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Critters, gli extraroditori (1986): trent’anni e una VHS dopo

Era parecchio che volevo rivedermi i Critters, quasi simpatici esserini che conobbi in un’altra Era geologica, sulla copertina di una VHS della mia videoteca di fiducia. Mi sono stati simpatici da subito, forse per via della fame atavica che ci accomuna.

Per festeggiare i trent’anni del film in italia, ecco a voi un blogtour tutto da leggere! Il Zinefilo ci racconta il film con il suo stile. IPMP con la locandina italiana dell’epoca. Vi ho già parlato di come durante la mia infanzia, la lista dei titoli noleggiati sulla tessera della videoteca era tutta un Terminator, Gremlins, Gremlins, Terminator 2, Gremlins 2 , Terminator. La VHS di “Critters, gli extraroditori” era poco distante da quella dei mostrini di Joe Dante e non per un vezzo del gestore del negozio, ma proprio perché la New Line Cinema, allora piccola casa specializzata in Horror che non aveva ancora sfondato con la trilogia de “Il signore degli anelli” li lanciò proprio come la loro risposta ai Gremlins di Joe Dante (storia vera!)

Saranno due anni che avevo in mente di rivedere il film, devo ringraziare Marco che ormai avrà perso la speranza di un mio commento, visto? Un Cassidy non è mai in ritardo, arriva precisamente quando intende farlo (cit.). L’incipit del film è ancora tutto matto oggi, a trent’anni dalla sua uscita, vi lascio immaginare l’effetto che ebbe sul me stesso bambino di allora, leggerissimamente nella fogna del film di Joe Dante, passione che non mi è mai passata (se proprio devo dirla tutta).
La stessa faccia che fa il mio cane, quando ha combinato qualcosa.

Su un asteroide artificiale adibito a carcere di massima sicurezza (fiiiiigoooo!) sono rinchiusi dieci esemplari dei famigerati Critters, anzi otto, perché due di loro sono stati uccisi dai loro carcerieri, le provviste a bordo non sarebbero mai state sufficienti per la fame infinita di dieci buone forchette come i Critters. Il dettaglio davvero micidiale è che non vediamo mai le creatura, ma solo i loro carcerieri alieni e i due cacciatori di tagli intergalattici che si lanciano all’inseguimento dei Critters evasi dal sasso-prigione.

I due cacciatori di taglie hanno un look che risulta originale ancora oggi: pastrano fino alle caviglie, bandoliera, fucile e tutto il resto, sembrano gli Zii dello Star-Lord di Guardiani della Galassia, salvo che al posto della testa, hanno una roba che sembra una palla da basket di chewing-gum masticato dal colore verde luminescente. Il bello è che questo capoccione malleabile torna buono per mutare forma e scegliere un identità per adattarsi al luogo in cui agiscono, nella fattispecie il terzo sasso partendo a contare da quella grossa stella, noto nome Terra.

Uguali a quelle appiccicate sotto i banchi a scuola.

Proprio sulla Terra, nello specifico nel Kansas, vive la famiglia Brown, papà Jay (Billy Green Bush), mamma Helen (la mitica Dee Wallace, quella di “Cujo”, “L’ululato” ed E.T. che torna buono più avanti…), i due loro due figli, l’adolescente April (Nadine Van Der Velde… Salute!) e il più giovane Brad (Scott Grimes). Questo in particolare, fin dal nome, sembra una specie di Bart Simpson: scalda il termometro sotto la lampadina per saltare il compito in classe, gioca con la fionda facendo danni e tormenta la sorella, ci manca solo che dica “Eat my shorts” poi sarebbe proprio lui.

Insomma, una simpatica famiglia di contadinotti tirati a lucido, con tanto di figlia adolescente che si porta il nuovo fidanzato nel granaio, nemmeno fosse uno commedia scollacciata degli anni ’70, se non fosse che il fidanzato è quella faccia da schiaffi di Billy Zane, ma con una coda di capelli che ti fa pensare che da un momento all’altro inizierà a cantare “Sì o no” o ancora peggio, farà salire qualcuno sul palco a farsi uno stonato giro di Karaoke (Gulp!)

«Listen to your friend Billy Zane, he’s a cool dude!» (Cit.) Bah a vederlo così mica tanto! 

