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Boar (2018): Una porcata di mezzanotte

L’ultima novità dei terrapiattisti è che l’Australia non
esiste. Oookay, ma allora dov’è che George Miller avrebbe diretto i suoi film? Da dove sarebbero spuntate Nicole Kidman e Margot Robbie (e nel
dubbio, ne avete altre così?) e soprattutto, da dove spunta il film di oggi?

Non ho mai avuto il piacere di visitare l’Australia, ma un
mio amico che è stato laggiù parecchio mi ha raccontato della sua convivenza
con un ragno grande quanto il Molise con cui divideva l’appartamento (storia
vera), quindi evidentemente per i nostri amici Australiani è del tutto normale
avere animali di dimensioni esagerate in giro per i loro confini, oddio, ora
che ci penso è normale anche in parecchie città di uno strambo Paese a forma di
scarpa avere cinghiali che si aggirano per le strade.

Ora, Chris Sun non è proprio uno che fino ad ora ci ha
regalato chissà che gran titoli, di suo avevo visto solo “Charlie’s Farm”
(2014) e non era proprio granché, bisogna dire che da quel film il nostro
soleggiato amico ha preso qualche attore per la sua ultima fatica, mentre l’idea
per il soggetto arriva da un horror Australiano ben più famoso, mi riferisco a “Razorback”
(1984) diretto da Russell Mulcahy, quello di Highlander, con l’unica differenza che il cinghiale assassino, qui
è un cinghialottone gigante, grosso più o meno come un bus di grosse
dimensioni.
Chiariamoci, “Boar” non è il film che vi cambierà la vita,
ma dura 96 minuti e senza inventare davvero nulla è il candidato perfetto per
quella tipologia di film che io chiamo: Le porcate di mezzanotte.

“Con te ci verrà fuori un ragù grandioso caro mio!”.

Avete presente quando è troppo tardi per iniziare a guardare
un film davvero impegnativo, ma troppo presto per andare a dormire? Proprio in
questa zona che sta tra il sogno e la veglia arrivano in soccorso le porcate di
mezzanotte! Un film che ti richiede nessun impegno ma senza brillare, ma il suo
sporco lavoro, ecco “Boar” è proprio un film così, anzi considerando il
cinghialotto presente nella storia, sembra nato per questa categoria.

Si comincia con una famiglia in viaggio, in auto papà Bruce
(un Bill Moseley incredibilmente quieto) mamma e seduto dietro, il figlio
adolescente che non sopporta nessuno, seduto accanto alla figlia più grande
accompagnata dall’odiosissimo nuovo fidanzato, argomento di conversazione da
viaggio? Baci con la lingua e sesso orale. No sul serio, ascolti il primo
dialogo e pensi che Chris Sun probabilmente avrà imparato a scrivere i dialoghi
guardando solo film di Rob Zombie.
Non so se l’intento del nostro amico dal nome solare fosse
fare una specie di satira sulla famiglia tradizionale Australiana, ma in
generale complice anche il nome del capofamiglia, non ho potuto fare a meno di
pensare allo sketch dei Monty Python in cui interpretano la parte degli
Australiani, tutti con la birra in mano e tutti di nome Bruce.
Lungo il loro percorso, la tipica famigliola Australiana, si
ferma un attimo al pub di Sasha, interpretata da una Melissa Tkautz che non ti
lascia il tempo di pensare che prima di tutti quei ritocchi, doveva essere
stata anche carina, perché il suo personaggio è troppo impegnato a tenere a
bada una serie di “Bruce” locali, attivissimi nello svuotare un quantitativo
ragguardevole di pinte di birra.
Tra le altre facce caratteristiche, troviamo anche John
Jarratt si proprio quello di Wolf Creek,
che qui si ritaglia un’altra parte da cacciatore, che va a caccia facendosi
portare dalla figlia Sasha il minimo necessario per ogni buon cacciatore
Australiano: Mezzo panino e due casse di birra per mandarlo giù. Ah no! Anche una
tavoletta di cioccolato, ci vuol qualcosa di dolce a fine pranzo.
Ma penso che a livello di facce caratteristiche, nessuno può
battere lo zio che la famigliola raggiunge alla fine del loro viaggetto in
auto, lo zietto Bernie, un energumeno fatto a forma di Nathan Jones, il Rictus
Erectus di Mad Max – Fury Road, non
potete dire di non averlo visto, era il tipo più grosso di tutto il film.

Non potete mancarlo, è questo piccoletto qui.

