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Cursed – Il maleficio (2005): eravamo quattro lupi mannari al bar (che volevano cambiare l’horror)

Ci sono momenti in cui bisognerebbe essere in grado di capire che il passato è andato e che ormai è davvero tutto finito. Non questa rubrica, quella continua anzi, bentornati a… Craven Road!

“Cursed” è stato caratterizzato da una girandola di attori, un rimaneggiamento da cui avrebbero potuto uscire fuori tre o quattro film, con cast completamente diversi ad ogni nuova versione del montaggio, ma i veri protagonisti della sua storia produttiva sono quattro persone, quattro amici al Bar se volessimo citare Gino Paoli: lo sceneggiatore Kevin Williamson, il regista Wes Craven e i due produttori Bob e Harvey Weinstein che, poi, sono proprio quelli che hanno reso Scream un film in grado di portare aria nuova nel mondo dell’Horror e di fare soldi a palate con i seguiti.

Malgrado il botteghino all’uscita di Scream 3 fosse un segnale difficile da ignorare, questo gruppo di amici ha voluto riprovarci a tutti i costi, secondo loro la formula che ha trasformato Ghostface in un’icona era ancora replicabile, un modo di aggrapparsi con gli artigli e con i denti ai bei vecchi tempi che, da un certo punto di vista, è quasi encomiabile, se non fosse che puoi uscire a far serata con gli amici quando hai sedici anni e divertirti un mondo, ma se in nome dei tempi andati provi a rifarlo quando tutti nel gruppo ormai sono sopra gli ‘anta, si rischia solo di risultare ridicoli. “Cursed” è così: vecchi amici che escono a far casino come ai vecchi tempi e tornano a casa con le ossa rotte.

Una foto a caso di Christina Ricci, perché tutto migliora con Christina Ricci, anche questo post.

Kevin Williamson dopo il successo di “Scream” ha firmato anche titoli come “So cosa hai fatto” (1997) sempre con giovani protagonisti, ma la sua opera del cuore, quella per cui verrà sempre ricordato è la serie tv “Dawson’s Creek”, di cui non saprei dirvi molto, ma è innegabile che sia stato un enorme successo, proprio per la sua capacità di utilizzare giovani protagonisti, per parlare ad un pubblico altrettanto giovane che, poi, è il vero talento di Williamson che in quel momento della sua carriera era una sorta di versione moderna di John Hughes e questo è decisamente il più grosso complimento che io possa fargli.

Wes Craven, invece, è uscito rinvigorito, “Scream” è stato per lui una sorta di seconda giovinezza artistica, la saga da usare come porto sicuro per gli incassi, da sfruttare per provare finalmente ad uscire dalla gabbia (per Craven molto dorata) del cinema horror che al maestro di Cleveland è sempre andata un po’ stretta. Peccato che abbia utilizzato questa ritrovata spinta propulsiva di popolarità nel più disastroso dei modi possibili. Quindi horror per sempre, fino a fine carriera, magari proprio in coppia con Williamson, in nome dei vecchi tempi.

Per quanto riguarda i fratelli Weinstein, invece, sono stati versati fiumi d’inchiostro specialmente sul “vizietto” che ha giustamente portato Harvey a diventare un ospite delle patrie galere. Ora, potrei andare fuori tema malamente ricordando che ad Hollywood i Weinstein sono sempre stati controversi per i loro metodi di lavoro, ma in particolare con Harvey, gli unici a litigarci per davvero sono stati Terry Gilliam e il suo fidato scudiero Nicola “Sancho” Pecorini, ma comunque il loro film ne è uscito sforbiciato malamente lo stesso.

«Lascia perdere Jake Wes, è Chinatown Hollywood» (cit.)

Perché delle molestie sessuali di Harvey (dopo) si è parlato molto, ma si dimentica che pur essendo l’uomo che ha preso sotto la sua ala protettiva personaggi del calibro di Quentin Tarantino, Kevin Smith e, a ben guardare, anche Martin Scorsese, era piuttosto noto insieme al fratello, per essere un produttore incredibilmente invasivo, se il film prodotto non risultava nei gusti dei due Weinstein.

“Cursed” nasce con dei piani precisi in testa e un intento anche piuttosto alto: fare per i film di lupi mannari quello che Scream ha fatto per gli Slasher. Portare aria nuova con un grande successo in grado di coinvolgere di nuovo il pubblico giovane, insomma “Cursed” nasce con l’intento di essere il nuovo Messia cinematografico, ma è maledetto, fin dal titolo.

Per favore Christina, mordimi sul collo! 

Il cast del film è nutrito e molto interessante, si parte con quella meraviglia di Christina Ricci, affiancata dall’esordiente Jesse Eisenberg, per poi continuare con alcuni veterani dei film di Craven, come Skeet UlrichOmar Epps e Heather Langenkamp, ai quali bisogna aggiungere anche Robert Forster, James Brolin, Mandy Moore e Corey Feldman. Come dite? Avete visto il film alla sua uscita (magari andando al cinema come feci io nel 2005. Storia vera) e non ricordate tutte questa facce note? Tranquilli, tra poco ci arriveremo.

