Lo sapete ormai, il mostro ufficiale a casa Cassidy è Chucky, la bambola assassina, la creatura prediletta di Don Mancini che continua la sua cavalcata sul piccolo schermo sempre per il canale SyFy.
Le prime due stagioni della serie hanno confermato il punto di vista di Don Mancini su vari elementi chiave, il primo tra tutti, il suo approccio al personaggio, se non siete cultori di beh, del culto di Chucky, scordatevi di poter seguire la serie, ad esclusione dei tre ragazzini (sempre meno “ini”) protagonisti, Mancini non ha lasciato indietro davvero nulla della continuità interna dei film dedicati al personaggio, infatti anche la terza stagione, ovviamente, riprende proprio da dove eravamo rimasti, il massacro di Natale con relativa scomparsa Caroline Cross, sorella minore di Lexy (Alyvia Alyn Lind).
Anche se ancora una volta Mancini sa come stupire, visto che all’inizio di questa terza stagione, ritroviamo ancora una volta Chucky, utilizzato come bambolotto di conforto, perfetto per tenere lontano le paure di un bimbo che si rivelerà presto essere… Il secondogenito del Presidente degli Stati Uniti d’America. Insomma come Mister Smith, anche Chucky va a Washington!
Il presidente in questo caso è una vecchia conoscenza della serie e dei fanatici del cinema Horror, il politico impersonato (in uno dei suoi più ruoli nella serie) da Devon Sawa ha scalato i vertici ed è arrivato al numero 1600 di Pennsylvania Avenue a Washington. Il nostro Don di suo, non perde occasione per essere satirico, specialmente nella scena in cui il primogenito del nuovo Presidente, si fa un selfie fumandosi un cannone davanti al poster della campagna anti droga Nancy Reagan, ho riso più del dovuto, lo ammetto e non per via del fumo passivo.
Ovviamente una sotto trama fondamentale vede come protagoniste le donne della serie, e che donne visto che quella meraviglia di Fiona Dourif è perfetta nel sempre più drammatico ruolo di Nica Pierce, ridotta a poco più che un tronco smembrato dalla follia di Jennifer Tilly, anzi no scusate, di Tiffany Valentine, però impersonata dalla sempre più burrosa Jennifer Tilly, ormai indistinguibile dalla bambola a cui ha da sempre prestato la voce. Una cattiva che amiamo odiare, perché è veramente matta come un cavallo ma mossa da una forma tutta sua di amore nei confronti di tutti, anche di Nica, nel suo perverso modo certo, ma soprattutto di GG, i due gemelli Glen/Glenda intravisti nella scorsa stagione, che stanno alla base di molte delle motivazioni del personaggio.
La terza sottotrama ovviamente coinvolge i tre quasi ex giovani, Jake Devon e Lexy (rispettivamente Zackary Arthur, Björgvin Arnarson e la già citata Alyvia Alyn Lind) che con il passare del tempo, crescono come il grano durante l’estate e per loro, diventa sempre più complicato il fatto di riuscire a mascherare l’ovvio, ovvero di essere i tre attori meno dotati del lotto. Se fino alla scorsa stagione potevano barricarsi dietro alla giovane età e al fatto di essere poco più che bambini, ormai il trucco è stato svelato e nel confronto diretto con il resto dei colleghi, non solo risultano i personaggi meno interessanti (almeno, per quanto mi riguarda) ma anche quelli recitati peggio di tutti, poco male, la terza stagione di “Chucky” ha altre armi (atomiche) infilate su per la manica.
Purtroppo questo dannato vizio di spezzettare le stagioni in due parti è una piaga che sta proliferando, i primi quattro episodi di Chucky sono andati in onda ad Ottobre del 2023, pensati per culminare con un bel massacro di Halloween e un notevole colpo di scena finale, salvo poi riprendere con la seconda tornata di puntate tra aprile e maggio, un attesa lunghissima in cui ho passato il tempo, non solo a riflettere sul notevole cliffhanger, ma anche a chiedermi quali altri film avrebbe citato Don Mancini nei titoli delle puntate, con episodi come “Murder at 1600, “Let the Right One In”, “Jennifer’s Body”, “Dressed to Kill” per poi arrivare a “Death Becomes Her” oppure “There Will Be Blood” il gioco delle citazioni pop si conferma sempre dietro l’angolo con Chucky, insieme alla satira ovviamente.
