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Conan il Distruttore (1984): quello che succede quando i film sono fatti dai produttori

Dopo l’indiscutibile successo di Conan il Barbaro, John Milius era già pronto a fare una trilogia sul personaggio, purtroppo le diverse polemiche legate all’eccesso di violenza della sua pellicola, spaventarono molto i produttori. Visto che l’ordine di scuderia era quello di smorzare la violenza, Milius, portò le sue labbra ad un indirizzo nuovo e venne sostituito da un mercenario, di tutto rispetto, ma pur sempre un mercenario.

Richard Fleischer era un regista dal curriculum notevole, tra i tanti titolo validi da lui diretti, ricordiamo: 20.000 leghe sotto i mari, I vichinghi, Viaggio allucinante, A muso duro e 2022: i sopravvissuti.

Il problema è che “Conan il Distruttore” ha un tono tutto differente, di fatto è un film scemotto, molto più leggero, ma indubbiamente divertente, certo, al suo predecessore non allaccia nemmeno le scarpe, ma Dino De Laurentiis ha preferito farci avere questo piuttosto che una trilogia diretta da Milius, cosa gli vuoi dire? È lui quello con i piccioli.

«Crom! Cosa vuol dire che non c’è più John Milius?»

Il Barbaro oltre ad essere protagonista di un infinità di libri scritti dal suo creatore Robert E. Howard, è stato al centro di una quantità sconfinata di fumetti. Infatti, “Conan il distruttore” le prova davvero tutte nel tentativo di risultare simpatico, la trama è tratta da un fumetto di Roy Thomas, Gerry Conway. Se siete appassionati di fumetti, vi vedo da qui mentre sorridete e fate sì con la testa, leggendo i nomi di questi due leggendari talenti.

Conan e il suo compare, il ladruncolo Malak, dopo un’iniziale scena di lotta, vengono portati al cospetto della regina Taramis di Shadizar (Sarah Douglas) che li incarica di recuperare un corno magico che può essere maneggiato solamente da una vergine (uhmm sento puzza di Metaforone sessuale…). Il Corno serve a risvegliare Dagoth, il Dio dei sogni e degli incubi. In cambio la regina si offre di riportare in vita Valeria, il grande amore del Cimmero.

Qui inizia il viaggio verso il castello di Toth-Amon dove troveremo un mago, un mostro e un cammello… Sì, hanno rifatto anche la gag del Cammello, con il secondo Round tra Conan e l’animale.

Conan Vs Cammello, match di ritorno… Stesso risultato.

Il film nel tentativo di risultare simpatico al pubblico (e al sottoscritto), arruola quasi tutte le facce giuste, rivediamo anche il mago del primo film, Akiro. Le new entry di questo film sono clamorose, e necessitano un minimo di deviazione dal seminato da parte del sottoscritto… Tanto il film è davvero quello che è, quindi vi beccate un paio di storielle extra, poi ditemi che non vi penso!

Ora, se mi state leggendo vuol dire che avete avuto dei genitori, non so voi, ma i miei appartengono alla categoria di quelli per cui il loro figliolo, dal momento della sua nascita, deve ricordarsi TUTTO. Ti ricordi quando abbiamo visitato i Trulli di Alberobello? Ehm no. Ma come no! Avevo un anno e mezzo. Ecco, mio padre, il Signor Cassidy Sr. Ogni volta racconta che io da piccolo, avevo paura della pubblicità della Citroen fatta da Grace Jones.

Non che io la ricordi, ma penso fosse questa pubblicità qui.
In questo spot, la macchina usciva dalla bocca di Grace Jones, riferisco per come mi è stata raccontata, io non ricordo niente, avrò avuto tre anni (ma come? Non ti ricordi!?). Bene, con tutto il rispetto per la casa di produzione Francesce, per il Flat top e la carriera musicale della Jones, io quando penso a lei ricordo soprattutto la sua Zula. La schiava guerriera liberata da Conan in questo film, grazie alla fisicità e alla faccia incazzata di Grace Jones, il personaggio è veramente una figata, sembra uscita da un illustrazione si John Buscema e si mangia tutte le scene di cui è protagonista.

Alla voce: Mangiarsi tutte le scene in cui compare (scalciando un numero ragguardevole di culi)

L’altra new entry è Bombaata, il capo delle guardie della regina, guardia del corpo della Principessa interpretata da Olivia D’Abo. Nel tentativo di far apparire piccolo Schwarzenegger, per la parte è stato scelto Wilt Chamberlain. Aneddoto numero due in arrivo.

“Wilt the Stilt”, 2.16 di personaggio “Largen that life” come direbbero gli americani. Si è ritirato dal basket professionistico nel 1973, ad oggi, anno di grazia 2015, è ancora il miglior marcatore OGNI EPOCA della NBA, per darvi un’idea, in questa classifica, Michael Jordan è terzo.

