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Fear, inc. (2016): Scream fa scuola e proseliti

Ho iniziato a guardare questo “Fear Inc.” senza particolari pretese, poteva essere uno di quegli Horror di poco conto che vengono via un tanto al chilo, poi la scena iniziale con Abigail Breslin inseguita da un male intenzionato e intenta a urlare nel panico al telefono, mi ha fatto subito pensare a “Scream”.

Sì, perché prendere
una biondina famosa che sta studiando da scream queens, tanto che recita in una
serie che si chiama Scream Queens (a
volte il mondo è un posto molto semplice) e utilizzarla per iniziare un film
come questo, sembra il primo dei (tanti) omaggi seminati lungo la pellicola da Vincent
Masciale, esordiente che ha trasformato il suo corto intitolato “Fear Inc.” in
un lungometraggio dallo stesso titolo (torna il discorso del mondo semplice).

“Sono bionda ma non sono Drew Barrymore, non mi metta in attesa!”.

Joe Foster (Lucas
Neff), oltre ad avere una discreta faccia da pirla, somiglia tanto ad uno di
quelli che nei film Horror muoiono per primi. Pigro, idiota oltre il livello di
guardia, un coglione patentato che, ovviamente, non ha un singolo problema che
sia uno nella vita, non lavora, ma tanto vive nella villa della fidanzata, dove spende le sue giornate a mollo in piscina, farcito di cannette e alcool. Voi direte: “Però la sua fidanzata è una stronza acida che lo maltratta”. NO! Malgrado
tutto Lindsey (Caitlin Stasey) lo ama e lo asseconda, inoltre, è pure bona. No, sul serio, quando arriva l’assassino ad ammazzarlo malamente ‘sto Joe?



Joe è anche un
fanatico di film Horror in cerca di brividi e annoiato dalla vita, che un
giorno viene contattato da un tizio inquietantissimo che gli allunga un
bigliettino da visita della “Fear Inc.” società dallo spavento garantito. Nel
weekend di Halloween, quando i suoi amici dal Maryland, Chris (Ben Davidson) e
Stephanie (Ashleigh Davidson) vengono a trovarlo, lui pensa bene di telefonare alla Fear Inc,
ideona, no? Dall’altra parte la sua richiesta viene rifiutata, ma malgrado tutto
iniziano una serie di inquietanti eventi. Tipo Joe viene aggredito da un tizio
che parla e si veste come il Jack Torrance di “Shinning” (storia vera).

“Zitti, non fate vedere che vi state divertendo, potrebbe essere uno slasher”.

Lo schema è lo
stesso del film “The Game” di David Fincher, con Michael Douglas e Sean Penn, a
questo punto vorrei potervi dire che sono un brillante cinefilo dall’occhio
preparato e la cultura cinematografica sconfinata, cioè io m’impegno, ma
questo non è proprio il film giusto per fare i “grossi”, anche perché sono gli
stessi personaggi del film a tirare fuori il paragone con il film di Fincher,
citandolo a chiare lettere.

Sì, perché in
soldoni “Fear Inc.” è questo: un minestrone di citazioni ai film, la maggior
parte dei quali Horror, condito da omaggi palesi, forse fin troppo, nemmeno a film
ricercati, ma a nomi grossi, la sua trama prevede che gli omicidi più celebri
vengano riportati in scena quasi fedelmente. Sto cercando di restare sul vago
per non rovinarvi la visione, ma non aspettatevi nemmeno la gioia di poter
indovinare i titoli, anche perché Joe, odioso all’ennesima potenza, sarà il
primo a mettersi a gridare cose tipo “Ma è come in Venerdì 13!”.



Se ve lo state chiedendo, anche il maglione è una citazione.

Personalmente,
mi diverto a cogliere le citazioni e le strizzatine d’occhio, “Fear Inc.”, come
detto, gioca a carte scoperte togliendovi anche questa gioia, quindi se non
sopportate i film auto referenziali, potreste rompervi le balle in fretta,
eppure, devo dire che Vincent Masciale riesce a spostare sempre più avanti la
rivelazione definitiva sulla storia.

La Fear Inc.
esiste davvero, oppure qualcuno si sta prendendo gioco di Joe? Ve lo dico
subito: non è impossibile capire come finirà il film, ma ho trovato gustoso il
come, il film fa di tutto per far ipotizzare una teoria allo spettatore e poi
a smontarla nella scena successiva, non tutto funziona alla grande, c’è una
parte nel pre-finale che ho trovato piuttosto noiosa (la scena con lo sbirro) e
in generale c’è poca inventiva.



Vestita così puoi ad Halloween puoi fare “Dolcetto o Blue Meth?”.

Però non ho
potuto fare a meno di pensare che nell’ultima stagione di Black Mirror, c’è un episodio (3×02 – Playtest) con una storia del
tutto simile a quella di questo film, con l’unica differenza che per l’episodio
di “Specchio Nero” ho indovinato ogni colpo di scena con svariati minuti di
anticipo, qui invece sì, ho indovinato il finale, ma comunque ho guardato il
film fino alla fine per pura curiosità, mi è venuto quasi da pensare che fosse
un tentativo di fare qualcosa di meta cinematografico.

Anche perché, non
prendi un protagonista così volutamente fastidioso se non vuoi provocare una reazione
nello spettatore, questa storia poteva prendere molte direzioni, invece il film procede dritto fino ai titoli di coda. Per ora, posso dire che, per
quanto auto referenziale e costellato di alcuni vuoti narrativi (che non vi
elenco per non rovinarvi le sorprese sparse nel film), l’esordio di Vincent
Masciale è furbetto, ma si lascia guardare. Staremo a vedere se questo ragazzo
avrò delle cose da dire, oppure è solo un altro nerd dei film Horror.



Almeno potevano cambiare titolo al film e citarmi Bruce Springsteen cavolo!


Take a look around you (come on now)
It ain’t too complicated
You’re messin’ with Murder Incorporated
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