Riuscirà Diabolik il re del terrore a sconfiggere il virus che ha fermato il mondo e chiuso i cinema? Il film dedicato al personaggio creato dalle sorelle Giussani e diretto dai Manetti Bros. dovrebbe uscire nelle sale di uno strambo Paese a forma di Jaguar scarpa a fine anno, mentre teniamo le dita incrociate (per il risultato finale e l’uscita), finalmente ho l’occasione di portare su questa Bara l’unico altro film dedicato al personaggio, quello diretto dal un maestro come Mario Bava.
Ci sono pochissimi personaggio con un’iconografia tanto definitiva da riuscire a passare (quasi) indenni attraverso lo scorrere del tempo, il fumetto creato da Angela e Luciana Giussani è sicuramente uno di questi, malgrado il tentativo di addolcire molti dei suoi contenuti (e il numero di morti provocato dal lancio del suo coltello), Diabolik è il più famoso degli eroi “neri” del fumetto Italiano, anche se non è stato il primo ad arrivare sul grande schermo.
![]() |
Le sorelle Giussani, due signore a modo che hanno creato il più nero degli (anti)eroi del fumetto Italiano. |
Quel primato tocca al suo rivale Kriminal, tratto dal fumetto di Magnus e Max Bunker è diventato un film dal moderato successo nel 1966, per la regia di Umberto Lenzi. A nessuno allora passò nemmeno per l’anticamera del cervello di battezzare questo filone con il nome di “Cinecomic all’Italiana”, anche se è un altro esempio del fatto che questo sottogenere è sempre esistito al cinema, ma è stato battezzato con un (brutto) nome solo negli ultimi vent’anni. Sapete invece chi non ha perso tempo ad inventare un nome ai film tratti da fumetto, ma ha capito che potevano essere un colpo con cui farci bei soldi? Il re del terrore del cinema Italiano, il leggendario produttore Dino De Laurentiis.
De Laurentiis ha sempre amato fare le cose in grande, nello stesso periodo Dinone aveva le mani piene, visto che oltralpe stava co-producendo un altro progetto di natura fumettistica come “Barbarella” (1968), ma prima di iniziare a parlare di “Universo espanso di De Laurentiis”, sappiate che la prima scelta per la regia di “Diabolik” del diabolico produttore era Tonino Cervi, sopravvissuto ben una settimana, prima di finire licenziato per direttissima, in una produzione che come spesso accadeva con De Laurentiis di mezzo, era tutto tranne che semplice.
![]() |
Intanto beccatevi questa meraviglia, che sembra James Bond ma in realtà è Diabolik. |
Le sorelle Giussani spingevano per un adattamento il più fedele possibile, quindi il nome che sembrava perfetto per mettere tutti d’accordo poteva essere quello del fumettista (e futuro regista) Corrado Farina, che però non passò indenne attraverso lo sguardo di punizione di Dinone, che voleva qualcuno con esperienza per un film che avrebbe dovuto essere grande, sfarzoso e pieno di effetti speciali. Il contributo alla causa di Farina, appassionato di cinema horror, fu quello di suggerire il nome di Mario Bava, nessuno meglio di lui conosce l’horror all’Italiana, visto che ha contribuito largamente a crearlo.
L’idea di affidare tutto alle capaci mani di Mario Bava piaceva molto a De Laurentiis, Bava era considerato uno dei migliori tecnici degli effetti speciali, inoltre aveva le idee chiare per il suo film su Diabolik, ed è così che uno dei personaggi a fumetti più famosi di questo strambo Paese a forma di scarpa e uno dei nostri migliori registi di sempre, hanno incrociato le lame. Ma i problemi erano appena iniziati.
