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Cenerentola: What’s The Frequency Kenneth?

William
Shakespeare nella sua lunga vita è stato uno scrittore molto prolifico, eppure
secondo me, se chiedete a Kenneth Branagh, lui vi dirà che il Bardo non ha
scritto abbastanza materiale…

Dopo aver
portato sul grande schermo praticamente tutte le opere di Shakespeare, il Branagh
regista ha cercato a destra e a manca, tutti i filoni possibili di storie
simili al classicismo del suo scrittore preferito.
Ha fatto il
filo a Mary Shelley cercando di riportare in vita il mostro di Frankenstein.
Tra i personaggi della Marvel Comics, ha scelto quello più teatrale e lirico di
tutti, ovvero Thor. Ha persino tentato di cambiare totalmente genere, restando
sempre fedele ad uno scrittore, firmando il reboot dei film dedicati a Jack
Ryan, il personaggio creato da Tom Clancy. Insomma, il nostro Kenneth ha bussato
a tutte le porte, ne mancava solo una, quella di casa Disney.



Disney o non Disney, questo è il problema…

Il trend di
tutte le Major è quello di giocare sul sicuro, riportando al cinema i titoli
classici della loro scuderia. La Disney non è da meno, tra i disastrosi “Alice
in Wonderland” e “Maleficent” a mio avviso solo uno è riuscito a non andare
sotto con perdite nello collaborazione con la Disney, ovvero quel mito vivente
di Sam Raimi. E il nostro Kenneth, invece? Se la gioca sul classico, senza
infamia e senza lode… Se non altro il film non è tedioso come il recente Into the Woods.

Pescando a
piene mani dalla fiaba originale di Charles Perrault e dall’ultra celebre film
d’animazione Disney, Branagh torna in luoghi a lui congeniali, me lo immagino a
suo agio solo quando è circondato da persone vestite con abiti settecenteschi.
La storia
ricalca quella del film originale, il tutto è impreziosito dal lavoro di ottimi
tecnici, quelli che di solito portano a casa gli Oscar, giusto per citarne uno:
il nostro compaesano Dante Ferretti si occupa delle scenografie, perché questo
strambo Paese a forma di scarpa sforna grandiosi professionisti per il cinema,
veri talenti che vanno a lavorare ad Hollywood!
…Sì, anche
perché se rimanessero in patria, al massimo potrebbero ambire ad un posto in un
call center (“Buonasera Signora sono Dante Ferretti, come posso aiutarla?”.



E’ anche laureato, perfetto per un Call Center.

Una cosa che
mi ha colpito è il fatto che gli effetti speciali di questo film, per quanto
buoni, risultino già vecchi, a mio avviso è un problema di definizione. Ormai
l’alta definizione delle pellicole rende troppo netto lo stacco tra attori in
carne ed ossa, e personaggi animati. In ogni caso, i servitori lucertola mi
hanno fatto ridere (“Non lo so Signora, io sono solo una lucertola”).

Insomma, se
siete dei grandi ammiratori del cartone animato originale, potete stare
tranquilli: guardare la versione diretta da Kenneth Branagh vi lascerà la
sensazione di essere tornarti in territori familiari, nessuno shock stile
“Alice in Wonderland” tranquilli.
Quello che mi
ha convinto poco è stata la gestione del minutaggio. Il film dura due ore, ma
c’è comunque una gran frettolosità nella gestione dei personaggi. Il Principe
Azzurro (vestito di Verde. Storia Vera) è come al solito guidato
dall’AMMMOoore, lo script fa anche un (frettoloso) tentativo di spiegare la
malvagità della matrigna come una specie di tentativo di rispondere al dolore alla
perdita dei mariti.

“Se sei il principe azzurro, come mai sei vestito di verde?”  “La costumista è daltonica”.

In ogni caso
la Cenerentola di questa versione del film è bionda e in quanto tale, non
proprio brillantissima a livello di comprendonio. Per tutto il film viene
allegramente manipolata da tutti e lei niente, risponde con innocente candore
a tutte le fregature che le vengono impacchettate (senza neanche troppa carta) dagli altri personaggi.
Ora, io penso che ci sia un limite sottile tra la bontà e la stupidità e la
protagonista di questo film lo ha decisamente infranto!

Insomma, un
film rassicurante e classico per gli spettatori più conservatori, per tutti gli
altri, saranno le facce che popolano il film a crearvi qualche dubbio.
Premetto che
tutte le performance degli attori sono all’altezza, nessuno stecca o risulta
fuori posto, sono proprio le facce ad essere sbagliate, secondo me il direttore
del Casting ha fatto un bel casino:
la candida Lily
James, arriva direttamente da un altro drammone in costume ovvero “Downtown
Abbey”, mentre Richard Madden è passato dai panni del Re del Nord di “Game
of Thrones” (il mitico King of the NOOOOORTH!) a quelli meno drammatici
(ma sempre verdi) del principe azzurro. Anche se devo ammettere di averci messo
svariati minuti a riconoscerlo…
I casini
grossi arrivano con gli altri personaggi: la fata madrina interpretata da Helena
Bonham-Carter, con quella parrucca bionda mi sembrava più l’ex moglie di Paolo
Limiti (non chiedetemi il nome perché tanto non lo so), non ho idea del perché
in questa versione del film non si chiami “Fata Smemorina”, ma in compenso la sceneggiatura non ci spiega nemmeno perché il personaggio si dimentichi di spiegare alla protagonista le regole principali dell’incantesimo (tipo il copri fuoco di mezzanotte), Forse i veri smemorini sono gli sceneggiatori…

Forse sono smemorino io, ma la ricordavo un tantino differente…

La matrigna Cate
Blanchett, forte di tante dame del Bosco Elfiche, fa il suo dovere, ma a mio
avviso avrei invertito i ruoli, mi sarei visto l’attrice australiana molto più
adatta nei panni della Fata, e l’Ex signora Burton visti i suoi trascorsi
cinematografici, molto più adatta al ruolo di matrigna. Boh, insomma, sapete chi
è quella che si è beccata la pagliuzza corta? Hayley Atwell a mio avviso
bravissima nel modesto (per non dire bruttino) Agent Carter, che interpreta la
madre naturale di Cenerentola, il che vuol dire che schioppa dopo due minuti di
film, Hayley? Io farei una telefonata al tuo agente, per chiedergli come
seleziona i ruoli da proporti…

Mentre il
nostro Kenneth? Per questa volta ha portato a casa il risultato, vedremo se
troverà un posticino tra Pluto e Topolino o se andrà via sbattendo la porta
come ha fatto con la Marvel. Tieni duro Kenneth, prima o poi qualcuno scoverà
un manoscritto mai pubblicato di Shakespeare da cui trarre un nuovo film, intanto beccati la dedica musicale…

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