Fatemi iniziare citando un non proprio simpaticissimo gruppo
locale, gli Statuto una volta cantavano che qui a Torino non c’è il mare.
Abbiamo i gianduiotti, abbiamo musei pieni di cinema e mummie, ma niente mare, in
compenso, poco distante da Torino abbiamo Nichelino, ma anche lì, niente mare.
Ci sono cresciuto poco distante da Nichelino, ci andavo per
giocare a Basket e soprattutto andavo a scuola lì, quindi ci ho passato del bel
tempo. La fama del posto lo precede, immaginate una Gotham City in piccolo, con
molti più intercalari del tipo «Minchia oh» al fondo delle frasi e parecchi
«…Azzo guardi?», diciamo che Batman con il suo vestito da pipistrello
risulterebbe uno dei meno coloriti. Persone di cuore gli abitati di Nichelino,
con la propensione naturale al bordello e alla rissa, pirateschi quasi, solo che
mancando il mare, al massimo vengono etichettati come tamarri.
luogo di nascita di uno che tamarro lo è davvero, Renny Harlin, il regista a
cui vorremmo sempre bene per aver diretto il secondo Die Hard – 58 minuti per morire
e altre cosette sfiziose, ma anche di clamorosi tonfi e nessuno ha fatto più
rumore di “Corsari”, un film dove il mare invece c’è.
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Renny Harlin, pirata ad honorem e tamarro per diritto di nascita. |
Storia incredibile quella di “Corsari”, avete presente la
gag di Chris Rock in cui sottolineava che il primo disco di 50 cent veniva
pubblicizzato solo ricordando a tutti che il rapper era sopravvissuto a nove
colpi di pistola? (Era di Nichelino anche lui forse): «Chi lo produce?», «Gli
hanno sparato nove volte!», «Sì, ma quando esce?», «Gli hanno sparato nove
volte!». Ecco, qui è stessa cosa, solo che per questo film la frase tormentone è
stata sempre la stessa: «Uno dei più clamorosi flop della storia del cinema,
così grosso da affondare la Carolco». Vi invito a cercare pareri argomentati sul
film, non sentirete altro, solo tanti imitatori di Chris Rock.
alla Carolco Pictures, è la casa di produzione che ha lanciato classici come
“Rambo” (1982), alcuni film di Walter Hill e quasi tutti i titoli principali di James Cameron che andava pazzo
per il loro approccio molto spigliato nel firmare contratti, la leggenda vuole
che quello di Terminator 2 sia stato
firmato ad un tavolino di un bar, cosa che non ha impedito al film di diventare
una macchina trita soldi, uscendo solo un anno prima dell’altro titolo spacca
botteghini della casa di produzione Basic Instinct di Paul Verhoeven e non fate finta di non averlo mai visto!
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Buoni motivi per vedere questo film, primo estratto: La SIMMIA! |
Proprio il mio amico Pòlveron qui ha un ruolo non da poco,
dopo aver prodotto insieme alla Carolco Atto di Forza, il grande regista olandese era diventato uno dei preferiti della
casa di produzione e trattandosi di uno dei migliori al mondo nel gestire
personaggi femminili veramente tosti e sensuali al cinema, la loro idea era di
proporgli di dirigere un film con due belle piratesse come Geena Davis e Michelle
Pfeiffer, ma Verhoeven ha in mente altro, vorrebbe un grosso film sulle
crociate intitolato “Crusade”, un po’ sullo stile di L’amore e il sangue che nel cast avrebbe radunato due dei miei
preferiti: Arnold Schwarzenegger e Jennifer Connelly (storia vera). Mi prendo
un solo minuto, perché l’idea della Jenny degli anni ’90 diretta da Verhoeven
mi fa venire un caldo che voi non avete idea.
