Sono biologicamente impossibilitato a parlare male di persone di nome Bruce. “Un uomo deve conoscere i propri limiti” (cit.). Ma complice la presenza del film su Prime Video e il fatto che in tanti mi state chiedendo un parere, ecco il mio su “Cosmic Sin”.
“Cosmic Sin” fa parte di quella caterva di film dove Bruce Willis compare in locandina e sullo schermo tra i cinque e i dodici minuti (non consecutivi), incassa l’assegno e poi torna al bar a svuotare bicchieri.
Nel futuro del film, nell’anno 2000 mille e qualcosa, tutti sono vestiti come nel 2021 e al bar (a svuotare bicchieri) ascoltano musica dal Jukebox. L’uomo più odiato del futuro è un ex generale bombarolo fatto a forma di quello che resta di Bruce Willis, di nome James Ford. Dettaglio che potrebbe interessare molto a Marco.
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No Bruce, il labbrino come i bimbi no ti prego! |
James Ford sa tutto sugli alieni, cioè sa che sono cattivi e tanto basta, ma viene richiamato in servizio perché circa sei minuti prima è avvenuto il primo contatto: due umani su Marte terraformato, volevano dare via libera agli ormoni ma invece di Jason hanno incontrato degli alieni, che non si vedono ma uccidono lui e si beccano un paio di revolverate da lei, che gli spara addosso con una pistola con il tappino rosso sulla punta, come quelle che usavo io da bambino per gioco. Gli alieni capiscono di colpo che non esiste vita intelligente sul pianeta Terra.
Parte il piano “Peccato cosmico” (che è anche il miglior commento al film), in caso di primo contatto il protocollo dice: BOMBARDARE gli alieni. Se questa è una trovata satirica per criticare la politica estera Yankee, dal film non emerge, forse per incapacità generale delle forze in gioco. Ma sta di fatto che Bruce, Frank Grillo e una serie di soldati noti come “carne da cannone” partono nelle loro tutine spaziali al grido di: «America… FUCK YEAH!».
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Un |
Dopo cinque minuti netti il risultato consiste in, Frank Grillo a vagare nello spazio come l’astronauta pasticcione, Bruce Willis disperso (perché nessuno ha pensato di cercarlo al bar) e i soldati soli a fare amicizia con la resistenza. Composta da tre comparse. Tre di numero, uno, due e tre.
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Le trecce della Thunberg, il fucile di Arnold (Greta Schwarzenegger) |
Seguono dialoghi scritti da Topo Gigio, mentre giù per la gola della trama (e dello spettatore) vengono infilate parole a caso come “Stargate”, “Bomba quantica” e una citazione al Bones di Star Trek («Sono un dottore non un Dio»), insomma considerando le armature dei soldati che dovrebbero far pensare a “Fanteria dello spazio” ma sembrano costruire al Brico più vicino, possiamo dire che il bignami della fantascienza almeno è stato consultato.
Gli alieni, non si vedono, alcuni si manifestano come capaci di possedere gli umani trasformati in una sorta di zombie assassini, altri invece, sembrano la versione pezzente dei Nazgûl del Signore degli anelli. Da qualche parte nel mondo, John Carpenter bestemmia per il mancato incasso di Fantasmi da Marte, ma le sue parole vengono coperte dagli insulti nella lingua di Mordor di Tolkien, che dall’aldilà dimostra di apprezzare la citazione il giusto.
Seguono PIM, PUM, PAM spaziali oggettivamente pallosissimi, quando Bruce Willis torna in scena (richiamato d’urgenza dal bancone), si ritrova a recitare frasi a caso evidentemente uscite dai biscotti della fortuna, mentre il montaggio, maneggiando l’arte del campo e controcampo con la delicatezza di un ornitorinco armato di zappa, non facendo nemmeno finta di farci credere anche solo per un momento che Willis non sia da solo, in una stanza, a ripetere frasi senza senso, mentre il resto dei personaggi proseguono con i loro dialoghi, sempre scritti da Topo Gigio che evidentemente nel frattempo ha cominciato a correre sulla ruota per buttare giù un po’ di girovita.
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Per quello che ne sappiamo, conciato così, poteva stare “recitando” da casa sua. |
Frank Grillo in tutto questo, fa la figura del Bruce Willis sì, ma degli ultimi film della sua carriera: resta in scena dai due a sette minuti (non consecutivi) e nel finale si rischia anche l’omaggio ad “Armageddon” (1998) però girato con i soldi della paghetta del nipote del regista. Se volte consideratelo “Spoiler”, ma l’ultima scena del film prevede Bruce Willis al bar, dove evidentemente era più facile trovarlo e convincerlo almeno a far finta di recitare.
Risultato finale: vi ricordate lo “scandalo” di quanto Bruce faceva la pubblicità per una nota compagnia telefonica? Rispetto a “Cosmic Sin” oro puro. Detto questo, imperituro amore e rispetto per Bruce, ma su Star trovate tutti i Die Hard, poi non ditemi che non vi avevo avvisato.
Try this trick and spin it, yeah
Your head will collapse
But there’s nothing in it
And you’ll ask yourself
Where is my