2017, avrebbe dovuto arrivare a Gennaio, poi le cose sono andate per le
lunghe, tanto per le lunghe, pensate che conosco di persone che per riempire l’attesa,
si sono messe a scrivere fan fiction sul personaggio, e sono arrivati al terzo capitolo! Finalmente l’attesa è finita, Boyka è tornato, come è andata? Mah,
alti e bassi…
avere delle aspettative, il capitolo precedente Undisputed III Redemption è un film esaltante, il giusto equilibrio
di epica, botte e personaggi ben tratteggiati, il tutto diretto come un film di
menare dovrebbe SEMPRE essere diretto, in poche parole il meglio su piazza. Superare un tale traguardo non era certo un’impresa facile, questo quarto
capitolo, che nel frattempo ha cambiato titolo diventando “Boyka Undisputed” purtroppo non
riesce nell’impresa, anzi se proprio devo dirla tutta, è il capitolo più debole
di tutta la saga, non è brutto, ma è chiaramente un film in tono minore, dopo
tutta questa attesa, sembra la montagna che partorisce il topolino. Vi lascio
il tempo per incassare questo pugno in faccia…
torna nei panni del suo personaggio più famoso “The most complete fighter in
the world” (pronunciato rigorosamente in finto accento Russo), il ragazzo ha recuperato pienamente dopo l’intervento al ginocchio, come già visto anche in Hard Target 2. Qui Scott è tirato come una spina e mena sempre come un fabbro, ma i problemi
del film sono da cercare altrove, nel regista ad esempio.
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Cinque uova a colazione e poi una bella corsetta. |
Todor Chapk…
Todor Chapka… Oh mamma mia, Todor Chapkanov (Salute!) ha alle spalle un sacco
di regie televisive e ancora più esperienza come regista di seconde unità in tanti titoli, tra cui il più famoso è forse “London Has Fallen” (2016), quindi non
proprio un gran biglietto da visita. Per fortuna a bordo, ma solamente nel
ruolo di produttore, è rimasto Isaac Florentine, che garantisce un minimo di
continuità. Cacchio! Non l’hanno ancora capito Isaac e Scott che quando lavorano insieme è meglio per tutti!
problema è la trama, ok va bene, lo so che non si guarda Undisputed per la
trama, lo so benissimo, però a questo punto Boyka è un personaggio che
conosciamo molto bene, a suo modo anche un personaggio unico, perché ha
esordito come crudele avversario di Michael Jai White in Undisputed II, ma è diventando assoluto protagonista nel film
successivo, quello che concludeva in modo perfetto la parabola di Boyka.
ritroviamo impegnato con il campionato nazionale, non zoppica nemmeno più
ormai, tanto che lo sceneggiatore si è sbrigato a gettare dentro una mezza riga di dialogo in cui
l’agente del campione gli ricorda quanti soldi ha speso per sistemargli il ginocchio
(altra ragione meta-cinematografica per cui Boyka e Adkins sono indivisibili). Boyka è oggettivamente il più forte di tutti, tanto che nel combattimento di apertura
del film, il suo avversario Viktor (Emilien De Falco, intravisto in “Crossbone”
con John Malkovich) va a terra, non si rialza più, ma proprio mai più, un KO
eterno, niente fiori ma opere di bene grazie.
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“Qualsiasi cosa lui colpisce lui la distrugge” (Cit.) |
Qui subentra la
svolta al limite del buonista del personaggio, il nostro Yuri ormai è super
religioso, non fa il chierichetto in chiesa, però le donazione alla locale
parrocchia non mancano, in stile pubblicità dell’8 per 1000. Mosso dai sensi di colpa, parte alla volta dell’Ucraina
(interpretata per l’occasione dalla solita Bulgaria), per incontrare la
famiglia di Viktor, che consiste nella bella vedova Alma (Teodora
Duhovnikova, e di nuovo salute!), in pratica il personaggio ora è l’ultimo boy scout, anzi, l’ultimo boyka scout.
incastrata in un debito con il solito gangster locale da film di cassetta, per ripagarlo serve ai
tavoli del locale del boss dove la principale attrattiva sono gli incontri clandestini. Avete capito come
prosegue no? Non serve certo il riassunto.
ring, al suo interagire con le persone, il tutto sempre senza MAI sorridere.
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Yuri è uno che esprime la sua gioia in modo diverso ecco… |
Scott Adkins alla
pari di Jean-Claude Van Damme, ha passato la fase “Sono un attore vero!”, è andata come è andata lo sappiamo, non proprio benissimo, tanto che
il cinema impegnato (o presunto tale), chiama Scott giusto quando ha bisogno di qualcuno che tira
due calci mimetizzati in quintali di computer grafica. In questo film qualcosa del suo mai sedato desiderio di recitazione deve
essere rimasto, perché le parti in cui Scott Adkins
deve recitare non mancano, e non scopro certo l’acqua calda se dico che il buon Scott
non è certo un grande attore, non si offende nessuno vero?
punto, ho anche sinceramente temuto il peggio, quando Alma, titolare del locale
centro per ragazzi che non sanno leggere bene (e vogliono imparare a fare anche
altre cose), chiede se i pargoli possono stare a guardare Boyka mentre si allena
(!). Ecco, su quella scena mi sono aggrappato ai braccioli gridando “Eh no eh! La
sindrome di Mad Max oltre la sfera del tuono no però!”. Per fortuna è solo un breve momento (di panico) che si
conclude prestissimo, ma in generale la storia, il suo finale, e i momenti di
pathos, sono quasi tutti delegati al modesto talento di recitazione di Adkins, che fa tornare di moda il discorso del topolino e della montagna. Oh! Poi per fortuna abbiamo sempre la parte per cui si guarda Undisputed, ovvero il menare, e quello
tutto sommato va meglio… fiuuuu!