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Siamo la coppia più bella del mondo (e ci dispiace per gli altri) |
Ma la Carolco era già un’enorme nave da battaglia che
iniziava ad imbarcare acqua, il salto nelle grandi produzioni aveva messo in
seria difficoltà le loro finanze, non c’erano abbastanza soldi per due grossi
film, quindi quando Verhoeven ha proposto loro una cosa più contenuta, con
parecchie donne nude, alla Carolco si sono fregati le mani, peccato che Showgirls sia stato il primo colpo di
pala che ha scavato la tomba della casa di produzione.
quella strana voglia di Geena Davis in versione piratesca non era ancora
passata ai ragazzi della Carolco e Ginona era dello stesso avviso, tanto che
suggerì lei alla produzione un biondone adatto a dirigerlo un film così, Renny
Harlin che, guarda caso, era anche il fortunato che Geena si stava spupazzando
in quel periodo, tanto che i due si sono sposati nel 1993, restando insieme
fino al divorzio del 1998 (storia vera).
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“Certo che come coppia siamo bellini”, “Si ma tanto dopo la foto con Paul e Arnold non ci guarderà più nessuno”. |
Sceneggiato da Robert King e Marc Norman “Cutthroat Island”
(titolo originale fighissimo!) entra in produzione poco dopo, si gira a Malta
e senza stare a girarci troppo attorno, la produzione di questo film viene
definita da Renny e Geena come il loro viaggio di nozze, questo spiegherebbe
(forse) l’assurdo quantitativo di fogli verdi con sopra facce di ex presidenti
defunti, spesi per acquistare e spedire a Malta casse su casse di succo di
frutta e non succo di frutta qualunque, doveva essere della marca V8, il
preferito dei due piccioncini. Pare che questo stramaledetto succo fosse così
tanto che a fine riprese, c’erano ancora pallet pieni di confezioni (storia
vera). Cioè, ora io non voglio entrare troppo nei dettagli, fosse stata la
Nutella, la panna spray, ma che cazzo se ne facevano del succo di frutta quei
due? Ma poi tutto quello!? Ah, ma se pensate che questa sia la cosa più strana
successa sul set, tenetevi forte, ho appena iniziato.
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“Renny toglimi un dubbio, perché quella torre di succhi di frutta?”, “Vitamina C, con il resto ci faccio il Napalm” |
Michael Douglas che doveva essere il protagonista maschile,
era disponibile per breve tempo, per via di impegni lavorativi già concordati,
i continui ritardi della produzione hanno fatto sì che Douglas venisse
licenziato sì, però pagato per intero, senza comparire nemmeno un minuto nel
film. In compenso, il nuovo arrivato, Oliver Reed, è riuscito a fare ben di
peggio.
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Buoni motivi per vedere questo film, secondo estratto: I 722 chilometri di gambe di Ginona Davis. |
Matthew Modine, scelto per sostituire Reed in virtù delle
sue giovanili esperienze di schermidore, è arrivato ad affermare come sono
andate le cose con Reed, io di mio ci metto un po’ di pepe sulle sue parole, ma
il senso resta inalterato e più o meno recitava così: «No no, Oliver Reed è un
signore, sì, certo è uno che fuori dal lavoro ogni tanto ama concedersi un
bicchiere, ma trovo improbabile che un professionista come lui ci abbia provato con
Geena Davis arrivando a provocare una rissa in un bar di Malta, dev’esserci
sicuramente stato un malinteso!». Abbastanza chiaro che Modine, non certo
l’ultimo dei candidi, stesse facendo la parte, perché Oliver Reed era lo stesso
capace di farsi arrestare nudo, a zonzo tra le nevi canadesi per vincere una
scommessa a base di casse di birra (citofonare Cronenberg per conferma).
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E Jack Sparrow… MUTO! |
Sta di fatto che Renny Harlin ha speso soldi come se non
fossero stati suoi (infatti erano della Carolco), animatronici di Jim Henson
che nel film si vedono pochissimo (la murena elettrica usata come arma), oppure
la bellissima colonna sonora firmata da John Debney, suonata dalla London
Symphony Orchestra, perché tanto dopo le casse di V8 tutto è lecito.
Bisognerebbe, però, essere ciechi per non notare che tutti quei bigliettoni verdi
non abbiano potuto comprare anche ottimi risultati, a colpire da subito sono le
scenografie del film, davvero ben fatte, piene di dettagli e soprattutto
realistiche, per gli attori trovarsi in una vera taverna piratesca o sul ponte
di una nave pirata aiuta molto. Questa meraviglia la dobbiamo a Norman Garwood
che aveva curato cosucce come Brazil (scusate se è poco), ma anche altre cosette
a tema piratesco come La storia fantastica e Hook, contando
che ha lavorato anche al film d’animazione “Pirati! Briganti da strapazzo”
(2012) possiamo considerarlo uno specialista.
