Ogni promessa è un debito, anche perché come dicevamo la scorsa settimana, F/X – Effetto mortale è un film che incarna alla perfezione lo spirito della Bara Volante, ma qualche anno dopo è uscito un seguito che posso dirlo? Secondo me è anche migliore, anche perché rispetta in pieno la regola aurea dei seguiti: uguale al primo ma di più!
Si nota dai nomi coinvolti che l’orizzonte si era un po’ espanso, F/X – Effetto mortale non è andato come sperato, ma il produttore Dodi Al-Fayed ci aveva puntata, per il seguito infatti ha alzato il livello, alla regia troviamo Richard Franklin, potrà dirvi poco il nome (infatti non ha nemmeno un cognome) ma è il regista di “Patrick” (1978), “Psycho II” (1983) e Link.
La sceneggiatura è firmata da un’eterna promessa (forse mancata) come Bill Condon, che prima di sbattere la faccia contro i seguiti di “Twilight” era qualcuno e i buoni dialoghi di “F/X2” da noi “F/X 2 – Replay di un omicidio” (che fa un po’ Brian De Palma), stanno lì a farsi ascoltare con piacere. Per finire poi, se il primo capitolo poteva contare sulla colonna sonora di Bill Conti, qui si punta direttamente ad un altro gigante come Lalo Schifrin, che con i suoi sassofoni a buttare firma un’altra colonna sonora degna di nota.
Regola aurea in azione fin dalla scena iniziale, anche “F/X2” inizia con un film nel film, una sequenza di robot mutanti e macchine che non esplodono mai nel momento giusto, che fa un po’ pensare ad una scena di The Hidden ma mette in chiaro che fine ha fatto Roland “Rollie” Tyler (sempre un gagliardo Bryan Brown), dopo essere passato all’incasso alla fine del film precedente. Quando il figlio adottivo sul set si esalta per gli effetti speciali, lui li sminuisce, sono robaccia («Non lavoro più nel cinema, se ingaggi un esperto di effetti speciali assicurati che abbia tutte le dita»)
Con i soldi Rollie si è messo in proprio, si è fidanzato con la “latina” dei film americani degli anni ’80, ovvero Rachel Ticotin nei panni di Kim, mamma divorziata ancora in buoni rapporti con l’ex marito poliziotto, uno a cui Rollie ha fornito una sorta di orologio qui definito alla Dick Tracy (comunque migliore del vostro Mela-Orologio) e che passa a prendersi il bimbo, per portarlo sul posto di lavoro, ovvero nel distretto, dove finirà a chiedere ad una prostituta arrestata se sa giocare a scacchi. Per il premio padre dell’anno 1991, direi che non ci sono rivali.
Il nostro Rollie ha così una serata libera per fare i giochini con Rachel Ticotin, che voglio dire, brutto? Solo che i giochini di Rollie prevedono una tuta con sensori proto-Mocap, che permettono di animare il migliore, il nuovo arrivato che fa salire di livello di questo “F/X 2”… Biancone!
Purtroppo non ho mai avuto la possibilità di vedere “F/X 2” in lingua originale, ma in italiano il pagliaccio animatronico animabile a distanza viene introdotto con uno scambio mitico: «Biancone, al mio paese quelli con i capelli rossi li chiamano Biancone», «E quelli con i capelli bianchi?», «Li chiamano nonni». Mi dispiace per i Coulrofobici, ma il nostro pagliaccetto è il classico elemento anticipatore che tornerà buono nell’ultimo atto del film, a mettere in moto gli eventi però, è l’ex marito sbirro di Kim.
Conoscendo il talento di Rollie, lo coinvolge per l’ultima curva della sua indagine su quel grandissimo bastardo che sta ammazzando ragazze in lungo e in largo in città, la polizia ha individuato il Serial Killer, con l’aiuto di una prosperosa agente vogliono tendergli una trappola in odore di zio Hitch e di conseguenza, di Brian De Palma.
Con un complesso sistema di video registrati, macchina del fumo e beh… Seni di gomma (ma con dentro una radio eh? Quindi più che “Tetta parlante” come viene definito qui, io lo avrei chiamato “Tettelefono”), il compito di Rollie è quello di travestire lo sbirro da donna, in modo da far trovare lui, armato fino ai denti, quando l’assassino si infilerà in casa, mosso dalla sua scopofilia. Ancora ridete? Una rubrica intera su Brian De Palma e ancora vi fa ridere scopofilia? Ma siete impossibili!
