Home » Recensioni » Blink Twice (2024): «Didascalico, letterario!» (cit.)

Blink Twice (2024): «Didascalico, letterario!» (cit.)

Prendi un Jordan Peele, trattalo male, lascia che aspetti per ore, non farti vivo, quanto ti… No scusate, rifaccio. Non è mai facile essere figlio d’arte, Caparezza lo ha ben riassunto, quest’anno poi abbiamo già assistito all’esordio di non una, ma di due figlie di Shyamalan (che messa già così suona quasi come un insulto) quindi, non è semplice essere qui di fronte all’esordio alla regia di Zoë Kravitz, non è impossibile intuire chi sia il papà, almeno dal cognome.

L’ultima incarnazione in ordine di tempo di Catwoman ha pensato bene di toccarla pianissimo, un film, ufficialmente un Thriller, più che altro un Horror, dal noto satirico molto “Black” (in più di un significato di questo termine, e colore) con protagonista di richiamo, quel Channing Tatum che piace sempre al pubblico e di sicuro anche a Zoë Kravitz visto che i due sono fidanzati. Quindi Tatum nel film farà anche il maschio bianco con tutti i difetti che esso nel 2024 si porta dietro (almeno nella rappresentazione da serie tv media) ma a casa comanda Kravitz, come in tutte le case del mondo per altro, il #MeToo è una roba buona per l’intrattenimento, chi è sposato lo ha assimilato da anni il ruolo che nella savana è da sempre quello ricoperto da leonesse e leoni, in quest’ordine. Gli altri sono tutti leoni sì, ma da tastiera.

«Lì è dove comandi tu, in soffitta»

“Blink Twice” nasce con il titolo, a mio avviso ben più azzeccato di “Pussy Island”, modificato per ragioni immagino di censura, anche se si sarebbe venduto da solo un film con un titolo così, più complicato secondo me giustificare il fatto che Zoë Kravitz lo abbia scritto a quattro mani con E.T. Feigenbaum, che immagino abbia avuto genitori Spielberghiani, o almeno me lo auguro.

Frida (Naomi Ackie) e una tipa qualunque con una mezza cotta per il riccone Slater King (Channing Tatum), che segue ossessivamente sui Social-Cosi anche ora che il riccastro ha fatto pubbliche scuse per non si sa bene cosa, ma sicuramente legato al movimento #MeToo. Per dimostrare di essere cambiato, le feste selvagge di King di un tempo ora sono feste boh, macrobioteiche, ecosostenibili non lo so, sta di fatto che Cenerentola Frida viene invitata e qui, accade una cosa interessantissima.

Il primo invitato alla festa che Frida conosce è l’avvocato di King, Kyle MacLachlan assunto credo per recitare la riga di dialogo che dovrebbe dare un senso al nuovo titolo. Scherzando Frida dice, se sei in pericolo sbatti due volte le palpebre e lui lo fa, dando un senso a tutto quello che vedremo diverso, ma non un seguito. Ecco io “Blink Twice” lo riassumerei così, non sono contro i METAFORONI, ma qui è tutto dannatamente sbrigativo, «Didascalico, letterario!» (cit.) da mettere in chiaro che si, è un esordio, anche un po’ pretenzioso che avrebbe del potenziale ma poi svacca quasi tutto in caciara.

Metafore sottilissime, sussurrate.

Non è mai successo nella storia che andare alla festa di qualche riccone si traduca poi nel cacciarsi in una grana, quelle che chiamano “Red Flag” e una volta era solo buonsenso, non parlare con gli sconosciuti e tutta quella roba lì. Si sa che i ricchi sono stronzi, a proposito di METAFORONI lanciati selvaggiamente addosso al pubblico, Yuzna aveva già detto tutto, quindi non rovino la visione a nessuno se scrivo che per Frida tutto andrà male, anzi malissimo.

Quello che stupisce è che Zoë Kravitz abbia deciso di esordire con un film a cui, evidentemente il tema e il suo METAFORONE sta molto a cuore, non si discute, colpisce come un’attrice, abbia scelto un film basato sul montaggio, sul raccontare per immagini, quindi non il classico film da attori, tutto dialoghi, dialoghi e ancora dialoghi, bene, brava, ma allora mi spieghi che senso ha riempire di facce note il tuo esordio, facendo recitare a Christian Slater, Haley Joel Osment, Geena Davis e in buona parte anche il già citato Kyle MacLachlan dei ruoli da costosa tappezzeria? Non funzionano come specchietti per le allodole (Davis scompare e basta senza lasciar traccia), non aggiungono molto (Slater semi invisibile) e non distraggono dal fatto che tu abbia scelto di chiamare la tua protagonista Frida (come Kahlo) e il bianco potente con un cognome che suona tipo RE, anzi proprio così, King. «Didascalico, letterario!» (cit.)

Foto a caso di Tatum, per le quattro lettrici della Bara e per chi apprezzerà.

