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Citizen Toxie – The Toxic Avenger IV (2000): quarto poTROMA

Ogni promessa è debito, anche se dovesse prevedere un post come quello di oggi, che potrebbe urtare la sensibilità e le coscienze di lettrici e lettori, perché quando si tratta della Troma, non si prendono prigionieri!

Avevamo lasciato Lloyd Kaufman alle prese con il terzo capitolo del suo Vendicatore Tossico, un film come abbiamo visto, riuscito poco o nulla, anzi, mettiamolo nero su Bara, tanto risulterebbe essere una citazione della frase introduttiva del quarto e fino ad ora ultimo capitolo delle avventure di Toxie: «Toxic Avenger, il primo supereroe del New Jersey. Da questo soggetto sono stati realizzati due sequel che facevano veramente schifo, scusateci. QUESTO è il sequel vero», insomma avete presente la moda di lanciare seguiti nati per ignorare i capitoli meno riusciti di una saga? Lo fanno tutti, ma alla Troma ci erano già arrivati nel 2000.

Si nota che siamo tornati a Tromaville?

Quando si pensa alla Troma, le prime cose che vengono in mente sono trovate matte e ragazze in bikini che limonano tra di loro, più o meno questi sono i fondamenti della casa di produzione fondata da Lloyd Kaufman. Ma se riuscite a non farvi distrare per un secondo dalle ragazze in costume da bagno, è automatico associare alla Troma una gioiosa atmosfera Punk, tanta cazzara allegria e voglia di prendere tutti per i fondelli, alla faccia dell’ossessione contemporanea del politicamente corretto alla grappa. Un casino, ma un casino tutto sommato spassoso che è servito da palestra a nomi come James Gunn o gli Astron-6, tutti cresciuti alla corte di Kaufman, ecco, da questo punto di vista “Apocalypse Soon” potrebbe risultare più sconvolgente di qualunque gag pensata dalla Troma per far incazzare le signore Lovejoy del mondo.

Disagio dietro le quinte ne abbiamo?

Uscito nel 2002, “Apocalypse Soon: The making of ‘The Toxic Avenger IV – Citizen Toxie'” è l’audiovisivo che vi serve se volete capire quel gran casino (dis)organizzato che è la Troma, un dietro le quinte da cui emerge una domanda: come diavolo ha fatto Lloyd Kaufman a non strangolare tutti quegli idioti che si ritrova come collaboratori? Già, perché dal documentario Kaufman-centrico emerge la confusione che ti aspetteresti dal set di un film Troma, ma il più delle volte senza nemmeno la gioia che la libertà di poter dire e offendere tutto e tutti a tuo piacimento, ti dovrebbe in teoria garantire: metà della troupe che sparisce e torna, quando lo fa, completamente ubriaca. Le idee migliori per le svolte di trama suggerite al regista da un bambino capitato sul set. Kaufman che pazientemente spiega ad un assistente che chiaramente non ha mai visto un copione in vita sua, come funziona la numerazione delle pagine e via così, senza soluzione di continuità.

«Vado a cercare qualcuno capace di girare un film e torno, solo un minuto»

Il tutto condito da facce più o meno note che vengono a salutare (il creatore delle Tartarughe Ninja Kevin Eastman con la sua allora moglie, la mitica Julie Strain) guarda caso proprio quando Kaufman sta girando le scene di Tromadú, ambientate nella villa del fondatore di Playboy, Hugh Hefner, che in teoria avrebbe dovuto apparire nel film ma ha dato forfait su consiglio dei suoi avvocati, questo spiega perché nei titoli di coda del film appare la scritta «Nessun ringraziamento va ai legali di Hugh Hefner.»

Se ve lo state chiedendo sì, lui è proprio il papà delle Tartarughe Ninja, Kevin Eastman.

“Apocalypse Soon” è una spremuta fatta con parti uguali di disagio e fede cieca nel fatto che vabbè, in qualche modo si farà, lo scarto tra il tono del documentario e la gioiosa e cazzona anarchia del quarto capitolo della avventure di Toxie è roba in grado di far girare la testa. Ha del miracoloso che questo “Citizen Toxie – The Toxic Avenger IV” sia anche un bel film (in ottica Troma ovviamente), un titolo in grado di recuperare la follia alla base del primo capitolo, facendo quello che tutti i seguiti dovrebbero sempre fare, ovvero applicare la regola aurea: uguale al primo ma di più! Questo lo fa in ogni scena e il risultato finale è a pieno titolo uno dei… Bruttissimi di Rete Cassidy!

L’intento di questa non-rubrica è sempre lo stesso: parlare di quei film oggettivamente brutti, ma con carattere, non è una celebrazione del brutto fine a se stessa, ma un modo per ricordarci che anche le ciambelle venute fuori senza il buco possono essere gustose da mangiare, anche se si sono fatte un tuffo in un bidone di rifiuti tossici e hanno dovuto cancellare dalla “continuity” due capitoli di mezzo per farlo.