![]() |
Il primo candidato Jean Sorel e una Eva mora, interpretata da Elsa Martinelli. |
Il personaggio di Diabolik ha dei canoni estetici rigidissimi, l’altezza, il colore di occhi e capelli, la forma delle sopracciglia, alla pari di Batman tutti sanno esattamente come dovrebbe essere fatto un attore per risultare un Diabolik credibile, ma quando è il momento di fare un nome… Panico! Lo stesso accadde durante la produzione del film, Jean Sorel non girò nemmeno una scena, perché faceva parte del cast scelto da Tonino Cervi, ci pensò Mario Bava a risolvere tutto con il suo solito pragmatismo. Abilissimo da sempre a praticare lo Zen e l’arte di arrangiarsi in fatto di realizzazione di film, Bava suggerì a De Laurentiis, l’attore John Phillip Law già impegnato sul set di “Barbarella” nei panni di Pygar, che sarebbe stato perfetto per il ruolo, e considerando che il film con Jane Fonda era momentaneamente in pausa causa pasticci durante la produzione, il produttore accettò di buon grado visto che John Phillip Law era di fatto già sotto contratto, ecco perché l’attore non fece nemmeno un vero e proprio provino, quando si presentò per leggere le sue battute De Laurentiis esplose in un rumoroso: «Ma lui è perfetto per Diabolik!», via via che qui abbiamo un film da fare (storia vera).
![]() |
John Phillip Law mette le mani sul film (inquadratura ardita di Bava, primo estratto) |
Il ruolo dell’ispettore Ginko andò all’attore francese Michel Piccoli (doppiato in Italiano da Gigi Proietti… Ciao Gigi!), mentre il cattivone creato apposta per il film, Ralph Valmont venne affidato a Adolfo Celi. Per la parte di Eva Kant invece, bisognò sudare più di una camicia.
![]() |
Il cattivone Bondiano (inquadratura ardita di Bava, secondo estratto) |
Inizialmente vennero passate al setaccio parecchie modelle per il ruolo, immagino con sommo dispiacere del direttore del casting, costretto a questo lavoraccio infame. Solo in alcuni trailer montati per il mercato americano, è ancora possibile intravedere Eva Kant in un abito bianco lungo interpretata da Catherine Deneuve (Storia vera). L’attrice venne suggerita dal regista Roger Vadim, responsabile del film “gemello”, ovvero “Barbarella”, ma anche la Deneuve durò pochissimi giorni sul set, la leggenda vuole che non venne considerata adatta per il ruolo, oppure che non volesse girare scene di nudo, personalmente ho i miei dubbi su questo tipo di informazioni trasmesse per sentito dire, ma sta di fatto che dopo un tattico cambio di colore di capelli (da mora a biondo platino), il ruolo venne affidato alla bellissima Marisa Mell, che fin dalla prima volta che vidi il film da ragazzino, ricordo come l’effetto speciale migliore di tutta la pellicola.
![]() |
Ricordavo bene, voi che dite? |
Messo insieme il cast si trattava solo di portarlo a casa questo film, la sceneggiatura scritta a quattro mani da Mario Bava, Dino Maiuri, Brian Degas e Tudor Gates, che pesca a piene mani da tre storie di Diabolik, ovvero “Lotta disperata”, “L’ombra della notte” e “Sepolto vivo!”, questo spiega anche la natura molto episodica del film, spezzettato tra diversi colpi mandati a segno dal re del terrore. Che però nel film uccide con il suo coltello giusto un paio di sgherri sulla spiaggia e poco altro, perché è su questo punto che Dino De Laurentiis e Mario Bava hanno fatto sonoramente a capocciate.
![]() |
Diabolik nella parte di Mario Bava, mentre cerca di seminare il suo invadente produttore. |
Bava aveva le idee chiare, il suo Diabolik avrebbe dovuto avere tratti in comune (e vizio per l’omicidio) al mascherato protagonista del suo film del 1964, il bellissimo “Sei donne per l’assassino”, una scelta che faceva felici le sorelle Giussani, che saranno anche state due signore per bene con collana di perle e modi all’antica, ma sono state capaci di dare vita ad un personaggio dall’animo nerissimo che nelle sue prime storie, lasciava sul campo parecchi morti. Dinone De Laurentiis ha fatto partire il dito a tergicristallo, no no, troppi morti, non voglio casini con la censura, ed ecco perché nella versione cinematografica Diabolik il coltello lo utilizza, ma solo in alcune scene.
