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Do a Powerbomb (2023): nel ring insieme a Daniel Warren Johnson

Succede questo, attorno ai primi mesi del 2022 il disegnatore di fumetti Daniel Warren Johnson passa le notti insonni a spupazzare il nuovo nato di casa, non potendo sparare a palla i suoi amati Racer-X, mentre vaga per casa di notte, cercando di mediare con il neonato per qualche ora di sonno, va in fissa con i video online della New Japan pro wrestling, il suo ultimo lavoro “Do a Powerbomb” è nato così (storia vera).

Se esce un nuovo fumetto di Daniel Warren Johnson si legge, la poetica dell’autore è muscoli e cazzotti, metallo e tenerezza, insomma, fumetti da maschietti, con tutta la gamma di emozioni che questo comporta. Dopo quella meraviglia metallara di Murder Falcon, questa volta la sua piccola storia intima, pesca a piene mani dal mondo del Wrestling, il risultato è un altro fumetto cazzutissimo, sette numeri che si divorano.

Tutto inizia con la più grande campionessa di pro-wrestling del pianeta, Yua Steelrose pronta a difendere la sua decima cintura, visto che Yua è decisamente la “Face” della lega, la buona, stando alle trame del Wrestling, anche se il suo avversario questa volta è l’agguerrito “Heel”, il cattivo, il Luchadores canadese Cobrasun.

Round one, FIGHT!

Yua ha avuto una bambina di nome Lona che assiste a bordo campo al match di mamma, quando a Cobrasun il piede scivola sulla corda, la bambina è in prima linea per il dramma. Undici anni dopo Lona non trova nessuno che voglia allenare la figlia della campionessa morta sul ring, nemmeno zio Blood, fratello di Yua, figuriamoci quel debosciato di papà con cui Lona non ha il minimo rapporto, visto che il vedovo le poche volte in cui le rivolge la parola, lo fa per cercare di convincerla a non seguire le orme materne.

In compenso Cobrasun non se la passa meglio, nel tentativo di sfogare il suo senso di colpa, come il Mickey Rourke di “The Wrestler” (2008), si massacra il corpo nei match senza regola, quelli dove sedie pieghevoli, chiodi, mazze chiodate e tavoli di legno sono la norma sul ring.

La vita è fatta a scale, o almeno così dicono.

Un giorno Lona riceve la classica offerta che non si può rifiutare, da un folle negromante proveniente da una dimensione parallela dove stanno tutti (ma dico proprio tutti) in fissa con il Wrestling: se vincerai al mio torneo intergalattico, riporterò in vita tua madre. Ora Lona avrebbe bisogno solo di un compagno di “Tag-Team” per iscriversi al torneo, avete già capito che Cobrasun è l’unico possibile per lei. Se siete proprio arguti, potreste anche aver capito la sua identità, il primo dei tanti colpi di scena che chiudono ognuno dei sette capitoli di “Do a powerbomb”.

A volte il miglior compagno di squadra non è quello ideale, ma quello con più motivazioni.

La parte facile sarebbe bruciarveli tutti, ma terrò all’angolo il mio entusiasmo, perché “Do a powerbomb” malgrado le stranezze intergalattiche e i disegni ultra dinamici di Daniel Warren Johnson sembra una trama telefonata come quelle della WWE, Lona e Cobra, formano il tag-team “Sun and Steel” vincono il torneo, si redimono e riabbracciano mammà… col cavoletto!

Daniel Warren Johnson è molto più brillante di così, perché le varie coppie di lottatori con cui i due devono scontrarsi, sono sì generici cattivi dall’aspetto brutto e dallo stile nel vestire pacchiano, ma ricordiamoci che sono tutti lì al torneo per riabbracciare qualcuno che hanno perso, quindi hanno le stesse identiche motivazioni dei protagonisti, anche i loro primi due avversari, una coppia di Orangutan, si perché in questo fumetto ci sono anche le SIMMIE! Cosa si può chiedere di più?

No ma io dico, Orangutan Wrestler, vi serve sapere altro?

In “Do a powerbomb” tutti hanno una fortissima motivazione e molti mentono, ecco perché quelli che sembrano i cattivi destinati a far sudare Sun and Steel in finale, diventano a loro modo protagonisti di un match (senza regole, con scale, tavolacci di legno e luci al neon da spaccarsi in testa) dall’esito non scontato, così come vi sarà impossibile indovinare chi sarà il vero “boss di fine livello” del settimo numero, sul serio, divertitevi a leggerlo questo fumetto.

Anche perché le tavole di Daniel Warren Johnson saltano in faccia dalla terza corda al lettore, in un tripudio di mosse, DDT, suplex e tutto l’armamentario classico del Wrestling, per un fumetto che ha tutto della poetica maschia e intimista dell’autore, oltre ai suoi bellissimi disegni.

Brutte le tavole di Daniel Warren Johnson eh?

Quello che potrei ancora dirvi per convincervi è parte del discorso di Yua, “Do a Powerbomb” sembra un fumetto dal finale scontato, come la vita che può prendere tante direzioni ma ha un solo finale per tutti, sempre lo stesso, la tomba. Eppure come nella vita, la parte divertente è vedere le svolte, le direzioni che essa prende, insomma la storia, quindi anche questo fumetto, dalla trama apparentemente giù decisa come le soap opera della WWE, in realtà ha tutto per coinvolgervi ed esaltarsi, insomma Daniel Warren Johnson è una sicurezza, i suoi fumetti si leggono a scatola chiusa!

Sepolto in precedenza domenica 5 febbraio 2023

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