Se nel terzo film Toxic si esibiva nel salvataggio di alcuni ostaggi in un negozietto, insomma la classica entrata in scena dell’eroe d’azione, solo che invece di durare cinque minuti, nelle mani della Troma diventava quindici minuti di delirio e budella esposte, qui succede lo stesso, ma di più! Restando fedeli alla regola aurea dei seguiti, Lloyd Kaufman ci porta nella scuola per ritard… Ehm, ragazzi speciali di Tromaville, proprio nel giorno del pranzo messicano, un posto gestito da un’insegnante al nono mese di gravidanza o giù di lì, che viene preso d’assalto dalla Diaper Mafia, la Mafia del pannolino, palese presa per i fondelli della Trench Coat Mafia, responsabile del massacro alla Columbine High School del 1999. Non vi sentite ancora abbastanza offesi? Date il tempo a Kaufman di mettersi al lavoro sul serio!

Prima scena e abbiamo già offeso il mondo.

Ad accorrere alla richiesta di riscatto, il capo della polizia, nero, razzista e con baffi alla Hitler e il sindaco timorato di Dio di Tromaville, giustamente interpretato dall’attore di film per adulti Ron Jeremy. Ah! Il sottile simbolismo della Troma!

Ci sarebbe una battuta fin troppo facile su Jeremy nei panni di un politico, proprio per questo non la faremo, l’avete già capita.

A proposito di nomi noti, la voce narrante all’inizio del film è quella di Stan “The Man” Lee, visto che la sua Marvel Comics ha pubblicato i fumetti di Toxie nel corso degli anni ’90. Tra i curiosi nella folla attorno alla scuola, impossibile non notare i commenti sarcastici di Lemmy Kilmister dei Motörhead, anche se il gioco è indovinare chi è il ragazzotto esagitato che saltella al suo fianco, chi lo riconosce vince un mappamondo!

Dai è facile, salta con l’entusiasmo di chi sta a mezzo metro da Lemmy.

Una situazione con ostaggi (che nel frattempo si sta trasformando in una mezza orgia) viene risolta facendo intrufolare Toxie (non si sa come mascherato da bella strappona in costume da bagno, giornalista della Bikini-Tv) insieme al suo finto cameraman, la spalla di Toxie, il suo personale Robin, ovvero Lardass (Joe Fleishaker) ben riassunto dal suo nome di battaglia. Nella fagiolata di budella sfilate dallo stomaco e minacce esplosive, tutto degenera presto in un disastro: Lardass divora la bomba della Diaper Mafia, ma l’aria nel suo stomaco fa a cazzotti con la classica sigaretta dopo il sesso (non fate domande, è la Troma) e l’esplosione frantuma in due il tempo-spazio, come ci verrà spiegato da uno scienziato paraplegico che strizza ovviamente l’occhio a Stephen Hawking, perché Kaufman non si fa mancare nulla!

Non siamo nemmeno alla fine del primo atto e abbiamo offeso anche il Multiverso.

Per qualche ragione malgrado il botto, sembra che si sia tutto risolto per il meglio, il nostro Vendicatore Tossico (interpretato da David Mattey) viene soccorso dall’altro personaggio simbolo della Troma, ovvero Sgt. Kabukiman (Paul Kyrmse) che per qualche ragione però, parla di crack, ha i capelli impomatati all’indietro e chiama il protagonista Noxie, il tutto sgommando in auto ricordandoci che queste macchine americane, dopo un salto di sette metri esplodono in automatico.

Il mostruoso ma pacifico Toxie si è ritrovato catapultato in un mondo da incubo, avete presente il 1985 alternativo dove Biff è ricco, potente (e sposato con tua madre!) di Ritorno al futuro Parte II? Al confronto di Amortville è un luogo di classe. L’universo specchio in cui è finito Toxie è una parodia della sua Tromaville (che è già una parodia degli Stati Uniti di suo, quindi fatevi due conti), in questo postaccio la sua Sarah si chiama Claire (sempre interpretata da Haidi Sjursen) solo che invece di essere non vedente, qui è sordomuta e con un disperato bisogno di un giro dal dentista, ma fosse solo questo!

«Mi sa che nel cambio di universo ci ho guadagnato!»

In questo postaccio infernale Lardass è vivo, si fa chiamare Chester e pur essendo un esperto di viaggi nel tempo e dimensioni parallele, si prostituisce per strada in cambio di dolcetti e merendine, perché Amortville è il frutto del suo super eroe, quel grandissimo bastardo di Noxie, il castigatore nocivo (anche se Noxious Offender mi piace di più) che ovviamente è stato catapultato a Tromaville, in una serie di scambi di persona e morti ammazzati che lèvati, ma lèvati proprio!