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Buoni motivi per vedere questo film, Terzo ed ultimo estratto: Geena Davis e una scimmia… INSIEME! (Non ho altro da aggiungere vostro onore) |
Tirando le somme, alla fine i dollaroni spesi sono stati 115
milioni, ah, ma al botteghino, però ne ha incassati la bellezza di… 10 milioni
(ammazza che botta!). Quel buco di 105 milioni ha permesso al film di diventare
il più grosso insuccesso cinematografico, così grosso da meritarsi la menzione
del Guinness dei primati (storia vera). Dopo gli immeritati schiaffi presi al
botteghino da Showgirls, “Corsari” è
il requiem per la Carolco che sprofonda negli abissi per sempre: “Signori, è
stato un piacere suonare con voi” (Cit.).
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Nella vita te ne puoi andare con un “puff” oppure con un “KRAKABOOOM!” (ma il secondo è più divertente) |
Anzi, a dirla proprio tutta, è stato il film che ha
definitivamente bandito i bucanieri dal cinema a lungo, portando avanti la
tradizione di film bellissimi e sfigati come “Pirati” (1986) di Roman Polanski, che da bambino guardavo senza soluzione di continuità alternandolo proprio al
film di Renny Harlin. Quindi, questo, misto alla mia follia, spiega come mai su
questo blog si alternano spesso titoli di natura opposta.
queste cose, la sensazione principale è sempre la stessa: perché non li fanno
più film così? Ok, perché incassano noccioline, però prendente la mia domanda in
senso lato. “Corsari” da bambino mi piaceva un sacco, non lo replicavano così
spesso, ma ogni volta finivo per guardarlo, anche solo per aspettare quella
battaglia navale finale, lasciatemi l’icona aperta che più avanti ci torniamo. È
tamarro? Puoi dirlo forte! Si vuole bene a Renny Harlin proprio per questo, però
tra mappe in latino tatuate sullo scalpo, scimmie che fanno il saluto militare
ad una Geena Davis donatrice sana di carisma e bellezza e un ritmo che non
molla quasi mai, cosa si può volere di più da un film di pirati? Anzi, anche Matthew
Modine sulla locandina del film dipinta, sembra quasi Guybrush Threepwood, se
come me siete cresciuti giocando a “Monkey Island” non potrete ignorare la
somiglianza.
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Per tutti i cultori del retrogaming, si hanno speso soldi anche per produrre il videogioco! |
I primi cinque minuti (come dico sempre) sono quelli che
determinano tutto il passo della pellicola, qui s’inizia con la famigerata Morgan
Adams (Geena Davis) che, purtroppo, si sta giù rivestendo dopo essersi orizzontalizzata
uno, quello cerca di spararle per futili motivi e lei lo cogliona con un:
«Farete cilecca, vi ho tolto i pallettoni» inteso come quelli della pistola, ma
tanto metà dei dialoghi da qui alla fine del film saranno tutti doppi sensi di
questo livello, quindi meglio iniziare fin da subito.
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Cosa avrà voluto dire? |
Discorso che vale anche per l’ottima colonna sonora di John
Debney: Quando nella prima delle sue tante fughe del film, Morgan scappa a cavallo
lungo la spiaggia è impossibile non esaltarsi, nel film non sta accadendo nulla
di davvero significativo, ma sta accadendo con così tanta musica epica da farti
venire voglia di imbarcarti sulla prima nave diretta verso i mari dei Caraibi.
(Frank Langella), Morgan eredita la sua nave, la Morning star e la mappa in
latino tatuata sulla testa del padre, l’unica traccia esistente per raggiungere
l’oro della famigerata “Isola dei taglia gole”, purtroppo piallata dal titolo
italiano. Morgan pianta il suo coltello sul pennone dell’albero
maestro e se fossi un critico vero dovrei spiegarvi la palese metafora freudiana, ma chissene perché chi vorrà sfidare Morgan per il comando, dovrà
estrarlo da lì.
