Non posso chiudere l’anno del dragone, secondo il calendario cinese, senza un saltello in oriente, in Corea per la precisione, proprio da qui arriva “Exhuma”, il film sbarcato al festival di Berlino forte del suo essere campione d’incassi in patria, dove ha preso a schiaffoni anche Dune (storia vera).
Se ne avete sentito parlare come uno dei migliori Horror del 2024, ci sta e devo dire che anche se non faccio le classifiche di fine anno perché non ne sono capace e perché preferisco vedere film più che stilare liste, il titolo “Exhuma” se la merita questa nomea, ha un solo grosso, grossissimo difetto, ogni volta che leggo o pronuncio il titolo, mi metto a canticchiare un pezzo quasi omonimo, per mie strambe associazioni mentali, ma poco male visto che è una gran canzone.
Dopo aver raccolto consensi a Berlino, il film di Jang Jae-hyun è sbarcato qualche mese fa sulla sempre santissima Shudder e – udite, udite! – anche su tutte le principali piattaforme a noleggio, doppiato in italiano, questo fine settimane, quindi non avete più scuse e per una volta, ho fatto bene ad aspettare per scriverne, perché posso consigliarvi un film che non vi costringerà a combattere con l’accesso a Shudder da uno strambo Paese a forma di scarpa.
La Corea è da tempo sulla mappa geografica, da ben prima che i cinefili (o presunti tali) scoprissero Parasite, restando solo in campo Horror, se come me avete amato il bellissimo “The Wailing” (“Goksung” in coreano) del 2016, in “Exhuma”, pur non arrivando a quei livelli, potrete ritrovare un po’ di quelle atmosfere, ma in generale Jang Jae-hyun non ha la scintilla o forse nemmeno la volontà che caratterizza il cinema di Bong Joon-ho, capace di giocare e smontare i generi, ma nemmeno le velleità di Park Chan-wook, che di solito la butta spesso sulla metafora, magari quella bella alta e ricercata.
“Exhuma” nella sua pancia ha tanto di quel materiale da poter generare un paio di seguiti, tre “Spin-off” e magari una serie tv, per certi versi mi ha fatto pensare a quello che James Wan ha fatto con i coniugi Warren, però con gli sciamani e i riti del folklore coreano al posto dei demonologi americani, ma per nostra fortuna Jang Jae-hyun non si affida in tutto e per tutto ai famigerati “Salti paura” anche noti come “Jump Scare”, per tutto il primo atto “Exhuma” sembra più un thriller che potrebbe piacere anche a chi gli Horror non li guarderebbe nemmeno con gli occhi di un altro, giusto con un paio di distinguo, trama, poi andiamo nel dettaglio.
Che cosa fanno tutti insieme una rinomata sciamana di nome Hwa-rim (Kim Go-eun), il suo tatuato adepto Bong-gil (Lee Do-hyun), un impresario funebre (Yoo Hae-jin) e un veterano geomante che lavora al catasto (quella leggenda umanoide che è Choi Min-sik) tutti insieme? Non di certo l’inizio di una barzelletta, visto che hanno ricevuto un compito piuttosto ostico da parte di una ricca famiglia coreana, quello di esumare la tomba del nonno, scavata su una montagna che si trova sul confine tra le due Coree, quella nel Nord e quella del Sud, perché il fantasma di ‘poro nonno, che probabilmente avrebbe gradito un funerale da Taffo, ha scagliato una maledizione su tutte le generazioni successive. Proprio vero che i parenti non puoi sceglierteli eh?
La trama si complica quando i rituali organizzati dalla banda di professionisti non sembrano sortire effetti ma anzi, l’ondata di malvagità dilaga per via di un particolare non considerato, la vite che si svita e ti blocca i flap in volo puntati verso il basso, un agente del caos che forse sarebbe piaciuto a von Trier visto che si manifesta sotto forma di una volpe. Ai protagonisti toccherà indagare sul, chiamiamolo delitto, i cui risvolti non saranno solo familiari, ma legati a filo doppio alla storia della Corea, e qui abbiamo bisogno di un… Time-Out Cassidy!
