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Conan il Barbaro (1982): il segreto dell’acciaio (e del grande cinema)

Questa settimana è il turno di uno dei miei titoli preferiti di sempre, affilate la spada e che Crom sia con voi, benvenuti ad un nuovo appuntamento con la rubrica… Un Milius alla volta!

Senza ombra di dubbio, questo film è l’incudine su cui dovrebbero venire forgiati tutti i film Fantasy/Epici/Eroici, ma soprattutto, dopo ogni visione, anche la numero 9785, per una settimana parlerete come Conan, quindi vi dico che questo è un CLASSIDO per Crom!

La storia produttiva di “Conan il Barbaro” è lunga e travagliata e se pensate che io ve la racconti tutta, siete pazzi perché mi ci vorrebbe un mese intero! Ma a grandi linee le cose sono andate più o meno così…

Il produttore Edward Pressman era alla ricerca di un nuovo franchise ambientato in mondi lontani, visto l’enorme successo di “Guerre Stellari”, l’idea era quella di portare sul grande schermo il più famoso eroe uscito dalla penna di quel Texano illuminato di nome Robert E. Howard, ovvero: Conan il Barbaro.

Gasato, Pressman presta un sacco di romanzi di Howard a John Milius, dicendogli, “Tu che sei bravo a scrivere, questa è roba che fa per te!”… In linea di massima, era proprio roba che faceva per Milius.

John controlla la punteggiatura ai lavori dei suoi amici Steven e George.

Salto in avanti: Milius decide che lui una cosa così potrebbe anche dirigerla, a quel punto c’è da convincere Dino De Laurentis (legato contrattualmente ai diritti cinematografici del personaggio) che lui è l’uomo giusto per questa missione. De Laurentis, però ha già uno script per le mani, firmato da Oliver Stone… Non è un omonimo, è proprio QUEL Oliver Stone.

Sfiga! Stone restando fedelissimo al materiale originale, ha buttato giù una sceneggiatura completamente fuori di melone, strapiena di avventure, mostri, creature pazzesche, in poche parole tutta roba che risulta costosissima da realizzare. Se avete visto il suo “Alexander” non è difficile credere che sia tutto vero…

Milius convince De Laurentis a co-produrre il film insieme a Pressman, giocandosi la carta “Io posso modificare lo script rendendolo molto meno costoso”. De Laurentis con gli occhi a forma di Dollaro, accetta subito, gridando: “Un soldo risparmiato e un soldo guadagnato!”.

Milius omette un piccolo dettaglio, ovvero la sua intenzione di sbattersene alla grande del materiale originale e di fare la SUA rilettura di Conan. L’idea è quella di prendere il famoso Cimmero e mescolarlo con il mito del Super Uomo, una roba destrorsa che piace ai destrorsi, quindi con Milius direi che ci siamo.

Uno che decisamente conosce il segreto dell’Acciaio.
L’ultimo tassello va al suo posto con il casting, Milius si prende l’ultima parola su tutti gli attori, ma è Pressman a trovare Arnold Schwarzenegger. Allora era praticamente uno sconosciuto totale che arrivava dalla gare di culturismo, poca roba! Aveva vinto solo Mr. Olimpia 14 volte in fila o giù di lì (non ricordo il numero esatto, ma tante comunque…). Dopo essersi trasferito negli Stati Uniti per seguire il suo sogno di fare l’attore, Swarzy ai tempi era già milionario, poiché aveva investito i soldi vinti nelle gare di culturismo nel mercato immobiliare, questo per essere certo di avere una base economica sicura, in modo da potersi dedicare completamente alla sua carriera di attore. Riassumendo: vince 200 gare, investe i soldi in America, diventa milionario, poi successivamente uno degli attori più famosi del mondo, dopodiché governatore della California, ma solo perché alla Casa Bianca non ci può andare. Niente male come piano ventennale, no?

«Tranquillo Arnold, fai come se non ci fossi»

Alla luce di questa rivelazione, ora sappiamo che i brutti film che ha fatto Swarzy (nessuno, almeno fino a quello in cui era incinto, una roba inguardabile…) li ha fatti perché ci credeva davvero, non perché aveva bisogno di soldi! Quando Pressman vede Schwarzenegger per la prima volta, si stropiccia gli occhi. Guarda i suoi fumetti di Conan disegnati da Frank Frazetta, si stropiccia un altro po’ gli occhi e poi gli fa firmare il contratto per il film. Non ci poteva credere di aver trovato qualcuno che sembrasse uscito fisicamente dalla pagine di un fumetto. Dire che Milius apre il film forte, è un po’ come dire che in mezzo ad una tempesta si corre il rischio di bagnarsi.