![]() |
«Babbo Natale non trova tutta questa resistenza mannaggia a voi!» |
In compenso il dissidio tra regista e produttore si è quasi appianato quando Mario Bava, ha idealmente restituito molti dei soldi del nutrito budget messo a disposizione. Gli unici numeri confermati che ho trovato erano espressi in fogli verdi con sopra facce di ex presidenti defunti, quindi dei tre milioni di dollari messi a disposizione a Bava, il regista originario di Sanremo restò fedele alla sua idea di cinema, tutto realizzato con trucchi artigianali e di quella cifra, finì per spendere solo quattrocento mila dollari (storia vera), tanto che con i soldi avanzati De Laurentiis propose al regista di girare immediatamente un seguito del film, risposta di Mario Bava? Si diede malato, allettato, scusa Dino ma mi piacerebbe un sacco ma proprio non posso (storia vera). Tutto pur di non avere più a che fare con il produttore, ma parliamo dello stesso regista che non ha mai accettato di lavorare degli Stati Uniti, perché non aveva voglia di imparare l’inglese, quindi figuriamoci se aveva voglia di altri mal di testa provocati da De Laurentiis.
![]() |
Mario Bava più diabolico di Diabolik. |
Non sono mai stato un grande lettore di “Diabolik”, in vita mia avrò letto una decina di numeri del fumetto, ma questo non mi ha mai impedito di fare due cose: apprezzare il film di Mario Bava e capire che è molto diverso dal fumetto da cui è stato tratto.
Il film di Bava ha potuto contare sul meglio che il cinema italiano disponeva in quegli anni, a supportare lo stesso Bava negli effetti speciali è stato chiamato Carlo Rambaldi e le musiche, sono state composte dal Maestro Ennio Morricone. Ecco se volete scoprire una colonna sonora distante ma coerente con quelle perennemente citate di Morricone, ascoltare quella di “Danger: Diabolik” (titolo per i mercati anglofoni) è una vera esperienza, ci troverete dentro il “tema” cantato, molto in stile film di James Bond, ma anche tracce veramente psichedeliche, ad esempio quella che si sente durante il raid della polizia nel locale di Valmort, popolato di figli dei fiori impegnati a passarsi una di quelle sigarettine tutte ripiene di droga (ah gli anni sessanta!), che Mario Bava riprende con una lunga carrellata di primi piani, mentre il maestro Morricone ci dà dentro con una traccia musicale con tanto di coro, che sembra il pezzo di “Hair” che non aveva ancora mai ascoltato.
![]() |
In fondo anche i fumetti sono una forma di droga leggera che crea dipendenza, quindi non vedo problemi. |
“Diabolik” alla sua uscita non ha incassato molto ed è stato stroncato dalla critica e dal pubblico, solo la Francia lo ha amato, ma perché i francesi (i veri americani del mondo) sono stati i primi a riconoscere il talento di Mario Bava e lo idolatravano già come il grande autore che è sempre stato. Ma qui in patria il film venne etichettato dalla critica come uno dei più stupidi di tutti gli anni ’60, mentre il pubblico lo odiò perché troppo edulcorato (e aggiungerei anche colorato) rispetto al fumetto originale che era davvero amatissimo. Passano gli anni, ma i lettori di fumetti integralisti sono l’unica costante dei film tratti da fumetto.
![]() |
L’ispettore Ginko Biloba (cit. Ortolaniana) |
Inutile girarci attorno, “Diabolik” è davvero una trama scema, un insieme di colpi per il re del terrore, tutti risolti con una grande uscita di scena per il ladro in calzamaglia (qui in parte “dipinta” sul volto John Phillip Law), che richiedono un abbondante sospensione non solo dell’incredulità, ma proprio dei neuroni. Vogliamo parlare della mossa alla Robin Hood in cui Diabolik fa saltare per aria banche e tesorerie tutte insieme (nemmeno fosse il protagonista di V for Vendetta), senza causare un singolo morto ma nemmeno un effetto collaterale. Possibile che nessuno invochi l’utilizzo del MES? Oppure che non venga sfornato nemmeno un DPCM? No, quello che fa il governo è chiedere ai cittadini di pagare lo stesso le tasse, anche se non richiesto (seee! Molti non lo fanno quando devono) e poi di fondere insieme tutto l’oro di stato, in un grosso “lingottone”, che ovviamente non diventerà il prossimo bersaglio di Diabolik, no no figuriamoci.