Toxie – Into the Tromaverse

In un attimo Noxie scatena l’inferno a Tromaville, uccidendo a caso i passanti che lo idolatrano scambiandolo per il pacifico Toxie, tanto che il sindaco Ron Jeremy si trova costretto a radunare una banda di super eroi per contrastarlo. Un gruppo di idioti che in quanto a disgusto manifesto, possono essere battuti solo dalla Sezione Otto, quella creata da Garth Ennis sulle pagine di Hitman. Parliamo di fenomeni come Vibrator, una ragazza con un enorme vibratore al posto di un braccio, il potentissimo Uomo Delfino, anche se perfettamente inutile fuori dall’acqua, Cow Man su cui preferirei non aggiungere altro, seguito a ruota dal frutto dell’incontro in ascensore tra Master G e John Mator, che fusi insieme hanno dato vita a Masturbator (nomen omen), tutti quanti capitanati dall’eroico ma sbronzo perso Sergente Kabukiman, che da spalla comica ruba spesso la scena (e non solo!) anche a Toxie.

Kabukiman ubriaco resta il più presentabile del gruppo di super eroi, il che è tutto detto.

“Citizen Toxie – The Toxic Avenger IV” è un trionfo di trovate idiote, un fuoco di fila di gag politicamente scorrette pensate per urtare la sensibilità di TUTTI a tutte le latitudini del globo, una divertentissima stronzata dove non c’è il minimo di dignità per nessuno dei personaggi, buoni o cattivi, sono tutti sporchi, laidi e spesso trascinanti nel fango, sperando che sia fango quello. Basta dire che al più puro di cuore di tutti, ovvero il nostro Toxie, capita di venire quasi violentato tre volte nel corso del film, anche quando nel “Wibbly wobbly, timey wimey” (cit.) dei viaggi temporali, si ritrova proiettato per qualche secondo sul set di un film porno gay degli anni ’70. Il multiverso della scorrettezza della troma è un concetto di cui sappiamo spaventosamente poco (quasi-cit.)

Corey “mister anni ’80” Feldman poteva mancare?

Nel corso del film ci sono battutacce legate a fatti di cronaca, quindi invecchiati un po’ male nell’economia della storia (il linciaggio del ragazzo di colore di nome Pompy, o meglio, della sua testa), ma anche cliniche per l’aborto gestite da folli chirurghi di nome Cassidy (lo prendo come un omaggio) e la folle gravidanza di Sarah, perché universo che vai, fidanzata nuova che trovi e vuoi non giocarti anche la lotta tra due feti, che come in Guerre Stellari, lottano a colpi di scopettoni, uno rosso e uno blu come le spade laser? Assolutamente no!

Limiti? Alla Troma non ne hanno alcuno, quindi perché non un bel incontro tra Toxie e Dio in persona? Impegnato a lamentarsi di questo Papa che parla sempre in suo nome, anche se questo Onnipotente a guardarlo sembra, più che il Creatore rappresentato dall’iconografia classica, una sorta di Peter Dinklage, nome che non cito a caso perché qui si spera di vedere il misterioso rifacimento di “Toxic Avenger” che forse è uscito, forse no, nessuno sa nulla, boh!

Nel corso del terzo atto, offendiamo anche l’ultraterreno e il divino, l’opera della Troma è completa.

Nella follia citazionista Lloyd Kaufman non risparmia nessuno, uno dei passaggi più divertenti, tanto da finire dritto nel titolo del film, sono le feste folli di Noxie a Tromadú, dove uomini e bestie “giocano” insieme e le donne “giocano” tra di loro (ribadisco, è la Troma, non fate domande), in cui il Noxious Offender si perde tra droga e sostanze, in una scena in bianco e nero che fa il verso al celebre capolavoro di Orson Welles, con tanto di Noxie che si esibisce nella sua versione della sospirata “Rosebud”. E voi che pensavate che la Troma fosse solo tette, budella e battute sull’AIDS, tzè!

“Citizen Toxie – The Toxic Avenger IV” è divertentissimo e liberatorio, per assurdo non è nemmeno il film più trucido mai prodotto dalla Troma (che ha saputo fare anche di peggio) ma è un titolo che recupera la follia del primo Toxic Avenger, alzando l’asticella di svariate tacche, l’anarchia di Lloyd Kaufman non guarda in faccia nessuno, nemmeno i suoi personaggi simbolo. Il risultato è un film di 108 minuti, donatore (in)sano di idee folli per almeno un centinaio di altre opere povere di spirito e troppo spaventate per fare un passo, temendo di urtare la sensibilità di qualcuno.

Lloyd Kaufman ci sensibilizza su un problema grave: innocenti catapultati in universi paralleli.

La morale finale, la dedica a tutte le persone che a causa dell’assottigliamento dello strato di ozono, ogni anno si ritrovano intrappolate in universi paralleli, il più delle volte uccisi lottando contro la loro versione malvagia è lo sberleffo finale di un film non per tutti gli stomaci, ma sicuramente adatto ai più iconoclasti tra di voi, perché davanti all’ennesimo filmetto moscio e piatto, guardate verso l’orizzonte, una creatura gigante e deforme verrà ad aiutarvi, il Vendicatore Tossico! E ricordate di riciclare!

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