Bisogna dare atto ad Evit di Doppiaggi Italioti di
aver capito tutto prima di tutti, in tempi non sospetti aveva pronosticato che
il decimo film della saga di Fast & Furious si sarebbe intitolato “Fast X”. Impossibile resistere a tale tamarrata che puntualmente si è avverata, l’altra
parte nello scorso capitolo sono andati nello spazio no? Proprio come Jason, anche lui X.
Ora però bisogna anche essere onesti, stupirsi che una
piccola storia nata per mettere auto tamarre al posto delle tavole da surf, per
rifare un classico di Kathryn Bigelow, sia arrivato al decimo capitolo
(e il tassametro corre!) incassando soldoni su soldoni, dando vita ad una serie
animata e ad uno spin-off ormai, non ha più davvero senso. La FAMIGLIA
Toretto è una solida realtà che vive di vita propria, continuano con la sola esistenza
a far storcere il nasino a tutti quei cinefili che colti da istinti “giandoni”
giudicano dall’alto di un bel niente, ma anche molti appassionati di film di
genere, perché comunque a che genere appartiene la saga di Fast & Furious
ormai?
Come già detto, le auto sono dei “ferri” stupendi che
vengono utilizzati per tutto, tranne che per fare le automobili, i personaggi
ormai volano, saltano, zompano da un’auto in corsa all’altra come se non esistessero
concetti come attrito, peso, massa di un corpo. Un grosso e infinito cartone
animato, pieno di muscoli, sgommate e personaggi che utilizzano la loro
automobile come guscio, come se fosse uno dei leoni di Voltron e va bene così,
perché l’esagerazione è sottovalutata (cit.) e poi oggi come oggi, per portare
la gente in sala devi creare l’evento.
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Invece per Lucius ci vuole una foto di Michelle Rodriguez, ormai è una tradizione. |
Ogni nuovo capitolo di “Fast & Furious” lo è, perché è
una telenovela che si aggiorna sfornando un nuovo capitolo, dove sono i
trascorsi dei personaggi, le loro dinamiche (e le loro faide) ad interessare al
pubblico, a convincerlo a tornare in sala. Di fatto, quel gran nerd di Vin
Diesel (nel senso di secchione ma anche di grosso fisicamente) lo sa bene, ha
trasformato “Fast & Furious” in quello che sognava sarebbe stato (senza mai
riuscirci davvero) il suo progetto solita xXx, se già si era capito
ormai da tempo è con questo “Fast X” che Vincenzo Gasolio cala la maschera,
anzi, molte maschere, giocando finalmente a carte scoperte.
Tutto la telenovela a mezzo social per provare a convincere The
Rock a tornare, era una sorta di trama, degna di quelle del Wrestling (che Rock
conosce bene) che ha portato a far assumere Jason Momoa come nuovo cattivo del
film, guarda caso, uno molto amato dal pubblico, un altro oserei dire, visto
che la FAMIGLIA ha tirato dentro tutti i preferiti degli spettatori, manca
giusto Keanu Reeves, ma diamogli tempo.
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A Torino guidare fa rima con litigare, ma sulle strade di Roma, dubito si possa sgommare alla Toretto. |
Poi la faida si è consumata anche sul set, questo decimo
capitolo avrebbe dovuto essere diretto dal regista che più ha compreso e
contribuito a far crescere la saga, ovvero Justin Lin, che dopo un nono capitolo con il freno a mano un po’ tirato, qui ha mollato la sedia da
regista per i soliti dissidi creativi (aprire il vocabolario alla pagina: Vin
Diesel gli frantumava le palle in continuazione con le modifiche alla trama),
restando a bordo come produttore e lasciando campo libero a Louis Leterrier,
che mi auguro sia stato almeno un suggerimento da parte di Jason Statham, memore dei vecchi tempi da autista.
Inutile negare poi che forse, l’apice di questa saga a
livello di “sboronaggine” sia stata raggiunta con il quinto capitolo, che
guarda caso è proprio lo spunto di partenza da cui parte “Fast X”, con un’operazione
di retrocontinuity (quindi normale per i fumetti di super eroi, occhio che tra
poco arrivo al punto), la trama porta in scena Dante Reyes (Momoa), il figlio
del defunto signore della droga brasiliano Hernan Reyes, che qui vediamo nel
contro campo della famosa scena del furto delle casseforti, con il nostro Aquaman
che cade in aqua acqua e ha avuto tempo dodici anni per meditare vendetta contro la
FAMIGLIA.
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Per il suo film italiano, Momoa fa una colta citazione imitando Franchino. |
Insomma, un super cattivo dal passato che riesce a mettere
in difficoltà personaggi che ormai per tamarraggine (e canottiere) sembrava non
avessero più rivali, invece di colpo hanno un cattivone con un piano a lungo termine
a mettere loro i bastoni tra i cerchi da 18, rendendo possibile ancora una volta un’altra
tradizione della Fast-Saga ovvero i cattivi che tornano come alleati, una
trovata in linea con i tempi moderni, quelli per cui i cattivi non sono mai
davvero tali, ma anche come accadeva in Dragon Ball perché lo ribadisco, Vincenzo Gasolio è
un nerd.