![]() |
«Nella zona gialla sarà concesso muoversi in Jaguar, ma sempre indossando la mascherina» |
L’ingenuità del film è tutta da vedere, va di pari passo con l’operazione “pop” firmata da Mario Bava, anzi potremmo dire che proprio questo film ha inaugurato la “fase pop” del regista. John Phillip Law non ha per nulla il fisico richiesto per la parte, dentro la sua tutina nera sembra un grosso ragno che zompetta spesso gobbo con aria furtiva, però ha gli occhi azzurri richiesti dalla parte, nulla mi toglie dalla testa che i Manetti Bros. si siano ispirati a loro volta a questo film, ma questo lo scopriremo a dicembre. Eppure Law funziona nella misura in cui sarete in grado di dimenticarvi dei personaggi originale, per me che ho letto ben pochi numero di “Diabolik” è stato più facile.
![]() |
Il suo nome è Bolik, Diabolik. |
Diabolik e Eva Kant sono due uber-fighi innamorati pazzi, che vivono in uno costante stato di luna di miele, il loro unico scopo nella vita è compiacersi tra di loro. Il pianeta Terra è il loro campo da gioco, potrei fare un paragone con il giardino dell’Eden, ma sarebbe troppo facile considerando il nome della protagonista femminile.
Nel loro primo colpo Diabolik ed Eva rubano un carico di dollari, in un’atmosfera che più giocosamente Bondiana non potrebbe davvero essere, il cambio di Jaguar, con quella nera, schiantata giù da un dirupo e quella bianca, utilizzata per raggiungere la “Diabolik-Caverna” sotterranea, una base segreta che sembra un trionfo di art-decò applicato a come potevano immaginare il futuro negli anni ’60. Una caverna fatta di scalette d’acciaio ed archi intrecciati tanto inutili quanto belli da vedere, che poi è quello che forse potremmo dire dei due protagonisti.
![]() |
La Bat-caverna? Tzè! Uno sgabuzzino pieno di pipistrelli. |
La base segreta dei due amanti è un gioiellino che Mario Bava ha creato utilizzando esclusivamente effetti ottici vecchia maniera, un trucco che pare abbia fatto esclamare a Dino De Laurentiis: «Dirò alla Paramount che questo set ci è costato 200.000 dollari!», pronto a fare il “grosso” con i distributori americani (storia vera).
![]() |
«Qui non si bada a spese» (cit.) |
Nel mondo di “Diabolik” nessuno è buono per davvero, forse il meno peggio è Ginko, che rappresenta l’autorità, per quanto anche lui sia pronto a scendere a patti con il viscido Valmort pur di arrestare Diabolik. Lo stesso Valmort poi, è il classico cattivo Bondiano preso in prestito e portato fuori dalla saga di 007 per vedersela temporaneamente con un tizio in calzamaglia e occhi blu. Conduce affari sul suo Yacht pieno di ragazze in costume che si annoiano perché nessuno le considera, e risolve le sue diatribe sul suo aereo personale, dotato di ben poco realistica botola sul pavimento, per scaricare in volo tutti gli oppositori e i nemici di Valmort.
![]() |
Non proprio Point Break lo so, però la scena è uno spasso. |
Per essere un film totalmente “pop”, Mario Bava non le manda a dire, ma anzi si prende giocosamente gioco di tutto il periodo storico in cui il film è uscito, dei figli dei fiori impegnati a passarsi la cannetta vi ho già detto, ma loro in fondo sono innocui. Bava come Diabolik si scaglia contro un governo ridicolo, che non riesce a creare nessuna contromisura per fermare il re del terrore, tanto ridicolo che Diabolik si prende gioco dei rappresentanti, rilasciando un gas esilarante con l’unico scopo di far ridere tutti, davanti alle parole del ministro degli interni.