«Devi scalarmi quella torre di 46 piani a mani nude, pensi di potercela fare?»

La pellicola comincia citando la frase di Nietzsche che trovi anche nei Baci Perugina: “Ciò che non ci uccide ci rende più forti”. Come a dire: “E moh guardate un po’ quante volte faccio rischiare la vita al mio protagonista!”. Ma la cosa più strana che si potrebbe dire di “Conan il Barbaro” è che di fatto, si tratta di un romanzo di formazione, ecco, non somiglia tanto a “Piccole Donne”, però è un romanzo di formazione.

Il giovane Conan viene educato credendo nel segreto dell’Acciaio e in Crom, Dio delle montagne che non ascolta, quindi perfettamente allineato agli altri Dei. Io, invece, cresciuto guardando Conan, ho terrorizzato i miei compagni di banco con “il segreto dell’Acciaio” per anni. Un righello in alluminio utilizzato per convincerli a farmi copiare i compiti. Il trucco non ha mai funzionato, ma il soprannome della mia “Arma” arriva proprio da questo film. Ma questa è un’altra storia (vera)…

«Ricorda figliolo, Crom è il Dio dell’Acciaio e dei compiti a casa copiati dai compagni secchioni…»
Il villaggio Cimmero viene attaccato dai predoni, tra cui il culturista Franco Columbu tirato dentro proprio da Swarzy, guidati da Thulsa Doom (James Earl Jones) l’unico Vichingo Nero della storia, ma totalmente credibile. I predoni, non proprio dei pacifisti, passano a ferro e fuoco il villaggio, sguinzagliano i loro cani corazzati contro le persone (cerco una corazza uguale per i mie cani da mesi!). Violentano le capanne, uccidono le donne e bruciano gli uomini… O qualcosa del genere. Milius aggiunge giusto quelle due o tre righe di Epica, fa un’inquadratura sul giovane Conan, ci mostra la testa decapitata della madre che vola a terra, mentre le loro mani sono ancora strette una nell’altra… Siete liberi di dire “Tanta roba” se volete.

Come si dice trauma infantile in Cimmero?
I predoni rubano la spada del padre di Conan (SACRILEGIO!) poi vendono il ragazzo come schiavo, qui viene messo insieme ad altri giovanotti a girare una ruota che serve a … Serve a… Non serve a niente ok? È una ruota, gira e basta. In un’ellisse, che se l’avesse mai vista Giotto avrebbe buttato via tutto il suo lavoro, Conan cresce, nel giro di tre dissolvenze (una decina di anni l’una) diventa adulto, quando alza la testa e ci guarda, è diventato Arnold Schwarzenegger, qui Milius ci lascia il tempo per saltare in piedi ad esultare.

Il momento esatto in cui si scatta tutti in piedi esultando.

Il nostro viene trattato alla stregua di una cane per i combattimenti, viene messo seduto a fissare il suo avversario per giorni, senza motivazioni, per poi buttarlo nella fossa a combattere, come dite? Questa è Sparta? No, peggio… Questo… E’… Nietzsche!

Conan come un Pittbull combatte contro i suoi simili, mostra gentilezza (poca) solo con le malcapitate che gli danno in premio per le sue vittorie … Però poi se le tromba. Si esercita con l’acciaio che ha imparato a rispettare da bambino, vediamo la prima di una serie di scene in cui Schwarzenegger fa mosse di Tai-chi con la spada, possibilmente davanti ad uno sfondo che levati… Se poi dopo questo film ne avete visti una cosa come 200 in cui in il protagonista fa Tai-chi con la spada, tranquilli, tutto sotto controllo.

«No no, con quelle braccine secche che ti ritrovi non tiene la spada abbastanza in alto, dai qua, che ti faccio vedere io come si fa!»

Divenuto macchina da combattimento, Conan viene interrogato sui piaceri della vita, senza mai cambiare espressione cita la riga di dialogo che Milius ha pensato per lui ispirandosi ad una frase di Genghis Khan: “Schiacciare i nemici, inseguirli mentre fuggono, ascoltare i lamenti delle femmine”. Siamo circa al minuto 22 del film. E’ la prima riga di dialogo di Conan. E’ la prima riga di dialogo da attore della carriera di Arnold Schwarzenegger…

…E lui la pronuncia con QUESTA faccia.

Ridendo e scherzando, Milius a questo punto della sua carriera, ha dato a Clint Eastwood il ruolo (senza cappello) per cui sarà per sempre ricordato. Ha scritto per Paolo Uomonuovo e Roberto Ford Rossa due Western fatti dal sarto per loro, giusto un filino iconici e ha lanciato la carriera di Arnold Schwarzenegger… Non so voi, ma in vita mia ho visto fare di peggio.

