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Dreamscape – Fuga nell’incubo (1984): Nightmare ed Inception prima di beh, Nightmare ed Inception

Come al Pub quando ordini un’altra pinta di una birra particolarmente buona, perché negarsi un secondo giro? Quindi eccoci qui mostriciattoli miei per il mio secondo giro con la Notte Horror del 2024, dopo l’onore dell’apertura con C.H.U.D. ho un’altra possibilità per allietare le vostre notti e dedicare anche questo post alla nostra amica Laura Stella Bisanti, mi sento doppiamente orgoglioso perché sto – indegnamente – occupando lo spazio che sarebbe stato suo, quindi oggi, consideratemi in missione per conto di Arwen.

Lo so, i compleanni non andrebbero festeggiati in anticipo, ma anche per questa seconda Notte Horror ho scelto un titolo che nel 2024 compie i suoi primi quarant’anni e che proprio come C.H.U.D. probabilmente non è così ricordato, o per lo meno, un piccolo culto per pochi, che spegnerà esattamente quaranta candeline questa settimana, visto che usciva nei cinema americani il 17 agosto del 1984.

Un compleanno con il botto!

Doveva esserci qualcosa di speciale nell’aria nel 1984, non solo quello è stato un anno magico per i titoli in uscita, ma evidentemente il tema onirico scorreva potente, se vi parlo di un film uscito in quell’anno, che parla di persone che si infilano nei sogni altrui e che all’interno di essi, possono anche uccidere, a che titolo vi viene da pensare? La indovino con una, Nightmare di Wes Craven, risposta corretta.

Coppie di biondi ad affrontare gli incubi.

Però il capolavoro di zio Wes è uscito nei cinema americani nel novembre dello stesso anno, tanto che qualche giornalista alla sua uscita, arrivò a definirlo una sorta di variante sul tema “Dreamscape”, il film che ho scelto oggi, questo per darvi la dimensione di cosa voglia dire scrivere di titoli appena usciti, oppure di farlo spaparanzati comodi sulla poltrona di Padre Tempo. Il film diretto e co-scritto da Joseph Ruben è stato sicuramente anticipatore, molto, visto che tra i suoi sceneggiatori, oltre a David Loughery figura anche Chuck Russell, che tutti ricorderete per un altro “Nightmare” il terzo amatissimo capitolo, che ha più di una convergenza narrativa con il film di oggi, perché le idee fanno spesso giri enormi e poi restano sul fondo della testa degli autori, pronti ad essere in qualche caso riciclate.

“Dreamscape – Fuga nell’incubo” è un titolo al limite per la Notte Horror eppure allo stesso tempo ne ha piena cittadinanza, un titolo che si gioca un cast di tutto rispetto per un soggetto che altrove, avrebbe potuto essere raccontato con un taglio del tutto diverso, ma a cui il mestierante Joseph Ruben ha pensato bene di raccontare abbracciando il cinema d’avventura, una spolverata di quello di fantascienza e ovviamente l’Horror, vi basterà dare un’occhiata alla locandina per trovare tutti questi elementi tutti insieme.

Avete mai sognato di cadere? Lui si.

La storia inizia con il giovanissimo Alex Gardner (uno sbarbato Dennis Quaid), ragazzo dai notevoli poteri mentali in fuga eterna dall’istituto che per anni ha studiato la natura del suo dono. Per sopravvivere Alex campa usando la sua “luccicanza” per scommettere sulle corse dei cavalli ma a correre all’inizio del film è proprio lui, in fuga non nel sogno ma da una banda di feroci strozzini, la sua unica occasione per salvarsi si presenta sotto forma di Finch e Babcock, due omini mandati dall’istituto.

Riportato tra le mura dell’accademia, Alex incontra il suo mentore, il dottor Paul Novotny (Max von Sydow… Applausi grazie!), creatore insieme alla sua collega Jane DeVries (la futura signora Spielberg, ovvero Kate Capshaw) di una tecnologia in grado di proiettare sensitivi come Alex all’interno del subconscio delle persone durante il sonno, forse per ricattarli con comodo dopo usando i sogni porno come materiale di scambio, o una roba così.