Ecco perché seguendo l’adagio “Il nemico nel mio nemico…”
alla porta di casa Toretto suona Cipher, facendomi cristonare perché a me suona
solo il postino, mai Charlize Theron. L’obbiettivo di Dante è colpire la
FAMIGLIA al cuore, ecco perché nella prima scena, papà Dom sta insegnando al
figliolo a rombare al volante, la scuola guida che si faceva con papà e le
sgommate tirate nei piazzali, lezione dei fratelli maggiori, tutte riassunte
nel personaggio di Vin Diesel.
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Un esempio di prospettiva infinita. Come i seguiti di Fast & Furious. |
Il principio però vale per tutti, ecco quindi che “zio” John
Cena, qui assorge al ruolo di cazzuto babysitter, se ricordate, era già
accaduto anche a Jason Statham, che però si trova molto più a suo agio nel
ruolo, visto che Cena pensa bene di giocarsela sa “scemone”, parte che ha
dimostrato, gli viene sempre molto bene. Tutto questo per dirvi cosa?
Che di fatto Vin Diesel raduna le truppe, intona il suo «VENDICATARRI UNITI!» e
va a giocare nel campo della Marvel, una lunga telenovela in cui ormai il
singolo capitolo è la nuova puntata, non si valuta più singolarmente, ma
nell’insieme di cui fa parte, anche perché ammettiamolo, questo “Fast X” è un’incompiuta
che termina sul più bello. Perché nei piani originali di Vincenzo gasolio
avrebbe dovuto essere un “Fast X – Parte 1”, ma in realtà sarà la prima parte di
una trilogia finale, che dovrebbe traghettarci agilmente fino a “Fast Twelve”,
se gli incassi risponderanno positivamente, ma quelli ormai, dovrebbero essere
una sicurezza.
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And don’t fuck wit John Cena, I’m a bad, bad man… (cit.) |
Insomma ormai i film della Fast-Saga si guardano come il
nuovo capitolo dell’MCU e per altro, almeno in questo “Fast X” hanno anche una
CGI peggiore, perché come detto, per portare le persone in sala, bisogna creare
l’evento e sapete chi è che sa molto bene come si portano le persone al cinema?
Gli indiani.
La sequenza sul ponte di “Fast X”, quella dove Dominic
“Dom” Toretto utilizza una portiera di un’auto per parare i colpi dei
proiettili, è presa di peso da “Baaghi 3” (2020), perché ormai lo sanno tutti
che Hollywood sta inseguendo sia Bollywood che Tollywood, anzi questa saga
piena di tamarri rappresenta le prove generali da parte degli americani, di
fare propria la formula che in India è ormai convenzione. Orge di personaggi i
cui trascorsi, sono quegli degli attori e delle attrici che li interpretano,
veri idoli del pubblico, che si ritrovano tutti insieme in un film “All-Star”. Molti occidentali stanno scoprendo solo ora film come Pathaan, Vin
Diesel invece da buon nerd già li conosceva, solo che ora l’enorme successo di
RRR ha fatto si che il genio ormai, sia uscito dalla lampada e che gli
americani non possano più nascondersi dietro ad un dito.
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TANA per Vincenzo! Ormai non puoi più nasconderti (nemmeno dietro allo scudo) |
Da qui l’evento, la formula, “Fast X” raduna tutti i nomi
giusti e ne promette altri (si, c’è la scena dopo i titoli di coda come in un
film della Marvel, che conferma IL grande ritorno), ma di fatto proprio come
nei fumetti, è un film che serve a vendervi il prossimo numero, il prossimo
film, che in stile Pathaan sarà ancora più grosso, esagerato e con
ancora più muscolosi prediletti del pubblico, così vi ho detto tutto senza
dirvi niente.
Va detto che tra le facce nuove, a vincere a mani basse è
proprio Jason Momoa che in questa sua fase della carriera più rilassata,
lo trovo anche più simpatico, qui nella porzione di film ambientato a Torino Roma, canta “’O sole mio” e manda a ‘fanculo Michelle
nella parte di
Rodriguez, impegnata a inseguirlo in moto in italiano. Praticamente un
americano in vacanza.
Anche se va detto, non per sabaudo campanilismo perché è un
sentimento che proprio non mi appartiene, ma le scene girate a Torino e
spacciate per ambientazioni romane sono anche quelle più divertenti. Tutta la
lunga partita a flipper, tra Dom in auto contro la mega balla rotante in fiamme
non è niente male, anche se va detto che il bus spaccato in due dalla roto-palla
era quasi migliore dal vivo e senza quella brutta CGI, fiamme finte che
aggiungono davvero poco ad una scena che comunque è divertente, se riuscire a
soprassedere su automobili che scendono le scalinate, ma dopo dieci film ormai
dovreste esserci abituati.