Conan viene liberato, ritrova la spada del padre, si orizzontalizza una strega bona, fa amicizia con Subotai ladruncolo e arciere e incontra quella strappona pazzesca di Valeria. Ora, il film l’ho visto svariate centinaia di volte da bambino, mi sono sempre ricordato Valeria bellissima…. Ho rivisto il film poco tempo fa, ricordavo bene.

Un trucco leggero e una spada affilata, l’indispensabile per un primo appuntamento romantico.

Nota a margine, nel mondo preistorico di Conan, la popolazione non poteva proprio essere vastissima no? E le donne risultano in numero minore rispetto agli uomini, ecco, Conan si ripassa tutte le donne che si vedono nel film, 100% di realizzazione con la fauna femminile dell’epoca Hyrboriana, olè!

Strega seSSi vestita di pelliccia? Check!

Apriamo una parentesi, “Milius e l’ironia”, non molta verrebbe da dire rispondendo d’istinto, eppure nei suoi film qualche momento comico ben fatto si trova. Tipo Conan e Valeria ‘mbriaghi come scimmie sul ponte di una nave pirata, con Conan che collassa con la faccia nella zuppa. Oppure, l’incontro scontro con il cammello… Ora ditemi cosa volete, ma anche dopo mille mila visioni, io con la scena del cammello rido tutte le volte come un cretino.

«Un destro fortissimo alla mascella, manda il cammello al tappeto… Conan è il nuovo campione dei pesi massimi!»
Il personaggio di Conan si forma, fiducioso di quelle due cose che ha imparato da bambino: l’Acciaio e la superiorità di Crom sugli altri Dèi. Ma il cerchio del suo romanzo di formazione si completa quando dovrà scontrarsi con la figura paterna bastarda di Thulsa Doom e il suo culto del Serpente. La leggenda vuole che James Earl Jones sia andato da Milius dicendogli: “No dai, non posso di nuovo dire la frase ‘Io sono tuo padre’ anche in questo film”. Se vi state chiedendo in quale altro film la diceva, potete smettere di leggere, non vi voglio bene.

«Non è vero, vi vuole bene, è solo che quando si parla di Star Wars diventa ipersensibile»
In tutto questo Conan rischia la vita, strangola un serpente gigante (fatto con effetti speciali per altro invecchiati benissimo e ancora efficaci), viene crocefisso su un albero, prende a morsi un avvoltoio (penso che “Conan il Barbaro” sia il film preferito dagli animalisti) ed ogni volta che rischia la vita diventa più forte, mentre pian piano scopre il valore di se stesso, il tutto con una vociona narrante, che ci sottolinea i passaggi (“Cominciò a capire il senso del valore, del proprio valore.”)

Gli effetti speciali sono invecchiati bene, ma il serpente è morto giovane.

Nell’idea di Milius, la voce narrante avrebbe dovuto essere quella dello stesso Conan, De Laurentis, tenuto a bada su tutti i fronti da Pressman, si impose solo su una cosa: l’accento austriaco di Schwarzenegger non lo convinceva, quindi la voce-off divenne quella del Mago. Se avesse saputo che Swarzy, con quello stesso accento, avrebbe fatto la parte del Cyborg, diventato lo stesso un successo di Cinema e pubblico, probabilmente avrebbe lasciato carta bianca a Milius anche per questo.

Anche Conan, come tutti i personaggi scritti da Milius, trova all’interno di se stesso il suo modo di decifrare il mondo, la vendetta finale è la conclusione del romanzo di formazione del personaggio.

Ci sono quelli che dirigono con il cappello da Baseball in testa…. E poi c’è John Milius.

Milius adattando le sue ricerche per un film sui Vichinghi mai girato, crea la sua versione del personaggio, esteticamente il film è molto aderente alle illustrazioni di Frank Frazetta, grazie anche al design di Rob Cobb, ma lo script in sè, è tutta farina del sacco di Milius. Ed è scritto talmente bene, che anche a distanza di anni funziona alla grande, andate a guardarvi il film e ditemi se i dialoghi non vi portano via: “Perché piangi, arciere?” “Perché lui è Conan, il Cimmero. Lui non piangerà. Così piango io per lui.”

Dopo un film del genere, anche dopo 100 visioni, è automatico per me ritrovarmi a parlare per epitaffi, invocando Crom ogni dieci parole, ormai le persone lo sanno e quando mi sentono parlare così mi dicono: “Ti sei rivisto Conan il Barbaro?”.

