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Black Sails – Stagione 1: Ridare giustizia alla Pirateria

Ah! La Pirateria!

Avrei sempre voluto essere un pirata (“Mi chiamo Cassidy
Threepwood e sono un temibile pirata” CIT. ) il mare aperto, le battaglie a
colpi di cannonate e sciabolate, il rum, le festacce nere una volta attraccati
in un porto amico, ah! Le gioie della pirateria!

Crescendo poi ho realizzato che la vita del Pirata non è
tutta pesche e crema, avere la carnagione di un Vampiro fa un po’a cazzotti
con lunghe giornate sotto il sole battente, l’idea di passare tanto tempo in
una barca piena di nerboruti omaccioni, senza per altro saper nuotare, diciamo
che ha tolto quel minimo di fascino alla pirateria ecco. La pietra tombale
definitiva porta il nome di Jack Sparrow, che ha dato il colpo di grazia anche
alle mie ultime velleità marinare…
Per farci giustamente tornare a gasare pensando alla
Pirateria per fortuna abbiamo Black Sails.
La serie creata da Jon Steinberg e Robert Levine, parte
da un’idea un po’balorda, ovvero: porsi come prequel di “L’isola del Tesoro” di
Robert Louis Stevenson, classicone dell’infanzia che ha contribuito due righe a
far amare a tutti noi la pirateria.

“Da bambino ho letto ‘L’isola del tesoro’ e guardate da grande che lavoro sono finito a fare, pensate se avessi letto ‘Piccole Donne'”.
Detto questo, dopo aver visto il primo episodio (dal
pragmatico titolo di “I.”) posso dire che tutta la questione del Prequel non è
invasiva, anzi, è un gustoso valore aggiunto, come ad esempio quando comprare
un giovane tizio di nome John Silver.
Il cast mi sembra molto azzeccato, Toby Stephens nei
panni del Capitano James Flint funziona alla grande, il suo personaggio ha
tutto per scalare la vostra personale classifica dei Pirati preferiti, colto ma
sanguinario, preoccupato di essere all’altezza delle aspettative della ciurma, ma
determinato a comandare, insomma, siamo sul pezzo dai!

Che dite, è abbastanza Piratesco così?
Il personaggio di Eleanor Guthrie (Hannah New) ha una
delle migliori entrate in scena viste di recente in una serie tv, pur essendo
una biondina tutta precisina, è molto credibile quando fa la “Camionista” in
mezzo a branchi di sudici lupi di mare, aggiungeteci anche la guardabile Max
(Jessica Parker Kennedy) che alza subito il livello del “Sesso a pile” della
serie.

Basta questa immagine per convincervi a guardare questa serie Tv.
La caccia alla pagina misteriosa del Diario di bordo è
oggettivamente l’incipit più piratesco mai visto per far cominciare una storia
tutta ambientata tra porti e oceani, nel corso della stagione poi, la CG
migliora e i combattimenti navali diventano sempre più spettacolari.

Ecco, ora si che cominciamo a ragionare…
Il valore aggiunto? Il pilot è diretto da Neil
Marshall, ormai un regista di serie tv.
Il ragazzone è quello che chiamano quando devono dirigere
l’episodio del bordello massimo di “Game of Thrones” (solitamente l’episodio
numero 9 di ogni stagione). Secondo me ormai lo tengono in una gabbia legato,
pompandolo facendogli ascoltare in continuazione “Eyes of the tiger” per poi
liberarlo al grido di: “Vai Neil! Spacca tutto!”. Ecco, Black Sails inizia così,
guardatevi il cold open e la (fighissima) sigla e poi ditemi se non vorrete
mettere mano alla sciabola, stringere un coltello tra i denti e lanciarvi
all’arrembaggio anche voi!

Un appello: Fate dirigere dei film a quest’uomo!
Per essere una serie prodotta da Michael Bay (per gli
amici Michele Baia), c’è parecchia azione, ma soprattutto lo sviluppo e la
caratterizzazione dei personaggi tiene banco, mescolandone immaginari con alcuni realmente esistiti. Lo stesso vascello Spagnolo al centro della prima
stagione, l’Urca de Lima, è veramente affondato al largo di Fort Pierce nel
1715. Quindi la serie riesce a “Issarsi” (termine tecnico marinaresco molto in
tema) facendo funzionare bene sia la parte storica che quella di pura fiction.
“Vele Nere” poi bisogna dirlo, ha un ragguardevole numero
di donne nude che si aggirano per gli episodi (HBO fa scuola e proseliti) e le
idee precise su come fare scene efficaci. Una delle mie preferite della prima
stagione è l’arrembaggio dell’episodio numero 5 (“V.”). Vediamo tutto dagli
occhi (miopi) del personaggio più normale della ciurma, quello più simile al
pubblico a casa, ovvero: il contabile Dufresne (come l’Andy di “Le ali della
Libertà” per altro). In un attimo ci troviamo in prima linea a lottare nella
mischia. L’assedio alla nave nemica, comandata da un sosia di Carlo Cracco poi,
si conclude con un clamoroso “Mexican Standoff” che non vi rivelerò, ma che vi assicuro,
vale la pena scoprire.
Il “Bonus Cazzima” della stagione lo vince il Capitano
Vane (Zach McGowan). Vi dico solo che ad un certo punto di scontro con
Barbanera (non so se è QUEL Barbanera, ma ha la barba, è nera, ed è grosso come
un armadio), in una scena simil-Zombie veramente esaltante!

Vi presento il candidato numero uno, due e tre, per il ruolo di Bad Ass della serie.
Gli attori sono tutti molto bravi, ho apprezzato il
personaggio di Eleanor (Anna Nuova) risoluta nel suo voler ereditare l’azienda
di famiglia, ma il vero protagonista è il Capitano James Flint (Tobia Di Stefano),
la sua ambiguità va di pari passo con il suo carisma, non è chiaro se il suo
cuore stia con Mrs. Barlow, con la pirateria, o con la semplice brama di
tesori, in ogni caso chiunque si metta sulla sua strada è solo un intralcio.
La stagione si conclude dopo una clamorosa battaglia con
un obbligatorio Cliffhanger che mi costringe a buttarmi il prima possibile
anche sulla stagione numero due. Grazie a “Black Sails” la pirateria è di nuovo
qualcosa per cui vale la pena esaltarsi!
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