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Dopo aver aspettato il bus cinquanta minuti, arriva la FAMIGLIA e tu la tua non la rivedi più. |
Per effetto dell’intervento del diabolico Dante Momoa, un super
cattivo che si pettina con i codini in testa tipo Sailor Moon e ridacchia di
tutto e tutti, anche quando Dom lo prende a pugni in faccia, la FAMIGLIA viene
accusata ingiustamente di terrorismo internazionale e ricercata in lungo e in
largo per tutto il mondo, una scusa per far cominciare il solito cambio di
location che – anche questo – ormai è tradizione della Fast-Saga. Menzione speciale
per Napoli, che riesce ad essere la scena meno napoletana mai vista al cinema,
visto che comincia con in sottofondo un pezzo tipico partenopeo (i Måneskin,
che probabilmente saranno i prossimi ad unirsi al cast insieme a Keanu Reeves)
mentre il nuovo acquisto Brie Larson, entra nel locale meno napoletano mai
visto, dove si è rifugiato Dom, ordina due birre per fortuna non Corona (birra
vera insomma) e litiga con gli avventori, che parlano un italiano stile «Gooooorlomi!»
e in compenso si fa lanciare dal barista il classico fucile dietro al bancone,
anche qui, una roba molto Yankee, perché dalle nostre parte al massimo può
cicciare fuori una lama o una pistola, di sicuro non un fucile a pompa calibro
dodici con calcio reclinabile. Chi per proteggere il suo bar napoletano non ha
un calibro dodici ultrashort? io ne ho quattro solo nel cassetto della scrivania.
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Il realismo partenopeo applicato all’eroina del cinema indiependAHAHAHAHAHA! |
Vorrei chiedere un minuto di silenzio, non tanto per lo
spreco di Brie Larson con le Adidas, personaggio che sembra infilato nel mazzo solo
per giustificare il prossimo ritorno di Kurt “Mr. Nessuno” Russell, quanto più
che altro ai suoi vecchi fan, che la ritenevano l’eroina dei film indipendenti, ed ora
la trovano accanto a Kong, Thor e Toretto. Me li immagino
intenti a piangere calde lacrime mentre la loro eroina conta i soldi degli
assegni incassati.
Difetti? Il secondo atto del film allunga un po’ tanto il
brodo e per portare avanti la trama divide la FAMIGLIA, con l’effetto “Ora si
menano tra di loro” (anche qui, come i super eroi quando si incontrano la prima
volta nei fumetti), per assecondare l’implicita richiesta del pubblico: sarà
più forte Charlize o Michelle? (impegnate nella sotto missione al femminile che
“termina” con l’ennesimo grande ritorno dal passato), oppure picchia più forte Sung
Kang o Jason Statham? Le risposte le conosciamo tutti, Michelle e Giasone a
mani basse, anche se Charlize mi sa di una che non va giù tanto facilmente,
però il film se la gioca così, volete i beniamini? Noi vi diamo i beniamini?
Poi non so a chi interessi davvero vedere Tyrese contro Ludacris, però se può
risultare nelle vostre corde, abbiamo anche quello sul menù.
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É questo lo spirito! Sotto con i prossimi X seguiti! |
I momenti spettacolari ovviamente non mancano, lo scontro
finale (ma non definitivo) che rimanda tutto alla prossima puntata avviene
sopra una diga, con due camion che si accartocciano uno contro l’auto in un
epico frontale, il problema sta proprio in quell’assenza di peso, gravità,
massa e attrito che rende tutto molto leggero, impalpabile, come la CGI, per un
finale che sul più bello, BAM! Titoli di coda e tutti frettolosamente rimandati
a “Fast 11” (detto “Fastundici”), con ancora più facce note, con almeno due
grandi ritorni dal passato e via così, perché noi non abbiamo Shah Rukh Khane Deepika Padukone, ma i nostri idoli fisicati sì, quindi il prossimo
capitolo è già idealmente “venduto” ai fan e non solo.
Perché “Fast X” invece di essere un punto di arrivo, risulta essere un
pareggio (d’altra parte è “X” no?), il film che sta alla Fast-Saga come Infinity War stava all’MCU, anche se un altro dettaglio lo devo aggiungere: io
capisco che in questa grande FAMIGLIA, nessuno voglia davvero rinunciare a Paul
Walker, trovo anche, posso usare il termine romantico? Si, diciamo romantica l’idea
di tenere in vita il suo personaggio, che ufficialmente nella saga è vivo e
vegeto. Non sto invocando una nuova selezione al casting o peggio, l’uso della
deepfake, ma ormai è improbabile che con amici e il nipote in difficoltà, il personaggio
continui a vivere da eremita, quindi prima o poi, in qualche modo, bisognerà
concludere anche l’arco narrativo di Brian O’Conner, ma tanto abbiamo almeno un
altro film (se non due) per pensare ad una soluzione, la telenovela non finisce
qui ma continua a rombare e sgommare.