. Bruce è un adulto ricchissimo, che però non ha mai
avuto quello che per lui era davvero importante, davanti alla concreta
possibilità di una vita felice, anche quel giuramento viene messo a durissima
prova.
attorno alla tomba della famiglia Wayne, quello è il luogo dove Bruce incontra
per la prima volta Andrea, dove lei capisce anni dopo la sua identità segreta,
e anche dove avviene la scena chiave, quella stracarica di pathos – così tanto
che se non fosse un film d’animazione, forse correremmo il rischio di finirei in
zona “Telenovela argentina” – ovvero Bruce che non sapendo cosa fare davanti
alla possibilità di una vita felice, cerca di venire a patti con quel
giuramento.
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Anche agli uomini pipistrello capitano le giornate storte. |
Una menzione speciale la merita la colonna sonora di Shirley
Walker, che non ricicla semplicemente i brani giù utilizzati in “Batman TAS”,
ma compone delle tracce tutte nuove assolutamente perfette abbinante all’azione,
oppure all’enorme pathos di cui la storia ha bisogno.
oppure peggio un tradimento di tutto quello che sapevamo sull’Uomo Pipistrello,
“Batman la maschera del fantasma” non fa che rafforzare il personaggio,
rendendolo ancora più drammatico. Ecco perché quando Bruce indossa per la prima
volta il costume, Eric Radomski e Bruce Timm con incredibile intelligenza, con
ci mostrano l’eroe nella sua nuova scintillante armatura, ma soltanto un’oscura
figura ammantata e senza volto, talmente spaventoso da terrorizzare anche Alfred,
l’uomo che lo ha cresciuto. Non più un essere umano, ma il simbolo della paura
stessa, il fantasma del Natale futuro calato su Gotham.
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L’unica cosa di cui dobbiamo avere paura è la paura stessa. Ma anche Batman non scherza. |
Nel tempo ci sono stati tanti bei film di Batman, possiamo
stare qui a discutere se avete preferito quelli di Tim Burton oppure quelli di Nolan,
ma mi va bene anche se dichiarate che preferite quelli di Schumacher, non vi giudicherò per questo tranquilli. Eppure nessuno
di questi film manteneva il fuoco sul personaggio principale, l’unico a farlo
per davvero è proprio “La maschera del fantasma”, se molti lo considerano il
miglior film su Batman, non è solo per questioni di puntiglio nell’utilizzo
delle parole.
qui nel finale: forse l’unico difetto del film è il doppiaggio Italiano, non
perché sia realizzato male, quello proprio no. Purtroppo bisogna registrare che
per questo film, non sono stati utilizzati gli stessi doppiatori italiani di “Batman:
The Animated Series”. Sicuramente un difetto da poco se l’ultimo episodio di “TAS”
che avete visto risale a vent’anni fa, ma considerando quanto fossero azzeccati
i doppiatori selezionati per la serie tv nel rendere in italiano il lavoro di Kevin
Conroy e Mark Hamill, è un peccato che un gioiellino come “La maschera del
fantasma” non possa contare sulla stessa cura, per il resto è ancora un gran
bel film.