Sono sempre stato appassionato di “frasi di lancio”
promozionali, come quella leggendaria di Alien (“Nello spazio nessuno può
sentirti urlare”), quindi mi sembra giusto intitolare questo post con l’azzeccata
e lapidaria frase che troverete sul retro di “Bedelia”, ultima fatica di Leo
Ortolani, una storia che vi porterò per davvero ad amare una stronza. Non credo
nemmeno sia un caso se sul retro del volume edito da Bao Publishing, sia
riprodotta la vignetta più tosta di tutta la storia, ma andiamo per gradi.
In principio fu “Venerdì 12”, a detta di molti una delle
serie a fumetti migliori di Leo Ortolani, l’unica a riuscire a ricoprire al meglio il
ruolo di comprimaria tra le pagine di “Rat-Man Collection” e da poco ristampata
per intero proprio dalla Bao.
La storia era quella di Jason Voorhees Aldo
trasformato in un mostro dopo aver riposto il suo amore nella persona
sbagliata, la perfida e inarrivabile Bedelia. Unico sollievo nella vita di
Aldo, la presenza del fedele aiutante ehm… Giuda, a mani basse uno dei
personaggi più divertenti ma scritti da Ortolani.
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Una Bedelia d’annata (o dovrei dire dannata?) |
Esattamente come fatto per il bellissimo Cinzia, anche questa volta il Venerabile
pesca un personaggio femminile dal suo universo di personaggi e lo rende
protagonista di una storia “solista”, in cui se avete letto “Venerdì 12”,
troverete strizzate d’occhio (la maschera da Hockey) e almeno una sorpresa, se
invece non ne avete mai sentito parlare, nessun problema, “Bedelia” è una
storia che può essere letta e apprezzata anche se questo fosse il vostro primo
fumetto di Leo Ortolani, vi assicuro che esistono modi peggiori per fare la
conoscenza di un autore.
Bedelia è lassù con le divinità, ammirata come solo le
grandi stelle possono essere, da sempre è il volto (ma soprattutto il corpo)
della linea di intimo Segreti, i cartelloni con le sue foto in lingerie
tappezzano la città a provocano tamponamenti a catena. Bedelia è inarrivabile e
non si concede a nessuno, cioè in realtà si concede anche molto spesso, infatti la gag
ricorrente della “X” con cui marchia gli amanti è una spassosa costante per
tutto il fumetto, ma per lei le cose stanno per cambiare. In questa Ortolaniana
interpretazione di “Eva contro Eva”, il nuovo che avanza si chiama Elaiza, più
giovane, più mora, la ragazza sta sostituendo Bedelia sui cartelloni
pubblicitari di tutta la città, esattamente come Bedelia aveva fatto anni prima
con un’altra modella, Vaiasha, che per altro era anche sa madre. Quindi dire
che Bedelia è figlia di una Vaiasha alla fine è un altro modo per ribadire il
concetto espresso nella frase di lancio del fumetto.
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Ortolani si è divertito un sacco con i dialoghi (e anche noi) |
Di fatto “Bedelia” sta alla bibliografia di Ortolani come Showgirls alla filmografia di Paul
Verhoeven, la storia ha le stesse dinamiche, solo che invece di essere raccontata
dal punto di vista di una ragazza che scalpita per raggiungere la vetta, ci
viene raccontata dal punto di vista di chi è stata lassù una vita ed ora dovrà
cedere (controvoglia) la corona. Allo stesso modo però nel volume troverete
delle “Splash page” con Bedelia in pose da pin-up, perfettamente integrate
nella trama e per altro, anche il più alto contenuto di sesso mai visto in un
fumetto di Leo Ortolani. Basta dire che assistiamo anche alla (tragicomica)
cronaca di un’orgia, considerando poi che Bedelia è una bionda come quelle che popolano i film di Verhoeven,
abbiamo decisamente chiuso il cerchio.
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La vedrete ovunque (per la gioia dei carrozzieri) |
Se in “Venerdì 12” Ortolani non perdeva occasione di
ricordarci quanto fosse stronza Bedelia, ora che può utilizzarla come assoluta
protagonista, si diverte a scrivere per lei tutti i dialoghi che ti
aspetteresti da un personaggio di questo tipo, ma pur riuscendo a far compiere
alla sua bionda protagonista un arco narrativo completo in circa 170 pagine,
Ortolani non fa mai l’errore di addolcirla, facendola passare per una povera
incompresa, insomma evita l’effetto della Disneiana “Maleficent” (la cattiva di
nome che poi non lo era di fatto), snocciolando sul percorso un numero infinito
di battute micidiali, buffe, divertenti e più o meno politicamente scorrette in
puro stile Ortolaniano.