«Si ma Bill Russell ha vinto più titoli di te» , «Non mi parlare di quello lì tappo!»
Per farvi capire quanto Chamberlain fosse un essere umano unico al mondo, vi do qualche dato. 100, i punti segnati in una sola partita (tutt’ora è ancora un record imbattuto), mentre non si contano il numero di Signore portate a letto dal Wilt. Tra le sue conquiste anche anche una signora di Knoxville, Tennesse, futura mamma di un frugolo di nome Quentin (Tarantino).
Il look giusto per far colpo sulle signore del Tennesse.

Nella sua villa di LA, sulla porta della camera da letto Chamberlain aveva un semaforo per gestire l’entrata della ragazze. Giallo aspetti, rosso ferma e verde entra, c’è posto. Il semaforo di Wilt era sempre verde.

Il film ha talmente tante di quelle facce azzeccate, che qualcuna nemmeno la mostra. Sempre nel tentativo di far apparire piccolo Swarzy, come ripieno del costume di Dagoth, creato da Carlo Rambaldi, è stato arruolato un omino di 2.20 di altezza per 240kg. L’unico portatore sano di tale tonnellaggio era… André The Giant (non accreditato in quanto mascherato). Il mitico lottatore di Wrestling, visto anche al cinema (faceva a botte con Van Damme nei panni di Atilla). Gigantesco nel fisico e forbito nei modi, grande appassionato di vini. In pratica sul set di questo film si aggiravano tre dei più grossi atleti del Pianeta, portatori sani di un carisma che levati.


Ecco come far sembrare piccolo Schwarzenegger.
Ecco, peccato che per la parte della Principessa, abbiano scelto una campionessa mondiale di cagamento di cazzo come Olivia D’Abo. Io sfido chiunque a non guardare questo film e a non trovare terribilmente odiosa la biondina. Cosa non proprio indicata quando il film ruota intorno ad una missione di salvataggio proprio della suddetta. Che per altro si trova pure costretta dalla trama a fare la parte di quella invaghita di Conan. In uno dei dialoghi più involontariamente comici che io ricordi, la ragazza afferma a voce alta che Conan/Schwarzenegger è un uomo bellissimo. Penso che il film sia stato etichettato come “Fantasy” solo per giustificare il fatto che qualcuna possa trovare Swarzy affascinante.

«Oh come sei bello Arny, sei proprio il mio principe azzurro»
Il film si ricorda anche per il Lovecraftiano mostro Dagoth, il suo scontro con Conan è stato capace di guadagnarsi un posto tra i miei ricordi d’infanzia. Di fatto la creatura risorge dopo che il corno viene posizionato sulla testa di una pacchianissima statua, una di quelle che ti aspetti di trovare nel parco della villa di qualche Camorrista. La statua si frantuma come il guscio di un uovo, facendo uscire la creatura, che reclama la vergine promessa come sacrificio. Non è chiaro se per divorarla, sollazzarcisi o utilizzarla come manina gratta schiena. In ogni caso, quando i nostri eroi fanno quadrato intorno all’odiosa Olivia D’Abo, il mostrone si incazza due righe.

«Questo è quello che succede a chi critica la mia recitazione»

Il corpo a corpo si risolve con Conan aggrappato sulla capoccia della creatura. Non proprio una posizione comodissima per cercare di “svitare” il corno sulla testa del mostro. Una volta privato della fallica protuberanza, la bestiaccia crolla a terra come un giocattolo a cui hanno tolto le pile.

«Ti voglio bene… abbracciami!»

Il film ha incassato, ma non come da aspettative iniziali, di fatto lo script per il successivo capitolo “Conan il Conquistatore”, è stato riciclato per il film Kull il Conquistatore, un altro personaggio creato da Robert E. Howard.

Resta comunque una visione divertente valida per le facce che popolano il film e per avere due grandi prove. La prima, la prova concreta che intercorre tra un film fatto da un Filmaker con un piano e del vero talento (Milius) e un film pensato a tavolino dai produttori. L’altra è la prova dell’assoluta gloria delle musiche di Basil Poledouris.

Il tema è lo stesso composto per il primo film, ma qui usato un po’a capocchia in tutte le scene d’azione. Il problema è che è così epico e tonante, da risultare comunque sempre bellissimo ed esaltante, anche applicato ad una stupidata divertente come questo sequel. Oh! In ogni caso sempre meglio dieci “Conan il distruttore” piuttosto che un solo remake di Conan diretto da Marcus Nispel!


«Ah ma chi è quell’idiota che fa ancora dirigere i film a Marcus Nispel?» , «Nispel… Per Crom siamo davvero caduti in basso»
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