Il tempo con “Doctor Who” è sempre relativo, infatti siamo già arrivati alla fine della seconda stagione, per ora mi godo ancora la comodità di trovare la nuova puntata su Disney+ (non so quanto durerà), ma soprattutto posso godermi il finale di stagione… Parliamone! Ma occhio, come direbbe River Song: SPOILER!
Cliffhanger. Nel senso che fino all’ultimo ho temuto che il finale di stagione non andasse più in onda su Disney+, in attesa della messa in onda contemporanea ovunque, ma anche il ritorno di Anita, che aprendo una porta salva il Dottore all’ultimo secondo, bloccata anche lei in un loop che non le permetterà mai di terminare la sua gravidanza, congratulazioni!
Per la gioia della Wing-woman che li odia, in un veloce Flashback si intravedono i Dalek, ma è solo un modo per continuare a scavare in cerca di Omega, il più spaventoso dei Signori del Tempo, sempre più vicino ad ogni nuovo reset.
Per affrontarlo il Dottore si mette in ghingheri, giusto per far inferocire ancora un po’ i poveri di spirito che vedono in Ncuti Gatwa lo spettro dei piatti cucinati con il Woke, lui si infila la gonna tostisismo, pronto a salvare il mondo, come ha sempre fatto il Dottore. Questo Dottore che fa “Outing” rinnegando con forza l’identità che la società di Conrad voleva per lui, ovvero l’anonimo John Smith, sono sicuro che mi mancherà proprio per la sua fierezza. Ma poi ha anche una figlia di nome Poppy, e basta con le vostre ridicole fissazioni Woke, avete strarotto, gustatevi una serie finalmente di nuovo vispa e creativa.
Il ritorno del Dottore coincide con il ritorno di tutta la banda, dalla modellina Ruby (Millie Gibson) fino alla banda di UNIT e a Melanie, per ribadire le vecchie ruggini con (la) Rani e il suo bracciale del tempo, che chiude il cerchio con la vecchina che imperversa da diversi episodi, il 50% della bi-generazione della Rani.
Il fatto che i Gallifreiani siano al capolinea genetico, aprirebbe parallelismi anche facili, da una parte abbiamo (la) Rani purista della razza in cerca di glorie, vere o presunte, passate, opposte ad una banda multicolore, multi genere, insomma multi ma etichettati “bestiame” da Rani, poi ditemi se questa serie non rispecchia (anche) la società e per certi versi, come sono combinati i Whoviani.
L’episodio è bello ritmato, ci sono attacchi di bestie ossute e pulsanti da schiacciare, oltre che a Dottori che volano su strani attrezzi alla Flash Gordon, insomma uno spasso! Angoscia per Belinda, dentro uno scatola come in un pezzo di Mondo Marcio compresa.
Omega, il Dio pazzo, il Titano devo dire che fa un’entrata ad effetto mica male, portandosi dietro il solito coretto ossessivo «Omega, Omega, Omega…» (per la gioia della Wing-woman), ma devo dire che anche il Dottore in versione acchiappafantasmi con la sua variante sul tema dello zaino protonico ha fatto il suo dovere anche questa volta, insomma sembra tutto in linea per un altro “Everybody’s lives”, ecco, più o meno.
Prima bisogna sistemare il trovatello, questa sorta di, pensate un po’, timeless child, anzi due, visto che Poppy scompare ricordata non a caso solo da chi è stata a sua volta una trovatela, ovvero Ruby che qui ben rappresenta il punto di vista di noi spettatori, però a me Ernest Borgnine ancora vivo non mi sembra affatto un problema, diventerà come la mavità? Ci vuole la modellina a far quadrare tutto, tutti i “figli” del Dottore, forniscono l’ispirazione a colui in grado di cambiare il tempo di quel fatidico grado, il sottofondo musicale gasate fa il resto!
A proposito di gasare, Russel T Davies ha sempre detto che non avrebbe cancellato quanto fatto dal suo ignobile predecessore, infatti una certa bionda apparizione lo conferma, con il suo naso arricciato e un «Timely wimely» sempre pronto a scattare, gente che puntata, ben felice di rivedere Jodie Whittaker, al primo dei suoi, si spera tanti, ritorni e apparizioni in questa serie. Posso dirlo? La SECONDA bionda più inattesa della puntata, tra poco ci torneremo.
Quando si accende quella maledetta luce gialla della rigenerazione, arriva sempre il momento più tosto ed emotivo per noi Whoviani, s(b)ronzi o meno, un momento di retro-continuity per identificare il padre di Poppy (ripristinata nella sua corretta linea temporale) e mandare in scena i saluti finali, sapete cosa vuol dire vero?
«Non voglio farlo da solo» proprio vero, è stata una vera ed impagabile gioia, ciao numero quindici, ciao Ncuti e benvenuta… Rose? Billie Piper?!? Oh mammasaura! Russell T Davies lo ha fatto di nuovo!! Sarà una luuuuunga attesa in vista della nuova stagione!
Capolinea gente! Per questa stagione è tutto, in attesa della prossima, come al solito, vi ricordo lo speciale dedicato a Doctor Who, a domenica prossima!
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