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“Portatemi la testa di Cassidy!” |
Morgan e la sua ciurma di pirati, evidentemente, sono andati
nella mia stessa scuola a Nichelino, quindi per tradurre il latino ci vuole
qualcuno che ha fatto il liceo classico («difficile immaginare in quale momento
della vostra vita avrete bisogno che io parli latino»), la scelta ricade sul
truffatore della parlantina sciolta William Shaw (Matthew Modine) che viene letteralmente
comprato all’asta da Morgan, in una scena che è un chiaro omaggio ad un classico
della pirateria cinematografica (nel senso di film sui pirati, non di film “Aumma
aumma”) , ovvero “Capitan Blood” (1935).
non fa altro che provarci con Morgan che, a sua volta, risponde per le rime,
provoca, ma non si tira mai indietro davanti ad un doppio senso, volete un perfetto
gioco alcolico? Vi fate un goccio ad ogni doppio senso sessuale del film, prima
di arrivare a Geenona Davis che chiede all’unica prostituta del porto alta
quanto lei quando vuole (per il suo abito) sarete più ubriachi della scimmia
che rovescia il rum nel film, garantito al limone.
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Non fare quella faccia carina… |
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…a lei il vestito dona molto di più. |
Renny Harlin non si smentisce davvero mai, riesce a
trovare il modo di far esplodere le cose anche nel grosso combattimento a colpi
di spade che si scatena nel locale dove si rifugia l’altro zio di Morgan, Mordachai
Fingers (George Murcell), una scena molto concitata in cui se guardate bene,
potrete notare un grosso barile che nel casino generale colpisce in testa Matthew
Modine, cosa che è successa davvero ed è finita dritta nel montaggio finale del
film.
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Una normale giornata di lavoro nella vita di Renny Harlin. |
Harlin è uno che ci tiene a far fare ai propri attori le
scene più pericolose, per nostra fortuna Geena Davis non si è mai tirata
indietro nemmeno nella scena della fuga sulla carrozza, in cui Morgan guida la
carrozza, salta sul tetto di un palazzo, corre attraverso una stanza, salta
fuori dalla finestra, rotola sui coppi del tetto e risale al volo a bordo della
carrozza lanciata a tutta velocità, una scena composta da due momenti montati
alla grande insieme, ma talmente riuscita da non avere nulla da invidiare ai
migliori stunt, soprattutto perché realizzata dall’attrice su un set reale,
alla faccia dell’abuso di CGI moderna!
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La gioia infinita di chi ha già fatto esplodere mezzo film, ed è solo a fine primo tempo. |
I momenti esaltanti in “Corsari” non mancano, notevole la
scena notturna in cui la ciurma di Morgan raggiunge finalmente l’isola durante
una mareggiata con acqua che vola a secchiate, ma di davvero azzeccato va
segnalato anche il parco cattivi del film, due che più opposti non potrebbero proprio
essere.
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Parrucconi imbellettati, una prova fotografica. |
Il Governatore Ainslee (Patrick Malahide) imbellettato e
con il suo parruccone da Inglese identico ai boccoli del suo cane (un cavalier
king) è il burocrate che vorrebbe ridurre tutti i pirati a corsari al servizio
della corona, il suo perfetto contraltare è lo spietato zio di Morgan, Doug
Brown interpretato dall’unico attore all’altezza giusta per opporsi a Geena
Davis, perché se la tua protagonista è 183 da casello a casello (fischia!)
ci vuole Frank Langella per guardarla dall’alto in basso.