Sempre un piacere ospitare un gigante qui alla Bara.

Io ci scherzo, ma il dottor Novotny è serissimo sulla questione, secondo i nativi Senoi il sogno è vitalmente collegato alla realtà, da qui il tema reso poi celebre da Wes Craven, se muori nei tuoi sogni… Kaput! Game Over! L’istituto ha bisogno del miglior sensitivo in circolazione perché la posta in gioco è alta, il Presidente (e non fate la citazione chiedendo «Il Presidente di che?») è perseguitato da sogni di un olocausto atomico e vi ricordo che essendo un film del 1984, la questione Guerra Fredda era ancora apertissima.

Di mezzo ci si infila il potente agente del governo Bob Blair (Christopher Plummer ad alzare ancora un po’ il livello del cast) ma se Alex è l’agente all’Havana al servizio dei buoni, quando hai bisogno di qualcuno in grado di portare lo scompiglio, non puoi andare più sul sicuro che con il mitico David Patrick Kelly, che nei panni di Tommy Ray Glatman, qui interpreta un sadico bastardo anche lui spedito nell’inconscio a fare, se non proprio il Freddy Krueger della situazione almeno quello capace di cavalcare gli incubi, come fa con il bambino paraplegico chiamato Buddy e il suo terrore per i serpenti, che viene esasperato fino a diventare uno dei mostri simbolo di “Dreamscape”.

«Lo capisci che Wes Craven ci arriverà solo tra qualche mese!?»

Il film di Joseph Ruben porta in scena gli incubi più comuni, quello di cadere nel vuoto, oppure il marito con problemi tra le lenzuola che nel mondo onirico si rivela ultra geloso di sua moglie, il tutto con un ritmo piuttosto sostenuto e una notevole capacità di abbandonare il lato cartesiano della narrazione se necessario, ma mai quello più di genere. “Dreamscape” infatti abbraccia il cinema d’avventura, ne ha proprio quel passo e trattando di sogni e incubi, si trova perfettamente a suo agio con i canoni dell’Horror, grazie ai suoi serpenti antropomorfi animati a passo uno, come si faceva ai vecchi tempi.

«Cobra-la-la-la-la-la-la-la!» (Cit. che capiranno in quattro)

Da cosa si capisce poi che “Dreamscape” è un titolo giusto? Dal suo applicare parola per parola la regola che vi ricordo sempre qui alla Bara, tutti i film meritevoli hanno almeno una scena in metropolitana e quella di “Dreamscape” è doppiamente notevole, perché vede David Patrick Kelly trasformarsi in un ninja armato di Nunchaku, anticipando un’arma che avremmo trovato ovviamente anche nei seguiti di Nightmare, ma qui in una versione al neon che urla «ANNI ’80!» a pieni polmoni. In tal senso anche la colonna sonora di Maurice Jarre aiuta molto, la prima idea era di seguire la richiesta del regista e di comporla utilizzando un’orchestra, Jarre considerando il tema ha optato per una base tutta elettronica molto più in linea con le immagini (storia vera).

«Questi si chiamano Nunchaku e sono fighissimi»

Sono felice di aver portato questo culto per pochi, questo titolo anticipatore di temi e Nunchaku qui sulla Bara, penso che l’obbiettivo della Notte Horror sia anche questo, ricordare e far scoprire (o ri-scoprire) titoli a rischio oblio, non so se la nostra Arwen avrebbe scelto proprio “Dreamscape”, ma sono sicuro che lo avrebbe apprezzato, per il resto della Notte Horror, passate a trovare Obsidian Mirror e poi qui sotto, troverete il calendario completo con il resto degli appuntamenti, a tutti e tutte quante voi, ma ad una in particolare… Buon Horror!

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