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Freaky (2020): quel pazzo venerdì 13

In principio era, non il Verbo ma il venerdì. La storia della rigida mamma e della sua figlia adolescente che si scambiano di corpo imparando a conoscersi meglio, tratta dal romanzo per ragazzi di Mary Rodgers, è stata portata al cinema e in televisione svariate volte, con Jodie Foster e Barbara Harris nel 1976 e più recentemente nel 2003 in “Quel pazzo venerdì”, con Lindsay Lohan e Jamie Lee Curtis, in cui la seconda, è una che con il genere Slasher in carriera, ha avuto qualcosina a che fare, ma andiamo per gradi.

Visto che parliamo di venerdì, facciamo entrare in scena Jason, ma non Voorhees, piuttosto Jason Blum che con la sua Blumhouse trasforma in oro quasi tutto quello che tocca, anche un’idea bizzarra come quella di rendere uno Slasher un classico come “Ricomincio da capo” (1993), il risultato è stato lo spassoso Auguri per la tua morte, seguito da un secondo capitolo con riuscita deriva fantascientifica, Ancora auguri per la tua morte, entrambi diretti da Christopher Landon, che ormai vive in catene nelle segrete della Blumhouse e rivede la luce del sole solo quando è il momento di contaminare un altro classico della commedia con lo Slasher.

Jason (Blum) vive.

Da quando ho smesso di guardare i trailer la mia vita di spettatore è molto migliorata, ormai posso godermi i film come facevo un tempo, scoprendoli dai titoli di testa a quelli di coda senza anticipazioni, quindi posso dirvi che “Freaky” (a partire dal titolo che strizza l’occhio all’originale “Freaky Friday”) è proprio questo, “Quel pazzo venerdì” ambientato però il giorno tredici. Un’idea balorda? Solo sulla carta, perché il film è esilarante e strapieno di sangue e comicità in parti uguali, potrebbe tranquillamente ambire ad essere uno dei film che è riuscito a divertirmi di più, tra quelli che ho visto di recente.

Il film comincia con la solita banda di adolescenti in calore, destinati a diventare carne da cannone, intenti a raccontare la leggenda del “macellaio di Blissfield”, un pazzo in circolazione dal 1977 che ovviamente dopo pochi secondi piomberà addosso ai ragazzini con tutta la sua furia belluina, e lo è davvero visto che nel prologo del film l’assassino con una abbozzata maschera in stile Jason (Voorhees, non Blum!) ci regala una serie di ammazzamenti davvero clamorosi, con tanto di vittima “impalata” alla parete e poi fissata con sguardo interrogativo e testa inclinata da un lato, proprio come faceva Michael nel 1978.

The shape of things Vince to come

Ma il volto sotto la maschera resta un mistero per poco, il macellaio è interpretato da Vince Vaughn, vi sembra una scelta assurda? Così, su due piedi forse sì, lui è il campione del mondo delle commedione sceme, ma pensateci bene, ha dimostrato di essere stato una perfetta creatura di Frankenstein per S. Craig Zahler, ma prima ancora Norman Bates nel rifacimento di Psycho, quindi il ragazzo oltre al corpaccione giusto per un ruolo da Michael Voorhees Jason Myers ha anche i trascorsi che contano, inoltre devo dirlo, un tempo evitavo i film con Vince Vaughn come la peste il Covid-19, adesso la sua presenza è quasi garanzia di qualità. Il mondo è davvero cambiato.

Il macellaio prima mette le mani su un antico pugnale rituale e poi si mette a caccia di vittime, ed è qui che “Freaky” mostra l’altro lato della sua medaglia, la parte più da commedia adolescenziale che ha come protagonista Millie Kessler (Kathryn Newton), una biondina di bell’aspetto ma abbastanza sfigata e per questo, vittima dei bulli. Un cliché narrativo? Certo, esattamente come il Macellaio per i film Slasher, Millie sembra il classico personaggio di contorno di una commedia per ragazzini, ma il bello di “Freaky” è il modo in cui i personaggi sono stati scritti e affidati alle attrici e agli attori giusti, Kathryn Newton ad esempio riesce a bucare davvero lo schermo grazie ad una prestazione spigliata o da femmina fatale a seconda delle necessità della trama.