![]() |
«Ah sono questi quei famosi fogli verdi con sopra facce di ex presidenti defunti di cui Cassidy parla sempre!» |
Se molti dei film Italiani del periodo avevano una forte connotazione politica, Mario Bava semplicemente se ne frega e come il suo personaggio, si fa beffe di tutto e tutti, concentrandosi sui suoi due protagonisti che per certi versi sembrano una versione estremamente pop di Sailor e Lula, oppure di Mickey e Mallory Knox, esistono solo uno per l’altra e i soldi rubati, li usano per rotolarcisi dentro nudi, mentre fanno l’amore, tanto sono giovani, fighi, ricchi e innamorati, non hanno bisogno d’altro se non della loro controparte.
![]() |
«La prossima volta non correre tutti questi rischi, portami solo a fare colazione da Tiffany», «Ho rapinato anche quella» |
In questo senso Eva Kant non ha nulla del bellissimo personaggio cartaceo da cui è tratto, qui è solo una biondona in grado di distrarre tutti grazie a gambe lunghe e gonne corte, Diabolik per lei farebbe qualunque cosa, anche rubare la collana della regina rischiando l’impossibile, solo per farle un regalo di compleanno e poter piazzare le pietre preziose sul decolté di Eva. Il loro costante giochino psicosessuale, li rende menefreghisti rispetto a tutto e tutti, ma per lo meno sinceramente innamorati, quindi più puri dei loro avversari.
Tutto questo Mario Bava lo dirige infrangendo i retini e la rigida griglia di vignette in bianco e nero che da sempre caratterizzano le pagine del fumetto di “Diabolik”, trasformando lo schermo in coloratissima arte Pop. Ecco perché ogni scena del film sarà pure scemessima come solo i fumetti più datati e naif sanno essere, però allo stesso tempo estremamente cinematografiche.
![]() |
Di tutte le sfaccettature di un personaggio come Eva Kant è rimasto solo un lato (quello B) |
L’entrata nella caverna della Jaguar bianca, oppure la caduta con un solo paracadute di Diabolik e Valmort, fino alla scalata della torre, affrontata con mimetica (si fa per dire) tutina bianca e super ventose, ogni scena di questo film è entrata con forza a far parte della cultura popolare.
Nel 2001 Roman Coppola ha diretto un intero film, intitolato “CQ”, spudoratamente ispirato al film di Bava, ma meglio di lui sono riusciti a fare solo i Beastie Boys, da sempre i più cinematografici di tutti nei loro videoclip, hanno di fatto firmato un rifacimento del film di Mario Bava per il video della loro Body Movin’ intendo proprio scena per scena! Ci sono dei passaggi in cui Adam Yauch (utilizzando il suo pseudonimo di Nathanial Hörnblower) ha reso omaggio a Bava, come noi in uno strambo Paese a forma di scarpa non siamo mai riusciti a fare.
![]() |
Sembra una scena del film, invece sono i Beastie Boys. |
D’altra parte i due “Corpi in movimento” del film sono proprio quelli di John Phillip Law e Marisa Mell, bellissimi e incuranti, impegnati in colpi che sarebbero stati forse più adatti per un film (d’animazione però, perché tanto non sono credibili comunque) di Lupin III più che uno su Diabolik, eppure nel finale si finisce comunque a tifare per loro, non perché siano particolarmente bravi a recitare, ma solo perché sanno essere teneri uno con l’altra e per questo, comunque meglio di tutti gli altri personaggi nel film. Occhio allo Spoiler qui sotto!
![]() |
«Stai attendo Diabolik», «Tranquilla Eva ho la tuta anti-spoiler» |
Nel finale invece di una Bondiana cascata di diamanti, arriva una cascata di oro fuso, che rende John Phillip Law ancora più imbalsamato di prima, ma gli lascia la possibilità di fare l’occhiolino. Un finale beffardo come tutto questo film, che strizza l’occhio al fumetto e si fa gioco di tutto. Fine della parte con Spoiler.
Ci voleva una grande Maestro di cinema per rimaneggiare le carte in questo modo, sarà un adattamento pessimo di un fumetto di Diabolik, ma resta la conferma che il vero re del terrore, era di sicuro Mario Bava.