Il colpo di scena di metà stagione è una mossa di Judo con cui Mancini non le manda a dire quando si tratta di religione, in virtù dell’esorcismo che ha concluso la seconda stagione, Chucky riceve una brutta notizia, la riceve come accadrebbe a chiunque altro al suo controllo annuale dal medico: dopo quarant’anni di fiero “Damballismo” la religione Cattolica è entrata nel suo corpo e Chucky sta inesorabilmente morendo. Va detto che sì, ho visto METAFORONI più raffinati in vita mia, ma quello che voleva dire Don Mancini, lo ha detto forte e chiaro.
Morente, destinato ad incartapecorire prima del tempo, Chucky è il guastatore mandato da Mancini dietro le linee nemiche, un soldato con la propensione per i coltelli che non ha nulla da perdere e si trova nel posto dove può fare più danni possibili. A proposito di METAFORONE, anche belli dritti, in cerca di una casa infestata dove scacciare il male e la religione dal suo corpo, come un malato in cerca di una cura, Chucky e Caroline arrivano al famigerato civico numero 112 di Ocean Avenue e dopo una battuta sullo stile coloniale olandese che anche qui, mi ha fatto ridere più del dovuto, Chucky capisce che nemmeno la terribile casa di Amityville è abbastanza, ci vuole un posto dietro le cui mura, sono state prese decisioni che hanno portato ad un numero ben maggiore di morti, la Casa Bianca. Quando distribuivano la capacità di essere sottili nelle metafore, Don Mancini era impegnato in una maratona di film di John Waters e sapete che vi dico? Meglio così!
Presidenti americani morti ammazzati male (ma male male!), armi atomiche e un cameo finale che non vi rivelerò, anche se l’ho già fatto (ah ah! Come sono sadico) e che arriva dritto dalla “continuity” della saga, con una leggenda in un ruolo diverso questa volta, ma ancora più all’altezza del suo stato di mito vivente, insomma per la terza stagione di “Chucky” Don mancini punta ancora di più sul Pop, se non proprio sul sull’umorismo Camp più spinto, giocandosi un delirio satirico notevole che vuole mettere in chiaro che un pupazzo alla Casa Bianca, può fare dei danni enormi, anche se va detto, malgrado la scena finale che fa campagna elettorale (mi sembra il termine giusto) per il #renewchucky, con tanto di numero verde da poter chiamare per invocare una quarta stagione (dita incrociate), il nostro terribile Chucky non è il primo in giacca, cravatta e capelli arancioni che si è trovato in quella posizione di potere, ed intendo proprio il primo pupazzo eh? Ma almeno Chucky ha più carisma e classe.
Anche perché in questa stagione il bastardello è davvero scatenato, le morti sono una più grondante sangue dell’altra, la più folle? Avete presente la classica: «Ti ficco un ombrello in bocca e poi lo apro?», Chucky qui passa dalle minacce ai fatti.
Ma forse il mio momento preferito è stato un altro, quello dove la distanza tra la creatura (Chucky) e il creatore (Don Mancini) si azzera totalmente, con il bastardello impegnato a “spolliciare” con il telecomando e a dire la sua su alcuni altri celebri pupazzi assassini dei film horror, la sua presa per il culo a The Boy, alla marionetta di “Dead Silence” e a Me-Tre-Gan (come la chiama lui) mi ha fatto rotolare dal ridere perché si sa, Mancini è leggermente protettivo nei confronti della sua bambola e del primato raggiunto con il personaggio, appena un filo eh? Proprio pochino.
Il difetto vero della terza stagione di “Chucky” è purtroppo solo uno, ma anche abbastanza vistoso, SyFy non ha gli spicci necessari per permettersi degli effetti speciali che siano almeno presentabili, le fiamme finte nel finale saranno anche tante, ma fanno tenerezza per quanto sono bruttine, tanta CGI bruttina e modesta. In certi momenti mette il magone pensare che Don Mancini voglia giocarsela (in maniera come già detto satirica) un po’ alla James Cameron, uno che una bomba atomica non la nega a nessuno, ma abbia i soldi più o meno per un pacchetto di patatine e la sua esplosione, se la debba giocare tutta a colpi di “Lo dimo” (cit.) perché non ha davvero altre alternative.
Sempre benvenuta SyFy che per lo meno, garantisce spazio a serie matte come Chucky, di mio spero francamente che molti americani tireranno su il telefono e decideranno di votare il presidente Chucky, non lasciateci senza il nostro mostro di casa preferito!
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