«Tutta questa sfilza di nomi e poi mi tocca restare proprio con te?»

A detta di tutte le persone coinvolte, compreso il cast, la sceneggiatura firmata da Kevin Williamson è brillante e tagliente, il primo montaggio del film, grazie alla regia di Wes Craven è violento e pauroso quanto basta, forte di un visto censura vietato ai minori (Rated-R) e alla migliore delle scelte possibili se vuoi dirigere una pellicola sui lupi mannari, ovvero coinvolgere nella produzione Rick Baker che non solo è uno dei più grandi maestri degli effetti speciali disponibile su questo gnocco minerale che ruota attorno al Sole, ma di fatto è una specie di autorità per quanto riguarda i lupi mannari, insomma cosa potrebbe andare storto? La risposta è facile: Bob e Harvey Weinstein.

«Aiutooooo! Weinstein mi sta inseguendo!»

I due fratelli danno un’occhiata al primo montaggio del film e niente, non piace proprio, troppo violento, deve passare il visto censura perché i ragazzini possano vederlo, quindi rifate tutto questa volta in versione “PG-13”. Grande idea quella di cambiare completamente il target di un horror quando il film è già stato girato, complimenti! Quindi si corre ai ripari facendo tornare sul set tutti gli attori disponibili, molti dei quali, però, avevano già altri impegni contrattuali da rispettare, quindi scempiamente, i loro personaggi sono stati tagliati dalla storia, ma sapete chi altro è stato tagliato malamente dal film? Rick Baker e i suoi effetti speciali.

Come sarebbero stati i lupi mannari di Rick Baker per questo film…

Può sembrare una scelta fatta per motivi economici, per quanto migliori sotto tutti i punti di vista, gli effetti speciali vecchia maniera di Baker sono roba che costa, con tutto quel trucco e gli animatronici da realizzare, sostituirli con della CGI potrebbe abbassare di parecchio i costi della produzione, ma questa faccenda non è certo così semplice, perché Rick “Monster Maker” Baker aveva già fatto tutto il suo lavoro ed era anche già stato pagato, quindi non si trattava di una faccenda di soldi, se nelle vita avete avuto la sfortuna di avere a che fare con qualche alto papavero dal portafoglio gonfio come potevano essere i Weinstein allora, sapete che con certi lupi mannari grilli per la testa non si discute. Sotto con gli effetti speciali digitali che, ovviamente, non sono dello stesso livello di quelli vecchia scuola di Baker, ma chi potrebbe esserlo?

… come sono invece, grazie a tanta pessima (e costosa) CGI.

Ma anche così il film non piace ai dispotici fratelloni, Bob vuole per forza una scena di un incubo, sei Wes Craven, no? Sei quello che sa come dirigere gli incubi, mettici anche una scena dove Christina Ricci ha un incubo e poi cosa sono tutti questi personaggi, via toglieteli troppa confusione!

Ecco perché i superstiti del cast, sono stati richiamati nuovamente per venti giorni (tempo in cui normalmente si dirige un intero nuovo horror a basso budget partendo da zero) per girare la terza versione del film, quella in cui i personaggi di Ellie e Jimmy che originariamente erano stati scritti come due sconosciuti (tre considerando anche Skeet Ulrich) accomunati dallo stesso strano incidente stradale e dal morso di un animale non meglio identificato, qui diventano di colpo fratello e sorella. Christina Ricci e Jesse Eisenberg parenti? Ma li avete visti? Lei ha gli occhioni e la fronte alta, lui l’attaccatura dei capelli un millimetro sopra le sopracciglia, ho dei sei dubbi che appartengano anche alla stessa specie animale, come possono risultare credibili come fratello e sorella? Per altro, ho anche una decisa preferenza in favore di uno dei due, penso si sia intuito chi, ma vi darò un indizio: non è Jesse.

Posso credere a persone che si trasformano in lupi, ma non posso credere a questi due come fratello e sorella, andiamo!

Il tempo passa e la lavorazione si allunga (facendo lievitare i costi), gli attori non più disponibili del cast originale vengono frettolosamente sostituiti alla meno peggio con chi si riesce a trovare, con il risultato di ritrovarsi per le mani un cast composto da vecchi favori (Joshua Jackson direttamente da “Dawson’s Creek”) e scelta ironiche (Shannon Elizabeth, famosa per “Scary Movie” la parodia di “Scream”). Ma le pagine del calendario che scorrono inesorabili hanno anche altri effetti sulla trama.

Con lui, i gradi di separazione tra Craven e “Dawson’s Creek” sono stati definitivamente azzerati.