Ad un certo punto non capivo più se stavo guardando un film che ha pensato che per far arrivare un messaggio al pubblico, fosse obbligatorio urlarlo e sottolinearlo diciotto volte con il pennarellone rosa (ci riprenderemo mai dai danni fatti da Barbie? Secondo me siamo solo all’inizio) oppure fosse una di quelle robe impacciate in cui, si mettono tutti i personaggi intorno ad un tavolo a masticare frasi fatte sul femminismo, su come siano unite le donne, su come siano forti insiem… Oh basta parlare ficcaci una scena dove tutti ballano così diventiamo virali su Tik Tok!

Con una mano Zoë Kravitz firma un esordio dove la percezione ha il sopravvento su tutto, e lo fa curando il montaggio (anche sonoro) dandogli spazio perché ai fini narrativi è molto importante, dall’altra sembra fiera della caciara dove se un concetto non è urlato (letteralmente, tipo «Cannaaaaaa enooooormeeeee!») non lo si può nemmeno pensare. Per fortuna, non dico a salvare il film ma almeno a tenerlo su, ci pensano due elementi, ma prima un’altra tornata di difetti.

Si perché “Blink Twice” non ha logica interna, le protagoniste recuperano la memoria alla bisogna, nel senso quando la trama ne ha bisogno, per non stagnare completamente, tutto risulta abbozzato, non fa ridere quando vorrebbe farlo, o per lo meno, io ho percepito tutto come siparietti abbastanza insipidi. Non aiuta nemmeno che quello che poi, tirando le somme è un grosso “Rape e Revenge”, sia un pelo più sfumato, perché fin dall’inizio la regista ci ha mostrato la voglia di scalata sociale della protagonista, quindi la parte “Revenge” della storia, fa un po’ chiodo scaccia schiodo, invece che soffermarsi sul fatto che siamo tutti umani, e l’avidità e la voglia di stare con il piede sul collo del prossimo non ha genere, è insita nell’animo umano, ma se sei troppo impegnato ad urlare, non puoi che abbracciare semplicismi didascalici come bianco = cattivo, nera = buona e giusta. Fastidioso non è il messaggio, fastidioso è che Zoë Kravitz aveva sulla racchetta un film ben più intelligente (e cattivo, e satirico) di quello che ha effettivamente firmato, ma si è limitata al compitino.

«Scappa, Get Out. E vai a rifare Scappa, Get Out»

Compitino che si traduce in: prendi un Jordan Peele trattalo male, lascia che aspetti per ore, non farti vivo… rifallo uguale, pagina per pagina, con nella testa il #MeToo al posto del razzismo, e aspetta i «Bravò!» che arriveranno per direttissima, perché tanto chi mai ti criticherà davvero?

Vi ero debitore dei pregi, eccoli! Primo tra tutti, Adria Arjona che ultimamente sta rinvenendo forte in acqua quattro e che anche qui, buca lo schermo più dei famosi in scena, altro pregio, gli ultimi venti minuti del film, dal punto di vista “grafico” per lo meno cartellano lo spettatore con un livello di violenza che risulta due volte più fastidioso, un po’ per il suo contenuto, un po’ perché arrivando da infiniti minuti di dialoghi posticci e situazioni di plastica, lo stacco risulta così netto da dare doppiamente fastidio.

“Doppia A” promossa a pieni voti (A+)

Insomma, “Blink Twice” dovrebbe far incazzare per i motivi giusti, invece fa incazzare per quelli sbagliati perché poteva essere ben più riuscito, cinico e a fuoco, invece risulta «Didascalico, letterario!» (cit.), frase tormentone di culto che ci è stata regalata (a me e ad un altro terzo dei Caballeros) da Pier Maria Bocchi, in una Venezia di ormai tanti anni fa (storia vera). Da allora la uso spesso, per questo film è perfetta.

Ma visto che sono in vena di citazioni, vi riporto quella della Wing-woman a fine film, che conferma che se questa Bara la gestisse lei, avreste pareri ben più lapidari: «Forse è meglio se papà Lenny continui a mantenersi sano e manzo, convincendo magari la figlia a fare altro». Io vi avevo avvisato sulla questione leonesse e leoni eh?

0 0 voti
Voto Articolo
Iscriviti
Notificami
guest
4 Commenti
Più votati
Recenti Più Vecchi
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti
Film del Giorno

Until dawn (2025): un altro “Ricomincio da capo” in salsa horror

La prima notizia è che per scacciare un film tratto da un videogioco come Minecraft, dalla vetta dei film più visti, abbiamo avuto bisogno di un altro film tratto da [...]
Vai al Migliore del Giorno
Categorie
Recensioni Film Horror I Classidy Monografie Recensioni di Serie Recensioni di Fumetti Recensioni di Libri
Chi Scrive sulla Bara?
@2025 La Bara Volante

Creato con orrore 💀 da contentI Marketing