Alla riffa aggiungete Charlie (Don Opper), uno che una volta era un asso del baseball come in un pezzo di Bruce Springsteen, ma i cui “Glory Days” sono belli che finiti quando ha iniziato a sentire le vocine degli alieni nelle otturazioni dei suoi denti, diventando lo zimbello locale. Avete già capito chi sarà il primo ad assistere all’atterraggio dell’astronave dei Critters, vero?

“Critters, gli extraroditori” scritto e diretto dall’allora esordiente Stephen Herek, quello del cult Bill & Ted’s Excellent Adventure, ma anche di roba su commissione tipo il film su “La carica dei 101” (1996), ha inventato quelli che chi parla bene chiamerebbe “Creature features”, con l’intenzione di fare una versione più oscura (o forse dovrei dire ancora più oscura!) dei Gremlins, al netto di 2 milioni di ex presidenti morti stampati su carta verde e una distribuzione in soli 540 cinema, di suddetti fogli verdi a casa ne ha portato ben 13, mica male per una roba messa su quasi per scherzo.

«Sono così carini! Poooooossiamo tenerli!?»

A distanza di trent’anni rimane immutata la genuinità degli intenti del film, la storia non è certo rivoluzionaria, ma i personaggi funzionano e la durata (82 minuti titoli di coda compresi), lo rendono ancora un film godibile, per altro invecchiato piuttosto bene, specialmente per via degli effetti speciali.

I Critters sono frutto del talento dei fratelli Chiodo, gli stesso che due anni dopo questo film, esordirono alla regia con quel gioiellino intitolato Killer Klowns from Outer Space, che qui già facevano sfoggio di tutta la loro bravura. I mostrini pelosi con gli occhi rossi e due (o tre) file di denti sono un trionfo di effetti vecchia scuola, specialmente quando li utilizzano per divorare qualunque cosa, anche un pupazzetto con le fattezze di E.T. giusto per ribadire gli intenti satirici della pellicola.

E.T. telefono casa… Si, ma per chiedere aiuto!

Devo dire che ho sempre avuto un debole per la riuscita della trasformazione dei cacciatori di taglie dalla faccia mutante, alla prima visione del film da bambino, diventarono subito oggetto di culto, anche se allora non sapevo che per quell’ottima trovata dovevo ringraziare di fratelli Chiodo. Certo, bisogna dire che i due cacciatori non brillano per discrezione. Appena arrivati sulla Terra, il primo decide di prendere le sembianze della celebre Rockstar immaginaria del film, Johnny Steele, di cui vediamo anche il video musicale della (martellante) “The power of the night”, talmente credibile per look anni ’80 e abuso di lacca da parte del frontman, che avrebbe potuto essere un singolo di successo nel decennio dei jeans a vita alta.

«Vi spariamo addosso, ma solo per il vostro bene»

Il dettaglio che avevo dimenticato e che ho riscoperto vedendo il film qualche giorno fa, è che la navetta dei pestiferi Critters, viene fatta saltare in aria dallo scemo del villaggio, quello a cui nessuno crede e che tutti prendevano in giro, che con questa azione dinamitarda si redime. Siamo sicuri che Roland Emmerich non abbia deciso di omaggiare i Critters quando ha scritto e diretto il finale di Independence Day? No, perché sembrano davvero la stessa scena, solamente con due budget enormemente differenti.

Ecco dove avevo già visto quel finale!

Ma in fondo, proprio come il film di Emmerich, “Critters, gli extraroditori” è un gustosissimo B-Movie che funziona a livello d’intrattenimento, grazie anche ad effetti speciali che hanno tenuto bene la prova del tempo e questi mostrini affamati non si sono certo fermati qui, visto che sono stati protagonisti di tre seguiti, di cui il secondo capitolo è diretto stato da Mick Garris (quello di Masters of Horror), mentre il terzo, è stato l’esordio alla recitazione di un giovanissimo Leonardo Di Caprio, che avrà pure vinto l’Oscar combattendo con un’orsa, ma mi viene da pensare che forse era solo un Critters troppo cresciuto!

Nello foto sopra un mito, l’altro invece è solo uno che ha vinto un Oscar.

Stephen King in un suo racconto molto riuscito, ci spiegava che il passato scompare, perché viene divorato dai Langolieri, la VHS e la videoteca dove conobbi questo bastardelli è andata persa nel tempo come lacrime nella pioggia, forse se la sono mangiata i Critters, alla faccia dei Langolieri!

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