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Dopo Mad Max, abbiamo anche Arma Letale Boyka! |
Todor Chapka… Oh
insomma Todd qui, fa il suo dovere nel dirigere i combattimenti, il “Main event”
del film e dell’affare in cui Boyka si ritrova incastrato, prevede lo scontro
con i tre campioni del cattivone (“Bring me your fucking champion” piccolo momento di esaltazione), tutti quanti coreografati da Tim Man, lo
stesso che aveva già lavorato con Adkins in “Ninja: Shadow of a Tear” (2013) del
solito Isaac Florentine.
generale i combattimenti non sono affatto male, come detto Scott Adkins è in
ottima forma e quando mena non ha davvero rivali, l’apice del film resta il
secondo match, in cui i campioni schierati contro Boyka sono ben due!
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Ma farlo tutto così il film, brutto? |
Qui Chapacoso
muove la macchina da presa bene, le coreografie sono ben curate, non solo
permettono ad Adkins di esibirsi nei suoi spettacolari calci, quelli che non
capisci mai con quale piede ti colpirà, ma il tuo dentista ha già prenotato le
vacanze a Bora Bora. Ma è proprio il susseguirsi dei colpi ad essere ben fatto,
ad esempio, ho gradito molto il modo in cui hanno mostrato e gestito l’infortunio
che Boyka rimedia durante il match, espediente necessario (quasi obbligatorio direi) per creare
pathos per il gran finale. Si vede proprio il momento in cui cade male battendo la schiena sopra l’avversario (già mandato nel mondo dei sogni) che non avrebbe dovuto
trovarsi lì, tutta roba che se non coreografata e diretta bene, lo spettatore
non può capire, mentre qui è chiara in quanto ben mostrata.
crescendo drammatico, che dovrebbe coincidere con l’arrivo del “Mostro finale”,
interpretato dal bodybuilder 33enne Martyn Ford. Di lui sappiamo che ha
quintali di “Followers” su Twitter (ah interessante), che ha dichiarato di fare
un pasto ad ogni ora (sempre più interessante) e di non sapere come mai la
gente si spaventa quando lo incontra per strada. Benedetto figliolo, sei alto 2.03, pesi 140 kg
e hai più inchiostro addosso tu di un salone di tatuaggi, non ci vuole Stephen
Hawkings per capire il perchè dai!
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Non riesco davvero ad immaginarlo, un così caro ragazzo poi… |
Martino interpreta
Koshmar, anzi scusate “Koshmar the Nightmare”, un personaggio che ha look e
nome giusto per sembrare un Ivan Drago 2.0, il problema però è che un attore
può anche essere fisicamente enorme, e minacciosissimo nell’aspetto, ma non
funziona in un film come questo, se non sa tirare nemmeno un pugno.
posizione di difesa dei pugni, mi ha fatto tenerezza, per quanta tenerezza un
cristone del genere possa generare ovvio. Inoltre mi ha fatto sorridere il modo in
cui hanno cercato di presentarlo, la sua entrata in scena, scortato da guardie
armate, incatenato, e con una museruola in puro stile Hannibal Lecter, ti fa pensare subito ad una specie di bestia
rabbiosa, un’arma che una volta sguinzagliata può solo seminare morte. La prima cosa che ho pensato è stata: Ma dopo come fanno a rimettergli la museruola?
Hanno tipo un fischio speciale per richiamarlo? Muovono la scatola con dentro i
suoi biscotti preferiti? Kosmy! Vieni qui Kosmy andiamo a fare la passeggiata!
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“Scendi il Koshmar che lo piscio!”. |
L’idea di schierare da una parte Boyka, e dall’altra un avversario molto più alto di lui, non
replica lo straordinario finale di Undisputed III, per il semplice fatto che si Martino sarà pure qualche centimetro più
alto di Marko Zaror, ma il Cileno è un fenomeno, con una velocità micidiale e
dei movimenti di gambe da ballerino. Ford invece sembra un personaggio scappato
da Mad Max Fury Road finito per
caso in questo film, anzi a dirla tutta, Nathan Jones, che da George Miller è
stato diretto sul serio, come avversario del protagonista in un film di botte è andato molto meglio del nostro Fra Martino
Tatuato.
nemmeno sia un problema di aspettative alimentate da un’attesa troppo lunga, “Boyka:
Undisputed” è un film meno riuscito sotto quasi tutti gli aspetti, l’unica
costante è l’indiscusso talento marziale di Scott Adkins, ma la sensazione che
ho è quella del limbo.
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Yuri Boyka 1 – Isaac Newton 0. |
Adkins non è mai
riuscito a fare il salto che il suo talento gli consentirebbe, diventando un
nome grosso per il grande pubblico, temo veramente che d’ora in poi potrà solo
accettare tutti i ruoli minori che gli verranno proposti, e magari sfornare un nuovo Boyka ogni anno, fino all’esaurimento,
suo oppure di quello del pubblico, ma vorrei evitare di dover ricominciare ad attendere il prossimo film, questo si è già fatto attendere pure troppo.
finalmente posso andare a leggermi il commento del Zinefilo! Se volete
approfittare conoscente la strada, io vado!