In una pellicola dove tutti i personaggi incarnano ogni
sfumatura possibile d’idiozia, Sasha e zio Bernie sono i meno peggio, in cui il
peggio è chiaramente rappresentato dal fidanzato della figlia, che è un
minchione che vorresti vedere morto dopo quattro secondi. Insomma non ho capito
se Chris Sun ha scritto la maggior parte dei personaggi per renderli perfetta
carne da cannone, oppure semplicemente si è affidato alla sagra del già visto,
ed è stato benedetto da un paio di attori più in palla degli altri,
considerando chi arriva vivo alla fine e come, direi che la seconda opzione è
la più probabile, ma chissenefrega, perché il vero protagonista del film è il
cinghiale!

In quello che è in parti uguali un “Monster Movie” ma anche
uno slasher, il cinghialone senza nome è l’assoluto protagonista, delle sue
origini non sappiamo nulla, questo mostro pesante diverse tonnellate
semplicemente vive in Australia, si accenna ad una vecchia leggenda, ma è tutto
talmente dato per scontato che viene da pensare che sia come il ragno
coinquilino del mio amico: Tutto nella norma.

“Vieni in california Australia, vedrai che bello, ci divertiremo da matti…” (Quasi-cit.)

Questo cinghiale semplicemente si aggira di giorno e di
notte per l’outback Australiano facendo cose da cinghiale, mangiare, fare la
cacca, uccidere gli odiosi protagonisti del film, solite cose. Oh, la faccenda
della cacca l’ho aggiunta io, non si vede nessun cinghiale gigante fare della
cacca gigante in questo film, ma immagino che si aggiri nel bosco per quel
motivo no? Avere un po’ di privacy per farla in santa pace.

Quindi “Boar” si guarda per divertirsi e godersi il modo
incredibilmente artistico con cui il nostro cinghialottone, di diventare ragù
non ne vuole proprio sapere, ma anzi, utilizza le sue zanne per impalare
chiunque gli capiti a tiro. Note positive? Un buonissimo utilizzo degli effetti
speciali vecchia maniera, che danno al cinghiale un peso, una fisicità ma anche
un ottimo livello di dettaglio. Note negative il fatto che quando lo vediamo
correre, Chris Sun utilizza della CGI un po’ scarsa, spesso centellinata oppure
utilizzata durante scene notturne per mimetizzare, ma mettendo sulla bilancia
le due cose il risultato finale è comunque apprezzabile.

“Cavolo sembra vero”, “Dicono lo stesso delle mie labbra rifatte”.

Se non altro “Boar” non tira mai via la mano quando è il
momento di fare caciara, certo ci sarebbe da chiedersi come mai ogni tanto uno
dei personaggi venga travolto dal cinghiale che pare avere la capacità di poter
uscire, dalle fottute pareti? Si anche, ma quando vuole anche nel bel mezzo
dell’outback Australiano. Ci può stare di essere presi di sorpresa da un
predatore nel suo elemento, ma non vedere arrivare un cinghiale grosso come un
autotreno che arriva di corsa contro di te, quanto sei circondato da chilometri
e chilometri di terreno pianeggiate, e per di più in pieno giorno, ti fa
davvero riflettere su quanto alcuni dei protagonisti siano davvero cretini
(oppure molto miopi).

Se non altro Chris Sun capisce di avere due pesi massimi per
le mani, e non fa l’errore di non farli scontrare tra di loro, infatti una
lunga sequenza è dedicata allo scontro tra l’animale e zio Bernie. In pratica
mentre guardi “Boar” realizzi che stai guardando una specie di versione
Australiana dei Kaiju che piacciono tanto ai Giapponesi, solo che invece di
Godzilla e Gamera, a scontrarsi sono un uomo gigante e un cinghiale delle
stesse dimensioni, uno armato di zanne, l’altro del classico coltello alla Crocodile
Dundee, ci manca solo che Nathan Jones pronunci la frase: «Questo è un
coltello!».

L’unico che potrebbe impensierirlo è Obelix e il suo appetito.

Insomma “Boar” non è un bel film, è una pellicola che fa
cose giuste mandando anche a segno trovate molto sbagliate, ma la somma tra pro
e contro pareggia perché per lo meno, mantiene fede a ciò che promette
garantendo 96 minuti di un Cinghialone che entra in modalità Predator e fa fuori personaggi scemi,
livello di creatività generale molto basso, efficacia e livello di emoglobina
piuttosto alto, se non avete ancora sonno e volete ancora vedere un film che
non sia troppo impegnativo, una porcata di mezzanotte è quello che fa per voi,
è questo, lo è decisamente!

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