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“Lo sapevo, sono circondato da |
Langella non le ha certo mandate a dire, senza girarci
troppo attorno ha dichiarato che la
sua parte e quella di Matthew Modine sono state sforbiciate, per dare più
spazio a Geena Davis, per il semplice fatto che… Beh… Andava a letto con il
regista, cosa che tecnicamente era anche corretta. Malgrado tutto il suo
personaggio è azzeccatissimo, Langella sfoggia un’abbronzatura da uno che passa
il suo tempo sul ponte delle navi per il resto è quello che pare divertirsi più
di tutti a giocare a fare il pirata, anzi il cattivissimo pirata!
impunemente ai suoi uomini per risolvere il problema, il buon vecchio “Skeletor”
non si divertiva così tanto dall’ultima volta che ha interpretato, beh…
Skeletor! L’apice lo raggiunge nella scena della battaglia navale, dove tra
cannonate, vere navi che esplodono spargendo schegge di legno in aria, arrembaggi
e assalti con il coltello tra i denti, il suo personaggio, proprio nel mezzo della
battaglia, si concede un minuto per esultare «Io adoro tutto questo! Lo
adoro!!».
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Frank Langella decide pacatamente di licenziare il suo agente. |
La battaglia navale di cui vi ero debitore di un’icona lasciata
aperta è uno spettacolo, le scenografie di Norman Garwood rendono tutto reale,
al resto ci pensa Geena Davis che è perfettamente a suo agio nel ruolo, salta,
picchia, colpisce, spara, in una gran caciara finale che mi piaceva un sacco da
bambino, ma anche rivista oggi continua a fare la sua porca figura, trattandosi
di un film di Renny Harlin poi secondo voi può mancare la “Frase maschia”
prima di eliminare il cattivo? Assolutamente no, anche se più di “Frase maschia” (per citare Lucius) parlerei proprio di momento davvero tamarro piratesco, riassumiamolo
così: se un uomo con la spada seghettata, incontra una donna con un cannone… Vabbè, sapete come va a finire.
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Una “Frase maschia” lo è ancora di più, pronunciata da una donna tosta. |
Con la sua mappa da seguire per settantacinque passi che
anticipa la differenza tra due e tre dimensioni, “Cutthroat Island” è un film
di pura avventura, diretto con mano ferma da un vero pirata tamarro come Renny
Harlin. Geena Davis è fantastica e alle prese con un ruolo molto avanti
rispetto al 1995, questo sarà anche il film che ha messo fine alle pellicole
dedicate ai pirati, almeno fino al 2003, quando il successo di “Pirati dei
caraibi” ha interrotto la maledizione, però, a ben guardarlo, anticipava certa
ironia del film di Gore Verbisnki e, per assurdo, la tosta piratessa Morgan,
sarebbe un personaggio più al passo con i tempi oggi che nel 1995. Giusto per
ricordare a tutti i troll in rete che le protagoniste con le palle non sono
certo un’invenzione della Marvel.
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“Perché nessuno mi ha ancora portato la testa di Cassidy!?” |
I film d’avventura sono roba sempre più rara, i Corsari di
questo film cercavano l’oro, invece sono andati a fondo insieme alla Carolco,
facendo un buco di 105 milioni di dollari, un tonfo forse immeritato giudicando
il film di quel pirata di Renny Harlin che in coppia con la sua Geena Davis
non si è certo perso d’animo, un paio d’anni dopo aver affondato la Carolco, i
suoi hanno sfornato Spy, altro giro,
altro flop per un film, anche quello troppo maltrattato.
tutti i tipi, “Corsari” è sgangherato, caciarone, decisamente spassoso e con un
ritmo ancora invidiabile, il tipo di film che trasmetterebbero nei drive-in a
Nichelino, anzi, se a Nichelino ci fosse il mare sarebbe “Corsari”, Renny
Harlin sarebbe il sindaco e Geena Davis la madrina della città e tutti la
saluterebbero al grido di «Io adoro tutto questo! Lo adoro!!», salvo poi
aggiungere «…Azzo guardi?».
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“Cannoni pronti, fuoco a volontà su quella torre di succhi di frutta!” |
Blogosfera nei prossimi giorni, perché questo film è solo il primo dell’inizoativa a blog unificati intitolata “Che brutto affare”, con una serie di grossi e costosi film e filmacci degli anni ’90, i prossimi appuntamenti li
trovate qui sotto, subito dopo il banner dell’iniziativa!
22 aprile
“Spy” – Director’s cult
23 aprile
“Striptease” – Non c’è paragone
24 aprile
“Waterworld” – Il Zinefilo
26 Aprile
“Godzilla” – La fabbrica dei sogni
salteranno anche solo un appuntamento!