Possono sembrare ironici, o involontariamente comici, ma secondo me i dialoghi sono così calati nell’atmosfera del film da risultate totalmente riusciti, il monologo di Conan prima della battaglia per me è brillante e non sarebbe stato così senza quel colpo di genio, dettato da un doppiaggio “Ignorante” (nel senso migliore del termine) che si inventa un clamoroso: “…E se tu non m’ascolti, allora va alla malora” che mi fa esaltare ogni volta!

«Crom… so grant me one request. Grant me revenge! And if you do not listen, then to HELL with you!» (Siete liberi di alzarvi e applaudire se volete)

Potrei tenervi qui a tediarvi ore su quanto mi piaccia questo film, sul mio culto personale per il trucco mimetico di Conan, Valeria e Subotai, quando attaccano la torre, oppure sul monologo di Re Osric (Max Von Sydow) che per me è una lezione che tanti sceneggiatori dovrebbero imparare a memoria.

Di fatto il Re è solamente un personaggio che fornisce lo spunto di partenza per un nuovo atto del film, però in due righe di dialogo (due, non duecento) Milius riesce a delineare un sovrano decadente che è pronto a cedere tutti i suoi avere, ad un gruppo di banditi appena conosciuti pur di riavere sua figlia… Ditemi cosa volete, ma io ho visto scrivere personaggi, in maniera molto, ma molto peggiore di così.

Max Von Sydow cerca di ipnotizzare Milius per rubargli il talento della scrittura.
I primi 20 minuti di film sono da storia del Cinema, ma in generale tutto il film è montato alla grande, diretto in maniera precisa e drittissima, c’è molta cura per le scene d’azione e per i costumi, per assurdo, lo sceneggiatore famoso per i suoi dialoghi micidiali, rinuncia alla parola in favore delle potenza delle immagini.  Il trio di protagonisti è composto da tre atleti più che da tre attori, di Swarzy già sapete, Gerry Lopez che interpreta Subotai era un surfista hawaiano che aveva lavorato con Milius in Un mercoledì da leoni e Sandahl Bergman nei (per nostra fortuna pochi) panni di Valeria era una ballerina.

Noi siamo un trio all’erta e pieni di brio.

La voce narrante risulta quasi un’aggiunta, la rinuncia alle parole, in favore della potenza visiva del Cinema (perché Milius non è uno sceneggiatore prestato alla regia, ma un regista e basta) si fa totale anche in un’altra categoria tecnica della pellicola: Le musiche.

Il tema musicaledi Basil Poledouris, è la colonna portante del film, un ‘opera wagneriana che parla al posto dei personaggi, guardatevi una scena a caso con il “Mute”, poi riguardatevela con il volume… E poi mi venite a dire l’effetto che fa. Ci tengo ad aggiungerlo: questo commento è stato scritto mandando in loop il tema principale di Basil Poledouris come sottofondo, per altro a volumi considerevoli!

Il film ovviamente fu un successo, ci fu qualche polemica per la violenza, forse la gente si aspettava di vedere “Conan L’infermiere” non so.

«Non sono violento, sono Nicciano»

Milius aveva in testa una trilogia sull’acciaio, divisa tra questo capitolo, dedicato al potere, il secondo che nelle intenzioni avrebbe dovuto parlare di come usare tale potere e l’ultimo conclusivo dedicato alle conseguenze delle azioni. Purtroppo dovette rinunciare quando la produzione mise in cantiere un sequel stupidino, ma divertente, che cambiava totalmente registro alla storia, magari un giorno parlerò anche di “Conan il Distruttore”, ma per ora prima di concludere con il Conan di Milius, una cosa la devo ancora dire.

Nel finale del film, ritorna la voce narrante, il romanzo di formazione del personaggio si completa con l’ultima inquadratura, in cui vediamo l’anziano Re Conan, seduto pensoso sul suo trono. Bene, posso dirvi che quello per me è stato il singolo fotogramma (di un film NON porno) su cui ho fantasticato per più tempo in assoluto. L’idea di un film sul vecchio Cimmero divenuto Re sarebbe una figata senza freni, ma a rendere quel fotogramma un’idea così esaltante, ci pensa ancora una volta Milius, che riesce a mostrare tutta la forza e il potenziale del Cinema grazie ad una singola immagine epica e utilizzando come contorno poche parole, quelle giuste, che servono a solleticare l’immaginario. Dopo averci mostrato uno scorcio del futuro del personaggio, Milius conclude con: “…Ma questa è un’altra storia.”

Nella mia testa ho girato questo film un milione di volte.

Ed io aggiungo, che se questa storia non vi è piaciuta… Allora andate alla malora, per Crom! Cassidy cavalca verso l’orizzonte cantando fortissimo il tema musicale del film…

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