Una delle idee di Kevin Williamson per mantenere metacinematografico “Cursed” proprio come aveva fatto per “Scream” era la scelta del lavoro della protagonista Christina Ricci che impiegata nel mondo dello spettacolo, avrebbe potuto incontrare molti attori scelti per interpretare la parte di loro stessi, bella pensata se non fosse che la leggenda di questo film che non trova mai una vera forma ormai stava cominciando a diffondersi, quindi nessuno più voleva metterci la faccia (letteralmente), nessuno tranne Scott Baio che, magari, ricorderete accanto a Fonzie in “Happy Days” (i gradi di separazione con Scream sono sempre meno dei canonici sei), oppure in “Baby Sitter” se siete della mia leva, quindi la sensazione generale è che Baio sia uno di quelli che pagato il giusto, sarebbe pronto a mettere la faccia un po’ ovunque, insomma se sentite rumori strani non sono i lupi mannari, ma è la produzione che gratta il fondo del barile.

Questa foto per dirvi che pagando, Scott Baio è pronto a supportare parrucchino mannaro, figuriamoci i lupi di Wes Craven.

Chiamati per la questa ed ultima volta sul set (per ulteriori dieci giorni di riprese), persino gli attori la presero sul ridere, tanto da presentarsi con indosso una maglietta con su scritto: Cursed 4 Back for More (storia vera).

Nella foto, un bravissimo attore. L’altro invece è Jesse Eisenberg.

In tutto questo vorrei potervi dire che Craven ne esce fuori come un regista capace di cavare sangue da una situazione grottesca, forse in nome dei bei tempi andati il maestro di Cleveland reagisce in maniera professionale, perdendo tre anni di vita lavorativa (motivo per cui del remake americano “Pulsed” ha scritto solo la sceneggiatura, quando invece voleva dirigerlo di suo pugno. Storia vera), per ritrovarsi a firmare un film comunque pasticciato, con alcune idee interessanti solo abbozzate e poche scene davvero memorabili, anche se per i motivi sbagliati, “Cursed” sarà per sempre ricordato come l’Horror con un lupo mannaro che fa il dito medio e poco altro.

Ora sappiamo che oltre alle palle, l’uomo lupo ha anche il dito medio.

Tra le macerie di questo film, emerge una storiella che cerca di abbozzare una critica allo “Star system” di Hollywood (sono tutti licantropi pronti a sbranarsi) che, però, è talmente all’acqua di rose da non impensierire nessuno. Inoltre, i film di lupi mannari hanno una ricca tradizione che li rende da sempre metafora di altro: fin dalle primissime pellicole con Lon Chaney junior il lupo mannaro era una metafora dell’essere temuti e cacciati per la propria natura, una riflessione sulle persecuzioni subite dalle minoranze, infatti molto spesso in questo tipo di storie, le persone maledette dalla licantropia sfoggiano un marchio addosso (qui in “Cursed” sul palmo della mano) che ricorda l’infame stella di David utilizzata per indicare gli Ebrei nei campi di sterminio.

It’s evolution baby (cit.)

Ma il film di Wes Craven non arriva certo a questo livello di metafora, la licantropia qui è una sorta di super potere che può renderti più sexy oppure più sicuro di te, insomma “Cursed” è un “Voglia di vincere” (1985) con umorismo peggiore, un po’ più di violenza, effetti speciali in CGI che fanno rimpiangere i peli in faccia di Michael J. Fox e Christina Ricci che era il motivo per cui volevo vedere il film nel 2005 e resta ancora l’unico motivo di interesse di questa disastrata produzione.

Un’altra foto a caso di Christina Ricci, perché fa bene al cuore.

Quello che fa rabbia di un film così, è che dalle macerie emergono momenti in cui si vede l’abilità di Kevin Williamson di giocarsi momenti divertenti, come il bullo che sfotte Jesse Eisenberg con battute omofobe che servono a mascherare la sua omosessualità, un tipo di umorismo grezzo che nel 2005 si poteva ancora utilizzare (anche perché non è offensivo, se non per i bulli forse), ma che è un sussulto di poco conto in un film dal tracciato piatto.

Nemmeno il mestiere di un grande vecchio come Wes Craven salva “Cursed” dall’anonimato più totale, la scena del parcheggio coperto con la ragazza inseguita dal lupo mannaro, è la conferma che zio Wessy si è fatto un nome nel cinema horror non per caso, ma resta comunque troppo poco e troppo tardi. Trovo anche molto ironico che proprio in questo film, dove compare un attore del cast di “Dawson’s Creek” come Joshua Jackson, sia anche uno dei pochi film di Craven dove i personaggi non entrano dalle finestre! Insomma: la formula di commedia, trovate metanarrative, cast giovane e bello (soprattutto Christina) e il mistero intorno all’identità dell’assassino che ha fatto le fortune di Scream qui invece di cambiare la storia dei film con lupi mannari, ha portato a casa un dito medio e la consapevolezza che i quattro amici al bar hanno fatto la stessa fine di quelli nella canzone di Gino Paoli.

Tutto quello che il mio cervello vuole ricordare di questo film: Christina Ricci.

Per fortuna, zio Wessy ha applicato la vecchia regola per cui se cadi dal lupo mannaro da cavallo, è bene tornare subito in sella, quindi la prossima settimana, avremo un altro capitolo, sempre qui lungo Craven Road.

Sepolto in precedenza venerdì 28 agosto 2020

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