Ereditare una
serie scritta da Alan Moore può essere un’impresa molto difficile, oppure molto semplice, in questo caso Simon Spurrier può
considerarsi fortunato, ma prima, un piccolo passo indietro.
creata da quel pazzoide di Garth Ennis parla di un misterioso virus che
trasforma la popolazione in essere spietati senza nessun freno inibitore, mossi
dagli istinti più bassi, violentano e uccidono senza ritegno, uno tratto
distintivo, una vistosa eruzione cutanea a forma di croce sul volto, da qui il
nome della serie il loro soprannome: Scrociati.
entrato a gamba tesa su una serie puramente survival horror, applicando il suo
solito genio e spostando la trama cento anni del futuro dopo l’avvento degli
Scrociati. Il risultato è stato il primo volume della serie Crossed +100, splatter e violenza non
mancano, ma Moore sfrutta il soggetto per mandare a segno una riuscita storia
di fantascienza, tratteggiando un mondo riconquistato dalla natura selvaggia e
un’umanità rispedita all’Età della Pietra che muove i primi passi per
ricominciare, anche nelle scelte linguistiche, Moore sottolinea i cento anni
passati, inventandosi una geniale parlata futura fatta di neologismi, più
legati alle singole azioni (“Fantasmare” al posto di spaventare, “Occhieggiare” al posto di guardare e via dicendo), ma anche non semplicissimi da seguire,
almeno nei primi numeri, poi con il passare delle pagine ci si fa l’orecchio e
questa “Fintastoria” diventa “Cinematica”, senza dover “Capocciare” poi troppo
sull’utilizzo della parole.
Quest’anno ad Haloween mi travesto da da “Faccia di chiesa”. |
Altra
caratteristica del primo volume? Quella di intitolare ogni capitolo come un
celebre libro di fantascienza, ovviamente scelto in tema con il
contenuto del capitolo stesso, aiuta il fatto che la protagonista sia l’archivista
Future Taylor, giovane ragazza che nel suo girovagare, cerca di recuperare e
salvare libri di “Fintestorie”, specialmente quelli di fantascienza, i suoi
preferiti.
la serie tocca a Simon Spurrier, uno che ha una certa esperienza con il mondo
violento creato da Garth Ennis, visto che è stato autore del ciclo di storie “Crossed:
Manchi solo tu” e proprio da qui Spurrier continua, assicurandosi di non
uscire mai dai sicuri binari tracciati dal Mago di Northampton.
distruzione della comunità di Future, Chooga, avvenuta nel finale del primo
volume, la ragazza è ancora ospite di Murfreesboro, comunità filo-islamica,
rappresentante dell’unica religione sopravvissuta sulla terra dopo la
catastrofe. Ma dopo un anno Future non è ancora tranquilla, sospetta che i “Faccia
di chiesa” stiano organizzando qualcosa, il suo fiuto e tutti quei romanzi di
fantascienza non le concedono di credere davvero che sia tutto finito,
ovviamente la comunità non la pensa allo stesso modo, capire chi ha ragione in
questo dissidio non è la parte più complicata della storia.
Cento anni nel futuro, altro che automobili volanti! |
si gioca furbetto l’omaggio iniziale al capolavoro di Richard Matheson, “Io
sono leggenda” per sottolineare le paure di Future e anche per dare un titolo
al volume, dopodiché seguendo il copione di Moore, per ogni svolta della
storia, inserisce un nuovo romanzo, Future organizza una “Sgambata” fuori dalla
comunità per accertarsi che gli Scrociati non stiano architettando qualcosa? Bene,
allora l’occasione è ghiotta per omaggiare il viaggio della nave “Gateway” in
viaggio per Venere, del romanzo “La porta dell’infinito” di Frederik Pohl.
di una civiltà nell’arco degli anni, secoli e millenni, somiglia al lavoro
fatto da Olaf Stapledon sulle pagine di “Infinito” e l’impossibilità di
comunicazione tra umani e Scrociati ricorda quella tra umani e Taurani di “Guerra
eterna” di Joe haldeman.
+100 Vol. 2” non ha grossi difetti da segnalare, ho trovato la lettura molto
più semplice rispetto a quella del primo capitolo, non solo perché mi sono abituato
alla stramba parlata futuristica, ma più che altro perché Spurrier ne fa un
utilizzo molto più didascalico, limitandosi a sostituire alcuni verbi con i
loro equivalenti nella neo lingua (per altro sottolineati, per maggiore
chiarezza). Il risultato non richiede la stessa concentrazione durante la lettura
del primo volume, ma vengono meno anche le trovate brillanti e, in senso più
ampio, il genio del grande scrittore.
Rejex rejex, you’ve torn your dress. Rejex rejex, your face is a mess… |
problema è tutto qui, tra il primo e il secondo volume intercorre la differenze
che c’è tra Moore e Spurrier: il primo è geniale, il secondo è “solo” un
solidissimo scrittore che fa un buon lavoro, ma nello scontro diretto il
paragone è impietoso.
invece, anche qui assistiamo ad un cambio della guardia: Fernando Heinz e Rafael
Ortiz prendono il posto di Gabriel Andrade, disegnano ognuno tre capitoli a
testa dei sei che compongono il volume. Fernando Heinz mi ricorda una marca di
Ketchup che mi piace, ma il suo tratto è un po’ troppo fumettoso per la storia,
con influenza da Anime specialmente nel tratteggiare i volti, cosa che,
specialmente nelle prime pagine, mi ha spiazzato un po’.
Quando parlo di matite in stile Manga mi riferisco a questo. |
Rafael Ortiz,
invece, ha un tratto più sporco e grezzo, decisamente più azzeccato per la
storia ma anche leggermente più confusionario. Insomma, la sensazione che ho è
che anche Crossed +100 diventerà una serie regolare magari anche
interessante, ma come mi è già capitato per la serie madre, con l’addio dello
scrittore titolare (Garth Ennis là, Alan Moore qui) non so quanta voglia avrò
ancora di proseguire con la lettura.
un salto tra queste ben poco rassicuranti pagine piene di loschi “Faccia di
chiesa” potrei sempre aver voglia di concedermelo.