È lo stesso Rollie a ricordare la scorsa volta, in cui con il suo coinvolgimento, non è filato proprio tutto liscio, qui l’omaggio alla scena dalla doccia più famosa della storia del cinema (no, non quella di “Mamma, ho perso l’aereo 2”) si traduce in tragedia, un altro complotto, questa volta ancora più grosso, su cui Rollie finirà per indagare a modo suo ma se l’esperto di effetti speciali australiano torna in gioco, potrà mancare il suo compare Leo?
Il personaggio di Brian Dennehy ora fa l’investigatore privato, lui i soldi li ha usati per comprarsi il suo bar personale, ma in maniera molto realistica, non erano abbastanza per campare di rendita, se non altro Leo avrà modo di rifarsi con il vecchio compare dello scherzo del mostrone di gommapiuma dietro la porta, chi fa l’effetto speciale, lo aspetti!
Squadra che vince non si cambia, a distanza di anni Leo non ha ancora imparato ad usare il computer e ha ancora bisogno della sua collega Marisa (Jossie DeGuzman), ma secondo me è tutta una scusa per continuare a broccolare, visto che come li abbiamo lasciati li ritroviamo, con l’esperta informatica ancora alle prese con il suo agognato viaggio in Giamaica.
L’intrigo, alla faccia dell’effetto MACCOSA, s’infittisce e arriva su fino al Vaticano, e qui secondo me già si intravedevano i primi segni di squilibrio di Bill Condon, che avendo esaurito la carica propulsiva della fighissima scena iniziale della doccia e qualcosa doveva pur inventarsi no? Ma questo è un seguito, la regola è uguale al primo ma di più, esagera, e il nostro seguito… Esagera!
Leo è di nuovo parte attiva sul campo, mentre Rollie è il suo agente all’avana, i due sono sulle piste di alcuni medaglioni d’oro attribuiti a Michelangelo (l’artista, non la tartaruga ninja) e il suo periodo passato a dipinge la Cappella Sistina, per rimettere i brilocchi nelle giuste mani, sorvolo sulla svolta e l’identità del cattivo di turno (andate a vedere o rivedere il film) ma la coppia ha una nuova villa in cui fare irruzione.
Rollie diventa il commando degli effetti speciali, con le sue esplosioni controllate e le finte ustioni, non c’è porta che possa resistergli, se a questo aggiungiamo il fatto che i due attori conoscono a memoria i personaggi e che “F/X 2 – Replay di un omicidio” è uno di quei seguiti che tengono conto degli effetti del primo capitolo, il film fila proprio come il primo e forse anche più spedito, sui passaggi poco logici della trama? Magia del cinema, come i trucchi di Rollie.
Un elemento che fa rollare alla grande la seconda avventura di Rollie e Leo sono i dialoghi: «Mi viene in mente la parola imbroglio», «Mi viene in mente la parola uomo morto», «Sono due parole», ma potrei andare avanti un bel pezzo perché gli scambi divertenti (almeno in italiano) non mancano, uno dei miei preferiti è quello che arriva dopo il gran casino finale, la precauzione presa da Rollie che si rivela inutile (o un eccesso di zelo fate voi) che gli permette di lanciarsi nel suo «A me nessuno mi ha avvisato!», ma anche di far sparare alla pistola di Čechov fatta a forma di Clown il suo notevole colpo, ovviamente nel terzo atto, come da tradizione.
Biancone il vero mito del film, salva la situazione e rivela tutta la sua utilità (da remoto) lasciando campo libero al finale in odore di Hudson Hawk, l’ultima inquadratura, con quella strana coppia a passeggiare in una piazza, mettiamola così, famosina, ti fa sperare quasi in altre dieci avventure, tutte assurde, intricate e risolte a colpi di effetti speciali pratici, per i nostri due eroi. Prova a farlo con la CGI una coppia di film così! La festa qui si completa a colpi di battutacce: «Mangiare una pizza? C’è una sola città dove si può mangiare una pizza decente», «Si, Sydney!»
Purtroppo la corsa di “F/X” si completa qui, eppure ci tenevo moltissimo ad avere questi due titoli sulla Bara Volante, anche perché sono la tipologia di film con cui io, e penso anche molte Bariste e Baristi sono venuti su, e poi gente Biancone! Ma di cosa stiamo parlando essù!
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