Malgrado l’alleanza tra BBC e Disney+ sia stata un po’ come acqua e olio, torna in pista la seconda stagione di “Doctor Who”, il (secondo) rilancio firmato Russell T Davies della storica serie in circolazione dal 1963.
Se qualcuno ruba un fiore per te si diceva un tempo, ma se invece qualcuno ti compra una stella per guadagnarsi un impacciato bacetto? Lo scopre Belinda Chandra (Varada Sethu), infermiera che verrà portata via da casa sua da non tanto simpatici robot (citofonare al micio per conferma) per portarla su una stella solo sua, come in un pezzo di Eugenio Finardi, salvo scoprire che la stella è una dittatura tecnologica dominata dai Robot e dalla “A. I. Generator”, che non è quella che copia immagini dello studio Ghibli o vi trasforma in action figure in cambio dei vostri dati.
La vita su “Miss Belinda Chandra” è rappresentata grazie ai fondi garantiti dalla Disney, con un’estetica da fumetto di fantascienza degli anni ’60, inoltre va detto, se il piano di Davies era quello di farci imparare il nome della nuova-companion-non-companion allora ci è riuscito, visto che viene pronunciato un numero esagerato di volte. Non, ripeto, NON fateci su un gioco alcolico, morireste di cirrosi epatica entro metà puntata.
Va detto che sulla carta, “La rivoluzione dei Robot” sarebbe una puntata facile facile, una nuova Companion da salvare e presentare al pubblico, facile no? Per fortuna Russell T Davies è più sveglio di così, più del banale il Dottore e l’infermiera, perché si gioca uno SWAP (termine tecnico) che rende tutto più Wibbly Wobbly, come ai vecchi tempi, concedetemi la citazione.
Il colpo di scena, il momento in cui la puntata attraversa la frattura temporale (lo SWAP) funziona perché è la messa in scena di una trovata da Nerd che ha piena cittadinanza in una storia che riesce giocarsi bene, trovate Cyberpunk e una satira contro gli Incel ben mescolata all’atmosfeta da serie di fantascienza, insomma, sarà tutto anche piuttosto espositivo, perché è chiaro fin dal primo dialogo della puntata che quel personaggio in particolare, ha un modo odioso di rivolgersi a Belinda, però se l’idea era quella di portare in scena una comprimaria e non una semplice spalla, l’inizio è almeno un colpo sparato nella direzione giusta. Anche perché il finale della puntata (quasi apocalittica) promette almeno una trama orizzontale degna di nota.
Vedremo come andrà con il resto della stagione, perché per altre sette settimane, il Dottore è tornato e insieme a lui, Belinda Chandra, avete capito che si chiama così no?
Per un bel po’ delle precedenti puntate di queata serie, vi ricordo lo speciale della Bara dedicata a Doctor Who!
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