Non mancano nemmeno le citazioni, ad esempio in una pagina
Ortolani si diverte ad omaggiare John Romita Senior, disegnando Bedelia identica alla
prima apparizione di Mary Jane nel numero 42 di “Amazing Spider-Man”. Ma forse
la strizzata d’occhio che mi ha impressionato di più, per il modo di Ortolani
di disegnare un singolo fascio di luce dal cielo (in una pagina interamente
ripassata a china, ci saranno un milione di tratti, roba da incrociarsi gli
occhi a tracciarli tutti) è quella che vede protagonista Gaudio.
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Ammettilo Ortolani, hai appena fatto centro (quasi-cit.) |
L’angelo custode di Bedelia ben riassunto dal suo stesso
nome, un santarellino (in tutti i sensi) accanto ad una diavolessa, che
Ortolani si diverte a rappresentare nel suo momento di massimo sconforto, in
quella che mi è sembrata a tutti gli effetti un omaggio a “Il cielo sopra
Berlino” (1987) di Wim Wenders.
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Ci piace Leo cinefilo (cinefileo) |
Eppure “Bedelia” inteso come fumetto, è proprio come la
protagonista di cui porta il nome, ad una prima occhiata è leggero, frivolo e
pieno di tutte quelle battute che fanno tanto ridere, che sono il marchio di
fabbrica di Ortolani, ma si porta dentro una nemmeno velata malinconia
che risulta ben più che agrodolce.
La scena più tosta di tutto il fumetto è la vignetta di cui
vi parlavo lassù, senza mostrare nulla (ma lasciando intuire tutto) Ortolani ci
fa capire cosa può succedere ad una divinità tanto desiderata, quando precipita
a terra tra gli esseri umani. Gli strappi sul vestito di Bedelia e il modo in
cui lei reagisce, ci racconta di un personaggio che vive di solitudini
abissali, talmente abituata ad indossare una maschera di splendore, tanto da
sfoggiare regale distacco anche nei momenti più neri.
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Noi sette miliardi, lei Bedelia. |
Nessuno potrebbe negare che Bedelia è una stronza, ma
Ortolani trova il modo di raccontarci la sua storia e il suo punto di vista
tanto da farci vedere la persona dietro l’icona, forse quella che Aldo in
“Venerdì 12” non era mai riuscito a vedere per davvero (almeno fino all’ultimo
numero della serie) troppo accecato dall’idea di una donna ideale. Ecco se Aldo
avesse letto “Bedelia”, forse il finale di “Venerdì 12” sarebbe stato
differente.
Difetti? Il colpo di scena se siete lettori un minimo
navigati, non sarà di certo tale, ma Ortolani è così bravo a farci appassionare
alle vicende della sua protagonista, che comunque il coup de théâtre a quel punto della lettura, andrà a segno lo
stesso. Ma forse il difetto vero di “Bedelia” è quello di essere già stata
battuta in partenza da un’altra ehm… Bionda, si perché Cinzia come personaggio
forse aveva anche più spunti, quindi il precedente fumetto solista firmato da Ortolani, era forse più riuscito, anche
se non sottovaluterei i momenti agrodolci di “Bedelia” che mi hanno davvero
colpito durante la lettura.
Risultato finale: Ortolani è una sicurezza non si discute,
si legge. Ora parte il toto nomi, chi sarà il prossimo personaggio femminile ad
uscire dall’universo creato da Leo a guadagnarsi la sua storia
solista? Sarebbe facile pensare a Clara, la moglie di Brakko, ma posso
esprimere la mia preferenza? Ciurga sempre dalle pagine di “Venerdì 12”. Con
lei Ortolani potrebbe davvero scrivere una storia al passo con i nostri
(brutti) tempi, uno con il suo talento potrebbe farcela davvero. Quindi il mio
ideale “dollaro” lo metto su Ciurga, vediamo se il Venerabile verrà a vedere il
mio bluff.
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Leo, ora vogliamo l’ultimo capitolo della trilogia: Ciurga. |