Con tanti saluti al caro vecchio Candyman.

I personaggi sono visti e già visti? Certo, basta dire che i migliori amici di Millie sono una ragazza nera e un ragazzo omosessuale, dettaglio che permette di portare in scena la battuta più spassosa di tutto il film, si perché per effetto del pugnale magico, Millie e il Macellaio si scambiano di corpo e il film sfrutta tutte le gag che questa situazione al limite può generare.

Qui i due attori protagonisti sono un valore aggiunto incredibile, Kathryn Newton di colpo si dimostra bravissima ad interpretare uno psicotico e silente malato di mente che si ritrova dalla sera alla mattina “nei panni di una bionda” (cit.), ma lo spettacolo vero è Vince Vaughn.

Quanto di colpo ti ritrovi con il corpo giusto per fare il bullo con i bulli.

Immaginatevi di vedere quel Cristone (cit.) passare agilmente da un ruolo da assassino da film Slasher, alla parte della “Final Girl” come se fosse la cosa più normale del mondo. Vaughn non solo cambia il modo di parlare, ma anche il linguaggio del corpo che mette su sembra proprio quello di una ragazzina impacciata, improvvisamente dentro un corpo sovradimensionato e con tutti i “gingilli” tipici di noi maschietti. Il bello è che “Freaky” non risparmia nessun tipo di battute (e almeno una mi è sembrata quasi una strizzata d’occhio a Scuola di mostri), risultando molto più divertente che volgare, anche quando avrebbe potuto esserlo.

Proprio il linguaggio del corpo è la parte più impressionante della prova di Vaughn, basta guardarlo correre, sembra proprio una ragazzina imbranata ben poco a suo agio con ogni genere di attività sportiva, quindi se la trama procede lineare, possiamo goderci dei personaggi recitati bene che snocciolano battute divertenti.

Potrebbero essere il trio di protagonisti di una serie adolescenziale (anche se a vederli così potrebbe non sembrare)

La parte Horror invece? Forse la sorpresa vera del film, il sospetto con un film così è che per arrivare al pubblico generalista, sarebbe stato necessario alzare il piede dall’acceleratore della violenza… Invece no! “Freaky” non prende prigionieri, i morti ammazzati sono tanti e massacrati in modo variegato e grondante sangue, insomma anche da questo punto di vista il film è perfettamente riuscito.

Christopher Landon riesce a tenere il ritmo bello alto per tutta la durata del film, forse i difetti (minori) sono lo spreco dell’insegnante di Spagnolo, un ruolo piccolissimo (ed esilarante) per un personaggio che capisce al volo la gravità della situazione, ma poi dopo aver svolto la sua funzione comica scompare dalla trama, quando sarebbe stato logico che in quanto insegnante, un minimo di aiuto a dei ragazzi in difficoltà avrebbe dovuto garantirlo.

«Es una casa de locos, por dios!» (cit.)

Ma comunque sono difetti minori per un film che volendo, potrebbe essere il primo capitolo di una saga, visto che alla Blumhouse una porticina aperta se la sarebbero anche lasciata, ma la parte più riuscita di “Freaky” è forse il suo riuscire a parlare di diversità, senza risultare il solito pedante “santino”, i bulli che perseguitano la protagonista non sono generici stronzi, più che altro sono un tipo di stronzi molto realistico e per questo è quasi catartico vederli massacrati in ogni modo possibile, ma più in generale, non è nemmeno secondario il fatto che anche il momento più romantico del film, avvenga nel modo meno convenzionale possibile (non voglio rivelarvi nulla per non rovinarvi la visione), alla faccia di tutti i benpensanti del pianeta.

«You have one choice, boy: sex or the saw» (cit.)

Jason Blum vince un’altra scommessa, ormai ha una formula collaudata per le mani e nessuna paura di utilizzarla fino allo sfinimento, ma se la qualità dei film sfornati resta così frizzante, non si può chiedere davvero nulla di meglio. Dopo ricomincio da capo Slasher e Quel pazzo venerdì (tredici) Slasher, cosa mi devo aspettare Giasone? Mamma, ho perso l’aereo Slasher? Ah no, quello esiste già, ma sono sicuro che troverai la soluzione.

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