Altro giro, altra corsa, nuovo episodio di “Doctor Who” per il post domenicale della Bara, dopo i pericolosi cartoni animati della scorsa settimana, oggi abbiamo una nuova minaccia per il Dottore.
Il Vorticatore porta i nostri cinquecento mila anni nel futuro, per uno di quegli episodi che mi piacciono tanto, quelli da base spaziale isolata, in questo caso minacciata da radiazioni galvaniche, per un avamposto minerario alla “Alien” con tanto di coloni e colonna sonora molto “Blade runneriana” di Murray Gold.
L’unica sopravvissuta è la cuoca sordomuta Aliss Fenly (impersonata da Rose Ayling-Ellis) che da valore ai sottotitoli con cui di solito guardo la serie, chissà se anche quelli nel futuro dell’episodio sono stati dichiarati illegali? Magari da qualche fanatico del doppiaggio.
Quello che scopriamo presto, qualcosa è uscito da pozzo che va otto chilometri in profondità come da titolo italiano (in originale “The Well”), mentre il Dottore e Belinda scoprono che nessuno abbia mai sentito parlare della Terra, anche se tutti concordano sul fatto che sia un nome stupido per un pianeta, ed in effetti, non ha mai brillato proprio per originalità. Per fortuna l’episodio dalle tinte vagamente horror ricorda un po’ il classico “Midnight” altra puntata d’assedio del 2008, lo ricorda così tanto che mentre ci pensavo, proprio quando si inizia a parlare di Diamanti il Dottore si ricorda di essere già stato qui, quando era fatto a forma di David “Più grande attore del mondo” Tennant. Il mio fiuto per gli episodi del passato da Whoviano ancora funziona!
Una volta illustrato il trucchetto delle ore dodici, diventa chiaro come mai lo zelante soldato Cassio sia stato chiamato così, perché ti viene voglia di urlargli: «Ma che Cassio fai?!?», infatti ancora una volta, come sempre, a risolvere tutto non è la forza bruta, d’altra parte se l’altra grande tradizione degli Horror (gli specchi) sono stati eliminati dall’equazione, il cervello è del nostro Dottore dalla lacrima facile rompe lo stallo. O per lo meno, altera la situazione, che in quanto horror, non può che passare di persona in persona, come la VHS di “The Ring”.
Anche questa volta Russell T Davies fa un bel lavoro, gli elementi anticipatori ci sono, come la mira di Shaya ben descritta, apparentemente utile solo a dare colore al personaggio, in realtà utilissima per la soluzione del mistero, per un episodio di quelli con poca speranza, in netto contrasto con i primi due di questa stagione, perché qui abbiamo poco «Everybody lives!», ma se serviva una puntata che sottolineasse il peso della trama orizzontale, eccola qui, oltre alla solita nonna, ormai personaggio ricorrente prima dei titoli di coda.
Ditemi quello che volete, ma a me questi episodi più oscuri (finale compreso) della serie piacciono sempre, in attesa della prossima settimana e del ritorno della “modellina” Ruby Sunday, vi auguro beh, buona Domenica! Ed ogni volta, come sempre, vi ricordo lo speciale della Bara dedicato a Doctor Who.
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