Ci sono passaggi di “Exhuma”, come l’anziana con il serpente, che sono così legati al folklore locale da poter risultare all’occhio non a mandorla occidentale, un po’ oscuri o peggio, passaggi a vuoti della trama, è abbastanza chiaro che non basta leggersi la paginetta di Wikipedia per essere piamente pronti a capire tutto, ma proprio tutto di “Exhuma”, il bello è che malgrado questo il film può essere seguito benissimo da chiunque. La sudditanza rispetto alla politica colonialista Giapponese è radicata nella storia della Corea, spessissimo emerge nei loro film (un esempio a supporto della tesi), ma è piuttosto chiaro che la posizione della tomba non sia certo stata scelta, narrativamente parlando, per ragioni casuali.
L’altro elemento che va forse un attimo masticato, sembra da noi cartesiani occidentali, è il modo in cui scienza e magia vadano a braccetto, ad esempio, c’è qualcuno che sta male in un ospedale di Los Angeles ok, quindi è giusto che riceva tutte le cure che la medicina può offrire, ma allo stesso tempo è altrettanto obbligatorio che il degente venga sorvegliato da uno sciamano in grado di proteggerlo anche spiritualmente, tutto normale no? Forse è più facile riassumere questo concetto chiave per “Exhuma” dicendo che ci vuole un geomante per lavorare al catasto, che poi se ci pensate non è tanto diverso da uno strambo Paese a forma di scarpa, avete mai dovuto raccapezzarvi tra i documenti catastali? Ecco, potrebbe farcela solo un rabdomante in mezzo a quel macello, digerita questa convivenza tra superstizione e scienza, “Exhuma” è tutto in discesa.
Era diverso tempo che non guardavo un Horror in cui risulta così facile affezionarsi ai personaggi, non solo perché sono tutti molto ben caratterizzati, ma anche affidati all’attrice o all’attore giusto, Jang Jae-hyun opta anche per alcuni momenti comici, alcuni molto legati all’umorismo locale, quindi per noi magari un po’ bizzarro, ma altri che mi hanno fatto sinceramente ridere, come la trovata della dentiera ad esempio.
Quando poi “Exhuma” inizia a fare sul serio, si gioca dei rituali che un po’ mi hanno fatto pensare al modo logico ma sentito con cui Friedkin aveva affrontato gli esorcismi, che se ci pensate richiedevano lo stesso livello di sospensione dell’incredulità, concetto che non serve scomodare perché anche qui come nel film di Hurricane Billy, viene presentato tutto talmente bene, in un modo così normale, attraverso personaggi per la quale dopo il primo atto investigativo ormai patteggiamo, che non serve nemmeno tirarlo in ballo.
Non c’è mai un momento in cui “Exhuma” ci chiede di prendere una posizione tra razionale o irrazionale, il film si posizione in quella riuscita ma difficile da gestire zona grigia di mezzo e prospera, si arriva alla fine coinvolti da questa storia di famiglia che è anche una storia legata alla Corea, e francamente verrebbe voglia di sapere di più di sottotrame e personaggi, per essere un film che si segue così bene, gli strati che lo compongono sono davvero densi, ci sarebbe materiale almeno per un seguito, anche se Jang Jae-hyun non mi sembra il tipo con i grilli per la testa da puntare a universi espansi e saghe con più capitoli.
Quello che resta è un film riuscitissimo, molto Thriller, tanto Horror, recitato alla grande e lo dico, pensavo di aver esaurito i superlativi per Choi Min-sik, ma ogni volta che mi capita di vederlo recitare, anche ingrigito e con la panza, mi rendo conto di quanto sia uno dei più grandi attori viventi o giù di lì.
Insomma, probabilmente calendario alla mano, “Exhuma” sarà l’ultimo Horror che tratterò da qui alla fine dell’anno solare in corso (sempre non mi scappi di scrivere qualcosa su “Heretic”, che al massimo sarà rimandato a gennaio) però non potevo trovare titolo migliore per concludere un’altra annata splendida per il genere Horror.
Creato con orrore 💀 da contentI Marketing